Editoriale

Campli - Santa Maria in platea

 

"Questi occhi hanno visto cose..."

Van Dick,
Anche i droidi contano le pecore

 

"Desde la entrana se elevo mi grito,

yi no me rispundias. Soledad absoluda.

Solo. Solo"

D. Alonso,
Oscura notizia.

 

Perch’io son stato lasso in grande erranza…”

Celo D’Alcamo

 

“Coloro che soffrono hanno bisogno di avere ragione”

Paul Claudel

 

“La scienza fa che i cuori battano più a lungo - ma li ha avviliti. Paghiamola, senza ringraziarla”

Guido Ceronetti.

 

“Il mattino avanza e la nostra missione non può certo attendere… La tempesta si avvicina, ma la marea sta cambiando”

                                    J.R.R., Tolkein, Le Due Torri

 

“Guai a voi guide cieche…”

Matteo, 23, 26

 

“La scienza gonfia, la carità edifica. Chi crede di sapere qualcosa, non ha ancora imparato come si deve conoscere".

                                                                                                                                Paolo, 1Cor, 8, 1-2

 

Viene rimproverato alle Medicine non Convenzionali (MnC) un livello scientifico ancora insufficiente alla luce della Medicina delle Evidenze (EBM), sicché sono ancora plausibili affermazioni del tipo "sicurezza ed efficacia  ancora tutta da dimostrare", anche da parte di chi si professa aperto  e disponibile alla verifica.[1] Per quanto attiene ad agopuntura, fitoterapia ed omeopatia io credo che la documentazione sia più che sufficiente e che le review dimostrino, fuori da ogni ragionevole dubbio, che si tratta di discicpline validate dall'uso e sufficientemente provate sotto il profilo clinico[2]. Quanto poi ai meccanismi d'azione alcuni sono noti, altri ipotizzati, non dissimilmente da quanto accade per vari aspetti della farmacologia[3] e delle scienze biologiche più in generale[4]. Continuare, invece, ad insistere sul fatto che l'unico motivo di interesse e validazione[5] è l'ampia (ed isterica) richiesta popolare (motivata più da mode che da reale efficacia), significa non volersi accorgere delle novità anche strutturali che molte MnC possono inserire nel campo medico generale e nel rapporto medico-paziente più in particolare[6]. Dieci milioni di italiani (secondo dati ISTAT dell'aprile 2002) fanno ricorso alle MnC e nel regno Unito un adulto su quattordici si rivolge, per problemi vari, all'agopuntura. Si ritiene che il ricorso alle MnC riguardi più del 50% degli americani e circa il 35% degli europei. Varie società scientifiche internazionali[7] si sono attrezzate per dimostrare che l'agopuntura può creare una valida alleanza terapeutica con la biomedicina in molte condizioni patologiche, non solo con interventi terapeutici sostitutivi (medicina alternativa), ma spesso di tipo francamente integrativo (medicina complementare). Non di meno ci si batte per una dimostrazione d’unità e possibili integrazioni in campo fitoterapico[8] ed omeopatico[9], ma nonostante tutto i vari "guru" del ragionamento scientifico insistono sull’inadeguatezza di sforzi e di prove. Perchè tanto scandalo e tanta pertinace, ottusa, resistenza? Perché tanto insistita e cieca preclusione? Forse solo perchè non è facile ristrutturare un pensiero, resettare un sistema e, arredata una casa, è molto più comodo lasciarla intatta nel tempo, che doverla modificare in relazione alle esigenze progressive della vita[10].Anche se finalmente lo stato italiano si accorge delle necessità di una legge che amministri le MnC e dopo il fallimento del Progetto Galletti[11], si è giunti ora in dirittura d’arrivo, non possiamo ritenerci né appagati né soddisfatti. Una legge cambia solo lo stato giuridico e non il pensiero sulle cose. Quando penso a me stesso ed ad alcuni atri irrinunciabile sostenitori della già avvenuta validazione di agopuntura ed altre MnC, mi vengono alla mente i magistri militum dell'ultimo secolo di vita dell'impero Romano d'Occidente; uomini, come ha scritto Frediani[12], di una complessità tale che avrebbero, se fossero stati da lui conosciuti, ispirato intere tragedie shakespeariane. Gli storici sono concordi nel guardare a questi estremi condottieri come agli unici con forza, capacità e determinatezza sufficienti a tenere in piedi un impero scricchiolante, corrotto, soffocato dall'ozio, dall'agiatezza, da secoli di trionfi, di lussi e di mollezze. Ora capita all'agopuntura ed altre MnC una condizione analoga: un'impigrimento accidioso e progressivo, proprio quando più forte dovrebbero essere l'attenzione e più atletico lo scatto. Mi viene in mente un episodio proprio della storia ultima dell'Impero d'Occidente, che vede protagonisti unni, goti e romani.  Sospinti dagli unni,  i goti, nel 376 d.C., attraversarono il Danubio e, due anni dopo, fra il 9 e il 12 agosto 378, diedero battaglia ad Adrianopoli. La battaglia, come ci mostra una stampa ottocentesca di Francesco Bertolini, fu tremenda e 2/3 dell'esercito imperiale (con 35 tribuni) rimase sul campo. La beffa fu ancora più grande se si considera che la sera del primo giorno i Romani, capeggiati da Eugenio e Arbogaste, avevano ucciso 10.000 goti guidati da Bacurio. Ma le libagioni ed i festeggiamenti prematuri indussero l'esercito imperiale ad abbassare la guardia e nei tre giorni successivi, dopo l'unione fra ostrogoti sopravvissuti, visigoti ed alani, la disfatta romana fu completa. Si sa, inoltre, da Vico in poi, che la storia si ripete: cambiano i nomi ma si ripropongono circostanze e fatti[13]. Se ora sostituiamo ai goti gli attuali rappresentati del mondo medico accademico, sospinti da incalzanti unni (gli ormai numerosi universitari stranieri, circolanti in gran numero da alcuni anni nel nostro paese e nel mercato della cosiddetta "libera medicina") e chiamiamo i vertici della nostra ricerca scientifica (i Dulbecco, i Levi-Montalcini) alani e visigoti, ci avvediamo che abbandonarsi a festeggiamenti per gli apparenti riconoscimenti recenti anche nostrani (dati ISTAT, documento della FNOMCeoO di Terni del maggio scarso), serve solo a favorire la disfatta di fronte all'immancabile controffensiva. La dice lunga la serie di articoli (vere catapulte anticipanti le incursioni di cavalleria e fanteria) usciti sul Corriere ed il Messaggero fra il 16 ed il 18 giugno 2002, la dice lunga anche l'inserto su Focus di luglio scorso ove si afferma, senza mezzi termini, che l'agopuntura, l'omeopatia e l'omotossicologia sono pratiche da guardare con sospetto e prendersi con le molle, la dice lunga, infine, il voltafaccia del prof. Umberto Veronosi che nel 2000 (come Ministro della Sanità) ha apprezzato il nostro Libro Bianco (e congiuntamente quello della FISA) ed ora, afferma che "la medicina alternativa è traditrice, priva di significati scientifici e giustificato solo da una fugace e futile moda"[14].   Avvertendo il pericolo di una reale sconfitta, la medicina accademica ha tirato fuori i suoi reparti migliori, schierando pubblicamente, con lettera firmata "contro", 35 docenti universitari di chiara fame e due Nobel recenti. Questi segnali mi hanno immediatamente allarmato e non ho condiviso il tono "pacato" del lassez-faire di alcuni studiosi di prestigio (come Paolo Bellavite) o di società nazionali (FIAMO) che hanno sottolineato la convinzione di una battaglia ormai vinta e di un ultimo colpo di coda di una "agonizzante balena".  Io credo invece che la battaglia è ancora tutta incerta, in pieno svolgimento ed interamente da definire. Non si può ignorare che l'esercito nemico (composto da universitari di "grido" e luminari di "annosità") continua ad ammucchiare macchine da guerra e bombardare pesantemente le nostre mura; continuando con questa politica del silenzio non potremo che favorire il loro successo e la nostra capitolazione. Dobbiamo invece, pubblicamente e dovunque si possa, (Rivista Italiana di Agopuntura, Siainform, Sia-homepage, AIFF-Inform, www.agopuntura.org, www,proxima.it, www.solaris.it, www.aemetra.it, www.natrix.com,  Medicina Naturale, Yi Dao Za Zhi, Oriente, Natural 1, ecc.), ribadire il nostro punto di vista e sottolineare con chiarezza che:

- Esiste una documentazione scientifica italiana a partire dal 1997, con studi accreditati da Istituti di Ricerca e portati in Congressi Biomedici anche internazionali[15].

- Abbiamo dato alle stampe un Libro Bianco inviato alle Autorità Scientifiche ed Universitarie due anni fa, sulle indicazioni, i limiti, gli effetti collaterali di agopuntura e MTC[16].

- Possiamo fornire prove di efficacia ed economicità della nostra scienza sia nel pubblico che nel privato[17].

- Stiamo lavorando per darci una fisionomia europea collaborando con Associazioni di prestigio come AFA, WMAA ed EuroTCM, al fine di mettere a punto strategie relative alla formazione ed alla ricerca che, anche al di fuori degli studi randomizzati e controllati, porsano fornire utili elementi di giudizio,

Andrebbe inoltre sottolineato che gli “accademici” scesi in campo non conoscono affatto il problema e si occupano di cose di cui ignorano sostanza e realtà, mentre dovrebbe, più giustamente, preoccuparsi della formazione dal momento che l'Italia è il fanalino di coda in Europa (solo 4 laureati su 10 e a 30 anni, contro una media europea di 7 su 10 ed entro i 25 anni). Eppure molti amici, praticanti di agopuntura, omeopatia ed altre MnC, mi invitano al silenzio ed alla calma. Essi affermano che non conviene affrontare di petto l'argomento e che di fatto le vicende recenti ci stanno dando ragione. Costoro mi rammentano che è il silenzio l'unica vera risposta. Ricordo una frase di Charles Chaplin ne "I miei viaggi": "Il silenzio, questa grazia universale. Quanti ne sano gioire o profittare?" Certo io non sono nel novero di chi custodisce e nutre il pensiero e non ho mai creduto che è il silenzio a rendere l'uomo creativo e davvero capace di capire le cose. Anche come  medico non ho mai considerato veritiere le teorie di chi afferma che ogni terapia reale si basa essenzialmente sul "silenzio"[18]. A ben vedere tute le pratiche tradizionali che sembrano basarsi sul silenzio, sono in realtà delle logoterapie, delle terapie della parola, dell'intervento, dell'apertura estroversa, completa e senza riluttanza da parte sia del medico che del paziente. Leggento Frankl[19]  ho imparato che è la parola che esprime la libertà della volontà, che radica la volontà del significato e che da significato all'esistenza. Tacere, pertanto, significa non superare, ma aggirare il problema, coprirsi gli occhi di fronte all'ostacolo. Non taceremo noi educati alla responsabilità della parola e delle posizioni, moralmente coerenti con le nostre idee, religiosamente legati ad una virilità, romantica forse, ma certamente migliore di quella che scivola e si adatta alle singole mode o alle migliori opportunità. Ha scritto il poeta Vito Moretti che è strano come gli abruzzesi, pure gentili e taciturni, in momento topici non sappiano né mistificare né tacere[20] [21]. Fin da giovanissimo ho ammirato l’intelletto e le capacità espressive di un grande abruzzese: Andrea Delitio, straordinario pittore del rinascimento, che seppe, più del Beato Angelico e tanto quanto Paolo Uccello, esprimere un sincretismo “fuori moda” che coniugasse il gusto fiorentino (ormai accademico) alle novità (tradizionali) dei fiamminghi. Ciò che ha reso scarna la sua fame in vita fu proprio l’incapacità di simulare, di tacere, di seguire le mode[22]. In vita ebbe poca fortuna e molti guai, ma oggi, per non aver nascosto l’arte sua, si ricorda come uno dei grandi innovatori posti fra spiritualità cristiana ed umanesimo neo-antropocentrico e nessuno ricorda, invece, Luca Laurenzi (o Di Lorenzo) di Altemaina che, aderendo alle mode, si aggiudicò su Andrea un gran numero di opere ed appalti su commissione[23]. Rispetto a 25 anni fa le cose sono certamente cambiate e migliorate, ma mi risulta intollerabile l’atteggiamento di sufficienza manifestato da alcuni. La medicina scientifica deve rendersi conto (e dichiarare) che la visione meccanicistica è fallimentare, non solo perché ha separato irrimediabilmente la mente dal corpo, ma perché ha sostenuto l’idea errata del corpo-macchina, non valutando l’insieme esperenziale e spirituale che compone ogni uomo[24]. Gli  strenui sostenitori del primato dell’Homo Tecnogolicus dovrebbero riflettere ed accettare che la tecnica è il principio delle forme di maggiore disumanizzazione dell’uomo[25]. La battaglia, quindi, non si combatte sulle evidenze cliniche e sulle strutture di ricerca, ma, direi, è molto più profonda e sostanziale. Solo quando si comprenderà che il corpo è più delle cellule che lo compongono e continuando a guardarlo come un coacervo di cellule ce lo “vieta” ed “allontana”, solo allora avremo davvero segnato un passo avanti nella comprensione dell’uomo. Scrive Italo Calvino nelle “Lezioni Americane”: “Il mondo sembra reggersi su entità sottilissime: i messaggi del DNA, gli impulsi dei neuroni, i quarks, i neutrini vaganti nello spazio”. Solo però chi ha occhi per vedere “l’altro” che organizza e struttura queste entità minimali e le radica alla vera dimensione umana, si accosta ad un’autentica comprensione del problema. La nostra battaglia deve essere volta a far comprendere, a coloro che non vogliono vedere, che il corpo è più della sua forma e che esiste la possibilità concreta di disporre dati ed elementi empirici relazionandoli ad un livello di universalità[26]. Non si tratta di abbracciare acriticamente buddismo o New Age passando attraverso esperienze esotiche come Reiki o yoga. Qui si tratta della volontà di abbattere l’antinomia cartesiana fra corpo e mente ed inserire un elemento in più di marca spirituale. Viene da chiedersi se non si tratti di un’utopica regressione nella caverna platonica in cui, per dirla con Freud, si “trasformi il principio di piacere in principio di realtà”. Tuttavia la realtà scientifica sostenuta dal modello meccanicistico è limitata e vuota ed allora molto meglio aderire a verità le quali, se nono altro, ci conduca a visione allargate e di maggior respiro. Concludo citando il filosofo Jean Broudillard che ne “Il delitto perfetto” scrive: “Tutto potrà accadere e tutto l’uomo potrà comprendere in un mondo in cui la realtà sia senza spazio e misure e completamente contenuta nel simbolo”[27]. Ora sia chiaro che non siamo per nulla contrari a scienza e tecnica, ma solo ci opponiamo alla loro divinizzazione. In altre parole ci spiace un atteggiamento tecnocratico che  ha trasformato la scienza e la tecnica  da strumenti di verifica a fini assoluti di conoscenza. Per questo, pur sapendo che il buio consente di vedere le stelle, ci chiediamo, in questa oscurità senza fine e parodiando Fruttero e Lucentini, a “che punto siamo delle notte”. Per molti esponenti del mondo medico accademico l’uomo è una macchina; complessa quanto si vuole ma soggetta alle leggi della meccanica. Noi invece siamo fra quelli che pensano che se il corpo fosse una macchina con una buona manutenzione sarebbe immortale. E’ singolare, ha scritto il prof. Fabrizio Trecca[28], che la creatura sopravviva al suo creatore e poiché l’essere umano, anche in perfetta salute, ad un certo punto finisce, dovremmo (cosa che la scienza non fa o fa male) porci domande del tipo: perché invecchiamo e moriamo e cosa resta di noi dopo la morte?. Con maggiore, sagace accuratezza, dovremmo chiederci se la salute è il frutto di una creatività personale e se davvero, con l’attenzione alle regole dietetiche, alla nostra mente ed il controllo del nostro istinto, possiamo preservarla il più a lungo possibile. Più che scienziati meccanicisti i medici (tutti, convenzionali e non) dovrebbero essere dei sensitivi in grado di rovistare, con mezzi anche non tecnici, nella “umana commedia”, coniugando i testi scientifici con altri che pure di aspetti umani ci parlano: quelli di Dante, Ariosto, Rabelais, che seppero descrivere con grande, abissale perizia, le sofferenze umane, non badando solo alla materia dei corpi. I mondi tradizionali (d’Asia, d’Africa, delle Americhe, ecc.), ci interessano come serbatoio del “senso umano più vivo ed autentico”, lontano dalle strangolutare paralizzanti della tecnologia scientifica. Col tempo, ha scritto Zecchi[29], si resta fedeli solo alle cose e alle persone che si amano. Col tempo restiamo fedeli (e ci accompagniamo) a chi ha più domante che risposte e non trasforma le interpretazioni in elemento assoluti di pretesa, inconfutabile, granitica Verità. Siamo in definitiva affranti ed indignati da tanti fenomenologi dilettanti e manichei, che citano Popper per “frammenti” e dimenticano che Husserl[30] ed altri  più moderni[31], hanno dimostrato che dei fenomeni non tutto può essere “pesato e misurato”[32]. Certo riteniamo che ogni idea dell’uomo debba essere contenuta in una precisa forma ed in una nitida architettura; ma con Zolla[33] e Ceronetti[34] ricacciamo chi pone la forma al di là ed al di sopra dei contenuti e della sostanza[35]. Così come abbiamo espresso il nostro sdegno nei confronti di cialtroni medico-alchimisti, ora esprimiamiamo il nostro disappunto e la nostra ferma indignazione verso una scienza di mediocre colore, grigia, che si accontenta solo di ciò che appare e che può essere ripetuto. Non riteniamo di avere avuto, con le nostre prese di posizione, sempre ragione e spesso abbiamo meritato le critiche che ci sono state mosse (faziosità dettata dall’eccesso di passione, ecc.). Siamo (e vogliamo essere) “spiriti di fuga”, che pur aborrendo l’eccesso di forma e di architettura, conservano il senso della memoria e la fedeltà alla bellezza e sanno che l’uomo è più delle cellule che compongono il suo corpo. Aspiriamo ad essere come il protagonista de “L’arpa birmana” di Ichikawa, che movendosi fra gli innumerevoli corpi martoriati, ha la capacità di credere nella forza guaritoria della compassione, della musica e della poesia.

Carlo Di Stanislao

 



[1] Gensini G.F., Conti A.: Efficacia e Sicurezza tutta da dimostrare, Salute del Sole 24 Ore, 16-22 luglio 2002: 4).,

[2] Vedi sul nostro sito Biblionet, che raccoglie almeno 20 recenti review sull'argomento

[3] Zanussi C. (a cura di): Breviario Terapeutico, Ed. Selecta Medica, Pavia, 1999.

[4] Paoluzzi L., Di Stanislao C.: Editoriale, Riv. It. D’Agopunt., 2002, 104.

[5] Vedi sulla rubrica News in pillole di questo portale

[6] Di Stanislao C.: Postfazione, in AAVV, Libro Bianco sull'Agopuntura e le altre terapie della tradizione estremo-orientale, Ed. SIA/CEA, Milano, 2000.

[7] Vedi Seminari, Corsi Congressi dei nn 20-22 de La Mandorla.

[8] Di Stanislao C., Giannelli L., Iommelli O., Lauro G.: Fitoterapia Comparata, Ed. Di Massa, Napoli, 2001.

[9] Vedi ad esempio www. unamedicina.it

[10] Paoluzzi L., Di Stanislao C.: Editoriale, Riv. It. D'Agopunt, 2002, 104: 2-4.

[11] Vedi www.agopuntura.org/La Mandorla/Documenti.

[12] Frediani A.: Gli ultimi condottieri di Roma, Ed. Newton & Compmton, Roma, 2001

[13] Condizione che sembra congiungere le due principali concezioni umane del tempo: quella lineare greca e quella ciclica e ricorsiva orientale.

[14] Oggi, n. 24 del 3 luglio 2002.

[15] Si veda Sia-homepage/Documenti  e su www.agopuntura.org,  la sezione FISAC/Semenze

[16] AAVV: Libro Bianco sull’agopuntura e le altre terapie della tradizione estremo-orientale, Ed. SIA/CEA, Milano, 2000.

[17] Di Stanislao C.: L'Agopuntura nel SSN in Le Legge dell'Ospedale, a cura di V. Zaglio, Ed. Verduci, I e II Ed., Roma, 2000-2002.

[18] Pacciolla A., Papola S.: Depressione, ansia e vuoto esistenziale" in I Quattro Universi di Discorso, a cura di G. De Gennaro, Ed. Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 2001

[19] Frankl V.E.: Logoterapia ed Analisi Esistenziale, ed. Morcelliana, Brescia, 1994

[20] Moretti V.: Pier Modesto della Porta, inediti ed apparati critici, Ed. Assessorato alla Cultura del Comune di Guardiagrele, Guardiagrele, 1999.

[21] Iermanno T. (a cura di): Nelle più care dispute. Vito Moretti ed i suoi trent’anni con la poesia, Ed. Bulzoni, Roma, 1998.

[22] Bologna F.: L’arte in Abruzzo, in Tuttitalia, Ed. Istituto Geografico De Agostini, Novara, 1968.

[23] Benedicenti G., Lorenzi L.: Andrea Delitio. Catalogo delle Opere, Ed. Centro DI, Firenze, 2001.

[24] Secondullo D.: La danza delle cose. La funzione comunicativa dei beni della società post-industriale, Ed. Franco Angeli, Milano, 1998.

[25] Augè M.: Dsneyland ed altri non luoghi, Ed. Bollati Boringhieri, Torino, 1999.

[26] Valente A.: Il corpo nella cultura occidentale. L’immagine estetica nell’era tecnologica, Fogli di Estetica, 2000, Supp 1: 86-90.

[27] Voglio solo ricordare che o in greco, è “riunione” fra verità assoluta e forma apparente e che i grandi testi sapienzali dell’umanità (Libri Vedici, Dao De Jing, Bibbia, Corano) sono non solo libri pratici ed assieme spirituali, ma permeati di significati simbolici.

[28] Tracca F.T.: Percorso Vitae,  Ed. Merck Scarpe & Dhome, Milano, 2002.

[29] Zecchi S.: La fedeltà, Ed. Mondadori, Milano, 2001.

[30] Husserl E.:  Meditazioni cartesiane. Con l'aggiunta dei Discorsi parigini, Ed. Bompiani, Milano, 2002.

[31] Costa V., Franzini E.,  Spinicci P.: La fenomenologia, Ed. Einaudi, Milano, 2002.

[32] Zecchi S.: La fenomologia, Ed. Einaudi, Torino, 1983.

[33] Zolla E.: Filosofia perenne, Ed. Mondatori, Milano, 2000.

[34] Ceronetti G.: La carta è stanca. Una scelta, Ed. Adelphi, Milano, 2000.  

[35] Citati P.: Zolla. Così la sua mente senza struttura divorava il mondo intero, La Repubbila, 11 agosto 2002: 32-33