In memoria di
Nicola Andreano

Si è spento Nicola Andreano.
Mi è stato chiesto di scrivere qualcosa in suo ricordo, ed ho accettato la proposta solo per un senso di dovere che sento nei riguardi di una persona che in qualche modo ha segnato la mia vita, e che, con la sua scomparsa, contribuisce a creare quel senso di nostalgia che fa vivere il passato come un dolce tempo ormai perduto.
Conobbi Andreano nel 1983, a Roma, ai tempi della “SIA Rossa”, aggettivo che non aveva alcuna valenza politica. Faceva parte del pool dei generali dell’agopuntura italiana, non più di dieci in tutto, che a quei tempi lottavano contro tutto e contro tutti nell’affannoso tentativo di dare dignità e ruolo ad una branca della medicina che dai più veniva annoverata fra le arti magiche piuttosto che fra le tecniche terapeutiche.
Pugliese d’origine, e sempre legato alla sua terra ed al suo vecchio padre scomparso non molto tempo fa, viveva ed operava da molti anni a Roma.
Fra il 1985 ed il 1987 frequentai a lungo il suo studio e potei apprezzare tutte le sue doti umane e professionali.
Espertissimo nella manipolazione degli aghi – della cui importanza era strenuo assertore - non lesinava mai in consigli, spiegazioni, interpretazioni, e la sua frequentazione arricchiva chiunque. Ma soprattutto il suo entusiasmo risultava contagioso e trascinante.
Anche nel rapporto con i pazienti mostrava doti d’empatia altissime, e incontrai innumerevoli persone che gli erano grate.
Non farò un elenco delle sue attività, innanzitutto perché non ne sarei in grado, ma anche perché non è dovuta al suo curriculum la gratitudine che provo e sempre proverò per questa persona.
A titolo d’esempio cito La Fondazione Giuseppe Tucci, associazione culturale con l’obiettivo dello studio e della diffusione della MTC, di cui lui fu ispiratore, o la più recente Associazione Mondiale Agopuntura, di cui lui fu membro fondatore.
Grazie a Nicola Andreano, e grazie ai suoi innumerevoli viaggi in Cina ed alla rete di rapporti che da questi provenirono, le generazioni attuali d’agopuntori si sono potuti avvalere dell’insegnamento di maestri del calibro di Chen Da Zhong, Li Xiao Ming, Jin Rui, e Leung Kwok Po.
Ma gli interessi di Nicola Andreano non si limitavano alla MTC: templare convinto, era un profondo conoscitore di simbologie ed essoterismo, storia delle religioni e filosofie, cose, queste, che praticava con discrezione e umiltà culturale.
Se oggi in Italia l’agopuntura sta acquistando il ruolo che merita, lo dobbiamo anche al lavoro costante e generoso di Nicola Andreano, padre burbero e sincero, vitalissimo e sempre fedele a se stesso.
Abbiamo perso un grande personaggio.
Non lo dimenticheremo facilmente.

Paolo Evangelista