Associazione DaIMON

Associazione Medica per lo Studio dell’Agopuntura

Scuola Italo-Cinese di Agopuntura, Roma

 

 Nudo con collana di corallo - Macke

  

INTESTINO CRASSO:
LABIRINTO DELLE TRASFORMAZIONI

 

Paolo Brici, Marco Brici, Giuseppe Leardini, Sandra Garzanti, Marisa Olei


 

 

“Per informare bastano le parole, per formare servono sempre i simboli”

                                                                           Andrea Grillo

 

“L’Arte è al tempo stesso superficie e simbolo.
Coloro che penetrano sotto la superficie lo fanno a loro rischio.
Coloro che interpretano il simbolo lo fanno a loro rischio. ”

Oscar Wilde in The Picture of Dorian Gray

 

“L’uomo non è il suo DNA”

                   Alberto Oliverio

 

“Cambiare e trasformarsi (HUA) vuol dire essere spiritualmente luminosi. Questo e il Tao”

                                                                         Antico detto taoista
 


 
Riassunto
: Gli autori, seguendo l’anatomia simbolica e la fisiologia energetica da una parte  e la mitologia e l’architettura sacra dall’altra, delineano gli aspetti simbolici del Grande Intestino, coniugando in termini clinici la funzione di “eliminazione per la trasformazione”.

 

Parole chiave: Intestino Crasso, simbolismo corporeo, labirinto, rancore, eliminazione, trasformazione, HUA, flogosi cronica.

 

Summary: Authors, following both symbolical anatomy, energetic fisiology and  mythology,  holy architecture,  outline simbolical aspects of Large Intestin, marrying in clinical key, function of “ elimination for transformation”.

 

Key words: Large Intestin, bodily symbolism, labyrinth, grudge, elimination, transformation, HUA, chronic inflammation.

 


 

 

                  

La  fisiologia analitica   (15, 19, 21, 23) riconosce all’intestino crasso le funzioni di modificazione delle caratteristiche chimico-fisiche del chimo, di completamento dell’assorbimento nel suo contenuto acquoso, di regolazione del transito e dell’evacuazione delle feci. Queste si realizzano attraverso l’attività assorbente (prevalente nel tratto prossimale e relativa principalmente all’acqua legata alla pompa del sodio, limitato circa gli zuccheri e le vitamine sintetizzate dalla flora batterica),  secretoria (muco, ioni K+, bicarbonato e metalli pesanti ) atte alla conservazione del contenuto idrico e salino dell’organismo, motoria (con movimenti propulsivi e movimenti non propulsivi di rimescolamento) atti a favorire le attività assorbenti, il contenimento e l’espulsione  delle feci.

 

La flora batterica concorre a queste funzioni provvedendo alla decomposizione fermentativa dei residui glicidici e di cellulosa e alla decomposizione putrefattiva dei residui proteici, con formazione di prodotti (gas e acidi organici) che stimolano la motilità. La medesima flora può sintetizzare anche vitamine.

Operazione finale dell’attività del colon è l’evacuazione, il cui punto di partenza è la distensione del viscere a livello rettale. Questo primo livello di riflesso –autonomo e involontario- è governato dal centro della defecazione posto a livello sacrale. In aggiunta la  defecazione è controllata –in senso inibitorio- da centri limbici, quindi diencefalici (collegati a loro volta con la sostanza grigia mesencefalica) e infine corticali, localizzati nella parte superiore della circonvoluzione frontale ascendente . Queste connessioni giustificano ampiamente le alterazioni di questa funzione a sfondo emotivo ed affettivo.

 

Pur importante, il colon non è essenziale alla sopravvivenza e si può vivere normalmente dopo la sua asportazione (22).

 

Solitamente non viene descritta la funzione immunitaria specifica dell’intestino crasso, generalizzando il discorso a tutto l’intestino (19, 24).

 

         Questo succintamente quanto ci suggerisce la scienza accademica.

 

Noi ci rivolgeremo alle tradizioni per restituire all’Intestino Crasso anche il suo aspetto simbolico, la sua funzione “sottile”, se vogliamo –per dirla con Jung-, la sua dimensione archetipale nell’inconscio collettivo.

 

Mentre esprimersi in termini psicanalitici di “inconscio collettivo” o esotericamente di analogie dell’immaginario alchemico può risultare ostico per la maggior parte delle persone –a partire da noi-, il concetto cinese di simbolo –che pure si avvicina al platonico iperuranio- è immediato, concreto e facilmente aggredibile e, vedremo, curiosamente vicino all’idea etimologica espressa nella nostra lingua dal termine.

In Cina “simbolo” si scrive XIANG (25), che viene espresso col pittogramma che rappresenta  un elefante (simbolo di forza, avvedutezza e sapienza (28)) ma ha anche significato di “ come, simile”(2). Significa “traccia”, “impronta di elefante”, “orma del passo dell’elefante”. Non si vede l’elefante, non si vede la zampa, si vede solo la sua orma. Dall’impronta noi capiamo che è passato un elefante, non vediamo l’elefante (l’archetipo), ma possiamo risalire alla sua presenza da quell’impronta (simbolo). Se vedessimo l’immagine di un elefante saremmo di fronte a XING, (che significa “ viso”, “forma”, “aspetto di superficie”)  invece siamo di fronte a un calco, al calco di un passo, dal quale dobbiamo risalire all’animale che lo ha lasciato, che non è solo l’immagine dell’animale, ma anche la forza e la sapienza che esso esprime. Il simbolo è come lo stampo sul quale l’elefante –nella sua interezza- prende forma e sostanza, noi ne possiamo apprezzare d’impatto il corpo, l’esteriore, ma l’elefante è molto di più di ciò che viene percepito superficialmente.

Il SIMBOLO sta alla FORMA come l’IMPRONTA sta all’IMMAGINE DELL’ELEFANTE [1], non è il contrario della realtà, è il modo più profondo per dire il cuore del reale[2].

 

Anche nella lingua che usiamo, “simbolo” sottende al rapporto negativo-positivo, potenza-atto, stampo-forma.

Il termine “simbolo” deriva dal greco. In greco συμβολον indica una realtà che unisce elementi diversi. Nell’antica terminologia anatomica  designa il gomito, l’elemento che unisce il braccio all’avambraccio, il nodo che lega la volontà centrale all’attuazione, il desiderio alla possibilità di realizzazione. συμβολον è ancora l’unione del coccio che l’ambasciatore unisce alla persona cui porta l’ambasciata quale credenziale di autenticità (31), una sorta di negativo su cui si adatta la parte del destinatario per rendere effettiva la missione.

 

 

Per delineare gli aspetti archetipali e simbolici del Grosso Intestino ci orienteremo, seguendo un ragionamento analogico, secondo due direttrici:

- l’anatomia simbolica riferendoci alla architettura sacra (sia del Tempio Tradizionale di derivazione egizio-mesopotamica che della Città Sacra di Pechino) e alla mitologia

- la fisiologia energetica presente in tutte le tradizioni (citeremo alcuni passi biblici[3]), ma  di cui la MTC è stata la più completa sistematizzatrice[4].

 

 

ANATOMIA

 

Dal punto di vista anatomico funzionale  l’Intestino Crasso è innanzitutto un viscere che, per la sua posizione di frontiera fra l’interno e l’esterno, rappresenta il contatto col mondo. Condivide   questo aspetto di confine con la pelle e la cavità oro-nasale  [sono note le ‘simpatie’ immunitarie tra intestino e anello di Waldeyer] e, attraverso questa, col Polmone –per quanto riguarda l’ARIA- e con lo Stomaco –per i CIBI-. Questa posizione di frontiera giustifica ampiamente la sua funzione immunitaria, maggiormente enfatizzata se si pensa che la mucosa dell’intestino crasso sviluppa dai 100 ai 200 m2,contro i 2 m2 della pelle e i circa 80 m2 del polmone (24).

La MTC lo identifica come aspetto funzionale dell’insieme energetico Metallo, a cui appartengono anche la pelle e il Polmone (dove  il Polmone è il contatto, l’espansione, la manipolazione del mondo (5)).

Il Metallo è l’elemento che taglia, è l’elemento che divide. Separa innanzitutto il me dal non-me, espellendo quanto non voglio trattenere per formarmi, lo scarto, ovvero quanto non ritengo buono: il cattivo, KAKOS in greco.

Nella tripartitura dell’Uomo questa funzione viene svolta nel Cielo dal Polmone, nell’Uomo dalla pelle , nella Terra dal Grande Intestino(7). Ecco quindi come è resa possibile la vicariazione di patologie dall’uno all’altro organo ( dermatiti atopiche che diventano asma, e infine colite o viceversa).

L’eliminazione –in particolare per quel che riguarda i solidi come vedremo in seguito- coinvolge come via finale l’insieme energetico metallo ( sfinteri = porta del Po –anima vegetativa o volontà (ZHI) del Polmone-, pelle –tessuto del Polmone-, alito = emissione del Polmone)

 

 

Energeticamente il Grosso Intestino forma con lo Stomaco il livello Yang Ming (10), l’asse energetico più propriamente umano, nel quale abbondano energia e  sangue, l’apertura sia all’interiore che all’esteriore, la risonanza degli scambi alimentari ed emotivi che lo Stomaco provvede in entrata e l’Intestino Crasso in uscita[5], il meridiano che disegna col suo percorso la croce[6],  ovvero 4 + 1, il CINQUE[7],  il numero che esprime il ritmo attraverso cui il Cielo prende forma di Terra, il numero della biologia[8].

 

Dal punto di vista anatomo-topografico  il colon disegna una cornice quadrata sull’addome, all’interno della quale sta l’intestino tenue, riproponendo a livello addominale quanto è già presente nel torace, dove il polmone è una cupola che circonda il cuore. Mentre  nel cielo l’aspetto è cupoliforme, nella terra il profilo è quadrato. Al centro del quadro incorniciato dal colon,  l’ombelico.

Per capire meglio il significato che è stato attribuito al Grande Intestino ci rivolgiamo all’architettura sacra, rappresentazione simbolica tradizionale che l’uomo fa del Cosmo e di se in quanto Microcosmo, che ha fedele applicazione nei riti e nell’arte della costruzione delle Città Sacre e del Tempio, dalle prime civiltà mediorientali-mediterranee fino -in Occidente- al Rinascimento (13).

 

Possiamo leggere nella pianta del Tempio tradizionale la figura di un Uomo[9], e nelle strutture interne e nei riti a cui sono preposte il simbolismo degli organi e dei visceri. Anche nel Tempio come nell’Uomo riconosciamo 2 parti fondamentali, una ogivale rivolta ad Est, corrispondente al torace riservata al celebrante, a colui che presiede e una quadrata sottostante relativa al popolo, all’assemblea corrispondente all’addome, separate da un transetto (diaframma). Nella parte semicircolare  sta il coro (Polmone ) e l’altare (Cuore). Sulla destra in prossimità del transetto l’ambone (Fegato) da cui viene proclamata al popolo la Parola Sacra. Al centro del transetto il cardias oltre il quale viene distribuito il “Vero Pane” all’assemblea.

Nella parte quadrata abbiamo sempre sulla destra il pulpito (Vescica Biliare) da cui viene “volgarizzato” il Testo Sacro, le acquasantiere e il fonte battesimale (Vescica). All’ingresso il portale (San Jiao?).

Sul pavimento di certe chiese, in particolare nelle aree dove erano sviluppate civiltà megalitiche, è disegnato il LABIRINTO[10], posto nella maggior parte dei casi all’inizio della navata, oltre il battistero/acquasantiera –che a rigore sta fuori -, in modo da presentarsi al fedele appena attraversata la porta d’ingresso (13).

Il labirinto è costituito da una serie di cerchi concentrici, talvolta da ottagoni concentrici, in cui è evidenziato il centro, spesso occupato da una raffigurazione o da motivi geometrici. Tale centro occupa il punto di intersezione della croce che segna gli assi del labirinto.

Sono state ipotizzate molte interpretazioni circa il labirinto (13, 14):

Elaborazione grafica di alcuni tipi di danza cultuale16?

Firma collettiva di associazioni di Compagni costruttori?

Puro e semplice motivo ornamentale?

 

Alcune caratteristiche legano il labirinto e il battistero/acquasantiera, strutture che si incontrano appena varcato il portale. Possiamo riassumerle in una parola che vale tre concetti: otto.

1.      Ottagono: la struttura geometrica  che significa il passaggio dal quadrato al cerchio, dalla terra al cielo, e che caratterizza proprio la forma e l’architettura delle due strutture.

2.      Luce nuova. In gran parte delle lingue la parola “notte” è la negazione di “otto”: no-otto (notte), no-eight (night), no-huit (nuit), ecc. Otto ha a che fare con una condizione opposta a quella della notte, ovvero con la Luce. Si tratta di una Luce rinnovata, della Luce dell’ottavo giorno, della nuova creazione. Non per nulla il simbolo che identifica il numero otto appoggiato sul fianco significa “infinito”.

3.      Conversione, via di rinascita. Il numero otto racchiude in sé il duplice aspetto di vita e morte, rappresentando il Sepolcro e la Risurrezione. Simboleggia la rinascita e la vita futura. E’ dunque un numero di trasformazione, significante un dinamismo evolutivo. Vedremo come nel labirinto è indicato l’aspetto di cammino interiore, di rinnovamento profondo e segreto ( all’aspetto centripeto, interiore, yin, esposto, si contrappone il battistero/acquasantiera in cui è espresso l’aspetto sacramentale della conversione, la dimensione manifesta e pubblica, yang ).

 

 

Torniamo al labirinto: qual’è il simbolismo del labirinto posto sul pavimento dei Templi[11]?

Nell’antichità il labirinto era posto sul muro esterno delle città  e delle case  a protezione dalle influenze malefiche. Probabilmente hanno questo significato protettivo i labirinti costruiti all’esterno delle chiese.

Se osserviamo un labirinto posto all’interno della Chiesa si rimane stupefatti della similitudine della struttura con la ragnatela, che è il modello naturale di tessitura[12]. Nel simbolismo universale la tessitura rappresenta il mondo, l’esistenza; la complicazione della trama del labirinto esprime l’esistenza umana, la vita con le sue vicissitudini, la “grande tribolazione” (Ap 7,14),  lo stare –anzi il procedere- dell’uomo vivente nel mondo.

 Al centro del labirinto è spesso rappresentato Teseo contro il Minotauro[13] o San Michele (l’Arcangelo solare) contro il Drago (simbolo degli istinti e delle forze inferiori) (14).

Altro aspetto simbolico del labirinto è la “quadratura del cerchio”, la croce che rappresenta gli assi del quadrato e che permette di passare da un CENTRO ad un CERCHIO quindi attraverso la CROCE al QUADRATO. E’ questa la medesima operazione che si compie per i riti di fondazione del Tempio, e a questi riportano simbolicamente: se nella fondazione questi passaggi sono l’entrare nella storia (essere creati) (11) nel labirinto rappresentano l’entrare nella propria storia.

E’ curioso come Michelangelo nella Sistina simbolizzi la trasmissione della vita da Dio ad Adamo come un passaggio da indice a indice ( l’indice è il dito dello Shou Yang Ming, meridiano dell’intestino crasso).

 

Il labirinto esprime dunque un paradosso implicito, un duplice aspetto:

-se guardato da fuori è un “caos”, perlomeno apparente , di spire

-se riferito al centro è ordine, mundum, microcosmo (13, 14).

 

         Il labirinto, possibilità di smarrimento e occasione di ritrovo di sé, nell’architettura dell’edificio sacro occupa l’area degli intestini, e col suo significato universale di cammino  lungo e difficile, simboleggia nel Tempio l’autentico pellegrinaggio, tanto che il suo percorso in ginocchio sostituiva il pellegrinaggio in Terra Santa (13).

Si tratta del  viaggio interiore alla ricerca di sé che si svolge nel corso della vita, della ricerca del proprio centro, dell’ONPHALOS[14], ovvero dell’autentico pellegrinaggio (marcia ordinata verso un centro consacrato), quello verso la propria Gerusalemme interiore[15], del lungo cammino o della danza[16] (alternanza ordinata di passi nel tempo) alla ricerca del proprio cuore, dove è “l’immagine di Dio nell’uomo”,  nella apertura agli altri[17] .

 

Anche in MTC i due intestini –in quanto aspetto yang[18] cioè funzionale di Cuore e Polmone che sono rispettivamente anelito all’unità e desiderio di divisione-, impersonificano i due aspetti del labirinto considerato come incarnazione[19] fattiva del “tesoro” di Cuore e Polmone:

-nella visione periferica, caotica del cammino lungo e difficile, evidenziando del percorso la molteplicità degli episodi, la separazione degli avvenimenti.

-nella visione centrale, organica, sottolineando l’unitarietà del percorso[20].

 

Siamo veramente di fronte alle “INTERIORA”[21]!  Non per nulla il termine “Intestino” deriva  dal latino Intestinum, a sua volta derivato da intus “dentro”.

 

Il Grande Intestino rappresenta in questo contesto la cornice, l’inizio, l’ intraprenderne la via, l’opzione fondamentale per la “via del cuore”[22]. E’ il labirinto inteso come ragnatela, come via della propria storia.

 

Grande Intestino dunque come colui che introduce al Cammino interiore, Ministro della Conversione, induttore della Rigenerazione Spirituale, artefice della Trasformazione di sé.

  

 

MITOLOGIA[23]

 

Il Grande Intestino può essere associato al mito di Teseo , intrepido e forte guerriero, eroe ateniese, che esce dal labirinto percorrendo a ritroso la via di entrata seguendo il filo, come suggeritogli da Arianna. Siamo di fronte ad un movimento orizzontale, ad una dimensione “terra”, al percorso del labirinto che si attua seguendo la ragnatela della vita, aiutato da una compagna con la quale Teseo ha un rapporto alla pari. Essa e’ infatti femmina, rappresenta il suo opposto-complementare.

         Il Piccolo Intestino può essere associato al mito di Dedalo, simbolo della sapienza tecnica, che esce dal labirinto volando, cioè attraverso una dimensione “cielo”, verticale, superando il tempo, in complicità col figlio Icaro, col quale ha evidentemente un rapporto verticale (padre, insegnante..) che rappresenta la propria proiezione di sé oltre il tempo[24].

E’ suggestivo che né Arianna né Icaro possano seguire i protagonisti della fuga, la prima perché abbandonata a Nasso[25], il secondo perché precipitato[26].

 

La fuga dal labirinto avrà per entrambi gli eroi un’ombra di tragedia nell’epilogo[27].

 “ Si libravano in aria, nella vastità del cielo: ormai per loro era cambiato l’orizzonte, il punto da cui ogni cosa assume valore, per cui continuare a vivere o morire. Ed Icaro andava sempre più in alto; il suo orizzonte era il cielo, che sta oltre il sole, o forse il sole stesso. La terra per lui era capovolta – non era uno scienziato, il giovane Icaro – e forse era già dimentico delle regole che governano la vita, su quella terra che ora non mostrava più il suo solito orizzonte[28]. Certo, i raggi del sole erano più cocenti e la rapidità del volo non bastava a mitigarli; ma d’altra parte Icaro continuava a volare sempre più in alto. Non gli perveniva più neanche la voce accorata del padre, che continuava a supplicarlo di abbandonare il suo folle proposito. Ormai egli appariva davanti al sole come un angelo senza ombra. Non importava più ormai che la cera sciogliesse e che le penne si disperdessero nell’uniforme color oro del cielo a tingere nuovi cieli, nuove terre. Icaro non sentiva più, ormai, il proprio  corpo precipitare su una lontana terra a lui straniera. I suoi occhi, solo i suoi occhi vivevano, ormai; ed essi erano fissi nel sole, così come lo slancio vitale – anzi la stessa vita – del suo corpo, che gli occhi terreni – troppo terreni – del padre atterrito vedevano cadere giù, inesorabilmente, e sprofondare nel mare…”(12),  in quel mare in cui aveva perso la vita anche il padre di Teseo. Questi infatti,  di ritorno da Creta, “aveva dimenticato di cambiare le vele nere con quelle bianche per segnalare già di lontano l’esito dell’impresa contro il Minotauro. Egeo, suo padre,  era di vedetta: quando vide le lugubri vele, temendo che fossero state lasciate in segno di lutto per la morte dei giovani e del proprio figlio, non seppe reggere a tanto dolore e si gettò annegando in quel mare che porta ancora il suo nome. (12)

 

Robert Graves (27) riporta le opinioni di Diodoro Siculo, Apollodoro e Pausania secondo i quali Dedalo fu anche l’inventore delle vele e fuggì con Icaro al timone di una barca a vela per fuggire più veloce delle navi di Minosse, ma proprio a causa della velocità e dell’inesperienza di Icaro la barca si capovolse provocandone l’annegamento. Dunque il prender vela, anzi la vela stessa[29] immagine della ritorno alla libertà sarà causa di  morte, di una morte violenta per precipitazione nel mare, di cui i protagonisti non saranno testimoni[30], che riguarda il padre per Teseo ( cioè il suo passato),  il figlio per Dedalo (cioè il suo futuro)[31]: le acque non restituiranno ai sopravvissuti un cadavere su cui piangere ed entrambi gli annegati daranno il loro nome al mare in cui sono caduti.

Chi non progredisce nel cammino (Teseo) uccide la propria memoria, perde il ricordo dei padri, non ha più un cognome da difendere. Chi supera con la tecnica la necessità di trovarsi (Dedalo) uccide la speranza[32], non ha più figli da rispettare, una posterità a cui preparare un mondo per viverci.

 

In MTC il cognome  e la posterità, ovvero il lungo fiume che lega noi, i nostri predecessori e i nostri discendenti, fanno riferimento a un’energia chiamata ZONG QI, energia degli antenati, legata al culto dei morti. E’ un soffio che appartiene al solo Cielo Posteriore, alla vita vissuta, e dà senso all’individuo nel cosmo, inserendo il suo nome proprio nel nome comune, il cognome.

E’ responsabile dei ritmi respiratorio e cardiaco, della voce (intesa come modo di esprimersi, come inflessione di parlata), dei criteri di scelta alimentare , culturale, psicologico (spirituale?). La ZONG QI si esprime nel petto, dove risiedono Cuore e Polmoni, i cui visceri relativi sono appunto i visceri del labirinto: Piccolo Intestino  e Grande Intestino.

In “Viaggio attraverso il corpo nel Taoismo” si dice a proposito dell’addome che “ ci sono anche gli altari del Dio dei suoli e delle messi: Grosso Intestino e Intestino Tenue”. Dunque gli intestini sono assimilabili a questi altari del Dio dei suoli e delle messi. Kespi, riferendosi a questo passaggio, lo pone in analogia con l’architettura della Città Proibita, al cui ingresso si trovano a destra l’altare degli Antenati Imperiali e a sinistra l’altare del Dio dei suoli e delle messi (30)[33]. Sarebbero l’aspetto Cielo e Terra in riferimento all’insieme Polmone-Cuore  e Grande-Piccolo Intestino, la stirpe e l’attualizzazione, il cognome e il nome, la ZONG Qi (soffio degli ancestri che abbiamo visto esprimersi nel petto) e la WEI QI ( gli automatismi acquisiti che si formano proprio nel TR-I a cui appartengono gli intestini) .

L’alterazione del “soffio della scelta”, ZONG QI, (al esempio per scambio dei ruoli educativi genitoriali) diventa negli intestini alterazione di WEI QI, energia difensiva, e può manifestarsi come intolleranza alimentare (29)[34].

 

L’accezione di Intestino Crasso, anzi di Grande Intestino (33) come dicono i cinesi, responsabile del cammino interiore che conduce alla trasformazione dell’individuo coincide straordinariamente con la funzione che si può ricavare dalla fisiologia energetica.

 

FISIOLOGIA

 

La fisiologia cinese individua un certo percorso lungo il quale avviene la digestione degli alimenti, siano questi fisici, psichici o spirituali, distinguendo una “VIA DEI LIQUIDI “ e una “ VIA DEI SOLIDI”.

La YING QI –energia nutritiva- è formata a partire dagli alimenti per quanto riguarda lo yin, e dalle emozioni per quanto riguarda lo yang (5). Entrambe le tipologie di cibo sono “digerite” secondo uno schema identico. Ad ogni organo corrisponde un sapore che lo nutre ed una emozione, al pari dei cibi anche le emozioni vengono “digerite” (4).

Il sistema digestivo nel suo insieme viene chiamato  SAN JIAO: triplice fuoco, tre che brucia (4), e prevede appunto 3 livelli di digestione che ripropongono nell’Uomo la tripartitura Cielo-Uomo-Terra.

-Uno superiore TR-S che coinvolge Polmone e Cuore,

-uno medio TR-M il cui principe è lo Stomaco e che comprende Fegato (in senso digestivo), Milza-Pancreas e Vescica Biliare,

-uno inferiore TR-I che comprende Fegato (in senso detossicante), Reni, Intestini e Vescica.

 

Dal punto di vista psicodinamico possiamo attribuire

-          al fuoco superiore l’accettazione del “boccone da ingoiare”

-          al fuoco medio l’elaborazione di quanto ingoiato

-          al fuoco inferiore il completamento della digestione, con la separazione di due parti: una “pura” da trattenere, con aspetto yin, strutturante, che andrà ad arricchire il Jing, l’essere, l’altra “torbida” da scartare, con aspetto yang, dinamizzante, il divenire. Sarà proprio la parte da abbandonare la responsabile della trasformazione dell’individuo. Così se da una parte è vero che noi siamo ciò che assimiliamo, è altrettanto vero che è in virtù di quanto abbiamo saputo abbandonare che siamo diventati come siamo.

 

         Sugli organi disposti in “formazione digestiva” possiamo posizionare anche le emozioni. Vediamo così emozioni TR-S ( gioia e tristezza), emozioni TR-M (preoccupazione e collera) emozioni TR-I ( collera e paura).

        

La “digestione” delle emozioni è identica alla digestione dei cibi.: lo STOMACO riceve il vissuto e distribuisce conflitti (solidi al FEGATO) e preoccupazioni (liquidi alla MILZA). I due  organi  metabolizzano le rispettive emozioni e mandano il puro direttamente al CUORE il primo, ai POLMONI  e da qui al CUORE la seconda. 

L’impuro va all’INTESTINO TENUE, che porta a compimento le separazioni (2° TRI). L’INTESTINO TENUE ridistribuisce le emozioni e manda la collera al FEGATO e la paura al RENE.

Dopo la seconda scelta in cui quanto selezionato come “puro” segue la via già descritta, l’”impuro” viene passato dal FEGATO all’INTESTINO CRASSO e dal RENE alla VESCICA , quindi eliminato.                

Può succedere però che FEGATO, MILZA e RENE non scelgano bene fra puro e impuro[35]. In questo caso una parte di emozione viene introdotta nei visceri escretori: nell’INTESTINO TENUE passano preoccupazione e conflitto, nell’INTESTINO CRASSO rabbia, nella VESCICA paura non digerita[36].          

 

         Cosa succede delle emozioni dopo che sono passate nei visceri?  Intestino Tenue, Intestino Crasso e Vescica sono visceri che hanno a che fare con l’eliminazione. Se i visceri sono in grado di svolgere la loro funzione l’emozione viene eliminata[37].

 Ma anche i visceri possono non eliminare correttamente, le emozioni mal digerite possono ristagnare e nel ristagno manifestare la loro perversione.

 

La Paura, ristagnando nella Vescica diventa ANSIA e SUPERTIZIONE, una sorta di “frigore tossico latente” (FU HAN), e progressivamente FOBIA fino ad ATTACCO DI PANICO (cos’è la paura di morte imminente se non un freddo patologico?[38]).   

La preoccupazione e il conflitto, appiccicosi, bloccano l’Intestino Tenue e annodano le scelte coi SENSI DI COLPA.

La rabbia non digerita, ristagnando nell’Intestino Crasso diventa RANCORE e , al pari delle feci stantie, fermenta e produce calore, “calore tossico” che rimane latente (FU QI) (3).

         Il “calore Tossico latente” dunque si forma proprio nell’Intestino Crasso, è difetto dello yang del Polmone, inficia cioè la funzione del Polmone che è quella di depurare, blocca l’azione della  “spada del giustiziere”.

Calore tossico, freddo estremo ( che irrigidisce e cristallizza), annodamento ( che coagula) sono i meccanismi con cui si genera flegma e quindi i tumori (26).   

                                                       

         Se sulla patologia emuntoria dei visceri c’è come abbiamo descritto un aspetto

”terra” che corrisponde al difetto fisiologico digestivo-alimentare e un aspetto

”uomo” che è l’emozione alterata.  Ci sarà anche un aspetto

 “cielo”, spirituale che può essere illustrato da queste  frasi paradigmatiche   

         IT: “questa Dio non me la perdona” -> sentirsi debitori di Dio o di chi lo significa (mamma, superiore…)

         IC: “ Questa non gliela perdono, me la paga” -> sentirsi creditori verso qualcuno

         V: “ Da Dio non mi meritavo questo”      -> sentirsi creditori verso Dio, un Dio freddo, cerimoniere, ragioniere, formalista (la superstizione rappresenta un rituale esteriore, formale, per ottenere favori in una situazione incerta [8])

 

Se le vie di eliminazione TR-I (verso la terra) sono bloccate, esistono altre vie di eliminazione?

 Sì. Anche l’eliminazione –funzione di San Jiao- ha una tripartitura superiore-media-inferiore,  cielo-uomo-terra che è espressa dai mezzi “metallo” con cui siamo in contatto con la terra, con noi stessi e col cielo[39].

Se l’estrusione sfinteriale [urine e feci] (aspetto terra) non funziona, posso vicariare nel sangue -e quindi nel diaframma che lo muove-  le impurità e quindi eliminarle attraverso la pelle [perspiratio] (aspetto uomo) oppure posso sublimare: ciò che non è passato sotto la pelvi e i suoi sfinteri (terra) e non è stato eliminato nel tronco  (uomo) può elevarsi oltre le spalle e il giugulo: questa è l’impurità che viene eliminata col respiro [espiratio] attraverso la voce o il naso[40].        (Si noti che queste vie sono vettoriali, hanno una direzione, l’estrusione verso il basso, la vicariazione orizzontale, la sublimazione verso l’alto.)

         In ogni individuo le tre vie descritte sono diversamente efficaci, sia su base genetica che per motivi temperamentali. Nell’ipotesi di una terapia va sostenuta la via deficitaria e drenata quella prevalente[41].

        

Ritorniamo all’eliminazione.

La via di fuga dal basso (TR-I) è bloccata, mi rimangono in teoria altre due vie: quella orizzontale, la pelle (TR-M in particolare Fegato) –via dell’uomo- e il polmone (TR-S) –via del cielo-.

 

In realtà la via “fisiologica” della pelle (l’eliminazione attraverso la perspiratio, il sudore e il sebo) funziona solo se l’emozione nel sangue è stata digerita. Altrimenti la tossina emozionale, l’impuro assorbito dai visceri, prende la via del sangue refluo, il sangue venoso. Questo passa o attraverso il Fegato (che conserva il sangue del passato (5) e che già prima non era stato capace di metabolizzare l’emozione) o arriva direttamente al Cuore per essere distribuito[42]. Possiamo immaginare che l’emozione tossica arrivi al Cuore e di lì, fluisca attraverso il Luo, alla bocca e quindi espulso con la parola (la lingua suggerisce il decorso del Luo di Cuore), ma più spesso il sangue impuro che non sarà stato emarginato nei capillari periferici (teleangiectasie) verrà preso in carico dal Ministro del Cuore (32).

Ecco come il Fuoco è figlio del Legno: quanto non detossicato dal Fegato si riversa in circolo nel sangue.

L’emozione rimane dunque “non digerita” nel sangue e si comporta come una tossina che viene gestita nel connettivo dall’asse energetico Jue Yin: Fegato e Ministro del Cuore.

Il connettivo svolge fisiologicamente con ritmo circadiano un’azione che in gergo informatico potremmo definire “di buffer” ovvero una azione tampone. E’ la stessa cosa che facciamo quando fuori piove e dobbiamo portare via il sacchetto dell’immondizia. Lo accantoniamo in una zona dove non dia fastidio. Appena possibile si porta il sacchetto fuori casa. Così nella fase diurna le “tossine” impregnano a poco a poco la struttura colloidale del connetivo, che tende all’acidificazione e allo stato di GEL. Durante la notte poi le vene drenano al Fegato l’acidità del connettivo così che questo si alcalinizza e vira verso uno stato di SOL  (34).

Il Fegato dunque, gestore dell’acidità, digerisce fisiologicamente nelle ore di marea energetica notturna il vissuto del giorno trascorso che non era stato in grado di smaltire.

Ma noi abbiamo a che fare con un Fegato deficitario sul versante disintossicante. Come viene gestita in questa condizione  la tossina?

Se nell’individuo c’è un ristagno di Qi di Fegato, il “vissuto tossico” ristagnerà sul versante Zu dello Jue Yin,(la componente venulare) e la tossina verrà  emarginata nei “capillari rotti” (se pensiamo al connettivo come unità microvasculotissutale anche i capillari ne fanno parte[43]): le teleangiectasie –versante venulare dei capillari- sono un segno di pieno dei Luo.

Se il Fegato è in grado di inviare il “sangue tossico” al Centro, questo sarà riversato nel torrente arterioso e preso in carico dal Ministro del Cuore[44] che provvederà a stoccarlo nuovamente nel tessuto connettivo propriamente detto, dove assumerà inizialmente forma di noduli cellulalgici sottocutanei (su cui si lavora con le manipolazioni del sottocutaneo secondo le dermalgie riflesse di Jarricot ).

Se la tossina è emozionalmente facile da gestire, può essere portata alla superficie attraverso la pelle e le mucose che altro non sono che il rivestimento del connettivo. Ecco come il Metallo è figlio della Terra.

Questa superficializzazione può essere chiamata “dermopatologica”, perché si esprime attraverso “malattie” della pelle e delle mucose: liberare il connettivo dalle tossine emozionali è doloroso e viene spesso mediato dall’infiammazione (il calore superficializza). In MTC questo aspetto viaggia sull’autostrada dei canali LUO (32), che hanno appunto a che fare con le emozioni, la digestione, l’impurità del sangue e hanno come sintomatologia il calore.

         Quando la tossina emozionale stoccata nel connettivo è di più difficile gestione, i noduli cellulalgici sottocutanei cronicizzano sotto forma di cisti (sebacee, sinoviali, ecc.), fibromi, lipomi. Si esprime così la figliolanza della Terra al Fuoco: la tossina nel sangue diventa formazione connettivale.

La tossina emozionale, evidentemente profonda, è molto difficile da eliminare e il nostro sistema circolatorio (Ministro del Cuore) isola la parte contaminata creandole intorno un freddo che la approfondisce. Ciò avviene attraverso un diminuito passaggio di sangue ed energia: i noduli sono dunque l’espressione di un vuoto dei Luo (32). Il processo di approfondimento della tossina emozionale è mediato dal Dai Mai (in cui si stoccano a tempo indefinito le tossine) e, collegato a questo,  dal Distinto di Rene e Vescica (che veicola in profondità, nelle articolazioni prima e nelle ossa poi, il perverso non eliminabile (5)).

        

 

Se la pelle non è in grado di espellere la tossina né fisiologicamente né esprimendo calore (patologia Luo) rimane l’ultima via fisiologica di eliminazione: la SUBLIMAZIONE[45], portare oltre al giugulo e le spalle, cioè in alto, in territorio “Cielo”, quel calore, espellerlo col polmone attraverso il naso o la voce.

 

“Non odiare tuo fratello, non vendicarti, non serbare rancore. Riprendi francamente il tuo prossimo!” Lev 19,17-18.  

C’è solo un modo per respingere il rancore: comunicare [46] a chi ce l’ha fatto d’aver subito il torto.

 

 

Parrebbe dunque che la funzione dell’Intestino Grande che lo accomuna a Intestino Tenue e Vescica fosse l’eliminazione, ma i testi cinesi non dicono così: la funzione che viene attribuita ai tre visceri è la trasformazione (SW 8) (6).

 

         Esistono 3 ideogrammi per indicare le trasformazioni (1):

HUA (R 2170): che implica un ritorno, un capovolgimento, una inversione, una conversione: contiene le particelle PI “capovolgersi” e JENN “ l’uomo che sta in piedi, che si mantiene eretto” (WIEGER)

BIAN (R 4038): che non implica un capovolgimento, ma richiede un travaglio; “trasformarsi, muoversi, variare, modificarsi”; è nello stesso tempo “anomalo, insolito, straordinario, meraviglioso”

I (R 2356): non implica né il ribaltamento né il travaglio; è la I di I KING; “agevole, sciolto, disinvolto, spontaneo, tranquillo; semplice, facile”, sono le mutazioni, l’ideogramma rappresenta un camaleonte, emblema del “mutamento”. E’ anche letto come rappresentazione pittografica di “sole e luna”, omologo di Ming  -luce-, simboli di Yang e Yin, attraverso i quali ogni mutamento si produce (9).

I sono le mutazioni spontanee come la progressione della crescita fisica,

BIAN le trasformazioni con travaglio, la crescita psicologica[47],

HUA le metamorfosi, trasformazioni legate ai visceri dell’eliminazione, cambiamenti che hanno una nozione di “rifare un costume, di ribaltamento della situazione, di conversione, di rinascita (uomo a testa in basso –nascita- diventa uomo eretto)” di trasformazione evolutiva e spirituale. D’altro canto che l’ideogramma abbia una accezione alchemico-spirituale è testimoniato dall’uso che ne facevano 2000 anni fa gli alchimisti taoisti cinesi  : essi cercavano di HUA “cambiare” la natura del cinabro e del mercurio, facendole reagire insieme per ottenere la “pillola per l’immortalità” (2).  

Il concetto HUA richiama il dialogo fra Gesù e Nicodemo: “Davvero ti assicuro: se non si nasce di nuovo, non si può scorgere il Regno di Dio” (Gv 3,3) .

 

Dunque la funzione ministeriale dei tre visceri dell’eliminazione -e del Grande Intestino in particolare-, non è tanto eliminare in sé, ma eliminare per trasformare l’individuo, per convertirlo , per farlo RI-NASCERE[48]. Sono i visceri che conoscono l’impuro e lo eliminano, quelli che gettano il vecchio  e l’inutilizzabile per fare il vuoto, per dar spazio al nuovo, sono la scelta dell’individuo per realizzare la propria vocazione (dunque l’attualizzazione di ZONG QI , come precedentemente esposto), il mezzo per trasformare le buone intenzioni in buone azioni. E’ questo il modo con cui progrediamo nel labirinto: ogni via abbandonata è causa efficiente di crescita. Quanto tratteniamo ci forma, quanto abbandoniamo ci trasforma.

 

Anche l’aspetto anatomico stretto di HUA è “capovolgere”, quindi portare in alto ciò che è in basso, portare al torace ciò che è alla pelvi, alla bocca il rancore viscerale[49].

 

Ritorniamo alla funzione HUA riferita ai visceri dell’eliminazione[50]

   

All’Intestino Tenue  è attribuita la funzione HUA WU (WU: gli esseri della natura, tutte le cose; materia –in opposizione allo spirito-; il mondo esteriore) . L’espressione significa ® 5593 “i cambiamenti, le trasformazioni degli esseri ( per esempio la morte)”

Alla Vescica la funzione QI HUA[51].

All’Intestino Crasso BIAN HUA, (R 4038) i cambiamenti in generale, tutte le trasformazioni, la metamorfosi. 

“Esso sparge e propaga i cambiamenti, le trasformazioni, le trasmutazioni e le modificazioni. Non è forse lui il responsabile di tutte le mutazioni e trasformazioni dell’uomo?” (1)

L’Intestino Crasso riassume in sé tutti i tipi di mutazione, BIAN HUA come ministero, I in quanto Yang Ming, cioè inizio delle mutazioni[52]. Sarà proprio l’Intestino Crasso, che può non digerire una rabbia e diventare sede del rancore , ad essere il responsabile principale della trasformazione dell’individuo nel procedere della vita, del suo evolvere o involvere fisico, psichico ma soprattutto spirituale,  della sua progressivo avvicinarsi o allontanarsi dalla Via, dal Dao, del suo progresso o regresso nel cammino di conversione. Siamo davvero di fronte al Ministro dei Camminamenti e delle Trasformazioni, di quel pellegrinaggio che ciascuno fa in se stesso per poter incontrare la pienezza, per superare il cingolo scapolare e arrivare al Cielo, per “intravedere il Regno di Dio”.

 

“Ricordati dei comandamenti e non aver rancore verso il tuo prossimo, ricordati dell’alleanza con l’Altissimo e non far conto dell’offesa subita” Sir  28,9

Si noti che i brani citati dal Vecchio Testamento raccomandano agli Israeliti di non mantenere il rancore verso alcuno, non solo verso i fratelli, ma verso nessuno. La preoccupazione non è tanto sociale (sarebbe stata rivolta solo ai “figli di Abramo”), quanto personale, di crescita interiore, di maturazione spirituale.

 

 

CONCLUSIONI

 

         Che aspetto pratico può avere tutto questo bazar di labirinti, rancori, indigestioni, conversioni, metamorfosi riferito a quel pezzo di budello limitato da due apparati sfinteriali che chiamiamo “colon e retto”?

 

C’è una patologia diffusa che riguarda il colon, etichettata come  “funzionale”, che rappresenta la più frequente malattia dell’apparato gastroenterico. E’ la sindrome del colon irritabile (16, 21).

Le manifestazioni sono paradigmatiche  nelle 3 forme cliniche: stipsi, diarrea, alvo alterno. E qui c’è già qualcosa di strano: sintomi che sono l’uno il contrario dell’altro…

La diarrea è spesso mattutina, i dolori scatenati da situazioni di stress emotivo o ambientale, i pazienti presentano spesso disturbi psicologici: depressione, isterismo, atteggiamento ossessivo-coercitivo, con una sfumatura di incapacità di adattamento e rigidità che frequentemente è anche somatizzata al livello rachideo lombo-sacrale.

Cosa peggiora i disturbi del colitico? In occasione di cosa il malato sta male?

 Il colitico sta peggio quando c’è da cambiare, da trasformarsi, da cambiar rotta: al mattino, quando si deve partire, dopo mangiato , quando si turba l’inerzia del canale digerente, ai cambi di stagione, quando l’organismo si deve adattare, per l’acquisizione di alimenti non abituali, in occasione di preoccupazione o stress, quando ci si deve mettere in discussione.

Cosa allevia i disturbi?

La metodicità, le abitudini, gli orari fissi.

 

C’è, per analogia, una patologia “che non si trasforma”, che non sa adattarsi? Quale patologia si presenta con frequenza tanto elevata? Quale ha per caratteristica l’aver una manifestazione e quella contraria? Quale patologia è caratterizzata da tanta rigidità?

 

I testi di Patologia Generale (17, 18) sono estremamente aridi e avari quando debbono esporre la  definizione di infiammazione cronica, glissando a favore di esposizione di aspetti anatomopatologici e sminuzzando in elenchi patogenetici l’unitarietà del processo biopatologico.

 

Pensiamo che si possa giustamente definire l’infiammazione cronica come una patologia che non si trasforma, che gira su se stessa senza sfociare in una risoluzione, una situazione in cui processi essudativi, demolitivi , proliferativi si avvolgono su se stessi senza capacità di trasformarsi evolvendo in guarigione.

E che ha come esito comune la SCLEROSI, l’indurimento, la rigidità.

 

CONTROPROVA: C’è un legame fra disturbi del Grande Intestino e infiammazione cronica[53]?

 

2 ricerche indipendenti (24) hanno riscontrato in oltre il 97% di malati cronici l’una disfunzioni del tratto intestinale ( rilevata con termografia), l’altra alterazione parziale della flora intestinale.

Alla disbiosi intestinale conseguono disturbi dell’assorbimento (vitamine ed oligoelementi), autointossicazione (ridotta funzione enzimatica con conseguente assorbimento di macromolecole) o ripercussione dei disturbi sul sistema immunitario (minor reattività per inerzia recettoriale), a cui corrisponde per controprova il miglioramento della flogosi cronica col ristabilimento dell’eubiosi intestinale.

 

Altra tipologia di malattia cronica sono le “malattie del connettivo”. E’ esperienza comune che a malattie autoimmuni preluda spesso un lungo periodo di alterazioni dell’alvo, coincidente con una difficoltà di eliminazione (5) in senso lato (dalla sensazione di non completo svuotamento ampollare fino alla stipsi vera e propria).

Non è infrequente che la stessa difficoltà di eliminazione sia presente in tonalità minore in molti di noi a proposito di fatti traumatici (cervicalgie o lombalgie funzionali post-traumatiche).

L’incapacità di eliminazione completa di noxae legata alla patologia autoimmunitaria  (che si esprime clinicamente con erpete ricorrente, febbricole modeste ma resistenti), può dar esito a mieloneuriti non sintomatologicamente diverse da quelle da beri-beri provocate da gravi parassitosi enterica da Lambdia o a neurodermiti non dissimili dalla forme HIV correlate…

 

Tutte queste manifestazioni flogistiche croniche sfociano invariabilmente in una sclerosi, dalla banale rigidità rachidea post-traumatica (che comunque esita in artrosi) ai quadri drammatici neurologici (sclerosi multipla), vascolari (arteriti, vasculopatie autoimmuni, sclerosi vascolare associata a flogosi cronica), o dermatologici (ulcere trofiche, neurodermiti, sclerodermia).

 

La funzione alterata è dunque la “trasformazione” per difetto dell’”eliminazione”: alla “ non eliminazione” è legata l’impossibilità di guarire.

 

“Se qualcuno conserva la collera contro un altro uomo, come oserà chiedere la guarigione al Signore?” Sir 27,3

 

Chiuso il cerchio! Il rancore, la rabbia trattenuta, non eliminata, è non solo motivo di malattia, ma contemporaneamente anche impossibilità di trasformazione e quindi di guarigione.

Ecco che la funzione del Grande Intestino, legato alla duttilità per la trasformazione di sé da una parte, alla virtù del perdono[54]  dall’altra, alla patologia flogistica cronica dall’altra ancora, diventa davvero la chiave per la guarigione, interiore ed esteriore.

La preoccupazione dei nostri vecchi circa “la funzione quotidiana” e l’avere sempre l’intestino libero è ben giustificata alla luce di quanto esposto come una esigenza  di vera e propria catarsi.

 

  

BIBLIOGRAFIA

  

 


[1] In termini genetici il simbolo è il genotipo, la forma il fenotipo.

 

[2] E’ la funzione dello HUN, l’anima vegetativa del Fegato che lega lo Shen Individuale all Shen Universale, sede dell’inconscio collettivo, degli archetipi, dei simboli, che avverte come miti, sogni, dando loro consistenza e ideazione.

[3]   Elliot definisce la Bibbia “il giardino dei simboli”. Probabilmente questa ricchezza simbolica è legata al divieto imposto dalla legge mosaica di farsi un’immagine di Dio, per cui tutti gli attributi  divini sono allegorici, metaforici e simbolici.

 

[4] Verso il 1700 a. C. nasce l’alfabeto delle popolazioni semitiche. Nello stesso periodo compaiono nel nord della Cina gli ideogrammi. Quasi senza eccezioni, ogni sistema di scrittura oggi esistente deriva da una di queste due fonti (J. Drucker, The Alphabetic Labyrinth. The Letters in History and Imagination, Thames and Hudson Ltd, London 1995). Ciò dà il senso della pregnanza simbolica praticamente universale che si può esprimere evocando le due tradizioni.

 

[5] La dialettica è di tipo Yin-Yang, senza giudizio morale, per cui l’emissione di feci non è solo eliminazione di quanto scarto (il cattivo) , ma anche emissione di quanto è utilizzabile da altri (le feci saranno il concime da cui le piante trarranno energia, in qualche modo un “buono”)

 

[6]  L’asse energetico Yang Ming , formato dai meridiani di Intestino Crasso e Stomaco, percorre il corpo a partire dal dito indice, lungo il versante radiale del braccio, fino alla spalla, poi sul  collo, il viso e dopo aver decussato al filtro nasale, fin sotto l’occhio quindi ridiscende lungo la guancia, lo sternocleidomastoideo,  il tronco anteriormente fino all’inguine e lungo l’arto inferiore fino al 2° dito  . Nell’omuncolo anatomico cinese, posizionato di fronte, a gambe divaricate e braccia elevate, e sull’estremo cefalico, i tragitti appena descritti formano, grazie alla decussazione sotto il naso, una X. Mentre è caratteristica di tutti gli assi energetici  legare il basso all’alto, lo Yang Ming è l’unico dei sei assi che collega la destra alla sinistra.

 

[7] L’ideogramma WU, cinque, deriva da un ideogramma a forma di croce di S. Andrea (vedi fonte bibliografica  2).

 

[8] La cristallizzazione degli elementi inanimati avviene secondo la geometria esagonale (si pensi ai cristalli di ghiaccio, alle celle dei favi degli alveari…), mentre il frattale  dei materiali biologici è pentagonale (5 petali, 5 arti, 5 dita… Il fatto che le stelle vengano tradizionalmente illustrate a cinque punte la dice lunga su quale sia il sentimento umano  al loro riguardo).

 

[9] Alcune culture (ad esempio i Dogon dell’Africa Nera) edificano il luogo sacro proprio a partire dalla sagoma di un uomo disteso a terra.

 

[10] In generale nel mondo antico il termine indicava strutture architettoniche complesse che fungevano da residenza reale, centro amministrativo e luogo di culto, spesso con spiccata caratterizzazione funeraria. L’origine di tale tipologia è l’Egitto ed Erodoto ce ne fornisce la descrizione più ampia. Nella mitologia però il termine ‘labirinto’ fa riferimento al mito cretese  e ai suoi personaggi.

 

[11] Il labirinto  è stato letto come simbolo di fecondità e dell’acqua –alla fecondità strettamente legata-; la presenza del Minotauro ha evidenziato il suo rapporto con il tema morte-rinascita e con i riti misterici e iniziatici; in esso si è visto anche lo schema di un gioco (tipo gioco dell’oca); la sua articolazione ha suggerito riferimenti al mondo magico e astrale, specchio del moto degli astri  o del percorso del sole nel cielo.

 

[12] E’ curioso che il ragno sia l’insetto a otto zampe, col corpo a forma di otto. In occidente e in Africa è un animale caratterizzato negativamente. In Cina è un animale di buon auspicio. Quanto alla ragnatela nel simbolismo occidentale essa rappresenta le lacinie che ci imbrigliano, limitano i nostri movimenti e ci legano alla terra, mentre nella simbologia cinese la ragnatela è la “fortuna che scende dal cielo” ed è auspicio di ritorno di un figlio da lontano o della visita di un conoscente. Della complementarietà simbolica occidente-oriente si è già detto a proposito dell’alfabeto…

 

[13] La tradizione cristiana medievale ha idealizzato nel labirinto il cammino dell’anima che anela alla perfezione, e in chiave più propriamente cristiana l’itinerario che porta alla Città Celeste. Si è poi voluto leggere in Arianna la Grazia che viene in soccorso dello smarrito Teseo  “…Theseus gratis Adriane stamine jutus…” ‘…Teseo graziosamente aiutato dal filo di Arianna…’ è scritto sul labirinto del duomo di Lucca: graziosamente, gratis –> gratia…Grazia.

 

[14] Tale nome indica sia l’ombelico dell’uomo che il centro della zona assembleare nelle chiese romaniche.

 

[15] Ricordiamo il punto St.25, Cerniera Celeste, ovvero possibilità di passaggio al Cielo e punto Mu degli intestini. In questo punto è sintetizzata la funzione e il simbolismo del labirinto.

 

[16] La danza e la musica hanno un ruolo importante nella mitologia del mondo classico e nelle religioni in senso generale. Quasi sempre , nel mito come nelle cerimonie religiose, la danza rappresenta un momento di abbandono, di gioia o di comunicazione con il divino. L’Iliade descrivendo lo scudo di Achille descrive il cesello di una scena di danza “simile a quella che in  Cnosso vasta un tempo Dedalo fece ad Arianna riccioli belli”. E’ stato ipotizzato che tale danza sia da intendere come la “danza del labirinto”, e che questo fosse uno spazio dove si sarebbe dovuta svolgere una danza i cui movimenti coreografici erano indicati al suolo. Anche Teseo è ricordato a Delo, di ritorno dal labirinto, nell’atto di danzare intorno ad un altare coi suoi compagni per celebrare la vittoria; Plutarco dice esplicitamente che quella danza era ancora praticata ai suoi tempi a Delo e che i suoi passi “mimano le tortuosità del labirinto con i suoi andirivieni e movimenti circolari”. Gli abitanti di Delo diedero a quella danza il nome di ‘danza delle gru’, uccelli sacri ad Apollo ed emblema della primavera e della luce, nonché della vigilanza.

 

[17] Per gli orientali è più facile pensare che il labirinto (espresso -come si vedrà più avanti- anatomicamente da Intestino Tenue e Intestino Crasso, visceri,  FU) è funzione di TR.S ( Cuore e Polmone, organi, ZANG), che cioè l’apertura agli altri (espressa nel TR.S) è causa efficiente del mio ritrovarmi nel labirinto. La mitologia occidentale ha dovuto inserire nel labirinto la figura  di un “alter”, Arianna, che permette il ritrovamento ed evita lo smarrimento e la morte.

 

[18] Intestino Tenue, San Jiao (Triplice riscaldatore), Grande Intestino, sono i tre meridiani  dello Yang Shou, sono cioè la funzion (yang) del Cielo (Shou). Essi rappresentano ciò che sei ora (San Jiao) e ciò che scegli di diventare, la strada che intraprendi (Grande Intestino) per essere bene e tralasciare il male (Intestino Tenue).

 

[19] L’addome nell’ideogrammatica cinese ha a che fare in generale con l’incarnazione. L’ideogramma che significa “ventre”, è formato da due parti: a sinistra il radicale “carne” , a destra il pittogramma  “terra”. Anche nell’ideogramma che indica l’intestino, CHANG, c’è il radicale “carne” che precede la nozione di  YANG e di luce.

 

[20] Questi stessi concetti possono essere ritrovati nell’utilizzazione dei mandala anch’essi diagrammi formati da cerchi concentrici inscritti in un quadrato, imago mundi, utilizzato per le iniziazioni, o nei labirinti cinesi, o nei riti della tessitura tradizionale… Il fatto che i meridiani siano paragonati ad una tessitura, può indurci nell’ipotesi che chi partecipa importantemente alla definizione di quali saranno le “autostrade energetiche” lungo le quali si svilupperà la nostra vita siano proprio i “visceri del labirinto”.

 

[21] Mettiamo in dialettica le ‘interiora’ con le ‘esteriora’. Il diaframma dividerebbe in quest’ottica una porzione soprastante di pertinenza TR-S che riguarda l’esterno, il non-io esteriore, in cui il Cuore  mi permette di guardare all’altro come un me e il Polmone di riconoscere l’altro come estraneo, e una zona sottostante dedicata all’interiore e riguarda il non-io interiore, è giudizio su me stesso a polarità Yang, riferito agli altri, il rancore, o a polarità Yin, riferito a me, il senso di colpa.

 

[22] “la diritta via” direbbe Dante…

 

[23] Per completezza non possiamo non accennare a proposito della ragnatela al mito delle Parche e delle Moire, le dee del fato, del destino o della durata della vita umana. Le divine filatrici, che vivevano in una grotta del cielo, erano Cloto (la filatrice), Lachesi (la distributrice) e Atropo (colei alla quale non si sfugge). E a proposito del ragno si deve citare il mito  di Aracne, la giovane fanciulla libica abilissima nell’arte della tessitura e orgogliosa del proprio talento, che un giorno sfidò Atena a gara. Per la competizione la ragazza produsse un magnifico tessuto nel quale erano raffigurati gli amori degli dei. Atena, esaminato il tessuto, non trovandovi alcun difetto, gelosa di tanta abilità lacerò il capolavoro, provocando la reazione disperata di Aracne che tentò di uccidersi impiccandosi. Atena la salvò allentando il nodo della fune che venne trasformata in ragnatela e Aracne in ragno.

 

[24] Il mito di Teseo e di Dedalo nella loro orizzontalità e verticalità di fuga, richiamano gli aspetti del PO e dello HUN nei movimenti rispettivamente orizzontale e verticale. E’ curioso che il sito anatomico che rappresenta ventralmente l’incontro del PO e dello HUN,  ST.25, sia sì  “loggia del Po e dello Hun” ma anche “punto Mo degli intestini”.  La sua posizione in vicinanza dell’ombelico ne amplifica ulteriormente il significato, infatti secondo la tradizione taoista il bambino dopo la nascita ingoia la pillola amara della vita e con il primo respiro la pillola scende fino all’ombelico e da lì ai Reni: l’ombelico rappresenta dunque la “cerniera celeste”, il cardine che lega il Polmone ai Reni per quel dialogo che sarà motivo dei movimenti dei liquidi nell’uomo, cioè della sua edificazione, quindi di tessitura della vita, ovvero lo stesso concetto espresso nel labirinto.

 

[25] Da cui il modo di dire “Piantare in Nasso” che progressivamente è diventato “Piantare in Asso”.

 

[26] Enrico Guidazzi sostiene che  gli ultimi tre pianeti del sistema solare (Nettuno, Urano, Plutone) sono stati scoperti quando le condizioni culturali avevano maturato i sentimenti relativi alla simbologia dei tre pianeti (Guidazzi E.G.’Il bagatto astrologico’ Daimon Ed. Rimini, 1999). Rabbrividiamo al pensiero della scoperta di Icaro, del quale non è ancora stato definito se sia davvero un ulteriore pianeta o solo un grande asteroide.

 

[27] Sui bracci più lontani del cromosoma X, sono posti i geni che fanno invecchiare. Se deleti, la cellula assume caratteristiche cancerigne:  l’alternativa all’invecchiare, al percorrere la ragnatela del labirinto, a convertirci grazie al ministro dei camminamenti è il disordine cellulare, l’anarchia interiore, la condizione opposta alla crescita, quella che nega la vita! (“Se non vi convertirete, morirete ” Lc 13,5)

 

[28] E’ la metafora del tempo attuale, a partire dalla belle epoque con il suo delirio di onnipotenza tecnologica (ben descritto nella prima parte del film “Titanic”) naufragata tragicamente nel primo conflitto mondiale, fino agli aspetti più sottili odierni, in cui padri “tecnologici” consegnano ai figli potenti automobili per schiantarsi contro gli alberi, discoteche con estasy per perdere l’orientamento, paradisi virtuali  per evitare di affrontare la vita…

 

[29] Se ST.25 è la loggia ventrale del Po e dello Hun, il punto dorsale che esprime il legame di PO e HUN è BL.42, posto all’altezza della spina della scapola, al bordo dello scheletro dell’ala umana, all’intersezione del boma di vela con l’albero maestro.

Si viene a definire così una dialettica fra BL.42 e ST.25 di tipo alto-basso, posteriore-anteriore, yang-yin. Quest’ultima dialettica è  sostenuta da Kespi che la applica in generale ai punti BenShen e Mo.

Nel contesto mitologico, ST.25 sarebbe l’uscire dal labirinto, BL.42 il far vela verso casa. Proprio questo “volare” si associa bene alla funzione che Van Nghi attribuisce a BL.42 di nutizione del jing del Polmone, il cui difetto ha fra i  sintomi essere astratti,  difficoltà a concretizzare.

 

[30] I testi classici  raccontano che Dedalo prima di partire raccomandò a Icaro di non volare troppo vicino al mare perché le ali non si appesantissero, né troppo vicino al sole per non far sciogliere la cera, poi spiccò il volo e si accorse della  morte del figlio, contrariamente a quanto descritto nel brano riportato sopra, vedendo galleggiare le penne sul mare che stava sorvolando.

 

[31] Al IV Forum sul Progetto Culturale tenutosi a Roma a fine novembre 2001, Robert Spaemann –studioso di filosofia contemporanea- ha delineato le caratteristiche di quello che ha chiamato “l’ultimo uomo”. Questo concentrato di scienza ed edonismo vive in un mondo virtuale e ha per forma specifica di sessualità l’onanismo, ama di un amore senza conseguenze ed è quindi sterile. Per lui è assurdo pensare a legami che durino tutta la vita e in definitiva tende ad una esistenza da single. Nel gusto della vita ha sostituito la “gioia” con i “piaceri”, nella coscienza la “verità” con le “certezze”.

 

[32] Dedalo aveva già ucciso per gelosia il nipote Talo, figlio della sorella, suo allievo (ovvero suo figlio spirituale), tanto dotato da superarlo in abilità, elevatezza di ispirazione ed ingegno.

 

[33] Anche la Città Proibita, in quanto luogo sacro, è rigidamente orientata. Come già nel Tempio tradizionale la parte riferita al torace è ad est, quella riferita all’addome ad ovest.

 

[34] Si utilizzano per i disturbi a tale patogenesi i punti Zong: TE.4 HUI ZONG per problemi gastroenterologici ( intolleranze alimentari), SI.11 TIAN ZONG per problemi respiratori (asma), GV.6 SHEN ZONG  per problemi neurologici ( tics, spasmi) (29).

 

[35] Cosa fa che l’organo scelga bene o male? E’ la ZONG QI (4). Come per il canale digestivo alimentare, anche per le emozioni la Zong Qi –che si manifesta al TR-S- rappresenta il criterio di scelta dei due fuochi inferiori. Si noti che le due emozioni che coinvolgono gli organi del TR-S sono la tristezza (Polmone) e la gioia ( Cuore) e che rappresentano quindi il criterio per l’assimilazione nelle fasi successive, la polarità del sentimento. La vita è davvero il vissuto: sorridi e la vita ti sorriderà!

 

[36] Se pensiamo al tronco come alla “via dell’uomo”, immaginando di tracciarvi sopra una strada a tre corsie -una centrale e due laterali-,  si può riferire a questa struttura anatomica quanto è detto in generale della “via “ dell’uomo: chi vi cammina  nel mezzo (seguendo l’asse mediano, quello dei chakra, la direttrice V- IC-IT-St-C, i visceri mediani di San Jiao) vive [infatti l’emozione del cuore è la gioia], chi cammina sul ciglio (e segue lungo le corsie laterali paure –Rn-, preoccupazioni –MP- , collera –F-) è triste [la tristezza è l’emozione del polmone], chi ne esce , muore [è cioè fuori dal suo corpo, esterno al suo tronco, s-troncato].

 

[37] Mentre l’eliminazione di Intestino Crasso e Vescica è diretta , quella dell’Intestino Tenue va diversificata., infatti l’Intestino Tenue rappresenta, in quanto 2° TRI, una sorta di “crocicchio digestivo”: intanto vi arriva l’impuro direttamente dallo Stomaco, poi vi confluiscono conflitti – dal Fegato- e preoccupazioni –dalla Milza-, che sono aspetti diversificati di uno stesso pensiero (TR-M), i conflitti però hanno una connotazione più dinamica, più fegato e quindi vanno risolti in fretta, mentre le preoccupazioni hanno indole inerziale, Milza, e sono appiccicose, flemmatiche. Se si fermano in un incrocio così importante del processo digestivo come l’Intestino Tenue, davvero “annodano” tutto!

 

[38] Due rimedi omeopatici esprimono nella sintomatologia le polarità Yin e Yang dell’espressione dell’attacco  di panico. Si tratta di Aconitum e Cactus Grandiflorus. La prima è una pianta molto velenosa che ama l’ambiente freddo-umido, cresce infatti nelle regioni montagnose del Nord Europa, la seconda è una pianta commestibile delle zone aride e calde. Gli ambienti opposti in cui vivono queste piante e le caratteristiche specifiche si esprimono anche nella patogenesi omeopatica: se in Aconitum tutto è in superficie, in Cactus tutto è in profondità. Aconitum presenta un’agitazione irrequita e violenta  opposta alla costrizione paurosa e immobile di Cactus. L’angoscia di Aconitum è periombelicale, quella di Cactus è precordiale.

Vediamole più dettagliatamente.

La paura di Aconitum è improvvisa, repentina, violenta, come un fulmine a ciel sereno, “tutto” inizia con estrema violenza. Aconitum è sempre in movimento e agitato perché è terrorizzato della morte, ci grida la sua paura, non vuole essere toccato, è pletorico nella ideazione. Durante le malattie presenta paura di morire fino a predire l’ora della sua morte.

Cactus Grandiflorus esprime nella sintomatologia la “segnatura” della pianta: la succulenza, l’immobilità, la lentezza, il bisogno di sole, l’essere spinoso e ripiegato su se stesso. Cactus è malinconico, triste, lento, immobile e depresso. La paura della morte si esprime in Cactus come una costrizione toracica e precordiale, l’agitazione è tutta interna, la muscolatura è costretta, sente un peso toracico, una stretta al cuore come una fascia di ferro. Il panico di Cactus è soffocante, paralizzante, immobile, con una sensazione di “corpo in gabbia”, come se ogni filo fosse legato più stretto.

 

[39] Eliminare : dal latino ex- [cacciare dalla]  limen  [soglia], estrudere, separare da sé; in gergo popolare “darci un taglio”, cioè METALLO.

 

[40] Non è un caso che le vie di eliminazione siano quelle da cui si perdono liquidi: sono aspetti di San Jiao che è la “via dei liquidi”! Non è un caso che questi secreti siano quelli che puzzano (PUZZA=CALORE-UMIDITA’).

 

[41] Proponiamo per il sostegno dei tre emuntori i gemmoderivati: Viburno MG 1D per il Polmone, Olmo MG 1D per la pelle, Vaccinum Vitis Idea MG 1D per il Grande Intestino. Come drenanti indichiamo tre piante di natura fresca: Erisimo, l’erba dei cantanti, per il Polmone, Borragine, il padre del sudore, per la pelle, Sambuco, l’albero del 13° mese (il 13° mese è legato simbolicamente al passaggio, al rinnovamento, alla morte e alla vita) , per il Grande Intestino.

 

[42] In questo senso si giustifica l’uso di SP.10  nelle “impurità di sangue” dato che è

d                     punto digestivo, Milza, -poiché si tratta di una cosa non digerita-,

d                     riguarda il sangue nel suo aspetto di purificazione al TR-I -le gambe nella tripartizione del corpo rappresentano l’inferiore- e siamo infatti a livello di visceri del TR-I.

 In questi malati andrebbe comunque prescritta dieta piccante, che porta all’esterno , alla quale si potrebbe anche aggiungere TARASSACO che agisce sul fegato in termini disintossicanti.

 Per chi emette puzza di pollo, è indicato il trattamento con LU.1. Questo è un punto Polmone, cioè Metallo quindi “eliminazione” e quasi un punto Milza–è collegato direttamente al SP.20- e per ciò sia “digestivo” che legato al sangue.

 

[43] Intendere per “connettivo” “unità vasculo-tissutale  chiarisce come il difetto di Milza, che è Terra, -quindi  microvasi e connettivo proteico e corpuscolato- comporti anche emorragie capillari “la Milza non trattiene il sangue nei vasi”.

 

[44] Per il drenaggio del Ministro del Cuore proponiamo Erbasit (Arcangea), un composto di sali e polvere di piante che riequilibra il sistema acido-base, favorisce l’eliminazione delle tossine rimuovendole dal mesenchima, regola il sistema immunitario, migliora l’apporto di ossigeno alle cellule dell’organismo.

 

[45] Mentre Intestino Tenue e Crasso hanno l’organo corrispondente nel TR.S, non è altrettanto facilmente intuibile come  possa il frigore tossico salire dal TR-I al TR-S dato che Rn e V non hanno corrispettivo sopradiaframmatico  e il freddo tende per natura verso il basso.

E’ ipotizzabile che tale passaggio avvenga attraverso il Distinto di Rn-V (dato che i distinti si trattano a coppie) (5): il distinto di V sale al PO MEN , porta del PO, (36 BL o1GV), ha a che fare cioè con l’ano, orifizio del basso di IC e il Polmone in quanto sede del PO. Anche il distinto di Rene sale a PO MEN e poi va al Dai Mai, cerniera addominale, sale al petto fino alla gola, segue cioè l’esatto tragitto prescritto : dalla pelvi oltre il diaframma propriamente detto e oltre quello del giugulo. Jeffry Yuen sostiene (5) che il distinto di Rn-V può trasportare il patogeno oppure mantenerlo nel Dai Mai. (Se pensiamo all’attacco di panico come ad un accumulo di frigore latente tossico che ha possibilità di essere mantenuto nel Dai Mai, spieghiamo gran parte dei suoi sintomi).

 

[46] Tutto il corpo esprime comunicazione, ma le parti indubbiamente più coinvolte sono l’estremo cefalico con la mimica e gli arti superiori con la gestualità: si tratta delle estremità “Cielo”, quelle al si sopra del giugulo.

 

[47] Le trasformazioni guidate dal Chong Mai

 

[48] L’antico detto taoista citato in apertura d’articolo propone per la funzione HUA la tripletta già annotata per labirinto e battistero : otto (il capitolo di So Wen che descrive la funzione HUA), Luce, via (Dao).

[49] Quali  i punti?

1° E’ patologia digestiva, acquisita, vado sulla risonanza Milza che è digestione, è l’acquisito (la detossificazione degli organi si fa sul meridiano di Rn che rappresenta l’innato) ed ha funzione di far salire.

2° E’ funzione metallo, è calore da rinfrescare, penso al Polmone.

3° Quale sede anatomica? Poiché si tratta di capovolgere, penso a dove la pelvi del basso sia specularmente rappresentata al di sopra del diaframma, cioè al torace in prossimità del cingolo clavicolare

4° Quale parallelo?

A livello toracico abbiamo il parallelo passante per CV17 detto  DELL’OFFERTA

Quello passante per CV18  detto DELLA GRAZIA

Quello passante per CV19  detto DEL PERDONO

Quello passante per CV21 che chiamerei DELLA BEATITUDINE

            A chi dice “questa Dio non me la perdona” , al senso di colpa  (IT) occorre Grazia       ( SP 19

            A chi dice “questa non gliela perdono, me la paga”, al rancoroso (IC) occorre Perdono (SP 20

A chi dice “questa Dio non doveva farmela”, (V) occorre di conoscere davvero Dio       (LU 1

(Anche in LU.2 c’è della collera, della rabbia non espressa, aggressività, violenza non espressa, oltre  a forte oppressione toracia, molti sospiri, senso di pienezza (14): è il difetto che non riesco a correggere?, il vizio da cui non sono capace a liberarmi?).

Questa stessa disposizione  -ma in senso invertito- si ritrova negli shu anteriori dei visceri posti sullo Zu Yang Ming: St.22 -> stomaco, St.24 -> intestino tenue, St. 26 -> intestino crasso, St.28 -> vescica, St.30 -> tutto l’aspetto digestivo yang (San Jiao?)

 

[50] Sono gli ultimi 3 ministri elencati da So Wen al capitolo 8 [e 8 non può che significare rinnovamento, rinascita, passaggio dalla forma terrestre –il quadrato- alla forma celeste –il cerchio-, dalla pelvi al torace). Jeffey Yuen sostiene che la posizione che occupano gli shu dorsali nella branca interna di Zu Tae Yang al di sotto degli shu degli organi sta a significare che consolidano  (32)].

 

[51] Capovolge il Qi dallo ZHI YIN –estremo yin- BL 67, per riportarlo al centro, al cuore (SW 8 descrive il Cuore come primo ministro e la Vescica per ultimo)(7)

 

[52] Intestino Crasso è Shou Yang Ming, cioè riguarda le mutazioni del cielo, SHOU. Ciò non significa che il cambiamento che produce sia invisibile: l’energia muta, ma la materia a cui è applicata cambia. In questo senso si usa LI .11 come punto per le patologie calore della pelle. Esso porta al cielo quanto era vicariato nella pelle. Si chiama QU CHI. QU= curva, sinuosità,  meandro, ingiusto, ruotare ; è la curva a gomito, il repentino cambio di direzione per uscire da un punto morto, capovolgimento di direzione. CHI= stagno, riserva, cisterna, piscina, fosso pieno d’acqua: rappresenta  l’esperienza. QU CHI = cambiamento di direzione “a gomito” nell’esperienza? Ha per nome secondario CHONG YANG (come St 42), è cioè la potenza dello yang ma assume in sé la trasformazione “chong” , travagliata. Compare ancora nei nomi secondari  GUI a sottolineare l’aspetto spirituale del punto [che presenta anche sintomi psichici]).

 

[53] I cinesi non avrebbero dubbi: l’energia difensiva WEI QI che si forma negli intestini, può alla lunga aggredire il JING, la struttura fisica, dando esito ora a malattie autoimmuni, ora alle sclerosi o a colliquazioni parenchimali, esiti del processo infiammatorio cronico (che ha sempre patogenesi aggressiva autoimmunitaria almeno  locale).

 

[54] Ling Shu attribuisce la virtù del perdono al Polmone, al versante yin del movimento Metallo, di cui il Grande Intestino è l’effettore, l’organizzatore, lo yang..