Editoriale
"Ed ecco allora l'immobile viaggio,
che ci febbricita d'incanto
e ci lacera e ci prende,
per lasciarsi esausti, sfiniti,
intimamente appagati"
Italo Nostromo
“Ti regalo questo velo,
non nuziale ma di panno antico, tenace.
Se lo spiegherai non vi troverai linee per ricomporlo,
mai potrà tornare come prima”
Elena Lowenthal
L'apparenza più leggibile e riassuntiva della nostra ricerca riguarda, tangibilmente, l'uomo e, assieme, lo scorrere del tempo, la clessidra, il fluire della sabbia attraverso sottili fessure, la diuturna sperimentazione, mai preconcetta, portata avanti con solida, oggettiva presenza, quale testimonianza "diaristica" di quella "cangiabilità" di uomini e cose e della necessità di valutarne contenuti e sostanza. Nulla accade a caso e non crediamo sia un caso che la nostra sede sia collocata in un "decentramento" poco comprensibile, in una città isolata (geograficamente e, forse, anche culturalmente[*]), situata ove l'Appennino si fa più aspro ed il cui motto suona come un monito sinistro, rinunciatario, altero e distruttivo: "immota manet". (1-3).
Sappianmo (o siamo convinti di sapere) che il tempo è realtà modale/nodale che tende a rivelare l'essenza delle cose e, per diretta esperienza, dell'uomo stesso. In definitiva, stando attenti alle minuzie dei cambiamenti, si nota che, nella vita di ognuno, invece di "pienezze" e "sovrapposizioni" si compongono infinite e progressive "cancellazioni", che sembrano atterrire, provocare l'anelito metafisico di esterne salvazioni (4). Un luogo urbano di siffata guisa, di storia antica, di momunenti, lapidi, archivi, nicchie, manufatti, induce ad atti volitivi della coscienza (singola prima e poi, per empatia e scelta, collettiva) che recuperono il libero arbitrio e rinunciano, volontoriamente, ad ogni dogma eterno, ad ogni normativa tridentina, costringendoci ad indugiare, o meglio abbandonarsi, alla dialettica tempo-eternità. Il tessuto stesso della città ove risiede l'AMSA (per scelta a questo punto razionale e "significante"), è più meditativo che attivo, stimolando, con i suoi numerosi muri consumati, gli intonaci permeati del gioco incoposto dei secoli, una coerenza stilistica che abbia in se qualcosa di logico e maestoso (5).
Rimanendo svincolati dalla ossessione del tempo (tutto ciò che si rifletti sugli antichi muri dimostra che lo scorrere degli anni è solo stasi) e vincolati da forti radici etniche e sostrati culturali ben fondati, ci si rende persuasi che ogni variazione umana è intervento segnico, fissaggio, sigillo, anello di uno spessore più profondo, rintracciabile nella totalità del vissuto, del costrutto, percepibile solo imparando a leggere la superficie (i segni fisici) come un diaro conposto di storie prossime e remote, un diario di solidi orizzonti soggettivi, che dobbiamo riuscire a rendere tangibili. Ma, di quale uomo parliamo e quale ricerca stiamo, da più di venti anni, percorrendo?. Abbiamo appreso, dai luoghi e dagli incontri (che sono i fatti più significanti della vita), che la conoscenza dell'icona umana si impone e sovrasta (6).
L'immagine dell'uomo trascende il tempo e lo spazio delle singole circostanze storiche e geografiche e, sebbene cristallizzato dai luoghi e dagli incontri, la sua essenza è incamminata in una dimensione atemporale, al servizio della compenetrazione fra singoli ed altri, altri ed eternità. La cultura ed il linguaggio appresso attraverso il paziente scavo nei contenuti essenziali della conoscenza tradizionale, ci hanno aperto orizzonti nuovi, capaci di fungere da riflettori in grado di chiarire, in maniera assidua e rispettosamente confrontata, gli aspetti scientifici, artistici, intelletuali, spirituali dell'icona umana (7). Parlando de La Visitazione di Raffaello Isabel Molina Barrero (8) scrive che fra gli archetipi umani, solo l'amore e la libertà sono in grado di evocare idee di crescita e di avanzamento. Nel Medioevo, ingiustamente definto "buio", l'uomo aveva compreso, attraverso la metafora della lotta fra Cavaliere, Coscienza e Morte, che chi pretenda una comprensione lineare, totale, completa dell'uomo, si appoggia sempre a pericolosi consiglieri (di cui Mefistofele è il simbolo più ricorrente) (9).
Questi "sostegni" artificiosi furono l'alchimia ieri e la scienza oggi, intesi come elementi in grado di fornire spiegazioni logiche alle eterne domande dell'uomo, risposte al suo conflitto col tempo ed al suo anelito di eternità. La mania attuale di concentrarsi sul corpo (dal fittness alla clonazione), di dilatare il tempo della clessidra, è la risposta di una cultura che ha voluto dimenticare l'immobile legame agli assunti del passato (10), rinunciando proprio ad amore e libertà. Quello che abbiamo desunto dai nostri studi, quello che le tradizioni mediche (e culturali) antiche ci hanno trasmesso, è la vivace capacità di far convivere inconscio e carnalità, senso del tempo e fissità del viaggio, luce, spirito, dubbio che si dispiega e ci lascia intravedere brandelli iconici che, lungi dall'essere preda del caso, sottendono sottili fili logici (11).
Così, attraverso una palpabile esperienza anche urbana, oltre che culturale, abbiamo cercato di scavare attravero "il muro" dell'apparenza umana che, vista con occhi "occidentali" (da Kakfa a Pirandello a Sartre a Camus), è sinonimo di parete, di inpenetrabità (12), ma che guardato con occhi "nuovi", è vicenda di ordine superiore: la concretizzazione della dialettica tempo-eternità, essere-nulla (13-14).
Carlo Di Stanislao
Bibliografia
Equizi G.: Storia dell'Aquila e della sua Diocesi, Ed. Diocesane, L'Aquila, 1967.
Civitareale P.: Vecchie parole, Ed. Biblioteca Cominiana, Chieti, 1990.
Colapietra R.: Fonti per la storia d'Abruzzo. Il Medioevo Aquilano del Pontieri, Rivista Abbruzzese, 1997, 1-2: 6-14.
Strozzieri L.: Quando lo scorrere del tempo ti ossessiona, in Archetipi di M. Mariani, Ed. Tracce, Pesara, 1997.
Schabert T.: Architettura della città, Ed. ESI, Napoli, 1994.
De Gennaro G.: Immagine di Uomo, VI Congresso Internazionale di Cammineria, Brochure di Presentazione, Ed. Education et Culture, Bruxelles, 2002.
Andrès G.: La Médicin selo les Traditions, Ed. Dervy-livres, Paris, 1981.
Molina Barrero I.: La Visitazione di Raffaello, Ed. Università della Preghiera, L'Aquila, 2002.
Panza R.: Miscellanea, Ed. Tracce, Pescara, 1996.
Rosato G.: Nutrire il corpo, Ed. Manni, Lecce, 1996.
Todisco A.:Breviario di ecologia, Ed. Rusconi, Milano, 1974.
Moretti V.: Da parola a parola, Ed. Laterza, Bari, 1994.
Dante U.: La storia dentro la storia, Ed. Libreria Colacchi, L’Aquila, 2004.
Di Stanislao C.: Le metafore del corpo: dal simbolo alla terapia. Percorsi integrati di Medicina Naturale, Ed. Casa Editrice Ambrosiana, 2004.
[*] Anche se è stata definita (A. Cavallaio: L’Italia sotto inchiesta, Il Corriere della Sera, agosto 1963) “cortese e civilissima” e, ancora, “colta e gentilissima” (G. Piovene, Abruzzo, in Tuttitalia, Ed. Mondatori, 1967).