La luna e il suo orso

Autore: Carlo Di Stanislao

Orsi della lunaPer millenni i cinesi hanno relazionato le vicissitudini della vita con le fasi calanti e crescenti della Luna che, col Sole e le Stelle, guida il cammino dell’uomo. Nella mitologia cinese, la Luna è riflessione e congiunzione, capacità di sentirsi uniti a se stessi e agli altri. Nei grandi testi sui miti primordiali della creazione (Libro dei Monti e dei Mari, Libro delle Odi, Questioni Celesti ecc), si dice che la Luna, principio femminile, indica all’uomo la direzione in cui muoversi, nella sua profondità. Il 12 settembre scorso, come da antichissima tradizione, in Cina si è celebrata la Festa di Mezzo-Autunno(Zhong Qiu Jie), nota anche come “Festa della Luna”, la seconda, per importanza, dopo quella di Primavera, che corrisponde (ma in date sfalsate, fra fine gennaio ed inizi di febbraio), al nostro Capodanno. La festa si chiamava in origine del Mezzo-Autunno, poiché cade nel 15° giorno dell’8° mese lunare, esattamente nel mezzo della stagione, quando il caldo dell’estate ha ceduto il passo al fresco tempo autunnale, segnato da cieli azzurri e lievi brezze. In questo giorno la luna si trova alla massima distanza dalla Terra e in nessun altro periodo è così luminosa. In quel momento, come dicono i Cinesi, la luna è perfettamente rotonda. Nei villaggi i pesanti lavori del raccolto estivo sono già stati completati mentre quello autunnale non è ancora arrivato.

La Festa della Luna ha origini antichissime, risalenti a circa 4000 mila anni fa (dinastia Xia e Shang) e col succedersi delle varie dinastie, ha visto aggiungersi cerimoniali ed usanze che sono rimaste intatte fino ad oggi, come regalare agli amici o conoscenti i famosi dolci della luna, bruciare incensi, accendere lanterne, piantare alberi, ma soprattutto ammirare l’astro argenteo assieme alla famiglia. Infatti la luna piena è un cerchio che rappresenta la riunione di tutti i membri della famiglia che per questa occasione lasciano il luogo di lavoro o di studio per raggiungere la casa natale. Le prime testimonianze storiche sulla festa, risalgono al tempo del grande imperatore Wu Di (156-87 a.C.) della dinastia Han, che iniziò celebrazioni della durata di tre giorni, comprendenti banchetti e serate chiamate Guardando la luna sulla “Terrazza del Rospo” ( del collegamento del rospo con la luna si parlerà più avanti). Più tardi, queste cerimonie iniziarono ad essere celebrate dai nobili,quindi la popolarità si allargò a tal punto che finì per divenire una grande festa tradizionale. Sappiamo che il popolo, durante la dinastia Jin (265-420) continuava l’uso dei festeggiamenti della Festa di Mezz’Autunno, e simili resoconti ci sono arrivati dai tempi della dinastia Tang. Durante la dinastia Ming (1368-1644) le case e i giardini venivano decorati con numerose lanterne, e il suono di gong e tamburi riempiva l’aria. Le offerte alla Luna e la sua contemplazione sono le attività principali della Festa. La sera, quando la luna si leva, tutte le famiglie si riuniscono all’aperto attorno a una tavola per ammirarne il chiarore e mangiare dei dolci della Luna, delle melagrane, delle giuggiole, delle pere, delle mele ecc. Chi è lontano da casa cerca di rientrare per raggiungere la propria famiglia. Ed è per questo che la Festa di Mezz’autunno è chiamata la Festa della Riunione Familiare

Diverse leggende spiegano le origini della festa. La più popolare riguarda l’arciere Hou Yi, famoso per aver salvato la terra eliminando i nove soli, ma tradito successivamente dalla moglie Chang E, la quale, egoisticamente, assunse da sola il farmaco divino dell’immortalità, ottenuto con le fatiche del marito. Le altre divinità punirono Chang E per questo gesto esiliandola, appunto, sulla luna, dove la dea trascorre il tempo in solitudine in compagnia di un coniglio. Il tentativo d’ascesa di Chang E verso i cieli degli immortali coincide proprio con il giorno di mezzo autunno, così ad ogni ricorrenza di questa data, Chang E viene sopraffatta dai rimorsi, ricordando nostalgicamente Hou Yi. Per questo i cinesi ammirano la luna piena la sera della festa, cercando di intravedere la figura solitaria di Chang E e rammentarsi che la fedeltà è il sentimento più importante nella vita. Va qui notato che il tema di un coniglio abitante sulla luna sia un filo comune che corre attraverso la mitologia di molti popoli di tutto il mondo, compresi i cinesi.

Il concetto di coniglio della luna venne introdotto in Cina con l’avvento dell’influenza del Buddhismo Indiano, come narra la seguente storia: una volta c’era in una foresta una radura nella quale venivano spesso dei santi uomini a meditare. In essa c’era un meraviglioso giardino con frutti e fiori, tenere erbe, e le acque increspate di uno splendente ruscello. In questo piccolo paradiso viveva un coniglio le cui virtù offuscavano quelle di tutti gli altri esseri viventi. Una sera il Buddha, accompagnato da parecchi dei suoi discepoli, venne al giardino. Sedettero ai suoi piedi e ascoltarono la sua recita dei sutra. Così passarono una notte e un giorno fino a che il sole cocente fu alto nel cielo e le cicale si misero a cantare. Era il momento in cui ogni creatura cercava l’ombra e ogni viaggiatore soffriva per il caldo. Buddha assunse l’aspetto di un bramino e gridò con dolore: “Sono solo, i miei amici mi hanno abbandonato e io ho fame e sete. Credenti, venite e aiutatemi!”. I piccoli animali della foresta sentirono il suo richiamo e uno dopo l’altro si affrettarono al suo fianco. Essi lo pregarono di rimanere e accettare la loro ospitalità. La lontra portò sette pesci e disse: “Prendi questi e stai con noi”. Lo sciacallo portò parte della sua preda e chiese al Buddha di onorarli con la sua presenza ed essere il loro insegnante. Quindi venne il turno del coniglio. Modestamente fece un passo avanti, le mani vuote. “Maestro! Io sono cresciuto nei boschi. Il mio cibo sono le erbe. Non ho altro da offrirti se non il mio corpo. Dacci la benedizione e riposa qui, e lascia che io ti nutra delle mie carni, poiché non c’è altro che io possa darti”. Proprio in quel momento scorse del carbone magico, carbone che bruciava senza fumo. Quando stava per saltare nelle fiamme, si fermò improvvisamente e tolse i minuscoli insetti dalla pelliccia dicendo: “Posso dare il mio corpo al santo, ma non ho diritto di prendere le vostre vite.” Posando gli insetti delicatamente sul terreno il coniglio si gettò sul fuoco. Buddha riprese la sua forma e lodò il sacrificio: “Colui che dimentica se stesso, anche la più modesta di tutte le creature terrestri, raggiungerà l’Oceano della Pace Eterna! Tutti gli uomini dovrebbero imparare da lui ed essere ugualmente pietosi e servizievoli!” Buddha dette poi istruzione che le sembianze del coniglio adornassero la luna e rimanere così uno splendido esempio per sempre. E grazie al loro santo amico, tutti gli animali nella foresta furono posti nel mondo dei santi.

Il taoismo adottò il Coniglio della Luna insieme a molti altri concetti che si originarono nel Buddhismo. Essi lo chiamarono il Coniglio di Giada e lo dipinsero con le zampe anteriori corte, quelle posteriori lunghe e la coda corta. Si dice che si trovi sotto un albero di cassia magico sulla luna fabbricando pillole dell’immortalità, anche conosciute come l’elisir di giada. Prima del 1949, i negozi di giochi offrivano anche una grande varietà di giocattoli per caratterizzare l’occasione. Si potevano anche comprare raffigurazioni del Palazzo della Luna o della Dea della Luna, Chang E, o del coniglio seduto sotto l’albero di cassia mentre mescolava gli ingredienti per preparare l’elisir di lunga vita. La gente benestante si scambiava regali, generalmente pere, uva, melagrane e dolci della luna. La forma rotonda di questi oggetti simboleggiava non solo la luna ma anche l’unità della famiglia. La sera della vigilia della festa, gli amici si riunivano piacevolmente mangiando dolci, bevendo tè o sorseggiando vino. La sera seguente, venivano poste all’aperto, su un altare decorato con un dipinto del Palazzo della Luna e del Coniglio della Luna, offerte alla luna e, probabilmente, anche una piccola figura del coniglio di argilla.

Poiché la luna è associata unicamente con yin, il principio femminile, questa cerimonia veniva guidata da donne. Secondo un vecchio proverbio, gli uomini non adorano la luna e le donne non fanno sacrifici al Dio della Cucina. Quando le nuvole si disperdevano e la luna si alzava, la cerimonia iniziava. Le offerte, che venivano deposte in cinque piatti, consistevano in numerosi tipi di frutta: mele, melagrane (simbolo di fertilità), pesche, uva e meloni. Quindi venivano presentati i dolci della luna, 13 in tutto (numero che simboleggia il numero di mesi di un anno lunare pieno). Dopo venivano riempite di vino alcune tazze, acceso dell’incenso e dati alle fiamme dei soldi degli spiriti. Tutte le donne della famiglia, una dopo l’altra, facevano un passo avanti per prostarsi toccando il suolo con la fronte. I sacrifici alla luna, che spesso duravano fino a mezzanotte, terminavano bruciando i dipinti dedicati alla luna.

I racconti che riguardano il Coniglio della Luna e la storia di Chang E sono ancora popolari come sempre, ma ora sono generalmente considerati come fiabe e sono stati presi come tema per racconti figurati per bambini e drammi danzati. La gente non fa più offerte alla luna, come poche persone seguono ancora le vecchie credenze. Non si trovano quadri della luna, ma rotoli ritraenti Chang E con il coniglio nel Palazzo della Luna che si possono comprare tutto l’anno. Come si diceva, comunque, la Festa della Luna resta una fantasmagorica occasione per godersi un po’ di tempo con amici e parenti, guardare la luna piena e gustare il cibo-simbolo: lo yuebing, letteralmente “dolce della luna”, dal gusto molto leggero e con pochissimo zucchero. Ma quest’anno la popolazione cinese ha scoperto che, già a fine agosto, il governo aveva deciso di tassare i yuebing, sicchè chi ha ricevuto in regalo moon cakes del valore di 300 yuan (circa 32 euro), ha dovuto anche pagare una tassa di 60 yuan ajggiuntivi. Un sondaggio sul sito del quotidiano China Daily Wang Youhua, dimostra che il 92% degli utenti giudica iniqua questa tassa, ma il governo non ha fatto per questo marcia indietro.

Tornando ai “dolci della luna”, sono paste di forma circolare ripiene di diversi impasti (semi di meloni, semi di loto, mandorle, carne trita, crema di soia…) ed alcune contenenti anche un tuorlo di uovo sodo (salato) in mezzo. Si racconta che durante la dinastia Yuan (occupazione mongola), i dolci della luna fossero serviti ai capi ribelli per mandarsi importanti messaggi nascosti nel ripieno e che si rivelarono decisivi per la vittoria di un attacco contro gli occupanti, pianificato proprio per il giorno della Festa di Mezzo Autunno. Ora, dal web, attraverso i dolcetti, si invia un messaggio al governo cinese, che è quello di non tirare tropo corda in fatto di tasse e restrizioni. Si racconta che, durante la ribellione della popolazione Han contro il brutale dominio dei mongoli (gli Yuan), La società segreta Loto Bianco fomentò una rivolta a Yingzhou e riuscì a occupare parecchi distretti. Le loro forze crebbero velocemente fino a raggiungere 100.000 uomini. Incoraggiati dal loro esempio, la popolazione in vari altri distretti fece altrettanto.

Nel 1353, Zhu Yuanzhang (divenuto poi l’imperatore fondatore della dinastia Ming nel 1368) da ufficiale di grado inferiore nell’esercito ribelle di Guo Zixing, divenne capo di una divisione forte di parecchie migliaia di unitΰ. Egli, dopo essersi impadronito con successo del distretto di Dingyuan, nella Provincia dell’Anhui, attaccò la prefettura di Chuzhou e ne vinse la debole difesa. Il resoconto popolare, sia esso vero o no, di come avvenne la caduta di Chuzhou è decisamente più pittoresco. Secondo questa versione, l’Imperatore di Giada preso dalla collera aveva inviato cinque dei a Chuzhou per affliggere la popolazione con la peste. Ma uno degli immortali (del Panteon taoista) fu mosso a compassione e mandò uno dei suoi discepoli a proteggere la popolazione. Questo discepolo altri non era che Liu Bowen, primo consigliere di Zhu Yuanzhang. All’arrivo in città egli tenne riti taoisti per tre giorni e tre notti, recitando una complicata successione di incantesimi. Quindi informò la popolazione che aveva implorato i cinque dei di risparmiare la città, ma che ogni famiglia avrebbe dovuto tuttavia issare una bandiera a mezzanotte del 15° giorno del mese. Nello stesso tempo avrebbero dovuto accendere lanterne e battere tamburi e gong; solo questo avrebbe potuto salvarli dalla pestilenza. Liu Bowen quindi distribuì dei dolci della luna a tutte le famiglie della città, dicendo a ognuno che il dolce conteneva una striscia di carta con su scritto un incantesimo. Se avessero fatto quanto raccomandato a mezzanotte sarebbero stati sicuramente salvati. Liu quindi andò via in fretta per ritornare al suo esercito.

Pochi giorni dopo era la Festa di Mezz’autunno. Una volta completate le usuali attività della festività, scoccò la mezzanotte e l’intera città accese le lanterne, issς bandiere, e battè tamburi e gong. Aprendo i dolci della luna, si trovarono strisce di carta con su scritto Uccidi i Dazi (Tartari). La gente si armò di coltelli da cucina e bastoni di legno e proprio in quel momento l’esercito di Zhu Yuanzhang, che si era furtivamente avvicinato alla città, riempì l’aria con assordanti urla di battaglia, battè tamburi e gong e accese una moltitudine di torce. I difensori Yuan non avevano alcuna idea della forza e del numero degli attaccanti; vedevano solamente le lanterne che bruciavano, le bandiere che sventolavano, e sentivano il selvaggio battere di tamburi e gong. Scapparono terrorizzati e confusamente e quelli che esitarono furono uccisi o fatti prigionieri.

Così è come si suppone sia avvenuta la cattura della città da parte di Zhu Yuanzhang. Il fatto che Liu Bowen in realtà si affiancò a Zhu Yuanzhang nel 1359, sei anni dopo cioè l’attacco di Chuzhou, indica chiaramente che la suddetta storia non sia interamente vera. Liu non era il discepolo di un immortale ma piuttosto un noto uomo di lettere, un candidato che aveva passato gli esami imperiali e aveva il posto di funzionario di distretto di grado inferiore nella dinastia Yuan. Molti secoli dopo i dolci della luna riapparvero nuovamente in un ruolo politico; nel periodo della ribellione dei Boxer (1900), messaggi che dicevano Uccidi gli stranieri venivano talvolta messi nei dolci come reazione allo sfruttamento effettuato dalle potenze straniere. Dopo i recenti fatti, potrebbe accadere che ancora, i dolci della luna, potrebbero rivestire un importante ruolo politico nella lontana Cina.

Un’ultima notazione: nella tradizione cinese la Luna controlla i liquidi corporei e quindi regola gran parte della fisiologia del corpo. Secondo la Medicina Tradizionale di quel Paese, il principale rimedio per attivare i Liquidi governati dal nostro pianeta, è la bile d’orso, con conseguente sterminio a fine commerciali di tale splendido animale. In Cina, Vietnam e Corea migliaia di orsi neri asiatici, meglio conosciuti come Orsi della Luna per la caratteristica macchia a forma di luna crescente sul petto, sono abusati e torturati per l’estrazione della loro preziosa bile, elemento tradizionale della farmacopea asiatica. Per oltre 3000 anni gli orsi sono stati cacciati in Asia proprio per poterne ricavare la bile. Solo negli anni 80, a seguito delle proteste delle associazioni ambientaliste, diversi paesi, tra cui la Cina e la Corea, hanno cominciato a sollevare il problema dell’opportunità e della legalità di questa pratica. Le  ultime cifre ufficiali affermano che nel 1999 c’erano 7002 orsi nei 247 allevamenti in tutta la Cina. 

Nel 1983 Jill Robinson, fondatrice e CEO di Animals Asia, entrò in una fattoria della bile in Cina. Questa fu la sua reazione terrificata a ciò che vide: “È una camera di tortura, un inferno per gli animali. Si vede benissimo che non si possono letteralmente muovere, non possono alzarsi, non si possono girare, la sola cosa che gli è concessa è di stendere una zampa fuori dalla gabbia per cercare del cibo”. Nel Luglio del 2000 Animals Asia ha firmato uno storico accordo con le autorità cinesi per il salvataggio di 500 Orsi della Luna che soffrono nella provincia di Sichuan. L’accordo prevede in prospettiva futura l’eliminazione delle fattorie della bile in tutta la Cina, nonché la promozione delle alternative erboristiche e sintetiche alla bile d’orso. L’accordo raggiunto è stato il primo mai realizzato tra il Governo Cinese ed una società di protezione degli animali esterna. A partire dall’ottobre 2000, più di 400 fattorie della bile sono state chiuse dal Governo e oltre 245 orsi hanno già ricevuto le cure di Animals Asia, al nostro Centro per il salvataggio dell’orso cinese “Moon Bear Rescue Centre” a Sichuan. Gli orsi arrivano nelle più disperate e scioccanti condizioni, con ossa fragili, disperatamente ammalati e spaventati, ma con tante cure amorevoli e la continua supervisione veterinaria, la grande maggioranza di loro si riprende. Purtroppo gli orsi non possono più essere liberati nella natura selvatica, diversi di loro sono indifesi o mutilati, cresciuti in cattività oppure catturati da piccoli nella foresta e quindi non posseggono le necessarie difese per sopravvivere. Animals Asia sta perciò costruendo un Santuario permanente nel mezzo di una stupenda foresta di bambù, dove questi orsi possono vivere la propria vita senza paura né dolore. Attualmente si contano ancora 64  fattorie  della bile, anche  se  il numero  degli orsi  imprigionati  è  rimasto più  o  meno  lo stesso. 

In ogni caso, gli  orsi sono ancora cacciati dai bracconieri per le loro cistifellee e, in alcuni casi, per rifornire illegalmente gli allevamenti. Ne sarebbe prova il fatto che il 20% degli orsi che arrivano al Centro di salvataggio di AAF, sono privi di arti. La  richiesta  crescente di parti dei loro corpi e la perdita dell’habitat, ha causato la riduzione drastica  della l oro  popolazione e si stima che ci siano solamente 16.000 orsi rimasti allo stato selvatico in Cina. Qualche settimana fa, l’agenzia Nuova Cina, ha riferito che La Guizhentang Pharmaceutical Co. Ltd, che ha la sua sede principale nella provincia orientale del Fujian, è finita al centro di numerose polemiche perchè accusata di utilizzare la bile degli orsi per produrre medicine di tipo tradizionale, attive (secondo l’ottica orientale) su occhi e fegato. La notizia ha suscitato i commenti negativi di molti internauti che condannano la pratica dell’estrazione della bile dagli orsi, considerata crudele e altamente dannosa per questi animali. Domenica 25 settembre, in occasione del cinquantenario della sua fondazione, l’Associazione Salviamo gli Orsi della Luna, ha partecipato alla Marcia per la Pace Perugia-Assisi, per richiamare l’attenzione su questi sventurati animali, divenuti simbolo della brutalità umana.

Ricordiamo poi che l’associazione “Salviamo gli orsi della luna” ha anche deciso di lanciare la campagna “Adottiamo un orso della luna” prefiggendosi l’obiettivo di raccogliere i 10 mila euro necessari per realizzare questo sogno. Le forme per contribuire sono diverse. C’è il bollettino sul c/c postale n. 99741712 intestato a: Ass. Salviamo gli Orsi della Luna causale: progetto “Adottiamo un Orso della Luna”. C’è il bonifico  (IBAN: IT31R0760103200000099741712) ABI 07601, CAB 03200 intestato a: Ass. Salviamo gli Orsi della Luna causale: progetto “Adottiamo un Orso della Luna”. E poi è possibile anche diventare soci utilizzando gli stessi estremi sopra indicati e variando solo la causale che sarà: “Quota associativa”. La tessera ha validità annuale e decorre dal mese d’iscrizione e vi sarà spedita quanto prima all’indirizzo indicato sul bollettino! Le quote associative sono: € 5 SOCIO  JUNIOR (fino ai 16 anni), € 10 SOCIO ORDINARIO, € 25 SOCIO SOSTENITORE. € 60 SOCIO FAMIGLIA, € 100 SOCIO BENEMERITO, € 250 SOCIO STRAORDINARIO. I progressi inerenti alla raccolta fondi e tutti gli aggiornamenti relativi al progetto li trovate sul sito www.orsicinesi.org.