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Sede di Napoli

Direttore: Dr. Italo Sabelli

 

DRENAGGIO:
studio comparativo in omeopatia ed agopuntura.

Italo Sabelli

 

 

Riassunto: l’Autore prende a “prestito” dal mondo della fitoterapia la parola drenaggio e ne studia le applicazioni in campo omeopatico ed agopunturistico alla luce del concetto olistico.

 

Parola chiave: drenaggio, omeopatia, agopuntura , sulphur, quattro cancelli.


 

Il termine drenaggio è stato molto utilizzato in medicina omeopatica in particolare dalla scuola francese, e si riferisce in particolare a quei rimedi che svolgono un’azione su sintomi regionali o locali.

Questi rimedi dovrebbero svolgere un effetto di drenaggio in particolare a livello degli emuntori, favorendo così la eliminazione di sostanze tossiche per l’organismo.

La parola drenaggio non appartiene al linguaggio della agopuntura anche se vi sono dei punti che possono svolgere un’azione similare, ricordiamo tra questi: i quattro cancelli.

 

A questo punto ci poniamo due domande:

        secondo la concezione olistica il termine drenaggio ha un significato? Oppure queste due medicine vengono stravolte nella loro essenza?

        ancora drenaggio può avere una sua logica in riferimento a situazioni di particolare impasse?

 

        Ho introdotto il concetto di olismo parola ad ampio respiro che sta ad indicare quella medicina che ha la caratteristica di studiare il malato nel suo complesso e non la malattia. Pertanto un sintomo non viene ricondotto soltanto ad una causa ma deve far necessariamente far parte del quadro generale; analizzandolo sotto questo profilo lo si inquadra nel complesso della manifestazione dell’individuo. Omeopatia ed agopuntura fanno riferimento a questo concetto base, e soprattutto entrambe nascono dalla osservazione.

Samuel Hanhemann, fondatore della medicina omeopatica, traducendo la materia medica di Cullen, scoprì che i lavoratori di chinino o coloro che ne erano lungamente a contatto, presentavano un quadro di tossicosi psicofisica assai simile ai sintomi del malarico.

        Questo dato apparentemente paradossale, stimola Hanhemann, il quale ne intuisce l’importanza ed iniziò ad assorbire egli stesso il chinino a dosi massive e successivamente lo somministra ai familiari ed amici, tutti in buone condizioni psicofisiche. L’esperimento ha esito positivo: i sintomi psicofisici si manifestano circa due ore dopo aver ingerito la sostanza e scompaiono gradualmente col finire la somministrazione. Effettivamente si manifesta la febbre con caratteri di intermittenza ed una serie di sintomi collaterali che ricordano la malattia. La geniale intuizione di Hahemann è certamente la conseguenza di attenti studi classici e delle letture di Ippocrate e Paracelso che già molto tempo prima avevano compreso che si poteva ottenere la guarigione con “similia similibus curentur” divenuto poi il cardine fondamentale della medicina omeopatica.

 La sperimentazione riguardò numerose altre sostanze sia del mondo vegetale che minerale ed animale, sostanze provate su se stesso che su amici, e pian piano iniziò a registrare con accuratezza i sintomi della malattia artificiale che appunto ne scaturiva.

         Questo ci porta ad introdurre il concetto di malato, concetto fondamentale per la medibcina omeopatica. Infatti lo studio deve riguardare  senz’altro la malattia motivo della consultazione, ma si dovrà per così dire personalizzarla, nel senso che quella malattia è evoluta in quel determinato soggetto.

        Pertanto il medico omeopatico approfondirà il quadro psichico del paziente in particolare sotto il profilo evolutivo, e successivamente focalizzerà il quadro generale soffermandosi in particolare: su modalità di miglioramento e di aggravamento, su desideri ed avversioni, su reazioni alle temperature esterne etc. Soltanto a fine indagine potrà consigliare il “simillimum” cioè quel rimedio che somministrato a dosi elevate all’Uomo sano determinerà l’insorgenza di un quadro patogenetico, e di conseguenza ci fornirà dei dati che sistematizzati serviranno a curare il corrispondente Uomo malato.

        Una acquisizione fondamentale per la medicina cinese fu il riscontro analogico tra i fenomeni naturali e l’organismo umano. Partendo da semplici osservazioni quali la successione del giorno e della notte, il ciclico evolversi delle stagioni con tutto il corollario di manifestazioni specifiche, i cinesi ne hanno trovato la corrispondenza nell’Uomo.

Pertanto quest’ultimo costituisce un microcosmo che evolve secondo le stesse leggi dell’universo nel quale vive.

Il primo riferimento è yin/yang: che ha una importanza fondamentale per tutta la MTC, e sta ad indicare qualità opposte ma complementari: infatti ogni fenomeno può essere se stesso e il suo complementare. Così il giorno e la notte, il caldo e il freddo, energia e materia, e qualunque altra manifestazione.

        Il simbolo dello yin/yang è rappresentato dal TAO, caratterizzato da un cerchio diviso a metà da una linea sinuosa ed ha una parte chiara disposta alla sinistra ed una parte scura disposta alla destra, ed ognuna contiene una piccola particella dell’altro e questo sta appunto ad indicare che non esiste una parte totalmente yin o totalmente yang, ma che al contrario esiste una reciprocità. Se facciamo riferimento al corpo umano distinguiamo la parte destra yin rispetto alla sinistra yang, la testa yang i piedi yin, così la malattia acuta sarà yang, mentre la malattia cronica sarà yin, naturalmente gli esempi possono continuare in proprio in riferimento a questo aspetto di dualità.

        A questa teoria si associa quella dei cinque elementi, che considera l’universo costituito dal movimento e dalla trasformazione dei cinque elementi fondamentali costituiti da Legno, Fuoco, Terra, Metallo, Acqua.

        Pertanto gli elementi della natura sono stati classificati sotto cinque rubriche di base, corrispondenti ai cinque elementi considerati, e in base alle loro caratteristiche vengono distinti di qualità yin o yang.

        I cinesi correlano tra di loro elementi in apparenza molto diversi: punti cardinali, elementi climatici, manifestazioni psichiche, funzioni viscerali etc. ed ecco che viene appunto stabilita, come dicevo prima la correlazione tra macrocosmo e microcosmo umano.

       

Appare evidente che l’organismo umano deve essere considerato un tutto uno proprio perché è un continuum, un intreccio, e di conseguenza l’alterazione di una parte si ripercuote necessariamente sull’altra.

       

In riferimento alla  domanda che ci eravamo posti all’inizio il drenaggio non ha un significato limitativo rispetto al concetto olistico? Certamente si! Ma a volte noi medici ci troviamo di fronte a disturbi sfumati dove ancora non sono apparsi sintomi conclamati. Sintomi quali affaticabilità, lieve stanchezza fisica o psichica, memoria labile, umore variabile, sonno lievemente disturbato, dolori articolari  senza particolari caratteristiche sintomi come dicevamo prima difficili da catalogare. Intanto il paziente ci richiede un aiuto, allora sarebbe utile un trattamento di tipo drenante che appunto stimoli l’organismo.

 

 SULPHUR può essere la giusta risposta sotto il profilo omeopatico, mentre per l’agopuntura i quattro punti cancello.

 

SULPHUR: definito da Hannhemann il re degli antipsorici, svolge per questa sua peculiarità una vasta azione  e a questo proposito il dott. NASH così spiega l’importanza di questo medicamento:

 

“SULPHUR può trovare la sua indicazione in tutte le malattie. All’inizio di una malattia eruttiva, favorisce la fuoriuscita dell’esantema, impedendo ogni complicazione. Durante le malattie acute, ne anticipa la convalescenza. Nel corso di malattie croniche e soprattutto all’inizio di un trattamento, << chiarisce il caso>>, perché la sua forte azione d’eliminazione favorisce la rimozione di sostanze tossiche e tossiniche, che  migliorano rapidamente il malato, e aiuta la scomparsa di quei sintomi secondari si scarso valore.

 

I famosi quattro punti cancello sono: HEGU, congiunzione della valle, e TAICHONG, grande assalto.

 

Il punto HEGU agisce sulla globalità delle energie acquisite: sia di difesa, che nutritiva. Interessante la sua azione sintomatica, infatti è il punto maestro della testa e del collo pertanto è efficace nella cefalea, nelle rinosunisiti, congiuntiviti, faringodinia, dolori alla spalla e all’arto superiore, ed inoltre per le amenorree, per le dissenterie, e l’astenia. TAICHONG agisce sul canale del fegato per calmare le sindromi da Pieno. Interviene profondamente sullo SHEN ed è in grado di sedare i pazienti molto tesi con tendenza ad avere scoppi d’ira e che spesso avvertono grande frustrazione o sentimenti di collera repressa. E’ efficace inoltre in caso di tensione nervosa da stress e la combinazione con il punto precedente aumenta tale effetto.

 

In conclusione la somministrazione di una dose di SULPHUR 200K e la contemporanea infissione di questi quattro punti permette in breve tempo la scomparsa di quei sintomi sfumati che per il medico sono di non facile catalogazione, mentre per il paziente sono estremamente fastidiosi.

 

Bibliografia

 

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