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Ambulatorio
di Agopuntura e Moxa Azienda
Unità Locale Sanitaria 04 L'Aquila Associazione
Medica per lo Studio dell'Agopuntura. L'Aquila
e Roma Scuola
Italo-Cinese di Agopuntura
Sede
di Roma So-Wen
Milano
La nebbia come fattore perverso umidità (shi), nelle infezioni rinosinusitiche (biyuan) recidivanti dei mesi invernaliCarlo
Di Stanislao
|
"Non puoi impunemente prendermi
per il naso..."
E. Rostand,
Cyrano de Bergerac, 1897.
“La loro è una storica diffidenza…”
C. Alvaro, Calabria.
Riassunto:
La nebbia è una condizione climatica connessa con l’umidità, in grado di
causare, in soggetti predisposti, rinosinusiti croniche che meritano
inquadramenti e trattamenti (agopunturistici, farmacoterapici e dietetici)
affatto particolari.
Parole
chiave:
rinite, rinosinusite, nebbia, umidità.
Summary; The
fog might be considerd ecual to devil humidity for Traditional Chinese Medicine.
A correct diagnosis allow adeguate therapies with acupuncture, dietary and
herbal presciptions.
Key words:
rinithis, humidity, fog.
Dolorosamente
manifeste o insidiosamente silenti, le flogosi della mucosa rinosinusale si
fanno particolarmente insistenti nei mesi invernali, in concomitanza con
infezioni virali o miste rinofaringee (1). Dati gli stretti rapporti esistenti
fra fosse nasali e seni paranasali, ogni rinite va giudicata come una vera
rinosinusite, poiché ogni processo flogistico del naso, per contiguità
anatomica, finisce per coinvolgere le mucose delle cavità pneumatiche
paranasali (1-2). Il continuo
passaggio attraverso la mucosa nasale di "boli aerei" in entrata ed in
uscita e la relativa linearità delle traiettorie di clearance, fanno in modo
che le mucose del naso e dei seni paranasali siano esposti agli stessi agenti
morbosi ed in misura in sostanza identica (1,3).
Attualmente
si definisce "flogosi fisiologica" quella particolare situazione in
cui le potenzialità difensive della mucosa nasale (cellule di Langherans,
neutrofili, eosinofili, linfociti T e B) ed i mediatori della flogosi (istamina,
prostaglandine, sottofrazioni del complemento, neuropetidi e citochine) riescono
a contenere gli insulti biotici o allergenici dell'aria inspirata (4-6).
Nei
seni paranasali tutto avviene in modo più rallentato rispetto alle fosse nasali
e dipende, in larga misura, dalla fluidità del muco (1,3-5).
Nel
caso di muco fluido, le secrezioni contengono adeguate concentrazioni d’IgA,
gli inquinanti solubili sono assorbiti dalla mucosa, le sostanze potenzialmente
dannose (virus, batteri ed allergeni) rimosse dalla clearance mucocilare, le
difese dell'ospite (umorali e cellulari) sconfiggono l'infezione. In questo modo
l'ostio resta pervio e si torna, in 3-12 settimane,
ad una strutturazione mucosale perfettamente normale (6).
Ma
se i catarri divengono densi e vischiosi (1-6) si realizzano, in successione,
una serie d’eventi sfavorevoli:
·
vi è uno spostamento del pH
·
il metabolismo di mucosa si
altera
·
le ciglia vibratili e
l'epitelio sono danneggiati
·
le variazioni dell'ambiente
dell'ospite favoriscono la crescita microrganica
·
le secrezioni ristagnanti
causano infiammazione tessutale
·
si ha una sovrainfezione
batterica e/o micotica
·
l'edema mucosale ed i secreti
densi causano blocco e chiusura dell'ostio
·
la congestione impedisce il
flusso aereo ed il drenaggio.
Pertanto,
le condizioni in grado di influire sulla fluidità dei secreti, possono favorire
lo sviluppo di fatti rinosinusitici perduranti più di tre mesi, che, a loro
volta, causano danni mucosali spesso
irreversibili (2,6).
Oltre
a cause endogene locali (anatomiche) e generali (dismetaboliche, disendocrine,
disormoniche, ecc.), sono molto importanti alcune influenze climatiche (1,3,5).
Più
del freddo sembra assumere gran valore favorente l'umidità, soprattutto
l'ambiente nebbioso (1,7). L'aerosol biologico respirato, in presenza di nebbia,
si arricchisce, infatti, di batteri, lieviti e micofiti, che più facilmente
contaminano le fosse nasali ed i seni paranasali. Inoltre l'acidità della
nebbia (pH compreso fra 2.60 e 7.03) favorisce l'inclusione nell'aria respirata
di vari microinquinanti (ammonio, solfato e nitrati), con immaginabili fenomeni
irritativi (7).
In
effetti, esaminando l'intero numero di espisodi acuti virali venuti alla nostra
osservazione nel corso del 1998 (totale di 97 casi), abbiamo notato che i
pazienti provenienti da ambienti nebbiosi (area aquilana del lago di Campotosto),
avevano una risoluzione più lenta e difficile, a parità di terapia, rispetto
al totale della popolazione esaminata (media di 3.5 settimane contro di 1.5).
Inoltre,
nel 48% dei casi, i pazienti sottesi ad ambiente umido-nebbioso, presentavano,
in fase acuta, muco denso, chiusura dell'ostio sinusale e svìluppo di flora
batterica mista Gram+ e Gram-.
Infine,
mentre nei pazienti provenienti da ambienti asciutti i sintomi (secreto, febbre,
desiderio di bere, ecc.), la lingua (patina) ed il polso (velocità e percezione
sfigmica) indicava o Vento e Freddo o Vento e Calore, in oltre i 2/3 di quelli
sottesi ad ambiente nebbioso vi erano segni evidenti d’accumulo d’umidità
(secreti densi e vischiosi, sensazione di testa pesante con algie
cefalico-facciali di tipo espansivo, polso scivoloso, lingua con induito
abbondante e vischioso).
Pertanto,
nell'anamnesi dei pazienti con episodi rinosinusitici acuti (da 1 a 12
settimane) o cronici (più di tre mesi), è opportuno considerare il luogo di
soggiorno ed il microclima a cui sono sottoposti. Questo anche per una più
corretta scelta terapeutica (agopuntura, farmacacoterapia, dietetica) (9-12).
Paradigmatico
ci sembra il caso di una donna di 28 anni (A.M.), dipendente della Polizia di
Stato, nubile, nata a L'Aquila città (clima montano ed asciutto) e trasferitasi
(per ragioni di lavoro) in provincia di Sondrio (clima umido e nebbioso) da tre
anni.
La
paziente, fra i 15 ed i 18 anni, si era sottoposta ad Immunoterapia Specifica
con estratti ritardo titolati in unità "noon", per ipersensibilità
agli acari della polvere. I sintomi congestivi oculorinofaringei erano
migliorati ed il livello d’IgE totali e specifiche avevano mostrato una
significata e progressiva riduzione.
Dal
Novembre 1996, presentava episodi recidivanti ed invernali-primaverili (durata da 2 a 8 settimane) di
rinorrea anteriore e posteriore, densa e vischiosa, con cefalea, sensazione di
algie dentarie e di "dente lungo" e cacosmia. Una visita ORL ed una
radiografia del cranio avevano fatto porre diagnosi di rinosinusite (Gennaio
1998), con interessamento frontale, etmoidale e mascellare. Inutili si erano
dimostrati i vaccini orali con lisati batterici. I singoli episodi erano stati
trattati con mucolitici (carbossimetilcisteina), antinfiammatori non steroidei (nimesulide,
ketoprofene), antistaminici (cetirizina) ed antibiotici (rokitamicina,
spiromicina). Il tampone faringeo era risultato sempre negativo ed il TAS sempre
inferiore ai 250 U/100ml, con normalità per gli anticorpi antipolisaccaridici
del capsomero dello Streptococco beta-emolitico di gruppo A. Poco prima della
nostra visita, aveva anche eseguito sottopopolazioni linfocitarie, dosaggio
delle IgG, IgA, IgM, IgE e delle IgA salivari. Tutti i valori erano normali. I
prick test per pneumoallergeni (compresi gli allergeni invernali quali
Mercuriales, Betulacee e Cupressacee) e la rinostimolazione specifica (Acari
maggiori) con rinomanometria anteriore, avevano dato esito negativo.
Dal
Gennaio 1999 al Marzo dello stesso anno (data della nostra visita e dell'inizio
del trattamento) aveva avuto 4 episodi rinosinusitici necessitanti di terapia
aerosolica e sistemica, nonostante avesse praticato in modo corretto
vaccinazione antinfluenzale ed assunto, per 3 mesi, lisati batterici come
vaccini orali per contatto.
L'esame obiettivo mostrava segni d’aggressione da Vento-Calore-Umidità (rinorrea densa e cremosa, a tratti puruloide, occhi congestionati, aree frontali e mascellari tumide, dolore frontale espansivo, retrobocca iperemico, sete, polso rapido e scivoloso, urine cariche e d’odore ammoniacale, lingua con patina sottile ed adesa e di colore grigio, soprattutto nel terzo anteriore).
Un
primo trattamento (sedute bisettimanali di trenta minuti) sui punti LI20 (yingxiang),
BL3 (meichong),
LI4 (hegu),
BL13 (feishu),
SP6 (sanyinjiao)
e con cp. da 500 mg d’ebushicao
(Centipeta minima herba) (2 cp. x 3 volte al dì a stomaco piano),
non aveva determinato alcun miglioramento subbiettivo ed obiettivo (durante 2
settimane). La paziente alleviava i sintomi acuti con nimesulide per os (200 mg/die)
e fluticasone proponiato come spray nasale, bis in die.
Interrogata
con maggiore accuratezza, abbiamo potuto notare che ella
metteva in stretta relazione l'esordio della rinosinusite con il suo
trasferimento in un ambiente molto umido e notevolmente nebbioso.
Abbiamo
in primo luogo eseguito esame microbiologico del secreto nasale che, su
Agar-sangue e poi su Sabouread, ha determinato uno sviluppo espressivo di
colonie d’Aspergillus fumigatus.
Abbiamo
inoltre valutato maggiormente (in senso energetico), la componente
"umidità" (shi).
La
nuova opzione terapeutica è stata pertanto:
-
Fluconazolo 200 mg/in due dosi refratte, 30 minuti prima dei pasti.
-
Centipeta minima herba 2 g/die in cp. da 500 mg (prodotto Lao Dan srl) +
Pinellia ternata rhizoma trattato al calore (fabanxia)
5 g in decotto e pericarpium Citri reticulatae viridae (chenpi)
5 g nella stessa decozione, in due somministrazioni, una dopo colazione ed una
dopo cena (8-9) (vedi Tab.3).
-
Agopuntura (10-11): sui punti GV26 (shigou),
TE6 (zhigou), CV12 (zhongwan),
St40 (fenglong)
(vedi Tabb 1 e 2).
Shigou è attivo sugli "scoli nasali" con edema della mucosa ed inoltre tratta i dolori ed i gonfiori dentari e del viso. Zhigou riduce il calore e l'umidità di pelle e mucose. Zhongwan attiva il TR-medio, la funzione di "trasporto/trasformazione della Milza" e combatte gli edemi ed i tan. Infine fengolong oltre a trattare i "catarri", come Luo-Longitudinale (bieluo), comanda la testa ed i suoi orifizi (10-11).
Dopo
due ulteriori settimane di terapia (con un totale d’altre 3 sedute d’agopuntura)
la forma rinosinusitica (anche con controllo rinoscopico) è completamente
regredita e l'esame colturale ha dato esito negativo (anche su Nickerson).
A
differenza, inoltre, di quanto accaduto nel '97 e nel '98,
superata, la fase acuta, non residuavano né rinorrea posteriore con
cacosmia, né faringodinia.
Un
accurato esame ORL eseguito a fine Settembre 1999 (dopo circa 15 settimane dalla
fine della terapia), ha evidenziato completa normalità del trasporto
muco-ciliare (particelle di carbone e saccarina), del rinocitogramma, della
rinomanometria anteriore attiva e della rinomanometria acustica.
Abbiamo
consigliato, per la prevenzione, una dieta povera d’alimenti umidificanti
(latte, latticini, fritti, sughi o condimenti grassi, carni grasse), ricca di
sostanze amare e principalmente d’alimenti in grado di ridurre l'umidità
(radicchio, verdure amare, carne di manzo, castagne, riso, farro
e cereali in genere, mele, carrube, ecc.) (12). Inoltre, a partire dal
mese di settembre, la preparazione Yu
Ping Feng San in polvere (preparato Lao Dan srl), 3 g/die, in due
somministrazioni refratte ed a stomaco pieno (vedi Tabb. 3 e 4).
Si
è registrato un solo episodio di raffreddore comune, della durata di cinque
giorni, nel dicembre 1999. Un ulteriore visita ORL, seguita da rinofonometria,
ha mostrato normalità della mucosa nasale ed assenza di rinolalia (febbraio
2.000). Una nuova radiografia dei seni paranasali ( anch'essa del febbraio
2.000), ha evidenziato solo lieve velatura dei seni frontali, con normalità di
quelli mascellari ed etmoidali.
La
nebbia ambientale determina, in soggetti predisposti, fenomeni rinosinusitici ad
andamento cronico, spesso ad insorgenza virale e con secondarie complicazioni
batteriche e/o micotiche. In Medicina Tradizionale Cinese occorre, in questi
casi, trattare non tanto il Vento-Freddo-Calore, ma principalmente l'Umidità,
che spesso genera "catarri".
Alcuni
punti d’agopuntura (Tabb 1-2), rimedi e formule erboristiche classiche (Tabb
3-4) ed un’adeguata alimentazione, forniscono le basi per efficaci strategie
terapeutico-preventive. In caso di sovrainfezioni, naturalmente, è
consigliabile abbinare una mirata terapia farmacologica.
Tab.
1: punti attivi sull’accumulo d’umidità Autori consultati Ø
Roustan Cl. (1983) Ø
Shorrenberger Cl.(1990-91) Ø
Ding L. (1991) Ø
Rempp C. (1991) Ø
Arthus M. (1992) Ø
Kwok-Po L. (1993) Ø
Giullaume G. e Chieu M. (1995) Ø
Hempen G. (1998) 1.
PC 2 (tianshi),
terzo nome secondo il Wai tai mi yao 2.
St 10 (shuitu) 3.
St 28 (shuidao) 4.
KI 5 (shuiguan) 5.
CV 9 (shuifen) 6.
GV 26
(shuigou) 7.
LR 1 (shuiquan),
secondo nome secondo il Wai tai mi yao. 8.
LI 18
(shuixue), secondo nome secondo il Wai tai mi yao. |
NB.:
L’ideogramma shui (Ricci 4487; Couvreur 502; Mathews 5922), indica
“acqua,
fluido, corso d’acqua”. Secondo Claude Oury e Michel Artus, i punti con
questo nome rientrano nel metabolismo dei liquidi e possono trattare gli edemi
(shizheng) e gli accumuli di flegma (yin). Attivi negli scoli nasali (detti
“acque abissali del naso” o “scolo del cervello”) possono essere in
particolare: St10,
PC2,GV26.
Tab. 2
Punti Attivi sui Catarri (Tan) Autori
consultati
Ø
Kespì J.M.
(1982) Ø
Mollard Y. (1987) Ø
Perrey F. (1988) Ø
Gori G. (1991) Ø
De Berardinis D. et al. (1992) Ø
Rui Fu Z., Xu Fen W. (1992) Ø
Marcelli S. (1995) Ø
Morandotti R., Viggiani B. et al. (1998) 1.
St 40 (fenglong) 2.
Lu 7 (lieque) 3.
CV 12 (zhongwan) 4.
Sp 6 (sanyinjiao) 5.
Sp 9( (yinlingquan) 6.
TE 6 (zhigou) 7.
St 19 (burong) 8.
Sp 16 (fuqi) |
NB:
Sanyinjiao
e zhigou
sono considerati solo dagli AA cinesi moderni. Burong
e fuqi
solo da Kespì e De Beradinis et al.
Yinlingquan si considera attivo sul TR-Inferiore.
Tab. 3: Caratteristiche dei principi erboristici citati
nell’articolo
Ø
Costantini
V. (1977)
Ø
Siu-Cheong
S. (1980)
Ø
Massarani E. (1981)
Ø
Vandermeersch
L., Kayan C. (1986).
Ø
Giullaume
G., Chieu M. (1987)
Ø
Martucci
C., Rotolo G. (1988)
Ø
Charlot D. (1990)
Ø
Shiun Chang Y. (1990)
Ø
Youwa
C. (1992)
Ø
Lie
H. (1993)
Ø
Auteroche
B. et al. (1994)
Nome Latino |
Nome Cinese |
Caratteristiche energetiche |
Centipeta minima herba |
Ebushicao |
E’ un rimedio che libera la superficie, essendo piccante e lievemente
tiepido. S’indirizza verso i meridiani di Polmone e di Fegato, aprendo
gli orifizi, eliminando il catarro, disperdendo il vento e la tosse.
Tuttavia, in caso di tosse intensa e dispnea da accumulo di catarro, è
preferibile associare Pinellia ternata e Citri retiticulatae pericarpium
(vedi dopo).La dose giornaliera (anche se non si conoscono effetti
secondari da sovraddosaggio) è di 3-6 g in decotto. E’ un rimedio che
libera la superficie, essendo piccante e lievemente tiepido. S’indirizza
verso i meridiani di Polmone e di Fegato, aprendo gli orifizi, eliminando
il catarro, disperdendo il vento e la tosse. Tuttavia, in caso di tosse
intensa e dispnea da accumulo di catarro, è preferibile associare
Pinellia ternata e Citri retiticulatae pericarpium (vedi dopo).La dose
giornaliera (anche se non si conoscono effetti secondari da sovradosaggio)
è di 3-6 g in decotto. |
Pinellia ternata rhizoma |
Banxia |
Per eccellenza rimedio principale per trasformare i catarri e sedare
tosse e dispnea. Il sapore è piccante e la natura tiepida ed agisce,
combattendo il “controcorrente”, sui meridiani di Stomaco e di
Polmone. L’azione può essere rinforzata trattando il rhizoma con zenzero (zhi
ban xia). Preparata al colore (fabanxia) perde la sua azione emetica ed è
più digeribile. Soprattutto
quando i catarri causano tumefazioni (tanhe) (come nel caso di
rinosinusite acuta) è considerato rimedio centrale. Il dosaggio medio
giornaliero è, in un adulto, di 5-9 g. Controindicato assaciocarla ad
Aconitum carmichaeli (fuzi). |
Citri reticulate pericarpium |
Chenpi |
Il pericarpo di mandarino è un rimedio salutare, privo di tossicità,
inserito fra quelli che favoriscono la circolazione dell’energia. E’
detto anche jupi ed è considerato amaro, piccante e tiepido. Agisce su
Milza e Polmone (asse Tai Yin), eliminando gli edemi ed i catarri,
combattendo il qini, favorendo la digestione ed eliminando la nausea ed il
vomito. Con la Pinellia (vedi sopra) e la Poria (fuling), compone la
formula classica Er Chen Tang, definita la principale nei problemi
catarrali. La dose giornaliera è, in decotto, di 3-9 g. |
Ø
Ming
O. (1988)
Ø
Enqin
Z. (1990)
Ø
Marie
E. (1991)
Ø
Jiunying
G. et al. (1991)
Ø
Jong
Y. & Fei L. (1993)
Ø
Yanfu
Z. & Fei L. (1994)
Ø
Gatto R.
(1993-1998)
Composizione |
Testo d’Origine |
Indicazioni generali |
Astragalus membranaceus radix (huangqi), Atractylodes macrocephala
rhizoma (baizhu), Ledebouriella sesloides radix (fang fen) |
Prescrizioni
efficaci per la Salute |
Giova all’energia vitale, elimina gli agenti patogeni esterni, arresta
la traspirazione, incrementa la resistenza individuale |
Principi attivi, nome latino |
Principi attivi, nome cinese |
Indicazioni e Posologia dei singoli principi |
Astragalus membranaceus |
Huangqi |
Papillonacea che, dopo una crescita di almeno quattro anni, è raccolta
in autunno ed in primavera, umidificata e seccata al sole, inoltre
trattata con miele (per rinforzarne l’azione tonificante). Il sapore è
dolce, la natura lievemente tiepida, i meridiani destinatari Milza e
Polmone (ancora l’asse Tai Yin).Tonifica il Qi, fa risalire lo Yang,
consolida il Biao, fortifica lo strato Wei, favorisce la cicatrizzazione
ed è lievemente diuretica. Si ritrova in importantissime formule toniche
come Bu zhong yi qi tang (per tonificare il “centro” e la Zhong-qi),
Dangui bu xue tang (nei vuoti d’energia e sangue), Mu li san (nell’iperidrosi
da vuoto), ecc. Se ne usano, in decotto, da 9 a 15 g al dì e, nei casi
più severi, fino a 30 g. Non se n’è potuto stabilire la D.L.M. Sembra
che i mucopolissacaridi in essa contenuti, abbiano azione immunomodulante
(risposta T e B cellulare). Alcuni segnalano il rischio che, in atopici,
possa incrementare li IgE. La
dose media in decotto è di 10-15 g, in polvere di 12 g. |
Ledebouriella sesloides radix |
Fangfeng |
Scaccia il vento esterno (ed anche il vento interno, soprattutto
intestinale). Di sapore piccante e natura tiepida, s’indirizza verso
Vescica, Fegato e Milza, combatte l’umidità e seda gli spasmi. Si usa
in decotto alla dose di 3-10 g al giorno. E’ molto attiva in dermtologia
ed in reumatologia. Nella formula Yu Ping Feng San in decotto, se ne usano
da 9 a 12 g, in polvere 9 g. |
Atractylodes macrocephala rhizoma |
Baizhu |
Di sapore dolce-amaro e di natura tiepida, agisce sul TR-medio. Rinforza
la Milza ed il Qi, elimina l’umidità, favorisce la diuresi e consolida
il Biao (è anidrotica). Secondo
il maestro Zhang Jie Gu, assieme al Citrus arantium, risolve tutti i vuoti
di Milza con gonfiori addominali, mentre con Poria e Cinnamumum cassia,
attiva il TR-medio in tutte le sue disfunzioni. I dosaggi giornalieri in
decotto vanno da 3 a 12 g. Non si conosco effetti tossici.
In Yu Ping Feng San si
usano, in decotto, 9-12 g, in polvere 9 g. |
NB:
L’aggiunta di fructus Xanthii (gang
er zhi) e Magnolia liliflora flos (xin
yi hua), riducendo i dosaggi dei tre rimedi di base, rende la formula più attiva in corso di rinite cronica o
facilità alle sindromi waigan,
con attacco dello strato wei o del livello taiyang
Ringraziamenti:
Dott.ssa Maria Lauriello, Ricercatore, Dipartimento di Medicina Sperimentale, Cattedra di Clinica
ORL, Università de L’Aquila
Prof. Giovanni Bologna, Primario Divisione Dermatologica e Centro Allergologico AUSL 04
L'Aquila. Titolare dell’insegnamento di Semeiotica Allergologica,
Università de L'Aquila.
Dott. Roberto Gatto, presidende AFAC, segretario SIA, direttore didattico So-Wen.
Indirizzo
per estratti e chiarimenti
Carlo Di Stanislao Divisione Dermatologico-Centro Allergologico AUSL04 Ospedale S. Salvatore (nuova sede di Coppito) Piazzale Giulio Natali 67100 L'Aquila v
Tel. 0862368729-368642 v
Fax. 0862313500 v
E-mail: [email protected] |