Libri da leggere e rileggere

 

Van Gogh - Les Tournesols
Van Gogh - Les Tournesols

 

 

“Dove non vi sono figlioli non v’è cielo.
Dove non vi sono letture non v’è scuola”

Swinburne

 


 

Nesse R.M, Williams G. C.: Perché ci ammaliamo, Ed. Einaudi, Torino, 1999.

Perché ci ammaliamo? Se rispondiamo tirando in ballo l’imperfezione del nostro organismo non facciamo altro che dribblare la domanda per vedercela ripiombare addosso in una forma ancora più insidiosa: com’è possibile che il nostro organismo, per tanti aspetti così efficiente e mirabile, alberghi in sé migliaia di imperfezioni che lo espongono anche alle più banali malattie? È la selezione naturale la chiave di lettura nella quale dobbiamo cercare l’origine di molte patologie, se non di tutte: è quello che sostengono George Williams, pioniere delle teorie evolutive sull’invecchiamento, e Randolph Nesse, psichiatra, fondatori della cosiddetta medicina evoluzionista o darwiniana (si veda l’articolo L’evoluzione e l’origine delle malattie di R. Nesse e G. Williams in «Le Scienze» n. 365, gennaio 1999). Lungi dal porsi come teorici «alternativi» rispetto alla moderna scienza medica, Nesse e Williams ci offrono con questo libro un’affascinante panoramica di come un approccio evolutivo sia realmente utile a spiegare molti misteri della salute, e talora possa perfino suggerire migliori strategie terapeutiche. Purtroppo, fra le tante ipotesi interessanti avanzate, sono poche quelle che possono contare su una verifica sperimentale. Per esempio, è affascinante la teoria secondo cui la nausea che affligge le gestanti costituisca uno stratagemma evolutivo per evitare i cibi più saporiti e ricchi di tossine che potrebbero danneggiare il feto. L’ipotesi, supportata da solidi indizi, potrebbe avere ripercussioni sul piano pratico: qualsiasi farmaco in grado di sopprimere la nausea, pur di per sé sicuro, potrebbe causare difetti nel feto, spingendo la madre a scelte alimentari pericolose; resta il fatto che nessuno studio ne ha mai verificato sperimentalmente la validità. D’altra parte, il carattere prevalentemente teorico è un limite che gli autori riconoscono alla loro disciplina, pur restando convinti che con opportuni investimenti anche le prove sperimentali non tarderanno ad accumularsi. È certo che una maggiore conoscenza di semplici nozioni evolutive potrebbe impedire ai medici molti errori grossolani: quasi nove su dieci, scrivono Nesse e Williams, ignorano il significato del «blocco del ferro» (una risposta adattativa alle infezioni che tende ad abbassare i livelli ematici di ferro «affamando» i batteri per i quali è indispensabile) e rischiano di prescrivere supplementi di ferro ai pazienti durante un’infezione, abbassandone le difese. Curiosamente, le critiche più severe alla medicina darwiniana non sono arrivate tanto dagli ambienti medici quanto da noti teorici evoluzionisti: studiosi del calibro di Stephen J. Gould e Richard Lewontin a più riprese hanno tacciato Williams e compagni di riduzionismo e di ingenuità nell’interpretare le idee sull’evoluzione. Le loro argomentazioni sono efficacemente riassunte da Roberto Satolli nell’introduzione all’edizione italiana del libro.
Senza dubbio, comunque, quella di Williams e Nesse è un’opera interessante, scritta in modo chiaro e comprensibile. Nonostante alcuni argomenti sappiano di dèjà vu per chi sia esperto di selezione naturale, essi sono presentati nel quadro di una trattazione tutt’altro che banale. Vale la pena di farsi coinvolgere dalle teorie e dallo stile degli autori, senza dimenticare che, se la mente si nutre di idee, la pratica medica si basa, o almeno dovrebbe, sull’evidenza sperimentale.


Rempp C., Bigler A.: La pratica dell'agopuntura in ostetricia, Ed. Tecniche Nuove, Milano, 2000.
Manuale pratico che coniuga la facilità di consultazione del vademecum alla profondità del trattato. Gli aspetti fisiopatologici e clinici delle diverse condizioni legate alla gravidanza ed a puerperio sono dettagliatamente trattati, con schemi agopunturali ragionati e sempre veramente agili e praticabili.. Alcuni parti (trattamento del dolore pelvico in gravidanza, preparazione al parto e all’allattamento, ecc.) risultano estremamente originali. Un libro indispensabile per ogni agopuntore, che coniuga l’amore per l’arte ad una vocazione pratica e ad una esperienza davvero fuori dal comune. Christian Rempp è membro dell’AFA e Vicepresidente della World Federetion Acupuncture Society. Vive ed opera a Strasburgo, è ginecologo ed è attivo in Italia presso la Scuola di Agopuntura Tradizionale della Città di Firenze.Annick Bigler è ostetrica ed esperta di MTC, anche lei operante nella Clinica Ostetrica Universitaria di Stasburgo.


Aluigi M.C.: Le Altre Medicine, Ed. AIEP, S. Marino, 2000
Testo divulgativo, ma molto ben articolato e mai raffazzonato o banale, su analogie e punti in comune d’omeopatia e medicina tradizionale cinese: due discipline che, sebbene ascientifiche, continuano a dimostrare, nei fatti, di essere in grado di apportare vantaggi alla salute umana ed animale. Contrariamente a quanto si afferma queste due modalità mediche non sono dogmatiche, bensì plasticamente orientate alla considerazione dell’individuo, inteso nella sua integrità ed interezza fisico-psicologica. L’A è un medico veterinario, docente presso l’Istituto di Medicina Olistica di Urbino ed autore di vari libri di largo successo come Mesoterapia agopunturale veterinaria (Ed. Luisè, 1987); Atlante anatomico, didascalico per agopuntura. mesoterapia, biomesoterapia sul cavallo, cane, bovino, suino (Ed. Luisè, 1989) ed il più recente Prontuario di omeopatia (ed. Guaraldi, 1996). Il presente volume si chiude con un appendice interpretativa sulla eziopatogenesi del cancro, tema già sviluppato dall’Autore in una pregevole monografia (edita da Almar) del 1992.

 


Kontler C.: Arte Cinese, Ed. Jaca Book, Milano, 2000

Le arti figurative cinesi mostrano una straordinaria continuità temporale realizzata attraverso 25 secoli in uno spazio di dimensioni continentali e, nonostante le fasi alterne fra centralismo e separatismo, presentano elementi di costante riferimento e concatenazione storica ed ideale. Lo scopo dell’Autrice, membro del Centro per la Ricerca sull’Estremo-Oriente della Sorbona, è quello di dimostrare che, contrariamente agli assunti intellettuali ricciani, ancora oggi radicati in molti studiosi occidentali, esiste nell’arte cinese una continua ricerca metafisica e morale. Come aveva già fatto alcuni anni fa nel catalogo per il Musée National des Arts Asiatique Guimet di Parigi, la Kontler smantella quella visione tutta occidentale (di chiara marca gesuita), perpetrata da vari sinologi europei (Kastelmark, Lanciotti, Tommasini, Corradini, ecc.), secondo la quale le espressioni artistiche cinesi rivelano una cultura atea, superstiziosa, improntata al mero materialismo. Con documenti ed immagini (peraltro rare e d’ineguagliabile bellezza), l’Autrice rivela e dimostra l’esistenza di una dottrina morale individuale e collettiva, intrisa di un misticismo profondo e che non è mai  dimenticato. Sono soprattutto gli artisti di formazione taoista, buddista chan e, successivamente, influenzati dallo zen, a rappresentare il centro palpitante di quest’opera di piacevole lettura e di rara, profonda dottrina.

 


Arena L.V.: La Filosofia Cinese, Ed. BUR, Milano, 2000.

Difficilmente un opuscolo riesce a contenere tanta competente introspezione all’interno di un pensiero non solo complesso, ma sfaccettatosi attraverso i secoli, le scuole, i numerosi e diversi apporti. Anche se l’attenzione è principalmente rivolta, con chiare influenze poundiane, al confucianesimo ed alla dottrina morale, il libro rappresenta bene le molte differenti proposte suggerite dai pensatori cinesi di aree e formazioni differenti, attorno ai temi eterni della filosofia: Come vivere meglio?, Come liberarsi dai condizionamenti? Lo studio e la cultura rendono migliori? e così via. Redatto con vibrante ispirazione, esso consente di vedere come la tradizione speculativa cinese sia ancora oggi in grado di aiutarci ad affrontare i mille problemi del vivere quotidiano. L’Autore è docente di filosofia contemporanea all’Università di Urbino e studioso soprattutto interessato alla filosofia comparata. Nel presente volume, oltre ai tratti salienti dei grandi pensatori cinesi, s’intravede un modello culturale le cui linee direttive sono inserite direttamente nella ricerca più autentica dell’uomo su l’uomo ed i suoi principi creatori ed ispiratori.


 

Casadio A.: Memoria e oblio, Ed. CUEN, Napoli, 2000.
Una possibile risposta alla domanda sul perché la memoria rappresenti l'argomento delle neuroscienze più trattato in chiave divulgativa sta sicuramente nei prodigiosi avanzamenti di conoscenze sulla biologia della memoria e dell'apprendimento degli ultimi trent'anni. Di questi Casadio è stato, almeno in parte, testimone diretto avendo lavorato alla Columbia University a New York, nel laboratorio di Erik Kandel, Nobel per la medicina nell'anno 2000. Il libro riporta con ottima documentazione e con dovizia di informazioni gli studi eseguiti a tutti i livelli del fenomeno «memoria», dai meccanismi cellulari e di modificazione delle strutture sinaptiche nel corso del processo di apprendimento, alle descrizioni delle sindromi neuropsicologiche correlate agli svariati disturbi della memoria (da chi non riesce a ricordare nulla a chi ricorda troppo e non riesce a dimenticare). Uno degli aspetti che distinguono il volume dalla maggior parte della pubblicistica sulla memoria è anzi proprio lo sforzo di coniugare il binomio memorizzazione-oblio. Una delle peculiarità dell'essere umano è la straordinaria capacità di apprendimento e di memorizzazione, a cui corrisponde la capacità di perdere ciò che abbiamo appreso, l’oblio. Ciò che non serve si dimentica, in larga misura. Questo libera enormi risorse mnesiche per nuovi fenomeni di apprendimento. Qui sta la chiave interpretativa del fenomeno memoria: la plasticità, ovvero l'adattabilità del sistema nervoso centrale alle nuove informazioni per permetterci sempre un'interazione complessa e articolata con l'ambiente circostante. È proprio questa capacità di apprendere novità che, nel corso dell'evoluzione, ci ha permesso di sviluppare notevoli capacità di conoscenza.


 

Pancino C.: Corpi Storia, metafore, rappresentazioni fra Medioevo ed età contemporanea, Ed. Marsilio Saggi, Venezia, 2000.

Dai feti raggomitolati di Leonardo e dagli spellati e scheletri di Vesalio, sino ai moderni cartoni animati che spiegano ai più piccoli il funzionamento del corpo umano, si dipana questo eccellente saggio a più mani sulla corporeità attraverso i secoli, le credenze e le diverse convinzioni culturali. La materia è complessa ma lo svolgimento tematico felicemente accattivante, anche se vari capitoli meritano più di una rilettura e molte pause di riflessione. La percezione della nostra umana corporeità è resa con immagini ed esempi separati, scelti con cura dalla curatrice, da sempre impegnata nella storia sociale della sanità.


 

Flaws B.: Fire in the Valley, Ed. Blue Poppy Press, Boulter, 2000.

Raccolta di testi classici e moderni sulla patologia dei genitali esterni ed interni  femminili, redatta con cura e precisione da B. Flaws, certamente uno dei maggiori sinologi statunitensi degli ultimi anni. Si inquadrano e i descrivono i trattamenti tradizionali di varie affezioni come herpes genitale, leucorrea, vaginite, candidiasi, bartolinite, vulvite, cervivite, erosione cervicale  e cisti di Naboth. Ancora in evidenza la straordinaria competenza dell’Autore soprattutto in campo ginecologico.


 

Shorter E.: Storia della psichiatria. Dall'ospedale psichiatrico al Prozac, Ed. Masson, Milano, 2000.

La casa editrice Masson è tradizionalmente impegnata nella pubblicazione di testi indirizzati agli operatori professionali della sanità. Si pensi, per rimanere nell’area di cui si occupano queste note, al Trattato italiano di psichiatria, opera monumentale giunta nel 1999 alla seconda edizione. Masson si cimenta ora con il volume dello storico della medicina canadese Edward Shorter nel campo della divulgazione scientifica.
Nell’ambito della storia della psichiatria molti sono i testi indirizzati al pubblico degli addetti ai lavori, ma pochi quelli d’impianto divulgativo; il libro di Shorter viene quindi a colmare una lacuna e lo fa, con stile tipicamente anglosassone, presentando l’evoluzione dell’ancor giovane scienza psichiatrica (che come specialità autonoma ha due secoli di vita) attraverso i movimenti culturali e i flussi ideologici che ne hanno caratterizzato lo sviluppo.
Per favorire la lettura, il testo ha un’impostazione aneddotica, e alcune semplificazioni e forzature, specie nei confronti dell’evoluzione e del ruolo della psicoanalisi, letta come elemento di freno nello sviluppo della psichiatria come scienza, appaiono agli occhi di un pubblico più smaliziato «ideologiche» e troppo «apodittiche» nella negatività dell’impianto di giudizio. Ciò che l’autore coglie ed evidenzia è la crisi di identità della psichiatria contemporanea, che si dibatte tra l’antica vocazione di «scienza umana» volta alla comprensione psicologica dell’individuo che soffre, e lo sviluppo tumultuoso delle neuroscienze, tese alla biologizzazione del disturbo mentale. Nella parte finale del saggio, dopo aver passato in rassegna la storia delle principali terapie fisiche in psichiatria, sono introdotti due concetti che è utile sottolineare. Il primo riguarda la «psicofarmacologia cosmetica», ossia l’uso spesso indiscriminato degli psicofarmaci da parte di pazienti che considerano «il consulto con il dottore un modo per ottenere la prescrizione dei farmaci che, secondo loro, avrebbero potuto risolvere i loro problemi». Il riferimento alle benzodiazepine e agli antidepressivi dell’ultima generazione è evidente, anche se un po’ ingenuo appare lo «stupore» di Shorter nei confronti del ruolo delle multinazionali del farmaco nell’affermazione di questo atteggiamento.
Il secondo concetto, che chiude il saggio e che mi sento di sottoscrivere in pieno, è la necessità da parte della psichiatria di promuovere sempre più nella pratica clinica la «terapia integrata»: un approccio al malato in cui l’uso sempre più raffinato e mirato dei presidi psicofarmacologici si associ alla psicoterapia, con un potenziamento reciproco dell’efficacia terapeutica. La strada maestra della psichiatria del III millennio non è quella di inseguire la pillola della felicità, ma quella di aiutare gli uomini, con la chimica e con la parola, a convivere con la tragica naturalezza del dolore del vivere.


 

Di Stanislao C., Giannelli L., Iommelli O., Lauro G.: Fitoterapia Comparata, Ed. Massa, Napoli, 2001.

Nel corso dei secoli la fitoterapia ha assunto molte sfumature diverse e solo negli ultimi anni si è basata sulla determinazione dei principi attivi. Pertanto esistono varie forme strutturate o popolari di fitoterapia che, sebbene largamente impiegate, non si basano su presupposti di tipo scientifico. Appare a molti impossibile conciliare i vari metodi di preparazione e prescrizione delle droghe vegetali,  ma gli AA di questo manuale si propongono di “compendiare” i vari modelli e di stabilire rapporti di connessione dinamica fra elementi tradizionali ed impostazioni più moderne. Il libro, parco ma elegantemente concepito, si compone di paragrafi vari su etnobotanica, principi attivi, preparazioni galeniche, fitoterapia tradizionale cinese e mediterranea, azione delle droghe sul sistema omeostatico psiconeuroimmunoendocrino, modello recente d’impiego dei rimedi occidentali alla luce della tradizione medica d’oriente. La parte più compendiosa riguarda la materia medica generale (tradizionale e scientifica) di oltre 100 rimedi, analizzati in funzione anche delle diverse formulazioni. Il prontuario terapeutico con schemi pratici di trattamento e le appendici, dedicate al drenaggio ed alla terapia del dolore, rivestono un carattere pratico e sono concepite nel modo più semplice e diretto. Una nutrita, aggiornata bibliografia completa l’opera, certamente originale, ispirata e degna della massima attenzione.  


 

Audisio Di Somma F.: L’uomo che curava con i fiori, Ed. Piemme, Casale Monferrato, 2001.

La vita, l’opera e le straordinarie intuizioni di un medico torinese, Cesare Fenoglio, vissuto fra il 1912 ed il 1962, autore del libro “Guarisci te stesso”, stimato patologo generale che, rinunciando ad una brillante carriera universitaria, si mette a studiare le piante officinali ed i fiori e scopre che l’Ornithogalum umbellatum (Stella di Betlemme) possiede vibrazioni elettromagnetiche del tutto simili a quelle dei ceppi batterici Morgan. Al pari (ma senza conoscerlo) di Edward Bach (1886-1936) il dott. Fenoglio comincia a curare con piante e fiori, attaccato ed anzi accerchiato dal gotha medico del tempo. Il libro, brillante biografia di un vero medico innovatore, è ricco di affascinanti accostamenti fra il pindemontese ed altri rivoluzionari personaggi del secolo appena trascorso: Steinert, Veret, Montale, Hesse, solo per citare alcuni nomi. L’Autore, medico omeopata di larghissima fama, scrive un romanzo raffinato e colto, che certamente merita un posto privilegiato nelle biblioteche degli uomini più sensibili.


 

Battistoni M.: Terapia odontoiatrica integrata. L’aspetto dentale in Clinica Medica, Ed. Futura Publishing Society, Milano, 2001.

Le interconnessioni fra il sistema stomatologico e la postura, l’articolazione temporo-mandibolare ed i sistemi propiocettivi, la mappa denti-organi, i campi di disturbo, l’analisi critica dei materiali dentali sono alcuni fra gli affascinanti argomenti di questo testo, ottimamente scritto e documentato ed editato con veste grafica pregevole, arricchita da molte eccellenti fotografie a colori. Il libro dimostra come, allo stato attuale delle conoscenze scientifiche e non-convenzionali, l’Odontostomatologo è divenuto un Clinico Medico che sa proiettare le sue molte conoscenze sull’odontone, come elemento unitario e finale dei delicati e multipli equilibri individuali. La presentazione, poi, di vari casi clinici molto ben documentati, rende il testo vivo e palpitante ed identifica lo sforzo didattico e di riordinamento analitico e sistematico dell’Autore. Un testo che pone chiarezza all’interno di una disciplina ancora incerta e piena di dubbi ed approssimazioni.



Murray M.T.,
Il potere curativo dei cibi, Ed. Red, Como, 2001
Guida pratica e completa agli alimenti che aiutano a prevenire ed a curare numerosi disturbi. Le ricerche scientifiche più recenti hanno fornito prove inconfutabili di un rapporto preciso tra cibo e salute. Se alcuni alimenti possono provocare una malattia, sono numerosissimi quelli in gradi di prevenire, ed in molti casi guarire, una grande quantità di disturbi. Questo pratico manuale, una vera e propria enciclopedia, vi aiuta a scoprire le proprietà nascoste di ogni singolo alimento e vi suggerisce come sfruttarle nel modo più opportuno. Per ritrovare la salute e mantenerla partendo dalla tavola


Chiesa S.: La dieta del metodo Kousmine, Ed. Tecniche Nuove, Milano, 2001.
La dott.sa Catherine Kousmine, ricercatrice di origine russa attiva in Svizzera, ha indagato nel corso della sua lunga carriera, i vari meccanismi di comparsa delle malattie degenerative ed i rimedi più efficaci per contrastarle. Sergio Chiesa, nutrizionista e fondatore dell’Associazione “Cibo è Salute”, qui riferisce del metodo Kousmine relativamente alle prescrizioni dietetiche che, dopo un’esperienza quinquennale, si sono rivelate in grado di migliorare, talvolta in modo drammatico, varie condizioni patologiche anche estremamente gravi. Partendo da indicazioni semplici (preferire i cereali integrali, il pesce alla carne, l’uso di grassi polinsaturi, le verdure cotte, ecc.), si giunge a definire una prescrizione valida in senso generale o da adattare alle singole esigenze. Si propongono, anche, ricette sane e molto semplici e gustose. Il testo, di sole 140 pagine, è davvero utile e meritevole di attenzione.


Flaws B., Lake J.: Chinese Medical Psichiatry, Ed. Blue Poppy Press, Boulter, 2001.
Testo di 600 pagine diviso in tre parti sulla fisiologia, fisiopatologia e clinica delle turbe psichiche in MTC. Oltre ai classici sono elencati gli studi clinici più recenti e meglio documentati e, di volta in volta, accostamenti fra medicina cinese e medicina scientifica moderna. Particolarmente interessanti i capitoli sulle psicosi e sulle turbe psichiatriche legate a forme errate di Qi Gong. Densi e  nutriti i repertori terapeutici, sia per quanto attiene all’agopuntura che alla farmacoterapia tradizionale.


Volta L.: Segreti di Medicina dei Conventi, Ed. Xenia, Milano, 2001.
Questo libro ci guida, all’ombra silenziosa di abbazie e monasteri in cui il tempo sembra essersi fermato, alla riscoperta di regole alimentari, igieniche, corporali e spirituali, il cui sapiente intreccio produce la proverbiale salus monastica. In appendice, diete e ricette, una guida a erboristerie, farmacie e laboratori monastici. Curiose similitudini fra medicina monastica ed MTC possono essere colte in vari passaggi del testo.


di Massa S.: Curarsi con la Floriterapia, III ED., Ed. Red, Como, 2001.
Manuale unico nel suo genere, che analizza i 38 rimedi classici di Bach ed anche i fiori californiani, francesi, australiani, indiani, alaskani di più recente precisazione. Organizzato come un vero e proprio dizionario il libro descrive l’impiegio della floriterapia in 50 diverse affezioni di frequente riscontro: ansia, angoscia, cefalea, paura, stanchezza, stipsi, problemi sessuali, stress, ecc. In definitiva un prontuario clinico sulle virtù dei 250 rimedi floreali oggi noti.


Molsberger M.: Agopuntura. Quando e perché, Ed. Xenia, Milano, 2001.
L'autore, ponendosi dal punto di vista del paziente, con estrema chiarezza e onestà, espone le procedure generali, chiarisce le giustificazioni scientifiche, prende in esame tutte le condizioni patologiche, fisiche e psichiche che possono essere trattate con l'agopuntura, sottolineandone le possibilità di successo, ma anche i limiti e le controindicazioni. Libro brioso e, per molti versi, unico, utile a chi vuole solo conoscere i principi dell’agopuntura, ma anche per i “tecnici”, i quali vengono costretti a mettersi dal parte dei loro pazienti e dei loro dubbi e perplessità più frequenti.


Jingxi Q.  & Rihe L.: Massaggio Cinese per la Coppia, Ed. Xenia, Milano, 2001.
Secondo la tradizione cinese, massaggiarsi significa comunicare, conoscersi, scoprire il linguaggio del corpo, vincere lo stress, accrescere la resistenza fisica, rallentare l’avanzata della senilità, riattivare l’energia. Il testo insegna anche tutte le sequenze di massaggio per prevenire e trattare i disturbi della sfera sessuale maschile e femminile. Vari riferimenti ai classici e numerose note inedite rendono il testo davvero nuovo ed affascinante.


AAVV: Infolibro 2001 di Omeopatia e Bioterapie, CD, Versione 3.0, Ed. Nuova Ipsa, Palermo, 2001.
Ipertesto di facile installazione e veloce consultazione che contiene i più importanti contributi dei principali omeopati europei. Eccoli per Autore ed argamento:

Da non perdere.


 

Dinelli U.: Siamo tutti psicosomatici? L'astuzia della mente sulle ingenuità del corpo, E. Marsilio, Venezia, 2001.

Le palpitazioni e l'affanno del respiro quando ci emozioniamo, il rossore avvampante per la sorpresa e la vergogna, lo sfinimento allo stomaco quando siamo ansiosi, la sudorazione dell'attesa, il mal di testa quando siamo in tensione, i pruriti o gli eritemi alla pelle, la percezione fisica di minaccia stanno a indicare che l'onda psicosomatica accende un sismografo capace di registrare increspature e rugosità: messaggi in bottiglia affidati alle correnti della vita. Questo libro vuole essere un'agile guida per sapersi muovere nell'intricato labirinto delle emozioni.


 

Cavicchi I.: Salute e federalismo. Forme e contenuti dell’emancipazione, Ed. Bollati Boringhieri, Torino, 2001.
Diviso in tre parti, il libro cerca di tracciare i contorni politici e culturali di una strategia federale in grado di comporre una legislazione sanitaria, ma prima ancora una cultura della salute e della medicina, che, di là da sterili questioni di forma giuridica, possa incarnare un’idea di diritto alla salute adeguata alle trasformazioni sociali e scientifiche della medicina, e che riesca a produrre reali vantaggi per le persone. Cavicchi (sociologo e direttore generale di Farmindustria) affronta dapprima la logica politica che sottende la percezione del ruolo pubblico della medicina, scoprendone i limiti racchiusi nelle funzioni storiche della tutela e nell’emergente concezione di un servizio da amministrare secondo criteri essenzialmente economici. Viene poi affrontata la confusione tra «sanità» e «medicina», ma, soprattutto, è criticata la subordinazione delle dimensioni conoscitive ed euristiche della medicina alla logica dell’economia, anziché utilizzarle in chiave economico-politica per indirizzare la soluzione dei problemi verso nuove strategie d’inclusione e non d’esclusione di diritti a prestazioni sanitarie. L’ultima parte è un’analisi/rivisitazione critica d’alcune parole chiave della sanità e della medicina, come benessere (che senso ha oggi parlare della salute in termini di benessere, oltre mezzo secolo dopo la definizione dell’OMS del 1948?), obiettività, evidence (nel senso in cui il termine viene assunto nell’ambito dell’evidence based medicine), appropriatezza, tecnocrazia. Un testo culturalmente impegnativo, certamente in sana controtendenza, che riflette un percorso forse un po’ tortuoso ma autentico e, indubbiamente, originale. Un aiuto a noi che lottiamo dalla parte di nuovi contenuti non meramente economici e burocratici nel rapporto medico-paziente proprio da chi dovrebbe esserci avverso (abbiamo già detto il ruolo dell’autore nell’industria del farmaco).


Gadamer H.G.: Il cammino della filosofia, Ed. Rai Educational, Roma, 2001.
Il tratto fondamentale dell’ermeneutica contemporanea è rappresentato dalla progressiva trasformazione dell’ermeneutica da disciplina particolare e ausiliaria, spesso accompagnata da un aggettivo (giuridica, biblica, letteraria...), a - secondo una fortunata espressione di Gadamer - vera koiné del filosofare della nostra epoca. Nel Novecento, infatti - ancora ricorrendo alle parole di Gadamer - questa parola "ha fatto fortuna, come accade alle parole che esprimono in modo simbolico l’atteggiamento di tutta un’epoca". La storia di questa decisiva trasformazione è segnata soprattutto dal pensiero di Hans-Georg Gadamer e dal suo fondamentale Verità e metodo, che ha inaugurato il cammino dell’ermeneutica contemporanea nel suo senso più compiuto.
L’impostazione attraverso cui Gadamer articola il discorso ermeneutico ruota intorno ad alcuni termini-chiave: ‘interpretazione’, ‘storicità’ e ‘dialogo’.
Il cammino della filosofia vuole essere un’interpretazione del pensiero filosofico fondata sui contenuti e sulle forme della storicità e del dialogo, un viaggio che dia voce a un Gadamer testimone e interprete ‘in dialogo’ con la tradizione. Rispondendo alle nostre domande il filosofo tedesco – considerato l’erede di quella affascinante avventura del pensiero che va dalla filosofia classica tedesca ad Heidegger - si ferma a conversare con Eraclito, Parmenide, Platone e Aristotele, Kant, Hegel fino ai filosofi a lui contemporanei, ripensandone i concetti fondamentali. "Dialogare" significa varcare una distanza, riconoscere l’ "altro" nella sua irriducibile alterità per incontrarlo e comprenderlo.
Una "storia della filosofia" così pensata e raccontata è dunque un corrispondere alla domanda ermeneutica, ascoltando un filosofo che ha fatto del colloquio con i grandi maestri del passato la cifra del proprio pensare.
Una discussione che termina senza finire, perché - concludendo ancora con Gadamer, ma con una parola che non vuol essere mai l’ultima - "un dialogo è qualcosa in cui si capita, in cui si viene coinvolti, del quale non si sa mai prima cosa ne ‘salterà fuori’, e che si interrompe non senza violenza, perché c’è sempre ancora d’altro ancora da dire... Ogni parola ne desidera una successiva; anche la cosiddetta ultima parola, che in verità non esiste".


Marconi D.: Filosofia e scienza cognitiva, Ed. Laterza. Roma-Bari, 2001.
Diego Marconi sottolinea la complicatezza del rapporto tra scienza cognitiva e filosofia: dove, però, il termine «complicatezza» non è sinonimo di quella «confusione concettuale» che spesso e volentieri depone le proprie uova tra le divagazioni di non pochi seguaci delle svariate mode sulla «complessità». E gli stati confusionali si possono evitare qualora si analizzi la situazione avendo cura di ricordare che i rapporti tra settori disciplinari sono condizionati dall’esistenza di vincoli empirici. Così, quando la scienza cognitiva affronta una domanda specifica - «Che cos’è la comprensione del linguaggio?» - ci si attende che la risposta sia compatibile con «la realizzabilità della comprensione da parte di una mente come quella umana». Ovvero: «l’algoritmo con cui la comprensione viene identificata dev’essere realizzabile da una mente finita che abbia le risorse di memoria e di calcolo che è sensato attribuire alla mente degli esseri umani». Ne segue che è «questo vincolo empirico a distinguere la scienza cognitiva dall’analisi concettuale praticata dai filosofi». Per chi legge questo eccellente libro, si apre una densa prospettiva di riflessione intelligente su uno spettro di problemi - scientifici e filosofici - quanto mai vario. E la prospettiva si apre anche perché Marconi sa guidare il lettore: come guida, egli non si compiace mai nell’esibire tecnicismi inutili o inutili oscurità di scrittura. Basti qui citare gli ottimi spunti che questo libro regala a proposito di una questione filosofica per eccellenza: quella che riguarda il cosiddetto «terreno osservativo neutrale» e che fa parte del terzo capitolo: «Dalla scienza cognitiva alla filosofia». Facendo riferimento a esperimenti sulle illusioni ottiche, Marconi fa notare che i loro esiti sono scorrelati dalle nostre credenze. Quando guardiamo certe figure, «la nostra ferma convinzione al riguardo non ha, a quanto pare, alcuna efficacia sul processo di visione o sul suo risultato. Semplicemente, la visione ignora quella convinzione». Dal che segue che nel processo della visione noi «seguiamo principi a priori della percezione la cui efficacia non può essere modulata cognitivamente». Siamo allora nelle vicinanze di un’area nuova di problemi: le strutture percettive hanno «vincoli naturali» formatisi in quanto generano «un vantaggio adattativo». Non a caso, dunque, il libro si chiude con un capitolo intitolato «Il ritorno della natura umana» centrato sul dilemma tra uomo culturale e uomo biologico. Pagine che durano in un volume raccomandabile perché suggerisce una rosa di problemi aperti, invece di cullarsi, com’è facile a farsi da decenni, nell’idea che «l’umanità, più che una specie», sia «una capacità d’interpretazione». Se davvero fossimo soltanto interpreti, modulati nelle nostre categorie essenziali da processi esclusivamente culturali, ci troveremmo nella situazione di reinventare la natura in funzione di ciò che, di volta in volta, accade nei libri. L’argomento ha attraversato strati variegati della saggistica del Novecento. Ma giova comunque ricordare che, malgrado le pretese di originalità accampate da non pochi pensatori, l’argomento è d’antica data. Già agli inizi del Seicento, per esempio, Galileo Galilei sollevava critiche nei confronti di quegli intellettuali che egli battezzava «filosofi in libris» e che presumevano di domare i fenomeni naturali a colpi di apparati bibliografici. L’esistenza dei satelliti di Giove non era un affaire filologico, così come non è questione di citazioni o reinterpretazioni la presenza ineliminabile di norme percettive e categoriali inserite nel nostro corpo dall’evoluzione biologica. Insomma, siamo ben più esseri biologici di quanto fosse ammissibile prima di Darwin.


Bouvet J.F.: La strategia del camaleonte, Ed. Raffaello Cortina, Milano, 2001.
È un neurobiologo, si chiama Jean-François Bouvet e, oltre a possedere conoscenze professionali attorno agli argomenti di cui parla, sa anche scrivere in modo semplice e accattivante. Nelle belle pagine di "La strategia del camaleonte" ci racconta di come la simulazione, nel mondo animale e vegetale, si inquadra in una cornice evoluzionistica. Anche le nostre simulazioni, s’intende, e anche le nostre tattiche di seduzione e inganno.


Zaglio A. (a cura di): Le Leggi dell’Ospedale, II Edizione, Ed. Verduci, Roma, 2002.
L’enorme successo della prima edizione (pubblicata nel 2000) ha convinto l’editore a questa revisione aggiornata sulle leggi ospedaliere: intricato dedalo di note, circolari e decreti che, con ritmo quasi giornaliero, rendono la “certezza del diritto” discutibile per ogni medico ed operatore sanitario. I vari aspetti normativi sono dettagliatamente esaminati e commentati da un nutrito gruppo di esperti (ben cinquanta), che non solo non trascurano alcuna parte della enciclopedica materia, ma forniscono note esplicative di grande chiarezza. Una particolare attenzione è dedicata alle MnC, esaminate sotto il profilo legale ed applicativo, ma anche delle evidenze scientifiche e delle ricerche realizzate in Italia e nel mondo negli ultimi anni. L’agopuntura è trattata con ricchissima mole di riferimenti bibliografici, che ne riconoscono gli aspetti scientifici ma anche le considerevoli peculiarità. Si conclude, in modo razionale e pacato, che non solo la EBM ma altre procedure dovrebbero essere impiegate nel validare questa millenaria arte medica, oggi, erroneamente, tenuta fuori dai cosiddetti Lea (livelli essenziali di assistenza).