Le piramidi cinesi

A cura di: Carlo Di Stanislao

PiramidePossiamo scegliere quello che vogliamo seminare, ma siamo obbligati a mietere quello che abbiamo piantato
Confucio

Si succedono le stagioni, il sole alla luna, la semina al raccolto. Ma solo i grandi saggi e gli stupidi non cambiano mai
Confucio


La piramide, montagna sacra, ma anche tumulo composto con materiali di varia natura, deposti ordinatamente l’uno sopra l’altro, sino a conseguire una certa stabilità, è nata come la forma più ovvia, concepibile da qualsiasi società umana, per costruire un monumento che aspiri al cielo e all’eternità. Ogni piramide rappresenta la montagna sacra e collega, come un ponte tra due dimensioni, la terra con l’universo. Se ne trovano perciò sotto ogni cielo, in ogni tipo di cultura, antica o moderna.

Le controversie interpretative e le interpretazioni esoteriche vertono sulla forma (piramidi geometricamente “pure” o piramidi a gradoni), sui materiali impiegati (distinzione tra tumuli, realizzati con terra o altri materiali “impastati” e piramidi di pietra tagliata), infine sui tipi d’intervento (piramidi interamente “costruite” o modellate a partire da rilievi naturali). Molte piramidi furono avvistate da stranieri in territorio cinese, sin dai primi anni del 1900. Nel 1912, i due australiani Fred Meyer Schröder e Oscar Maman compirono un viaggio nella provincia dello Shaanxi. Erano commercianti di tabacco e candele, ma fornivano anche armi ai Mongoli.

In quei territori di frontiera li guidava un monaco, Bogdo (‘l’unico’), il quale annunciò che avrebbero incontrato delle antiche piramidi. Egli stesso non le aveva mai viste, ma sapeva che dovevano esisterne sette intorno all’antica città di Sian–Fu, l’odierna Xian, capitale dello Shanxi, la città della tomba di Huang Di e dei 10.000 guerrieri di terracotta. Nel 1913 un altro esploratore, Segalen, chiese e ottenne di poter studiare la piramide dell’Imperatore Giallo a Lin-t’ong, tra Hnan e Sin-gan, alta 48 metri e di lato 350 metri (a cinque gradoni).

Secondo le cronache di Sheuma Ts’ien (145-90 a.C.) questa piramide è una piramide doppia, che fu costruita con una parte sopra e una sotto il suolo. La sezione sotterranea, secondo le cronache, è rovesciata, foderata esteriormente di bronzo. Sheuma Ts’ien: “All’interno furono trasportati e sepolti utensili meravigliosi, gioielli e oggetti rari. Furono riprodotti edifici per tutte le amministrazioni. Alcuni artigiani ricevettero l’ordine di fabbicare balestre e frecce automatiche, in modo che se qualcuno avesse voluto fare un buco sarebbe stato ucciso.

Un vero palazzo sotterraneo si ergeva là dove i ruscelli di mercurio disegnavano fiumi eterni.” La piramide era la tomba di Shi Huangdi (259-210 a.C.), primo imperatore della Cina, fondatore della dinastia Qin (o Ch’in). Salito al trono dello stato feudale cinese di Qin nel 246 a.C., completò il processo di unificazione iniziato dai suoi predecessori sottomettendo gli altri stati e autoproclamandosi imperatore della Cina nel 221 a.C. Vicino alla tomba dell’Imperatore Giallo, nei pressi di Xi’an, è stato ritrovato il famoso esercito di 6000 guerrieri in terracotta a grandezza naturale, che sembra formasse il corredo funerario di Shi Huangdi.

Nel 1945 il pilota James Gaussman, diretto verso la base di Assam in India, avvistò quella che è famosa come la Piramide Bianca: la fotografò. La foto di Gaussman rimase in un archivio militare per 40 anni, poi Brian Crowley la pubblicò nel suo libro “The Face on Mars” (La faccia su Marte). Ufficialmente la storia delle piramidi cinesi inizia nel 1947, quando il colonnello Maurice Sheehan fotografò da un aereo, un DC3 in volo sopra la Cina, ciò che sembrava essere una piramide (la sua descrizione venne pubblicata dal New York Times nel marzo dello stesso anno).

Nel 1950, studiosi dell’accademia di Pechino esplorarono otto tumuli dei primi re Chou in Anyang, nella zona di HouChiaChuang fra cui la tomba di Wu Kuang (il complesso è a nord del fiume Huan, nell’Honan settentrionale). Tra gli scavi cinesi ufficialmente riconosciuti a Xian, vale la pena evidenziare quello effettuato nel 1960, quando il Ministero della Cultura decise di scavare almeno una delle tombe piramidali della dinastia T’ang (618-907 d.C.), situata a circa 80 km a nord di Xian.

Si riuscì a entrare nella camera funeraria e si trovarono un sarcofago e reperti in ceramica. Vi erano anche alcune pitture murali in buono stato, che raffiguravano scene di vita alla corte dei T’ang. Pochi metri prima di accedere alla camera sepolcrale venne scoperta una grande lastra di pietra recante un’iscrizione che, decfrata, indicò il nome dello scheletro nel sarcofago. Si trattava, dunque, della Principessa Yung T’ai, che si suicidò insieme al suo sposo e al cognato l’8 ottobre del 701 d.C. Nel 1994 l’esploratore tedesco Hartwig Hausdorf, autore del libro “Die Weisse Pyramide” (La piramide bianca), scalò una piramide situata tra la città di Xian e il suo aeroporto e dalla cima potè individuare altre 20 piramidi (le stesse di Schroder e Maman).

Hausdorf dice anche che ci sono oltre 100 piramidi nelle pianure di Qin Chuan, nella valle di Qin Lin, vicino a Xiangyang, a Shandong, nella montagna di Taibai. L’archeologia occidentale si è così accorta che in Cina ci sono centinaia di piramidi (circa 500) di terra a gradoni, solitamente coperte di alberi. Sembra che già all’epoca della costruzione queste piramidi venivano piantumate in modo da mimetizzarle e ancora oggi il governo cinese opera una specie di cover-up sull’argomento, per cui le ricerche archeologiche (soprattutto quelle straniere) faticano ad ottenere i permessi relativi.

Notevole è il fatto che la zona dove si addensano la maggior parte delle piramidi (lo Shanxi) è una finestra naturale per il lancio dei satelliti e il loro rientro in atmosfera e infatti qui è ubicato uno dei quattro centri spaziali cinesi (il Taiyuan Satellite Launch Center – TSLC). Sembra che la parte superiore della maggior parte delle piramidi sia piatta e in qualche caso con strutture rettangolari (come quelle Maya o le zigurrat mesopotamiche). Il prof. Wang Shiping, del Museo Storico di Shanxi, suppone che le piramidi cinesi facciano parte di un gigantesco sistema di sacre linee chiamate Feng Shui o Sacre vie del Dragone e che siano allineate per raffigurare la costellazione di Orione (come le piramidi di Giza, in Egitto).

Ma ai cinesi in genere non piace parlare delle loro piramidi, le considerano tombe e scavando temono di attirarsi maledizioni. Infatti la tomba dell’Imperatore Giallo non è ancora stata aperta. Il direttore del museo dove è custodito l’esercito di terracotta ha spiegato che è più prudente attendere qualche decennio, in modo da realizzare una tecnologia tale da poter eseguire l’apertura della tomba senza danneggiarla. Altre piramidi si troverebbero nel deserto del Gobi.

Il prof. Rudenko ha scoperto nelle vicinanze della Mongolia Esterna tombe (Kurgan), i cui resti sono visibili nel Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo. La più interessante, sita a Pazyrik, è detta “Kurgan V”. Al suo interno sono stati rinvenuti strumenti musicali, gioielli, cibi, una mummia di una donna e di un uomo di tipo europeo perfettamente conservate. Nel deserto del Gobi l’archeologo Stern Aurel trovò carte celesti risalenti a 20.000 anni fa, dipinti raffiguranti Indios dell’America Meridionale ed alcuni vasi pieni di mercurio.

In seguito alle rilevazioni effettuate in quella regione da alcuni studiosi sovietici, riguardanti vaste zone con porzioni di terra vetrificata, Jacques Bergier ha ipotizzato che la civiltà del deserto sia stata distrutta da una guerra combattuta utilizzando veicoli aerei e esplosivi atomici (come narrano i testi Indù, vedi Harappa e Mohenjo Daro). In effetti i Cinesi si tramandano leggende circa un popolo magico chiamato”Hsia” che popolava il mondo molto tempo fa. In Cina vi fu un’antichissima dinastia con lo stesso nome, che governò fra il 2100 e il 1600 a.C., che elaborò il primo calendario agrario (detto appunto calendario Hsia), calendario di tipo Lunisolare, che presenta alcune analogie con altri calendari antichi: Ebraico, Egizio, Azteca e Maya.

È di quel periodo il testo Wan Nian Li o “Il Calendario dei diecimila anni”, che copriva un periodo di 250 anni, la cui versione aggiornata è ancora oggi reperibile e mette in relazione i due sistemi con il nostro calendario Gregoriano, in una fascia temporale che va dal 1900 al 2050. Questo antico calendario è tracciato a partire da un cerchio con evidenziati 360°, che raffigurano l’eclittica della terra intorno al sole; divisa in 12 sezioni di 30°, rappresentanti i 12 mesi dell’anno e con ogni settore di 30° suddiviso ulteriormente in due sezioni da 15°, per rappresentare le così dette 24 mini stagioni.

Torniamo alle piramidi. Le foto satellitari mostrano chiaramente l’esistenza di almeno sedici piramidi negli immediati dintorni della città di Xi’an, che è molto più antica di Pechino (Beijing) e fu capitale dell’Impero, considerata l’ombelico della civiltà cinese. Nella regione le piramidi sono un centinaio e oggi sono visitabili, aperte al pubblico, come conferma Chris Maier, uno dei massimi esperti del campo, sfatando la leggenda che le autorità cinesi cerchino d’occultare la storia e abbiano messo sotto chiave proprio i siti delle piramidi.

Anzi, il turismo in questa regione è decollato grazie alla scoperta, nel 1974, dell’Armata di Terracotta, sepolta a guardia dell’Imperatore Qin Shi Huang. Le piramidi sono ubicate a nord di Xi’an e il particolare appare intrigante, visto che il colonnello Sheahan collocava la sua a sud, dove pare che le strette vallate dei Quin Ling non possano ospitare i tumuli giganteschi… ma non è detta l’ultima parola! Il computer elabora le loro disposizioni planimetriche e si scopre che, sovrapponendo le sagome dei tre giganti di calcare di Giza, delle piramidi di Teotihuacan in Messico e di un gruppo di manufatti di Xi’an, il disegno coincide, con un ghiotto particolare: l’orientamento delle piramidi egizie rispetto al Nilo è lo stesso delle consorelle cinesi sulle acque del fiume Wei He.

Non sappiamo se fossero tome o osservatori, ma sappiamo che molte piramidi-tumuli, sono diffuse in tutto il territorio cinese. Le piramidi–tumuli dello Shaanxi costituiscono il gruppo più numeroso. La maggior parte di esse sta in un raggio d’un centinaio di chilometri intorno a Xi’an, antica capitale della Cina (con Luoyang, sita nello Henan). Circa settanta imperatori ebbero qui la loro residenza principale; le tombe regali e aristocratiche, con la tipica forma di tumuli, sono numerose, molte sono ancora da scoprire e la maggior parte da esplorare.

Altri tumuli piramidali importanti, sono i diciotto mausolei degli imperatori Tang, nella valle della Wei, a nord dei monti Qinling. Alcuni di questi sono tra i maggiori mausolei cinesi, come quello di Qianling, tomba comune dell’imperatore Gaozong e dell’imperatrice Wu Zetian: modellata dall’uomo per darle una forma regolare, appunto a piramide. Molto importante, poi, nel distretto di Huangling (Yan’an), il tumulo di Huangdi, a Qiaoshan, costruto nel VII secolo a.C., restaurato sotto ai Ming, codtruto sopra insediamenti più antichi risalenti, pare, a diversi millenni prima di Cristo.

Molto importanti poi le piramidi–tumuli dello Shandong o tumuli dei duchi Tian di Qi presso Zibo: due tumuli presso il monte Dingzushan che, secondo la tradizione, sarebbero le tombe dei duchi Huan e Jing dei sec. VII e V a.C. Altri quatto tumuli si trovano presso il monte Nanshan e sarebbero i mausolei dei duchi–re Wei, Xuan, Min e Xiang del sec. III a.C. I tumuli sono orientati, a nord vi sono altre tombe che si pensa siano di regine e di ministri. Oltre alle piramidi–tumuli del nord–est (Jilin, Liaoning, Mongolia Interna), alla piramide di pietra i Zangkunchong (secondo la pronuncia coreana) o Jiangjunzhong (in mandarino), che è la più conosciuta delle tombe del regno coreano del Koguryo, situate in territorio oggi cinese, piramidi e tumuli attribuiti alla cultura di Hongshan (4700–2900 a.C.); molto importanti sono ancora le piramidi-tumolo del sito di Niuheliang, scoperti nel 1981 ai confini del distretto di Jianping (Chaoyang, ovest del Liaoning), nei pressi di vestigia altre costruzioni di culto, contenenti effigi femminili. Ultima piramide cinese scoperta (nel 2001), è quella di d i Sijiazi, nella Mongolia interna, un chilometro a nord della città di Sijazi, sul territorio della tribù Aohan, anch’essa vestigia della cultura Hongshan e alla sua sommità si trovano tombe e un altare.

La cultura Hong Sha, risalente al neolitico, era insediata nella Cina nord orientale (Liaonin, Hebei settentrionale, Jilin), in siti stabioli databili al 3500 a.C. In due diverse località della provincia del Liaoning sono state rinvenute sculture muliebri, tra cui figure di donne incinte nude (che potrebbero attestare un culto della fertilità?), di altezza inferiore ai 10 cm, ma anche figure di proporzioni più grandi del naturale. Entrambi i siti paiono riconoscibili come centri rituali (in una zona recintata sono stati rinvenuti un altare, edifici abitativi, vasi in ceramica, utensili in pietra e resti di ossa umane). I reperti relativi alle offerte rituali sarebbero indizio del tipo di culto praticato: lo sciamanesimo.

Le ceramiche della cultura Hongshan sono dipinte con colori scuri su fondo bruno o rosso e presentano un motivo decorativo tipico che richiama il carattere Zhi (之). Oltre alle ceramiche sono state rinvenuti corredi funerari in giada come dischi Bi e tubi Cong, sono state individuate rappresentazioni di draghi (uno dei più antichi e importanti motivi iconografici, considerato il signore della pioggia e quindi della fertilità), il cui modello possono essere stati gli alligatori che popolavano i fiumi della regione. Nel corso degli ultimi 20 anni, un grande numero di articoli neolitici di giada sono stati scoperti non solo dalla Cultura Hongshan ma anche dalla leggermente successiva Cultura di Liangzhu. Ciò ha condotto alcuni archeologi a portare avanti il caso di un'”Età della Giada”, tra la fine dell’Età della Pietra e l’inizio dell’Età del Bronzo. La più parte dei manufatti è stata trovata nel Chaoyang, Fuxian, nel Liaoning occidentale, nel Chifeng nella Mongolia interna, e nelle province sud-orientali della Cina Jiangsu e Zhejiang.

Molto importanti sono anche il gruppo di tome piramidali della famiglia imperiale, studiato in anni recenti, tra le selvagge montagne di Helan, nella Regione autonoma di Ningxia Hui, nella Cina occidentale, sede d’una civiltà misteriosamente scomparsa: gli Xia Occidentali. Le tombe coprono un’area di 40 chilometri quadrati, ad una trentina di chilometri ad ovest di Yinchuan, la capitale della Regione, presso il Passo Gunzhong. Quella Xi Xia (O Xia dell’Occidente), è una dinastia mongolo-tibetana che creò il regno di Xi Xia (1038-1227) nella zona nordoccidentale della Cina. Dopo un breve periodo di vassallaggio ai Song, nel 1038 i sovrani Tangut affermarono la propria indipendenza, conducendo ripetute invasioni in Cina fino alla stipulazione di un trattato che prevedeva a loro vantaggio un tributo in seta e grano. Nel delicato scacchiere dell’Asia orientale fra XI e XII secolo, l’impero Tangut svolse un ruolo importante nell’equilibrio fra le due grandi potenze khitan (Dinastia Liao) e cinese (Dinastia Song). La dinastia si estinse nel 1227 sotto la pressione mongola.

Per concludere, il giornale China View, ha pubblicato nell’agosto del 2006, la notizia che archeologi cinesi avevano scoperto un gruppo d’antiche tombe a forma di piramidi, di 3000 anni fa, nella città di Jiaohe, nella Provincia di Jilin, in Cina. Le tombe coprono un’area di 500.000 metri quadrati (1.000 di lunghezza per 500 di larghezza), e sono state scoperte per via dell’erosione, che ha fatto scivolare una parte della montagna, rivelandone l’esistenza. Sei tombe più piccole sono state portate via dall’erosione e non è rimasta traccia né delle loro dimensioni né del loro aspetto, ma la tomba principale, sul lato sud della montagna, mostra chiaramente il proprio profilo piramidale a tre piani.

La cima della piramide è uno spiazzo rettangolare di circa 50 m per 30, grande come un campo da basket, sovrastato da un’ulteriore piattaforma di forma ovale, di circa 15 m per 10 m. La tomba era fatta di pietra e argilla, estratte dalla collina stessa, impastate in una sorta di calcestruzzo. Sulla piattaforma superiore c’era un sarcofago di pietra, circondato da quattro lastre e con un coperchio di granito. Sembra che fosse il sepolcro del re di un’antica tribù, secondo gli esperti dell’Istituto di Ricerca Archeologica Jiaohe. Un complesso di antichi attrezzi domestici e per la caccia, tra i quali un coltello di pietra ed un’ascia, così come vasellame di bronzo e di terracotta, sono stati trovati nel sarcofago e in altre sei tombe più piccole.

La scoperta fornirà elementi atti a studiare le antiche usanze funerarie e la struttura delle tombe e la cultura etnica in questa zona. Le tombe fanno parte del sito archeologico culturale di Xituanshan, datato a 3000 anni fa, al periodo dell’Età del Bronzo cinese. Un’ampia rassegna, con ricca documentazione fotografica, delle piramidi e d’altri tumuli sepolcrali della Cina si può invece trovare su internet.

Letture consigliate:
Cornacchini R. (a vura di): Tesori dell’Antica Cina, Ed. Ist. Polig. Dello Stato, Roma, 1999.
Corradini P.: Cina. Popoli e società in cinque millenni di storia, Ed. Giunti, Firenze, 2005.
Di Stanislao C.: Cineserie. Note e appunti sulla Cina di ieri e più recente, Ed. CISU, Roma, 2007.
Gernet J.: La Cina antica. Dalle origini all’impero, Ed. Luni, Milano, 1994.
Giovetti P. (a cura di): L’uomo e il mistero, Ed. Mediterranee, Roma, 2005.
Lloyd G.E.: La curiosità nei mondi antichi. Grecia e Cina, Ed. Donzelli, Milano, 2003.
Scarpati M.: Antica Cina. La civiltà cinese dalle origini alla dinastia Tang, Ed. White Star, Vercelli, 2000