Note relative all'articolo "Bioetica e problemi educativi"

 

1) MARIA LUISA DI PIETRO e ELIO SGRECCIA (a cura di), Bioetica e educazione. Fondamenti ed etica della vita nascente, Brescia, La Scuola, 1997, p.14
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2) GIOVANNI RUSSO - VAN RENSSELAER POTTER, La prima idea di bioetica, in: GIOVANNI RUSSO (a cura di), Bioetica fondamentale e generale, Torino, S.E.I., 1995, p. 6
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3) idem
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4) V.R. POTTER, Humility vith Responsability - A Bioethic for Oncologists: Presidential Address in "Cancer Research" 35 (1975), 2297-2306, 2297, in GIOVANNI RUSSO, op. Cit., p.7
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5) GIOVANNI RUSSO, op.cit., p.11
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6) WARREN REICH, Modelli di bioetica. Potter e Kennedy Institute a confronto, in GIOVANNI RUSSO, op. Cit., p. 31
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7) idem, p. 32-33
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8) idem, p.38
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9) SALVINO LEONE - SALVATORE PRIVITERA, L’idea attuale di bioetica, in: GIOVANNI RUSSO, op. cit., p. 19
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10) idem, p.20
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11) ibidem
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12) SALVINO LEONE, La riflessione bioetica sulla qualità della vita, in: GIOVANNI RUSSO, op.cit. p. 107
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13) idem, p. 108
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14) GIANNA MILANO, Bioetica. Dalla A alla Z, Milano, Feltrinelli, 1997, p. 13
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15) GIOVANNI BERLINGUER, Bioetica quotidiana e bioetica di frontiera, in: A.DI MEO e C. MANCINA
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16) idem, p.6-7
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17) EUGENIO LECALDANO, Questioni etiche sui confini della vita, in: A. DI MEO e C. MANCINA, Bioetica, cit., p. 27 Lecaldano aggiunge: "L’azione immorale non è tanto quella di intervenire su un processo naturale, ma proprio quella di non controllarlo. Scrive Mill: "Non si ammette ancora che fare venire al mondo un bambino senza avere ragionevoli prospettive di potere non solo procurargli alimento per il corpo, ma istruzione ed esercizio per la mente è un crimine morale, sia contro la sfortunata prole che contro la società; né che se non si adempie a quest’obbligo, dovrebbe adempiervi lo Stato, nella misura del possibile a spese del genitore" (Cfr. LECALDANO, cit., pp.27-28)
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18) idem p. 30
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19) Non mi sembra qui di poter condividere la posizione di Lecaldano quando sostiene che agli interrogativi i sostenitori del principio di sacralità della vita danno risposte assolutamente deboli. La debolezza certamente esiste, ma solo se la si va a coniugare con la pura razionalità. Egli, afferma: "...qualsiasi tentativo di riconoscere valore intrinseco s forme di vita dotate di caratteristiche riconoscibili lo costringe [il sostenitore della sacralità], da un punto di vista razionale, a due opposte conclusioni che non può abbracciare. Da una parte, infatti, se il criterio a cui si fa riferimento è quello di forme di vita caratterizzate dalle capacità minime di provare sofferenza o piacere allora, per omogeneità, il principio della sacralità della vita andrà esteso a molte forme di vita non umana. Dall’altra, invece, se il criterio che si fa valere è quello di una vita in grado di svolgere alcune funzioni intellettuali superiori - quali ad esempio come riconosciuto per la "persona", la consapevolezza di se stesso come individuo con una identità e continuità -, allora si dovrà, per coerenza, escludere dalla salvaguardia del principio di sacralità della vita esseri forniti di vita biologica umana (quali, ad esempio, gli embrioni o gli infanti appena nati, o gli handicappati gravi, o gli esseri in coma, ecc.) che non presentano la capacità di svolgere tali funzioni intellettuali. [...] Cioè il fautore del principio della sacralità della vita umana non riesce a richiamare un tratto riconoscibile che sarebbe condiviso solo da tutto ciò che in quanto umano viene considerato sacro e che nella sua specificità ... legittimerebbe un diverso trattamento etico di ciò che è umano rispetto a ciò che tale non è." (Cfr. LECALDANO, cit., p. 31)
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20) CHIARA SARACENO, Il senso e i confini della vita: una questione intersoggettiva, in: A. DI MEO e C. MANCINA, (a cura di), Bioetica, cit., p. 69 e 70
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21) idem, p.70 E aggiunge: "Il nome proprio esprime insieme l’irripetibile individualità e la partecipazione ad una rete e a una storia, in quanto nome dato/scelto da qualcuno, che ha senso innanzitutto per chi lo dà e con quel nome designa un’esistenza". L’attribuzione del nome è un rito che assume anche per la cristianità una forte valenza, quasi a legare ad esso la significatività dell’esistenza. (Cfr. CHIARA SARACENO, cit, p. 71
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22) Cfr. CHIARA SARACENO, cit. Pp. 72-73
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23) idem, p. 72
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24) idem, p. 73
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25) GIANNA MILANO, op. Cit., p. 40
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26) MARIA LUISA DI PIETRO e ELIO SGRECCIA (a cura di), Bioetica e d educazione, cit, pp. 24-25
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