Centro
di Psicologia e Psicoterapia de L’Aquila
Poliambulatorio
Xinshu, Roma
Centro
Sheng di Desenzano (BS)
Anomalie del
comportamento alimentare nei pazienti obesi:
interpretazione in chiave
Bioenergetica
e secondo la Medicina Tradizionale Cinese.
Note preliminari e
proposta di protocollo.
Clementina
Petrocco, Rosa Brotzu, Maurizio Corradin & Carlo Di Stanislao
“Avrebbe potuto rinunciare a tutto, forse anche alle sue adorate
orchidee,
ma rinunciare al cibo, mio Dio, l’avrebbe certamente ucciso”
Rex Stout.
Riassunto: Un errato comportamento alimentare ed una scarsa e fugace adesione a schemi alimentari rieducativi sono causa di molte forme di obesità. In questo articolo gli AA, attraverso un'analisi bioenergetica ed una conseguente lettura in MTC, formulano un'ipotesi interpretativa e delineano un possibile schema di trattamento basato sulla stimolazione, con martelletto a fiore di prugna, di alcuni punti Luo.
Parole chiave: obesità, comportamento alimentare, bioenergetica, struttura orale, Luo, fiore di prugna.
Summary: A wrong alimentary behavior
and insufficient and fugace an adhesion to educational alimentary outlines are
cause of many shapes of obesity. In this article the AA, through an analysis
bioenergetics and a consequent reading in T.C.M. develop a hypothesis and
delineate a possible outline of treatment based on the stimulation, with to
flower of plum, some Luo points.
Key worts: obesity, alimentary behavior, bioenergetics, oral structure,
Luo, flower of plum.
Con
il termine di obesità si intende l'aumento eccessivo di peso (maggiore del 10%
rispetto al peso teorico) dovuto ad ipertrofia del tessuto adiposo[1]
[2].
Da un punto di vista metabolico è conseguenza della predominanza dei processi
anabolici su quelli catabolici, a carico principalmente dei grassi; prevale
cioè la sintesi dei grassi (essenzialmente dei trigliceridi) sulla loro
demolizione. Per questa ragione contribuisce notevolmente all'insorgenza e al
mantenimento di uno stato di obesità una dieta ricca oltre che in grassi anche
in carboidrati, dai quali, nel metabolismo intermedio, possono essere
sintetizzati i lipidi. L'obesità è comunque sempre riconducibile ad un
eccessivo apporto di calorie rispetto al fabbisogno energetico, ovvero a
iperfagia. Le cause di tale squilibrio possono essere alimentari, di natura
endocrina (insufficienza tiroidea, insufficiente produzione di ACTH, di ormoni
sessuali, di ormoni corticosurrenalici o di insulina, anche se, generalmente,
la genesi è plurighiandolare), oppure nervose (alterazioni del funzionamento
dei centri ipotalamici della fame e della sazietà dovute a particolari stati
emotivi, tumori, lesioni meningee o ad anomalie del sistema neurovegetativo). Statisticamente,
tuttavia, le cause di obesità di origine endocrina rappresentano una
percentuale modesta rispetto alle altre. La terapia dell'obesità è
essenzialmente dietetica, eventualmente sostenuta dall'impiego di farmaci
anoressanti. La dietoterapia consiste nel ridurre l'apporto calorico a valori
inferiori al fabbisogno energetico calcolato per quel determinato individuo; a
tale scopo vengono generalmente ridotti i lipidi o i carboidrati o entrambi, a
seconda delle condizioni metaboliche del soggetto. Possono inoltre venire
utilmente impiegati prodotti dietetici ipocalorici[3].
Negli ultimi anni il desiderio di ottenere una perfetta
forma fisica nel più breve tempo possibile e con il minore impegno personale ha
generato un consumo di farmaci anoressanti ed un incontrollato e selvaggio
ricorso a palestre che, in generale, oltre a non risolvere il problema, se non
in una percentuale molto bassa di casi, può determinare gravi conseguenze per
la salute. In effetti il ricorrere ad esercizi fisici incontrollati e senza
adeguata preparazione può aggravare le condizioni cardiocircolatorie[4]
[5]
mentre tutte le categorie di farmaci per ridurre l’appetito possono, a lungo
andare, determinare anomalie cardiache, pressorie e neuropsichiatrice[6]
[7]
[8]. D’altra parte tutti i ricercatori
sottolineano che il problema “comportamento alimentare-obesità” si può
affrontare fornendo al paziente degli schemi-guidi di razionale assunzione dei
cibi e di suddivisione dei pasti, ovvero cercando un’alleanza terapeutica che
possa incontrare la convinzione del paziente per essere portata a sufficiente
durata nel tempo[9]. I trattamenti alternativi, ad esempio
l’agopuntura[10] [11]
[12]
[13]
[14]
[15],
appiano poco efficaci e, comunque, le strategie non convenzionali possono solo
fungere da supporto[16]
[17]. Un adeguato addestramento alimentare
condotto nel tempo ed attraverso un lento “convicimento” si rivela efficace ma,
tuttavia, abbisogna di un considerevole supporto psicologico[18]. L’induzione del rilassamento profondo
mediante ipnosi sembra efficace in forme di iperfagia a sfondo
ansioso-depressivo, Tuttavia si segnala che l’ipnosi o il rilassamento profondo
possono a volte esacerbare alcuni problemi psicologici, ad esempio inducendo un
nuovo trauma in soggetti con disordini post-traumatici o inducendo falsi ricordi
in soggetti psicologicamente vulnerabili. Non è sicuramente provato che
l’ipnosi possa aggravare malattie psichiatriche al di là di scatenare crisi
isteriche. In generale comunque, l’ipnosi dovrebbe essere praticata solo da
medici opportunamente istruiti ed esperti, ed andrebbe evitata in soggetti con
psicosi o disturbi della personalità borderline o conclamati, disturbi che
l’ipnoterapista dovrebbe essere in grado di rilevare e segnalare[19].
Ciò che è emerso dalle ricerche condotte negli ultimi dieci anni è che, nelle
persone normopeso, esistono meccanismi omeostatici che bilanciano l’introito e
l’eliminazione d’energia[20].
In molti obesi non disendocrini l’eccessivo appetito è legato ad una
disregolazione di tale sistema[21]
[22].
Un particolare gruppo di proteine (definite leptine) secrete dalle cellule
adipose agisce in sede ipotalamica e comunica al cervello se vi sono scorte
energetiche sufficienti. In particola le leptine inibiscono la produzione di
neurormoni (neuroptide Y e melanocorticotropina) che agiscono attivando il
nucleo ipotalamico della fame (ventromediale)[23]
[24].
Sia il sistema leptinico che i modulatori centrali della sazietà
(melanocortina-4 e MSH) appaiono disregolarati in molti pazienti obesi con fame
incontrollabile o difficile da trattare[25]
[26]. Probabilmente esiste una
predisposizione poligenicha che, sotto particolari stimoli ambientali (stressor[27])
si manifesta in modo evidente[28]
[29]
[30].
La conoscenza dei sistemi integratori fra psiche e sistema neuroimmunoendocrino
possono giustificare forme di fame incontrollate a causa di turbe psichiche o
protratti disagi emotivi[31].
In effetti condizioni ansioso-depressive o conflittuali possono far variare i
livelli corticali di melanocopticotropina[32]
e derivati ed alterare il bilanciamento fra fame e sazietà. In definitiva si
creerebbe, dapprima per ragioni psichiche e poi biochimiche, una reale
“dipendenza” da cibo. Un modello che, in corso di dipendenza, integra con
facilità aspetti psicodinamici moderni e Medicina Tradizionale Cinese è quello
psicorporeo di Lowen[33]
[34].
Il cosiddetto “blocco orale” è quello che, in base alla nostra esperienza
condotta nei diversi centri di provenienza, più spesso si riscontra in obesi
con fame incontrollabile e non adesione a schemi alimentari equilibrati[*]. Secondo una particolare lettura del
comportamento alimentare in Medicina Tradizionale Cinese (MTC), questo dipende
essenzialmente dagli Organi Milza e Rene e da alcuni Luo che, dalle primissime
fasi della vita, regolano il nostro contatto e l’atteggiamento individuale verso
il cibo[35].
Si può ragionevolmente ritenere che mentre il Rene induce l’appetito in quanto
istinto di conservazione (e formazione di Energia, Sangue e Jing), il desiderio di cibo, la fame
come equivalente “libidico” è appannaggio della Milza. I Luo Longitudinali che
sono invece coinvolti con il gusto, la deglutizione e la messa in riserva del
cibo sono rispettivamente pianli
(6LI), fenglong (40ST) e gonsun (4SP)[36].
Almeno in linea teorica questi Luo sono in relazione con l’oralità e, pertanto,
con il blocco orale espresso dalle teorie psicorporee.
Lo scopo della nostra ricerca (troppo iniziale perché possa già produrre dati sufficientemente comprovati[†]) è dimostrare che agendo su questi tre Luo, disperdendo la Milza e rinforzando il Rene, si possa ottenere, dopo adeguato addestramento, maggiore adesione agli schemi alimentari in pazienti sovrappeso, difficili da ricondurre ad una adeguata alimentazione. Sono opportune, a questo punto, alcune considerazioni di tipo psicodinamico generale. Il soggetto dipendente vive nella continua necessità di essere accudito e nel costante timore di essere abbandonato. Il legame cibo-calore-protezione diviene in lui patologico e, nel suo quotidiano, ha difficoltà a prendere decisioni senza consigli e continue rassicurazioni[37] [38]. Attraverso le classiche analisi di Reich[39] e Lowen si può inserire la personalità dipendente nella "struttura orale", anche se forzatamente poiché, nell'assunto bioenergetico, "nessuna struttura è pura, ma solo una dominanza di tratti"[40]. Si può affermare che una struttura ha caratteri "orali" quando contiene molti tratti tipici del periodo orale proprio della prima infanzia[41] [42]. I segni caratteristici sono scarso senso d'indipendenza, tendenza ad aggrapparsi agli altri, profondo bisogno interiore di essere sorretti e rincuorati. Questi tratti rimandano ad una situazione infantile d'insoddisfazione e rappresentano un certo grado di fissazione ai primi stadi dello sviluppo[43]. A volte, nella pratica, essi mascherano a livello cosciente il blocco orale assumendo atteggiamenti autoritari, liberi da vincoli morali, ribelli alle regole, anaffettivi e con manifesta incapacità ad instaurare rapporti affettivi duraturi o profondi. In clinica questi soggetti manifestano, molto spesso, agorafobia, attacchi di panico, ansia generalizzata, astenia, depressione, amenorrea, gastrite, colite spastica, vertigini[44]. Di solito i disturbi compaiono in maniera repentina ed incontrollabile nel corso di separazioni e distacchi: divorzi, lutti, servizio militare, trasferimento in altra città, scelte universitarie, ecc. I sogni ricorrenti esprimono, nella più parte dei casi, paura della realtà esterna (strade minacciose, luoghi pieni di siringhe infette, incidenti, catastrofi, ecc.) e questo, a parte le suggestioni verso anomalie legate al Polmone (lutti, distacchi), allo Yin Wei Mai (cambiamenti di residenza), al Ren Mai (tendenza ad appoggiarsi agli altri) e alla Vescica Biliare (alternanza fra aggressività e fragilità, ribellione alle regole), ci riconduce verso il ruolo dei Luo Longitudinali, che sovrintendono al collegamento (nutritivo ed emotivo) fra uomo e ambiente[45] [46] [47]. E' abbastanza interessante notare che Reich e Lowen, descrivendo le caratteristiche morfologiche di tali individui, notino come tutte "le strutture in contatto con l'ambiente abbiano una carica debole: gli occhi tendono alla miopia, le articolazioni sono poco sviluppate, i genitali hanno una sensibilità ridotta"[48] e come appunto il Luo Longitudinali presiedano, attraverso lo Yingqi al controllo di tali strutture[49]. Va inoltre aggiunto, a questo punto, che gonsun (SP4), è di per sé in grado di "disperdere" la Milza[50] e di ridurre lo smodato desiderio di cibo tipico della triade alimenti-protezione-calore della "fissazione orale". Al contrario il Luo del Rene (dazhong) oltre a sedare l'individuo, è in grado di rinforzare il Rene e lo zhi e può essere aggiunto allo schema che quindi comprende solo punti Luo[51].In questo modo la combinazione prescelta[‡], almeno sul piano teorico, può giovare a normalizzare i rapporti uomo-ambiente bloccati nella struttura orale e, al contempo, a diminuire (disperdere) la spinta al cibo della Milza e dello yi, aumentando il senso fisiologico di sazietà proprio del Rene e dello zhi. Riteniamo inoltre molto utile in questo schema l'impiego del martelletto a fiori di prugno. In effetti, molti clinici cinesi affermano che i "collaterali" (Luo) rispondono meglio al fiore di prugna che all'agopuntura semplice, avvertendo che la metodica può essere complessa per la possibilità d'iperalgesia da stimoli ripetuti e di stavasi anche piuttosto importanti[52] [53] [54]. Oltre all'impiego di adeguati strumenti tecnici (martelletti a teste monouso e con manico molto elastico) occorrerà distanziare ampiamente le sedute (10-12 giorni) ed applicare topici antiemorragici a base, ad esempio, di eparinoidi eventualmente combinati con idrocortisone emisuccinato allo 0,1%[§] [55]. Abbiamo intenzione di dare vita ad una ricerca randomizzata a due bracci. Un gruppo sarà trattato con dieta personalizzata[**] ed agopuntura (fiore di prugna) sui Luo indicati, l'altro con analoga dieta ed agopuntura auricolare e somatica su punti indicati da lavori cinesi (punti auricolari "bocca" e "volontà"; ST36-41, VC12)[56]. In entrambi i gruppi si procederà ad una rieducazione alimentare basata su tre principi essenziali:
·
Descrizione delle proprie abitudini alimentari[††].
·
Controllo degli stimoli precedenti al pasto[‡‡].
·
Modificazione dell'atto del mangiare[§§].
La maggiore o minore adesione allo schema alimentare e la riduzione di peso saranno considerati parametri di confronto.
Naturalmente invitiamo quanti interessati a prenderci contatto per aderire al protocollo di ricerca che, crediamo, porterà a risultati probativi dopo un anno, con un periodo attivo di due mesi ed un follow-up di sei.
[*] In più di 100 osservazioni consecutive e non selezionate condotte presso i tre Centri di nostra competenza, l’incidenza di “blocco orale” superava l’80%, senza preferenza di sesso e di età.
[†] Ma qualche segnale positivo ci pare di averlo raccolto, in modo non strutturato e sporadico, trattando alcuni pazienti refrattari ad altri schemi.
[‡] LI6, ST40, SP4, KI4
[§] Ovvero impiegando gel idroalcolici per uso topico con eparina sodica e glucosaminglicani.
[**] Per obesità Yin, Yang, turbe del Po, anomalie del Chong-Mai.
[††] Tenere un diario in cui si descrive cosa si mangia, in quale ora e lo stato emotivo del momento.
[‡‡] Stabilire il mattino a colazione i cibi da
utilizzare durante il giorno; consumare tutti i pasti nello stesso
posto con segna posto, tovagliolo e posate particolari.
[§§]
Masticare ogni boccone 10-15 volte prima di
inghiottire oppure sforzarsi di percepire il sapore di ogni
boccone; (sembra che sia piu' efficace
quest'ultimo metodo); dividere ogni boccone a meta' prima di metterlo
in bocca; lasciare le posate ogni tre bocconi e
fino a quando l'ultimo non e' stato masticato ed inghiottito;
posare il bicchiere o la tazza dopo ogni sorso;
durante i pasti tralasciare le altre attivita' (guardare la
televisione, leggere il giornale, ecc...)
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