Editoriale

 

 

"...ciò che è differente da qualcosa è differente per qualcosa,
tanto che ci deve essere necessariamente qualcosa di identico,
per cui sono differenti"

Aristotele, Metafisica, 1054

 

"Se non conosci la differenza fra vita ed esistenza
non hai mai vissuto con degli ideali"

V. Hugo

 

"...non sono le cose passate che diventano chiare,
poiché esse non sono più,
ma diventa chiaro quello che in esse,
nell'hic et nunc,
non è ancora passato"

J.G. Droysen

 

"La vita senza ricordi non è vita"

G. Pasquali

 


 

Il fondatore della dinastia Ming.E' da poco iniziato un nuovo anno ed occorre fare dei bilanci. Come gruppo, in misura minore, e soprattutto come singoli, abbiamo accumulato una storia che è paesaggio complesso, composto di tanti elementi contrastanti, di tanti passati soggettivi e collettivi a volte intrecciati ed anche dissonanti. Siamo tuttavia persuasi (e lo abbiamo ripetuto più volte), che i contrasti danno forza all'unità, coesione al gruppo, riducendo al minimo quei sentimenti d’intolleranza che oggi, in varia misura, attraversano le diverse associazioni (mediche, culturali, politiche, ecc.)[1] di questo nostro travagliato paese (1). Con questa rivista abbiamo inteso difendere e mostrare l'identità morale delle nostre scelte, pure percorse da luci, colori e sfumature le più differenti, senza quella tendenza, ipocrita e rozza, al settarismo manicheo e corrivo, che vuol fare intendere unità, ortodossia ed allineamento a tutti i costi[2]. La cosa che sempre ci ha unito, il sentimento che è comune denominatore del gruppo, ciò che, di là dalle già citate differenze, ha reso unitaria quest’iniziativa editoriale, è il tentativo di tenere viva la memoria, il ricordo del passato, per meglio affrontare le difficoltà del presente e, soprattutto, per meglio interpretare il futuro. Questa nostra rivista, beninteso, non ha mai preteso di "fare storia" (historia rerum gestarum), nella consapevolezza che la stessa non è un "dato" bensì un "costrutto"(2). Piuttosto ha voluto testimoniare il tentativo, polifonico e pluralistico, di ragionare attorno agli eterni dilemmi dell'uomo secondo le esigenze immanenti del "vario" presente. Contro quella sorta di neogiocabinismo moderno (ed anzi "americano") assertore di un progressismo indiscriminato, ci siamo fatti fautori del convincimento che la verità ha origini antiche e che molte risposte ci sono state già consegnate. In fondo, poi, in questa nostra ricerca, unitaria ma scritta in modo individuale, ci sentiamo orgogliosamente il prodotto di un’Italia che non è "nazione", bensì "terra di paesi" (3). E qui vogliamo ricordare che il termine "paese", non va inteso come terra d'origine, quanto piuttosto insieme di elementi-base di tipo mnemonico, culturale ed emotivo, forma peculiare di gioco, spiritualità, socializzazione ed altro ancora, capace di dar vita a "comunità" di singoli, ben rappresentati nelle proprie individualità ed assieme riunite attorno a comuni ideali (4). Guardando oggi, all'inizio del 2003, al panorama italiano delle MnC, prendendo atto delle molte "strategie" prodotte senza un filone comune e senza alcun’unità, mi viene da pensare, con nostalgico ottimismo, ai gruppi "paesani" e a immaginare, con amaro pessimismo, ad un futuro comune o "nazionale". Non so quale sviluppo vi sarà in Italia relativamente alla formazione e alla divulgazione delle MnC. Sono però persuaso che l'AMSA e la rivista proseguiranno la loro strada senza cedimenti, senza compromessi, attingendo sempre nuovo vigore, comminando, umilmente, a "testa alta", con risoluta determinazione a contrarre vincoli solo di natura culturale e senza schieramenti di facciata o di convenienza. Realtà questa, così chiaramente espressa e nei fatti, che credo sia del tutto condivisa ed apprezzata dai nostri lettori. Guardando all'insieme di quanto offerto dal '97 ad oggi dalla Mandorla e dal sito, mi accorgo che abbiamo operato ardite escursioni in un universo cangiante e sonoro, all'interno della problematicità dell'azione umana, senza compromessi ma anche fuori da facili e "rigorosi" schematismi, persuasi che la verità ci è alle spalle e, come una lanterna, c’illumina la strada (5). Tutto questo lo scrivo da un’epoca confusa e dalla confusione di un mestiere che ormai faccio a fatica, trafelato, ansimante, sempre più convinto di essere dalla parte di chi si illude e, come un donchisciotte sognante, combatte le sue inutili, incomprese (e forse incomprensibili) battaglie. Mi sento come seduto ad un tavolo da poker, dove l'inganno è istituzionalizzato (il bluff) e mi colpiscono le carte che mi sono state servite: inquinamento, droga, pedofilia, guerra, clonazione, razionalizzazione delle risorse, management. Credo che tutto il mio sconforto sia iniziato con l'età della ragione, da quando, sconsolato, mi sono reso conto che l'educazione alla dignitosa libertà impartitami da mio padre (da mia madre ho preso una velata melanconia ed una caparbietà senza fine), non poteva in alcun modo essere applicata. I severi insegnamenti del mio genitore (liberale e liberista, intriso di morale cattolica e di senso laico del dovere) mi indicavano una via da scegliere con fierezza ed invece tutta la realtà mi proponeva solo un messaggio: rastrellare denaro, successo ed affermazioni, dimenticando il profumo di un bosco, la risacca di un mare, la soddisfazione di un tramonto alla fine di una giornata al servizio degli altri e con la forza determinata di "inseguire un sogno". Tuttavia, se non mi sono lasciato vincere da uno stoico cinismo o da una sorta di ineluttabile accidia, se, nonostante tutto, lo sconforto non ha avuto ragione ed ho continuato a lottare (impavido anche contro il "Cavaliere della luna" e le sue ben "motivate" ragioni), si deve in larga misura agli amici che hanno scommesso con me sull'AMSA, sulla rivista, sul sito. Non sarò mai sufficientemente grado a questi amici, per l'onestà di pensiero, per la generosità, per la forza d'animo, per la condotta. E' grazie a loro (oggi lo so con certezza) che non sono caduto nella tentazione, espressa da Eraclito e Lao Tsu, di isolarmi in un romitaggio fatto di "separatezza" e, in fondo, compiaciuto criticismo (6). Mille volte avrei potuto cedere alla seduzione assertiva del "separato", drammatizzando un linguaggio in cui l'io sarebbe stato gratificato ed ipertrofico (7).Invece, grazie agli amici (saggi, attivi e determinati) che hanno creato queste pagine e realizzato questa avventura, ho potuto ricordare il monito di Chuan Tzu e sostenere, nei fatti, la "differenza" senza rinunziare al confronto (8). Un medico, ha scritto, Beniamino Rosati (9), ha già meriti se si prende cura del benessere fisico degli altri. Un medico il quale dedica l'intera esistenza, non solo allo studio tecnico, ma alla comprensione e divulgazione di tutte le risorse che la natura gli mette a disposizione è davvero degno del titolo di "eletto" (10). L'intera esperienza de La Mandorla e del sito è la prova tangibile, ove ve ne fosse bisogno, che molti medici, de o vicini all'AMSA, meritano questo epiteto di "eletti". Gli egittologi ci insegnano che il termine "piramide" (di origine ancora oggi sconosciuta) è indicato con la parola mer nelle iscrizioni geroglifiche policrome (11). Mer è un tratto piramidale bianco che poggia su una stretta fascia nera. Si presta a due distinte interpretazioni (12). Da un lato la "piramide" di calcare (bianco) che poggia sulla terra (nera); dall'altro il tentativo di fissare, secondo rigidi schemi matematici, la luce (bianca) che dal Cielo illumina la Terra. In fondo, a ben vedere, lo sforzo di noi tutti è stato quello di tracciare una piccola luce nella grande terra delle MnC per guadagnarci, infine, la possibilità di abitare nel sancta santorum della Medicina. Se il prof. Boncinelli scrive (13) che la realtà della Medicine Tradizionali è solo teoretica ed ascientifica poiché basata su presupposti mai messi in discussione, noi rispondiamo, dai fogli dell'home-page, con ricerche che dimostrano, al contrario, come la discussione è continua ed i risultati descritti senza orpelli e presentati, ogni volta, per quello che sono. Una nota di biasimo, quindi, verso coloro i quali, pur dichiarandosi di segno contrario, fanno del rigore scientifico un motivo precostituito di preclusione e di allineamento. Su questa rivista abbiamo pubblicato casi irrisolti, effetti secondari legati all'impiego di agopuntura, erboristeria ed altre pratiche non-convenzionali. In altre occasioni (14) abbiamo segnalato eventi avversi legati all'impiego di rimedi non convenzionali e sempre siamo stati prudenti e distanziati da un uso strumentale e magniloquente delle tecniche di cui ci occupiamo. Questa onestà di giudizio, unita alla molteplicità delle voci, credo sia da considerasi garanzia assoluta di limpidezza intellettuale e vero percorso di conoscenza. Abbiamo la presunzione di credere, infine, di aver composto della buona letteratura medica, tenendo sempre presente (negli articoli e sull'home-page) la differenza (e il rapporto) fra intuizione creativa e intuizione recettiva e che il lettore non è passivo, ma è uno che "afferra" e al contempo viene "afferrato". In questo senso siamo stati coerenti, nello svolgimento dei temi, con l'idea della varietà delle voci e degli interventi. Ogni parte del sito è concepito nella convinzione che esiste un legame stretto (e indissolubile) fra tessuto esistenziale e letteratura. Il tessuto della vita con le sue trame sottili ed intricate è testimoniato nel procedere dei numeri e degli scritti, in modo che, per dirla con Whitmann, "balza dalle parole ogni volta l'uomo". Abbiamo voluto descrivere, in ogni pezzo, la nostra mentalità, cangiante in relazione ai cambiamenti dell'uomo, del tessuto sociale, morale, etico ed ideale. Alla fine speriamo che il nostro sforzo abbia prodotto un continuum interessante e franco che, a ben vedere, possa risultare "arte di leggere noi stessi e di interpretare le metafore della nostra vita" (15). Ciò che abbiamo sempre scansato è la "frattura" con il passato, la "rimozione" della storia, nella convinzione che ogni atto attuale trova il suo autentico fondamento solo se inserito in una continuità che tenga conto degli assunti precedenti. Comportandosi diversamente, crediamo, si rompe il senso stesso della vita, dell'arte, della cultura (16), restando avvinghiati ad un esistere accidioso, fatto di preconcetti e limitazioni di vedute.

Carlo Di Stanislao

 

 

 

Referenze

1. Vespa B.: La Grande Muraglia. L'Italia di Berlusconi. L'Italia dei Girotondi, Ed. Rai-Eri-Mondadori, Roma, Milano, 2002.

2. Holbwacks H.: La memoria collettiva, Ed. Mondadori, Milano, 1987.

3. Sabella A.: La difesa di una identità, Rivista Abruzzese, 1997, 3-4: 19-22.

4. Romano R.: Paese Italia, Ed. Donzelli, Roma, 1990.

5. Comitato Scientifico SIA: Premessa alla rubrica Pagine culturali, www.sia-mtc.it, 2002.

6. Harrison R.P.: Roma, la pioggia... A che serve la letteratura?, Ed. Garzanti, Milano, 1995.

7. Barthes R.: Frammenti di un discorso amoroso, Ed. Einaudi, Torino, 1977. 

8. Spadaro A.: Gli occhi dell'immaginazione, Rassegna di teologia, 1994, XXXV (6): 687-712.

9. Rosati B.: L'ecologia del rimorso, Ed. Quarderni D'Abruzzo, Lanciano, 1998.

10. Profeta G.: Il serpente sull'altare, ecologia e dermopsicologia di un culto, Ed. Japadre, L'Aquila, 1998.

11. Verner M.: Il Mistero delle Piramidi, Ed. Newton & Compton, Roma, 2002.

12. Brennan H.: Storia segreta dell'Antico Egitto, Ed. Newton & Compton, Roma, 1999.

13 Boncinelli E., Le Scienze, Febbraio 2003:

14. Di Stanislao C.  Eventi avversi all'uso di Sulfur, Lettera, Omeonet, 2001, 1: 2.

15. Bachmann I.: Letteratura come utopia. Lezioni di Francoforte, Ed. Adelphi, Milano, 1993.

16. Centofanti E.: La festa crudele, Ed. Aquila Urbs, L'Aquila, 2003.

 

 



[1] Su Rai Tre, il 18 novembre 2002, uno "speciale" del TG ci ha informato che oggi, in Italia e nel solo campo politico, esistono oltre 20 Associazioni (New Global, No Global, Disubbienti, Politica e Società, Girotondini, ecc.)  fuori dai partiti dei due Poli. Facendo un rapido giro attraverso i nostri link (www.agopuntura.org/Agopuntura e Medicine non Convenzionali in rete), ci si può rendere conto che, solo in Europa e nel solo campo dell'Agopuntura, vi sono almeno cinque Associazioni diverse che sostengono di rappresentare l'intera comunità continentale.  Sempre attraverso i vari link consigliati dal Website dell'Università di Verona (www.agopuntura.org/Agopuntura e Medicine non Convenzionali in Rete), ci si rende conto che, a livello internazionale, vi sono non meno di 10 Associazioni di Complementary and Alternative Medicine (CAM), che parlano lingue e sviluppano contenuti differenti.  La mancanza di unità, di contenuti comuni, di comune passione, riguarda, quindi, non solo la Biomedicina (a tal proposito di visitino, a titolo di esempio,  i link su www.dermoaq.it) e non solo l'Italia.

[2] L'imbambimento di cui parla G. Pansa e che equivale ad omogenazzazione ed allineamento, grigi e stupidissimi.