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DRENAGGIO:
studio comparativo in omeopatia ed agopuntura.
Riassunto: l’Autore prende a “prestito” dal mondo della
fitoterapia la parola drenaggio e ne studia le applicazioni in campo omeopatico
ed agopunturistico alla luce del concetto olistico.
Parola chiave: drenaggio, omeopatia, agopuntura , sulphur, quattro cancelli.
Il termine drenaggio è stato molto utilizzato in medicina omeopatica in particolare dalla scuola francese, e si riferisce in particolare a quei rimedi che svolgono un’azione su sintomi regionali o locali.
Questi rimedi dovrebbero
svolgere un effetto di drenaggio in particolare a livello degli emuntori,
favorendo così la eliminazione di sostanze tossiche per l’organismo.
La parola drenaggio non
appartiene al linguaggio della agopuntura anche se vi sono dei punti che
possono svolgere un’azione similare, ricordiamo tra questi: i quattro cancelli.
A questo punto ci poniamo due
domande:
secondo la concezione olistica il termine drenaggio ha un
significato? Oppure queste due medicine vengono stravolte nella loro essenza?
ancora drenaggio può avere una sua logica in riferimento a
situazioni di particolare impasse?
Ho introdotto il concetto di olismo parola ad ampio respiro che
sta ad indicare quella medicina che ha la caratteristica di studiare il malato
nel suo complesso e non la malattia. Pertanto un sintomo non viene ricondotto
soltanto ad una causa ma deve far necessariamente far parte del quadro
generale; analizzandolo sotto questo profilo lo si inquadra nel complesso della
manifestazione dell’individuo. Omeopatia ed agopuntura fanno riferimento a
questo concetto base, e soprattutto entrambe nascono dalla osservazione.
Samuel
Hanhemann, fondatore
della medicina omeopatica, traducendo la materia medica di Cullen, scoprì che i
lavoratori di chinino o coloro che ne erano lungamente a contatto, presentavano
un quadro di tossicosi psicofisica assai simile ai sintomi del malarico.
Questo dato
apparentemente paradossale, stimola Hanhemann, il quale ne intuisce
l’importanza ed iniziò ad assorbire egli stesso il chinino a dosi massive e
successivamente lo somministra ai familiari ed amici, tutti in buone condizioni
psicofisiche. L’esperimento ha esito positivo: i sintomi psicofisici si
manifestano circa due ore dopo aver ingerito la sostanza e scompaiono
gradualmente col finire la somministrazione. Effettivamente si manifesta la
febbre con caratteri di intermittenza ed una serie di sintomi collaterali che
ricordano la malattia. La geniale intuizione di Hahemann è certamente la
conseguenza di attenti studi classici e delle letture di Ippocrate e Paracelso
che già molto tempo prima avevano compreso che si poteva ottenere la guarigione
con “similia similibus curentur” divenuto poi il cardine fondamentale della
medicina omeopatica.
La sperimentazione riguardò numerose altre sostanze sia del mondo
vegetale che minerale ed animale, sostanze provate su se stesso che su amici, e
pian piano iniziò a registrare con accuratezza i sintomi della malattia
artificiale che appunto ne scaturiva.
Questo ci porta ad introdurre il concetto di
malato, concetto fondamentale per la medibcina omeopatica. Infatti lo studio
deve riguardare senz’altro la malattia
motivo della consultazione, ma si dovrà per così dire personalizzarla, nel
senso che quella malattia è evoluta in quel determinato soggetto.
Pertanto il medico omeopatico approfondirà il quadro psichico
del paziente in particolare sotto il profilo evolutivo, e successivamente
focalizzerà il quadro generale soffermandosi in particolare: su modalità di
miglioramento e di aggravamento, su desideri ed avversioni, su reazioni alle
temperature esterne etc. Soltanto a fine indagine potrà consigliare il
“simillimum” cioè quel rimedio che somministrato a dosi elevate all’Uomo sano
determinerà l’insorgenza di un quadro patogenetico, e di conseguenza ci fornirà
dei dati che sistematizzati serviranno a curare il corrispondente Uomo malato.
Una acquisizione fondamentale per la medicina cinese fu il
riscontro analogico tra i fenomeni naturali e l’organismo umano. Partendo da
semplici osservazioni quali la successione del giorno e della notte, il ciclico
evolversi delle stagioni con tutto il corollario di manifestazioni specifiche,
i cinesi ne hanno trovato la corrispondenza nell’Uomo.
Pertanto quest’ultimo
costituisce un microcosmo che evolve secondo le stesse leggi dell’universo nel
quale vive.
Il primo riferimento è
yin/yang: che ha una importanza fondamentale per tutta la MTC, e sta ad
indicare qualità opposte ma complementari: infatti ogni fenomeno può essere se
stesso e il suo complementare. Così il giorno e la notte, il caldo e il freddo,
energia e materia, e qualunque altra manifestazione.
Il simbolo dello yin/yang è rappresentato dal TAO,
caratterizzato da un cerchio diviso a metà da una linea sinuosa ed ha una parte
chiara disposta alla sinistra ed una parte scura disposta alla destra, ed
ognuna contiene una piccola particella dell’altro e questo sta appunto ad
indicare che non esiste una parte totalmente yin o totalmente yang, ma che al
contrario esiste una reciprocità. Se facciamo riferimento al corpo umano
distinguiamo la parte destra yin rispetto alla sinistra yang, la testa yang i
piedi yin, così la malattia acuta sarà yang, mentre la malattia cronica sarà
yin, naturalmente gli esempi possono continuare in proprio in riferimento a
questo aspetto di dualità.
A questa teoria si associa quella dei cinque elementi, che
considera l’universo costituito dal movimento e dalla trasformazione dei cinque
elementi fondamentali costituiti da Legno, Fuoco, Terra, Metallo, Acqua.
Pertanto gli elementi della natura sono stati classificati
sotto cinque rubriche di base, corrispondenti ai cinque elementi considerati, e
in base alle loro caratteristiche vengono distinti di qualità yin o yang.
I cinesi correlano tra di loro elementi in apparenza molto
diversi: punti cardinali, elementi climatici, manifestazioni psichiche,
funzioni viscerali etc. ed ecco che viene appunto stabilita, come dicevo prima
la correlazione tra macrocosmo e microcosmo umano.
Appare evidente che l’organismo
umano deve essere considerato un tutto uno proprio perché è un continuum, un
intreccio, e di conseguenza l’alterazione di una parte si ripercuote
necessariamente sull’altra.
In riferimento alla domanda che ci eravamo posti all’inizio il drenaggio non ha un significato limitativo rispetto al concetto olistico? Certamente si! Ma a volte noi medici ci troviamo di fronte a disturbi sfumati dove ancora non sono apparsi sintomi conclamati. Sintomi quali affaticabilità, lieve stanchezza fisica o psichica, memoria labile, umore variabile, sonno lievemente disturbato, dolori articolari senza particolari caratteristiche sintomi come dicevamo prima difficili da catalogare. Intanto il paziente ci richiede un aiuto, allora sarebbe utile un trattamento di tipo drenante che appunto stimoli l’organismo.
SULPHUR può essere la giusta risposta sotto il profilo omeopatico,
mentre per l’agopuntura i quattro punti cancello.
SULPHUR: definito da Hannhemann
il re degli antipsorici, svolge per questa sua peculiarità una vasta
azione e a questo proposito il dott.
NASH così spiega l’importanza di questo medicamento:
“SULPHUR può trovare la sua
indicazione in tutte le malattie. All’inizio di una malattia eruttiva,
favorisce la fuoriuscita dell’esantema, impedendo ogni complicazione. Durante
le malattie acute, ne anticipa la convalescenza. Nel corso di malattie croniche
e soprattutto all’inizio di un trattamento, << chiarisce il caso>>,
perché la sua forte azione d’eliminazione favorisce la rimozione di sostanze
tossiche e tossiniche, che migliorano
rapidamente il malato, e aiuta la scomparsa di quei sintomi secondari si scarso
valore.
I famosi quattro punti cancello
sono: HEGU, congiunzione della valle, e TAICHONG, grande assalto.
Il punto HEGU agisce sulla
globalità delle energie acquisite: sia di difesa, che nutritiva. Interessante
la sua azione sintomatica, infatti è il punto maestro della testa e del collo
pertanto è efficace nella cefalea, nelle rinosunisiti, congiuntiviti,
faringodinia, dolori alla spalla e all’arto superiore, ed inoltre per le
amenorree, per le dissenterie, e l’astenia. TAICHONG agisce sul canale del
fegato per calmare le sindromi da Pieno. Interviene profondamente sullo SHEN ed
è in grado di sedare i pazienti molto tesi con tendenza ad avere scoppi d’ira e
che spesso avvertono grande frustrazione o sentimenti di collera repressa. E’
efficace inoltre in caso di tensione nervosa da stress e la combinazione con il
punto precedente aumenta tale effetto.
In conclusione la somministrazione di una dose di SULPHUR 200K e la contemporanea infissione di questi quattro punti permette in breve tempo la scomparsa di quei sintomi sfumati che per il medico sono di non facile catalogazione, mentre per il paziente sono estremamente fastidiosi.
Bibliografia
Indirizzo per chiarimenti
Italo Sabelli
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