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Associazione Europea Medicine Energetiche e Tradizionali
Torino
Presidente: V. SanfO |
LE ENERGIE VITALI.
Aspetti energetici sottili: materia, energia, coscienza, polarità
Dott. Valerio Sanfo[*]
Riassunto: Tra spirito e materia la distanza è
enorme; voler applicare ad ambedue le stesse regole, gli stessi modelli e gli
stessi mezzi è impossibile. Fin tanto che si cercherà di misurare l’anima, la
spiritualità, l’evoluzione, l’energia vitale, i corpi sottili, con metodiche
scientifiche, non si approderà a nulla.
Il nulla al quale si
giunge non indica che niente esiste, ma solo che nulla si può fare con ciò che
si possiede di materiale.
“...una tendenza
tipica della scienza moderna, e cioè la tendenza a ridursi ad un’espressione
puramente matematica e quantitativa, lasciandosi così sfuggire tutto l’aspetto
qualitativo della realtà, e cioè proprio l’essenziale.” (Ponte, 1961, p. 11).
Il razionalismo dei
nostri tempi commette un grave errore quando crede di poter sottoporre a
critica intellettuale razionale fatti religiosi, mistici, trascendenti.
“Sebbene le loro
teorie li stiano portando a una concezione del mondo che è simile a quella dei
mistici, è sorprendente quanto poco ciò abbia influito sugli atteggiamenti
della maggior parte degli scienziati.” (Capra, 1989, p.356).
Per Jung l’intelletto
nuoce all’anima quando pretende di diventare l’erede dello spirito: “Lo
spirito è un principio orientativo della vita che tende a fulgide e sovraumane
altezze.” (Jung, 1981, p.16).
Un’altra antica
civiltà, quella cinese, contende l’anzianità alla civiltà indiana e non è ben
chiaro se sia l’India o la Cina a riuscire a dimostrare la propria longevità;
sta di fatto che ambedue accordano su caratteristiche essenziali:
1) l’essere umano è
inseparabile dall’ambiente nel quale vive, con il quale è in diretta
comunicazione alimentare ed ecologica;
2) l’uomo quale
piccolo cosmo è fatto d’immagine e somiglianza del grande cosmo;
3) non esiste malattia
ma solo squilibrio;
4) è nei corpi sottili
che prende l’avvio lo squilibrio e solo successivamente viene trasmesso verso
il corpo materiale;
5) vi sono degli
elementi principali che concorrono alla formazione di tutta la materia: acqua,
fuoco, aria, terra, nella antica filosofia greca; fuoco, aria, metallo, legno,
acqua in quella cinese;
6) allontanando
l’eccesso di energia vitale, o richiamando energia vitale per colmare la
carenza, si ripristina lo stato di equilibrio nell’organismo.
Parole chiave: corpi sottili, squilibrio, energie vitali, materia, energia,
coscienza, polarità
1. INTRODUZIONE
Si accusa sovente la
medicina tradizionale di ascientificità.
L’oggetto delle
antiche conoscenze mediche era l’uomo stesso nella sua globalità inscindibile
dall’ambiente terreno e simbolico.
Se ci basiamo sulla
composizione ternaria dell’uomo: corpo, anima e spirito, possiamo capire perchè
non è possibile scindere la medicina dalla filosofia e dalla religione: la
medicina si rivolge al corpo, la filosofia all’anima, la religione allo
spirito.
In realtà questa
assegnazione è sicuramente arbitraria, perchè è impossibile definire i confini
tra l’approccio medico, filosofico e religioso; ma ciò chiarisce quanto l’uomo
abbia necessità di trattamenti che non si fermino al concetto della materia.
R.H. Banneman, J.
Burton e C. Wenqie, esperti dell’OMS, pur riconoscendo gli indiscutibili
successi dell’applicazione del metodo scientifico alla medicina nell’approccio
alle malattie cosiddette “esogene”, riconoscono del tutto serenamente che “nelle
patologie degenerative invece, i risultati sono stati meno spettacolari: in
quelle infine ove fattori comportamentali, emozionali o spirituali hanno un
ruolo importante sarebbe difficile sostenere che il metodo scientifico abbia
determinato progressi degni di nota. Alcuni affermano, anzi, che i segni di un
deterioramento sono evidenti. La ricerca di alternative sembra quindi essere di
estrema attualità.” (Ricciuti, 1986, p.6).
Quando troviamo
sorprendenti concordanze fra il PRANA indiano, il QI cinese, il PNEUMA greco,
il MANA polinesiano, il SROG-LUNG tibetano, non dobbiamo pensare al caso, ma ad
una radice comune voluta dalla necessità umana di cogliere la presenza di un
elemento energetico impalpabile, causa dei processi vitali dell’uomo e della
natura.
“Si tratta di un
mezzo che abbiamo ragione di considerare come una zona equatoriale della sfera
cosmica, o un piano di simmetria,
che separa il sovrasensibile dal sensibile, il Cielo dalla Terra. Codesto
piano, di ipotetica discriminazione tra ciò che è fisico e ciò che è
metafisico, potrebbe chiamarsi di specularità o di simmetria cosmica, giusta il
canone ermetico ‘sicut superius, sic inferius’; nel senso che, mediante tale
piano, il mondo delle essenze o delle microstrutture si rispecchia nel mondo
fisico delle esistenze, come l’albero delle acque del lago.” (Pavese, 1956, p.149).
2. TRA ENERGIA E MATERIA
E’ risaputo che è
possibile trasformare la materia in energia (sarebbe meglio dire la massa in
energia), e nella fissione atomica, lo sviluppo di energia è enorme.
“Nulla è solo
energia, nulla è solo materia. Variano solo le proporzioni e la natura dei
rapporti.” (Van
Nghi, 1982, p. 195).
Una energia, quella
vitale, che non dovrebbe stupire più di tanto il fisico, abituato ormai a
verificare come la materia può mutare continuamente, e come tra questa e
l’energia vi è possibilità di trasformazione reciproca.
“Tutte le
particelle possono essere create dall’energia e possono scomparire in energia.
In questo contesto, concetti classici come ‘particelle elementari’, ‘sostanza
materiale’ o ‘oggetto isolato’, hanno perso il loro significato; l’intero
universo appare come una rete dinamica di configurazioni di energie non
separabili.” (Capra,
1989, p.96).
Un universo
inscindibile e in continuo movimento e trasformazione. Una caratteristica
peculiare della struttura della materia è il movimento: elettroni, pianeti,
galassie, tutto ciò che è materiale è in movimento e possiede energia cinetica;
quindi tutto ciò che esiste si muove e possiede energia.
Il fisico nucleare
non vede le particelle, ma si accontenta delle tracce del movimento lasciate da
queste in una camera a bolle; per così dire vede le tracce del loro passaggio.
Vi sono numerose
forme di energia di tipo extrasensoriale; ad esempio l’energia chimica, quella
nucleare, quella della stessa natura della luce che cade fuori della portata
del nostro sistema visivo.
Si dirà, ovviamente,
che tramite apparecchiature di rilevamento, è possibile verificarne la
presenza, mentre invece l’energia vitale non possiede questa particolarità.
Niels Bohr
(1885-1962) diceva ai suoi allievi:
“Qualunque
proposizione io pronunci, deve essere intesa non come mia affermazione, ma come
una questione da discutere.”; questo è il pensiero di un vero scienziato, sempre pronto a
discutere anche ciò che non è ancora scientifico.
Se i corpi sottili
sono veramente composti da energia vitale, come propone da millenni l’antica
gnosi tradizionale, dovremmo attendere un giorno, non si sa quando, che
qualcuno escogiti un sistema per verificarlo. Fino ad allora dovremmo dire che
sicuramente quella dei corpi sottili è solo frutto della fantasia demenziale
dei nostri avi.
Con ciò, non si vuole
accettare tutto ciò che Induismo, Buddhismo, Taoismo e altre discipline ci
hanno tramandato, ma almeno asserire che forse, probabilmente, potrebbe anche
esserci un fondo di verità. D’altronde anche il fisico moderno ormai tratta la
materia sotto l’aspetto probabilistico e, strano a dirsi, tra misticismo
orientale e meccanica quantistica si hanno molti punti in comune.
“Quando queste
corrispondenze tra la scienza occidentale e il misticismo orientale saranno
accettate, sorgeranno moltissime domande sulle loro implicazioni. La scienza
moderna, con tutti i suoi raffinati macchinari, non sta semplicemente
riscoprendo la sapienza antica, nota ai saggi orientali da migliaia di anni? I
fisici non dovrebbero quindi abbandonare il metodo scientifico e cominciare a
meditare? Oppure, può esserci una influenza reciproca tra scienza e misticismo,
o forse persino una sintesi?” (Capra, 1989, p.355)
2.1. Materia, energia, coscienza
Materia ed energia
manifestano quel dualismo facilmente riscontrabile nelle dottrine orientali.
Due presenze opposte
e complementari, formanti un codice bifacciale nel quale la mancanza di una,
impedirebbe all’altra di essere.
Nell’induismo come
nel taoismo, la natura, e l’uomo quale suo aspetto, necessita di un terzo polo,
un riferimento centrale, un asse
creante una triade.
La vita si manifesta
in triplice veste come materia, energia e coscienza, o, se vogliamo, come
corpo, anima e spirito, ecc.
In quest’ottica tutto
è vivo; anche l’atomo con il suo dinamismo degli elettroni in movimento attorno
al nucleo è cosciente della propria attività: la sua è una coscienza di tipo
vibratorio.
L’energia oltre che
materia avrebbe anche coscienza, quindi una energia vitale, una materia
vivente, una vita cosciente.
Tutto ciò che è
cosciente è vivo e tutto ciò che è vivo è cosciente. Ciò che è doveroso
sottolineare è che la coscienza si diversifica per i gradi di appartenenza, per
i livelli e le gerarchie: tutto vive ed è cosciente ma un sasso avrà un livello
di coscienza minore di un cavallo.
Ma se l’energia non è
che un aspetto della materia, possiamo asserire che anche l’energia è cosciente
ed è quindi viva; ecco perchè possiamo accettare che l’energia sia disposta per
gradini qualitativi e vi siano energie più coscienti di altre; così l’energia
che anima il sasso avrà meno valore di consapevolezza di quella che anima il
cavallo.
Eccoci a prospettare
la presenza di una energia vitale che ci porterà in seguito a capire perchè la
fisiologia tradizionale si riferisce a corpi energetici composti da energie
sottili, con gradi di sottigliezza tanto più impalpabili tanto più ci si
avvicina ad un grado superiore di coscienza.
Tutti questi termini
andrebbero virgolettati, ma non possiamo che accettare di togliere le
virgolette, perchè in caso contrario, buona parte di questa esposizione
andrebbe virgolettata.
Ma se risulta, per il
momento, scientificamente impossibile verificare la presenza di una energia
vitale, lo è ancor meno quando si vuole misurare lo stato di coscienza di ciò
che esiste: materialmente o energeticamente.
La coscienza si
conosce interiormente, è uno stato in cui la mente può trovarsi; ognuno
possiede la propria coscienza, essa può essere allargata, trascesa, ma comunque
è in essa e per essa che ci si sente vivi.
Chiamare l’energia
vitale il mezzo o, se vogliamo dire, il carburante per il mantenimento di un
certo grado di coscienza, ci permette di comprendere i termini “materia
sottile” o “corpo sottile”; tanto più sottili, tanto più la coscienza è
sublimata.
Nel Taoismo diviene
la forza attraverso la quale si manifesta la sostanza della coscienza, che
nell’Induismo chiamano Prana, che permea tutto l’universo; nulla può esistere
se non vitalizzato da questa Energia Vitale (E.V.) cosciente.
Quando si ammette la
presenza di un campo di energia nel quale sarebbe immerso il corpo materiale,
si indicherebbe proprio la presenza di E.V. che, come un guscio ovoide, avvolge
il corpo; tale guscio sappiamo viene chiamato aura vitale.
Una fisiologia delle
energie corporee che si stacca totalmente dalla conoscenza medica
contemporanea.
Ma anche ricercatori
contemporanei hanno avvalorato la presenza di una E.V. e di uno stato di
coscienza nelle controparti sottili della materia.
Abbiamo trattato gli
esperimenti di Reich, la scoperta dei bioni e le possibilità date dalla
costruzione della camera Kirlian.
In Russia, il corpo
composto da materia sottile viene chiamato con il nome di Bioplasma o forza
aggregatrice biologica, o anche corpo bioplasmatico, intendendolo come
controparte del corpo fisico, quindi riferito a quello che abbiamo chiamato
corpo eterico o doppio eterico.
Anche per i russi, in
accordo con la fisiologia tradizionale, sarebbe il corpo bioplasmatico a
mantenere in vita quello materiale e questo avrebbe una propria circolazione
energetica collegata alla parte fisica ma indipendente da essa, tanto da poter
svolgere le proprie attività vitali, senza la compresenza del corpo materiale.
2.2. L’energia mentale
Nella costituzione
sottile dell’uomo vi è un corpo sottile chiamato “mentale”, sede del pensiero e
magazzino della memoria.
E’ in questo corpo
sottile che possiamo rintracciare il principio cosciente che anima gli esseri
viventi.
Anche l’animale
pensa, così come, in questi ultimi anni si attribuisce una forma di pensiero
anche alla pianta.
Ogni essere vivente è
cosciente del suo stato di coscienza; questo gioco di parole è voluto, per
indicare che andare oltre la propria coscienza indicherebbe aver ampliato la
coscienza che da quel momento sarebbe la nuova coscienza.
Attribuire al
computer un grado di coscienza e intelligenza al di fuori di quella vibratoria
propria della materia inerte, è utopico.
L’energia mentale o
psichica è una forma dell’energia sottile, una costituzione più sottile di
quella che forma il corpo sottile astrale e il doppio eterico.
Questa energia
mentale è superiore a quella vitale perchè coordina e indirizza quest’ultima.
Vi è un tipo di
energia mentale che alimenta l’animale, e un’altra che alimenta l’uomo; ma
attenzione, non tutti gli animali e gli uomini sono uguali tra di loro.
Solo l’uomo evoluto,
superiore, il pneumatico degli gnostici può giungere alla contemplazione, al
silenzio interiore, all’uso del linguaggio metaforico.
La consapevolezza
mentale si presenta diversificata negli uomini, e tanto più il corpo mentale
vibra di energia mentale sottile, tanto più lo stato di coscienza e quindi di
consapevolezza si avvicina al suo massimo grado: quella cosmica.
Nell’uomo comune è il
suo “ego” che gli permette di autoidentificarsi; nell’uomo spirituale l’io è
solo l’aspetto individuale condiviso socialmente con una mente collettiva
umana.
Tanto più questa
identificazione con il collettivo si realizza, tanto più il “sè” individuale si
trasforma in io superiore, o anima spiritualizzata, o atma.
Quando l’energia
mentale si è completamente liberata dall’influenza dell’energia dei corpi
sottili inferiori, si avvicina a quello che nello yoga viene definito come
sospensione dei processi mentali: uno nel tutto e tutto nell’uno.
Abbiamo così aggiunto
all’energia vitale una seconda energia, quella mentale, che gerarchicamente è
posta ad un livello superiore, perchè è da essa che l’E.V. viene coordinata.
Ricapitolando,
esponiamo in questa tavola i livelli energetici (semplificati al massimo):
1) ENERGIA MATERIALE
|
L’energia mentale è
la direttrice di tutte le energie vitali. Essa è l’unica in grado di
controllare le singole E.V. e nel contempo di autogovernarsi.
L’autogoverno dipende
dal grado di coscienza raggiunto, alla fin fine non è tanto il sapere
dell’esistenza di E.V., quanto il valore spirituale dell’individuo.
Nella pagina seguente
riportiamo un modello che vuole ricapitolare le principali energie e porle in
relazione con l’energia mentale.
2.3. Il principio di coscienza causale
L’energia mentale
dispone l’energia vitale, ma chi coordina l’energia mentale?
Ci deve essere
qualcosa o qualcuno che pensa e ragiona dentro di noi; un principio primo causa
di tutte le attività vitali.
Fissare le
caratteristiche di una energia mentale superiore o causale è impossibile; si
potrebbe solo a patto di poter raggiungere la causa prima di ogni cosa, ovvero
il Creatore, Assoluto, Indeterminato, Incondizionato.
Non resta che
chiarire, far luce, decondizionarsi, ecc., per cercare di avvicinarsi forse a
ciò che mai verrà raggiunto. La coscienza vigile è lo stato di coscienza più
ristretto, nel quale la consapevolezza del proprio esistere è separata e
distinta dal resto del mondo.
La pratica dello yoga
mira al raggiungimento di uno stato di coscienza opposto; dalla contemplazione
del mondo (samadhi), alla coscienza iniziatica nella quale vi è la piena
consapevolezza di conoscere ciò che avviene e perchè avviene.
Si diventa
consapevoli delle cause che reggono la propria vita e del legame di queste con
le cause del mondo. Nello stato di coscienza causale ci si rende conto di far
parte di un “Programma Celeste”.
Nello yoga, ma anche
nel Buddhismo come in generale nella tradizione mistica orientale, è la
dissoluzione della coscienza individuale, dell’egoicità, che deve realizzarsi,
per poter raggiungere la libertà.
“Lo yoga trascende
la conoscenza perchè è coscienza.” (Blitz, 1982, p.11).
Non a caso, il corpo
causale viene chiamato “corpo del discernimento” e corrisponde al Manas
superiore. E’ l’energia mentale superiore che diventa il veicolo per
raggiungere le vette sempre più alte della consapevolezza dell’esistere. La
causa di qualsiasi avvenimento nei corpi sottili inferiori, mosso dalle energie
sottili inferiori, risiede nel corpo mentale superiore, e quella che viene
chiamata malattia non sarebbe altro che il frutto di una mancanza di
comprensione dei valori spirituali.
“Se siete tristi e
infelici significa che la vostra coscienza si è ‘impigliata’ nei livelli più
bassi dell’esistenza umana - se non in quelli dell’esistenza animale. Allora
dovete praticare lo yoga. Non avete altra scelta. La pratica dello yoga raffina
e diminuisce la grossolanità della vostra natura più bassa. E la vostra
coscienza - legata a questa natura grossolana - se ne libera gradualmente, si
evolve e si espande.” (Chidananda, 1982, p. 17).
3. POLARITA’ DELL’ENERGIA VITALE
Tutto ciò che esiste
non è statico ma in continuo movimento, questo concetto lo abbiamo già
affrontato, e la pulsazione o frequenza quali aspetti dell’alternarsi della
bipolarità nell’antica Cina venivano chiamati yin e yang.
Un codice binario che
sappiamo domina anche nell’ambito del biologico: “La natura binaria dei
viventi implica l’esistenza di stati distinti e opposti. Poiché questi stati
sono autogenicamente connessi, il passaggio dall’uno all’altro deve avvenire
bruscamente, per un salto.” (Sermonti, 1988, p.67).
Positivo e negativo,
centrifugo e centripeto, esterno ed interno; una linea continua per yang e una
linea interrotta per lo yin, nel Tao diventano la rappresentazione grafica del
positivo e negativo. Questi due simboli, nella loro triplice rappresentazione,
permettono la formazione di 64 trigrammi che nell’I King, indicherebbero tutte
le possibili situazioni cosmiche.
L’energia vitale che
circola nei corpi sottili, attraverso le nadis dell’Induismo, oppure nei canali
dell’agopuntura nella medicina tradizionale cinese, si alterna in qualità
maschili o femminili e in questo alternarsi si palesa il concetto di ciclicità
e di frequenza; una perturbazione della perfetta posizione di equilibrio
dell’E.V. che altrimenti non potrebbe circolare.
Sappiamo dalla fisica
che la caratteristica delle onde consiste nel trasferimento di energia senza
che avvenga alcun trasporto di materia.
Quando si parla, nella
fisiologia tradizionale, di energie, in fondo si usa un linguaggio usato dalla
scienza, e a dire il vero presente prima ancora che la scienza ufficiale lo
usasse, e sovente può venire il dubbio, formulato anche dal fisico Fritjof
Capra, che molti scienziati abbiano attinto le loro ipotesi negli antichi testi
del misticismo orientale.
E’ nella riunificazione
delle due polarità che si ritrova l’archetipo dell’androgino, quale ritorno
all’uno primigenio.
Affinché ci sia vita
nei piani sottili inferiori, deve esserci per forza dualismo energetico.
“L’Energia è la
causa di tutte le creazioni e di tutte le distruzioni. Il Cielo, la Terra,
tutti gli esseri e tutte le cose sono creati a partire dall’energia. Le
diversificazioni e le trasformazioni dell’energia fondamentale avvengono
secondo un processo bipolare descritto dalla legge Yin-Yang.” (ibidem, p. 195).
Dall’alternanza dei
due poli nasce anche il concetto del ciclo in quattro tempi, come quello
stagionale, che quando si riferisce ad un punto centrale, all’intersecarsi di
una croce, assume la valenza di quinario, allacciandosi così anche alle cinque
stagioni cinesi.
Quindi energie
cicliche, bipolari, circolanti all’interno di gusci energetici più o meno
sottili a seconda della frequenza vibratoria caratteristica della materia
sottile.
L’uomo immerso nella
natura è inserito all’interno di movimenti ciclici, il pulsare del suo cuore
posto all’interno del pulsare dell’universo.
“L’uomo vive
nell’universo e ne subisce quindi tutte le variazioni. In lui si ritroveranno
le medesime regole dell’evoluzione della dialettica ‘energia-materia’. Egli
forma da solo un microcosmo ed è costituito da un equilibrio Yin-Yang, il più
perfetto che i Cinesi conoscano in tutti gli esseri viventi. L’uomo subisce
quindi le variazioni dell’ambiente naturale, poiché ne è l’emanazione e la sua
fisiologia è il risultato di un equilibrio Yin-Yang, interno ed esterno.” (Van Nghi, 1982, p.196).
4. LA SETTUPLICE DISPOSIZIONE
Sembra proprio che la
nostra psiche sia legata al numero sette, questo numero magico che compare ogni
volta che ci riferiamo ad aspetti di relazione con il mondo esterno.
Nell’esoterismo
occidentale così come nel misticismo
orientale, questo numero rappresenta i piani che compongono la creazione.
“Questo (universo)
non eterno deriva dunque dall’eterno, mediante gli elementi sottili delle forme
di questi sette gloriosissimi Principi (Purasha).” (Blavatsky, 1981, vol.II, p.51)
Sette i giorni della
settimana, i vizi capitali, sette i Sacramenti, sette i pianeti maggiori, i
corpi sottili nella Teosofia, sette i centri di coscienza nell’Induismo.
Il processo evolutivo
si articolerebbe su sette livelli, proprio come i gusci di un atomo. Macrocosmo
e microcosmo basati sulla presenza di sette unità.
Sette Eternità
scaturite dall’eterna Generatrice che da Brahma hanno originato ogni aspetto
spazio-temporale-materiale di ciò che esiste.
“Queste Eternità
sono dedotte da calcoli molto segreti, nei quali, per giungere ad un totale
esatto, ogni cifra deve essere 7x; varia secondo la natura del ciclo
nel mondo soggettivo o reale, e ciascuna cifra si riferisce, o rappresenta, i
diversi cicli - dal più grande al più piccolo - nel mondo oggettivo o irreale
deve essere necessariamente un multiplo di sette.” (ibidem, vol. I, p. 25)
Sette piani di realtà
che attraverso sette piani sottili: fisico, eterico, astrale, mentale,
spirituale, cosmico e nirvanico, danno forma e vita a sette corpi sottili
corrispondenti, rappresentati da sette centri di forza o di coscienza, chiamati
chakras nell’Induismo.
Per l’antroposofia di
Rudolf Steiner, anche la vita umana si sviluppa in passaggi settennali e ogni
sette anni nell’uomo avvengono cambiamenti di tipo energetico sottile; così ad
esempio a 7 anni il bambino ha terminato di esteriorizzare il suo corpo doppio
eterico, e tale traguardo viene segnalato dallo sviluppo della seconda
dentizione.
5. ASPETTI
ENERGETICI SOTTILI
Abbiamo ormai appurato
che l’uomo antico, in particolare quello orientale, considerava gli esseri
viventi costituiti da corpi composti da materia sottile e che l’anatomia
tradizionale si discosta da quella medica, pur mantenendo sul piano fisico
delle corrispondenze: ad esempio tra ghiandole endocrine e chakras.
La differenza sostanziale tra pensiero antico
e scienza medica contemporanea è che in quest’ultima si accetta la presenza
solo del corpo fisico e alcune volte anche di una psiche, ma questa seconda
presenza interessa normalmente lo psicologo e qualche volta lo psichiatra.
Nella anatomia
tradizionale, l’uomo è composto da più controparti o corpi sottili, nei quali
si svolge una circolazione energetica che, pur essendo condivisa tra le varie
controparti, presenta delle proprie caratteristiche peculiari a seconda del
corpo sottile interessato.
Man mano che si scende
verso il corpo materiale, aumenta la densità della materia e diminuisce la
presenza di energia.
Al contrario, tanto più
si sale verso corpi sempre più sottili, tanto più aumenta la concentrazione di
energia vitale.
Per curare le malattie
è quindi essenziale per l’Induismo, così come per il Taoismo, Buddhismo,
Lamaismo, la conoscenza delle strutture dell’anatomia e fisiologia sottile.
Ognuno dei sette
chakras svolge delle funzioni proprie connesse alla circolazione dell’energia
vitale. Un concetto di circolazione energetica che troviamo esposto chiaramente
attraverso l’utilizzo di modelli di riferimento impeccabili nella medicina
tradizionale cinese: i canali nei quali circola ritmicamente l’energia
vitaleQi. Nell’India è il Prana che circola nelle nadis.
La fisiologia dei
corpi sottili è globale, riguarda tutte le parti che costituiscono il sistema
umano: i suoi corpi sottili, i suoi organi in mutua relazione, e l’ambiente con
il quale, continuamente, ogni essere vivente interagisce.
5.1. Medicina energetica
Nella medicina
energetica il rapporto non è solo tra farmaco e paziente, ma soprattutto con il
medico. Il rimedio è importante ma non essenziale, perchè rappresenta la parte
materiale della cura.
Se un guaritore
prescrive una certa pianta ad un paziente, la pianta è il contenitore di
valenze oltre che di principi attivi: valenza simbolica, mitologica, magico-religiosa;
insomma culturale. Quante piante nelle antiche storie, nei racconti tramandati
a voce.
Chi però prescrive il
rimedio rappresenta la possibilità della guarigione, il raggiungimento della
salute.
La differenza tra una
medicina tradizionale e quella ufficiale è che nella prima il rimedio è solo un
mezzo per la cura, nella ufficiale è l’oggetto della cura; magari si usa lo
stesso farmaco, ma in due modi totalmente diversi.
Tornando all’esempio
della pianta medicinale, le sostanze chimiche, ovvero i principi attivi,
operano sul corpo fisico e sulla sua controparte eterica; il contenuto
culturale sul corpo astrale (luogo di emozioni); la figura del guaritore o, se
volete, lo sciamano, che però potremmo chiamare anche pranoterapeuta, opera sul
corpo mentale o addirittura sul causale.
Solo un essere umano
può spiritualizzare un rimedio e indirizzarlo.
La somministrazione di
un rimedio deve tenere conto anche dell’atmosfera o ambiente circostante e del
grado di fiducia instauratosi tra paziente e terapeuta.
L’azione curativa sarà
sempre rivolta al ripristino dell’equilibrio, e questo può essere raggiunto o
eliminando l’eccesso, l’iperattività, oppure elargendo energia quando vi è
scarsità di essa.
Anche nella
pranoterapia viene mantenuta questa regola: “Talvolta, la provvista di Prana
che è in noi affluisce più o meno verso tale o tal’altro punto del nostro
corpo, l’equilibrio è allora rotto, e da questa rottura dell’equilibrio del
Prana ne consegue uno stato particolare che noi chiamiamo ‘malattia’. Per
guarire questa malattia, occorre o sopprimere il Prana superfluo o fornirne
colà dove esso difetta.” (Vivekananda, 1950, p.45)
5.2. Alimentazione
energetica
L’uomo per vivere deve
assorbire l’energia vitale (E.V.) ed è questa che si preleva dall’aria e dai
cibi.
L’E.V. non trova il
suo corrispettivo nelle componenti chimiche e nelle sostanze in generale quali
lipidi, proteine, zuccheri, vitamine, ecc., ma prescinde dalla componente
materiale.
L’E.V. è strettamente
legata alla vitalità, così ad esempio un frutto maturo appena colto possiede
molta più E.V. di un frutto che è stato raccolto da qualche giorno, anche se le
analisi chimiche non rileverebbero alcuna differenza.
L’energia vitale
presente negli alimenti è stata chiamata “radianza”, per indicare l’emissione
di forza vitale.
“Lo stato radiante
costituisce una modalità tutta speciale della sostanza, che essendo intermedia
tra la materia e l’energia, tra il visibile e l’invisibile, tra le cose e il
pensiero, forma come una zona di demarcazione e di separazione tra i due mondi
del corporeo e dell’incorporeo.” (Pavese, 1956, p.149).
Mangiare la frutta
cogliendola direttamente dalla pianta vuol dire immettere nel corpo una
maggiore quantità di E.V.
Questa energia viene
introdotta anche attraverso la respirazione; più l’aria è pura, ossigenata,
tanta più E.V. entra nell’organismo.
Vi sono luoghi ricchi
di E.V., come i boschi; quando si pratica la respirazione profonda in bosco,
viene assimilata più E.V.
5.3. Patologia
energetica
Nelle terapie
energetiche la parola malattia viene sostituita con squilibrio; disarmonia e
disaccordo ne sono sinonimi.
In tal modo la
patologia energetica si presenta semplificata, perchè più che alle malattie ci
si riferisce al binomio eccesso-difetto.
Lo stato di salute
richiede la presenza di alcune caratteristiche, delle quali segnaliamo le più
importanti:
1) L’energia vitale
deve circolare liberamente e armoniosamente all’interno delle parti anatomiche
sottili (canali o nadis, ecc.) in modo che le varie parti sottili dei corpi, in
particolare del corpo doppio eterico, siano alimentate con continuità. L’E.V.
circola nel corpo umano, oltre che nel tessuto sanguigno, anche in un
particolare sistema che non trova che in parte una corrispondenza anatomica conosciuta.
Si tratta di condotti o canali superfisici che si trovano oltre che nel corpo
materiale anche in altri corpi sottili dei quali l’uomo è composto.
Inoltre l’energia
vitale deve continuamente circolare tra l’individuo e l’ambiente circostante,
in modo che sia sempre presente un contatto con le controparti dei piani
sottili che compongono il macrocosmo.
2) Tra le due
caratteristiche principali di energia vitale: quella di segno positivo yang e
di segno negativo yin, come ad esempio viene indicato nella MTC, vi dev’essere
un certo equilibrio, pur essendo accettabile uno scarto nei limiti concessi
dalle stesse attività vitali.
3) L’uomo è composto
da controparti sottili dette “corpi sottili”; ogni corpo sottile dev’essere
governato, guidato e alimentato dal corpo che è posto su di un livello
energetico maggiore. Tanto più il corpo sottile è composto di energia sottile,
tanto più il suo valore energetico è maggiore.
Per ottenere un’azione
curativa bisogna sempre operare almeno sul corpo sottile più vicino; tanto più
si riesce ad intervenire su di un corpo sottile superiore (ad esempio il
causale) tanto più si avranno ripercussioni risanatrici in tutti gli altri
corpi. Conviene quindi, cercare di intervenire sul corpo sottile posto più in
alto.
4) Qualsiasi
squilibrio in un corpo sottile finisce per ripercuotersi sul corpo fisico,
tenendo conto che alcuni squilibri si manifestano anche dopo diversi anni. Ecco
perchè nell’Induismo le malattie vengono chiamate karmiche, ovvero dovute a
cattive azioni comportamentali dell’anima.
6. RIASSUNTO
Tra spirito e materia
la distanza è enorme; voler applicare ad ambedue le stesse regole, gli stessi
modelli e gli stessi mezzi è impossibile. Fin tanto che si cercherà di misurare
l’anima, la spiritualità, l’evoluzione, l’energia vitale, i corpi sottili, con
metodiche scientifiche, non si approderà a nulla.
Il nulla al quale si
giunge non indica che niente esiste, ma solo che nulla si può fare con ciò che
si possiede di materiale.
“...una tendenza
tipica della scienza moderna, e cioè la tendenza a ridursi ad un’espressione
puramente matematica e quantitativa, lasciandosi così sfuggire tutto l’aspetto
qualitativo della realtà, e cioè proprio l’essenziale.” (Ponte, 1961, p. 11).
Il razionalismo dei
nostri tempi commette un grave errore quando crede di poter sottoporre a
critica intellettuale razionale fatti religiosi, mistici, trascendenti.
“Sebbene le loro
teorie li stiano portando a una concezione del mondo che è simile a quella dei
mistici, è sorprendente quanto poco ciò abbia influito sugli atteggiamenti
della maggior parte degli scienziati.” (Capra, 1989, p.356).
Per Jung l’intelletto
nuoce all’anima quando pretende di diventare l’erede dello spirito: “Lo
spirito è un principio orientativo della vita che tende a fulgide e sovraumane
altezze.” (Jung, 1981, p.16).
Un’altra antica
civiltà, quella cinese, contende l’anzianità alla civiltà indiana e non è ben
chiaro se sia l’India o la Cina a riuscire a dimostrare la propria longevità;
sta di fatto che ambedue accordano su caratteristiche essenziali:
1) l’essere umano è
inseparabile dall’ambiente nel quale vive, con il quale è in diretta
comunicazione alimentare ed ecologica;
2) l’uomo quale
piccolo cosmo è fatto d’immagine e somiglianza del grande cosmo;
3) non esiste malattia
ma solo squilibrio;
4) è nei corpi sottili
che prende l’avvio lo squilibrio e solo successivamente viene trasmesso verso
il corpo materiale;
5) vi sono degli
elementi principali che concorrono alla formazione di tutta la materia: acqua,
fuoco, aria, terra, nella antica filosofia greca; fuoco, aria, metallo, legno,
acqua in quella cinese;
6) allontanando
l’eccesso di energia vitale, o richiamando energia vitale per colmare la
carenza, si ripristina lo stato di equilibrio nell’organismo.
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Paris, Adyar
[*]
Sociologo, pedagogista, laureato con tesi dal
titolo: “Aspetti di fisiologia tradizionale”, Direttore e docente della Libera
Università Europea di Medicine Tradizionali di Torino, Presidente e fondatore
dell’Associazione Europea di Medicine Tradizionali A.E.ME.TRA.
Erborista diplomato,
Consulente in etnofarmacognosia vegetale, membro straniero della Société
Française d’Ethnopharmacologie.
E-MAIL [email protected]