Associazione DaIMON
Associazione Medica per lo Studio dell’Agopuntura
Scuola Italo-Cinese di Agopuntura, Roma

 

 

UOMO: ALBERO MICROCOSMICO

Paolo Brici

Riassunto

Seguendo le indicazioni di vecchie illustrazioni cinesi, l’autore fa emergere l’immagine di un albero rovesciato, di cui il Cielo è nutrimento e gli Zang sono componenti. Ne scaturisce la costruzione fisiologica sistematizzata di Uomo nel suo essere Figlio del Cielo.

 

Parole chiave

Albero Microcosmico, Zang, numerologia, simbolismo corporeo.

 

Summary

Author, following old chinese pictures, outlines  image of a upside-down tree, in which  Heaven is nourishment and Zangs are components. A systematical physiological building about the Man -Heaven’s Son- comes out.

 

Key words

Microcosmic Tree, Zang, numerical symbols, bodily symbolism.

 

 

 

A mio babbo,

da cui ho imparato

ad apprezzare i libri  illustrati

e a guardare le illustrazioni dei libri

 

 


INTRODUZIONE

 

“Per una mezzorata se ne stette a panza all’aria, senza mai staccare lo sguardo dall’àrbolo. E più lo taliava, più l’ulivo gli si spiegava, gli contava come il gioco del tempo l’avesse intortato, lacerato, come l’acqua e il vento l’avessero anno appresso anno obbligato a pigliare quella forma che non era capriccio o caso, ma conseguenza di necessità”

A. Camilleri   “La gita a Tindari”

 

In una vecchia edizione del 1843 dello Zhen Jiu Da Cheng (1) ripresa da Auteroche (2 ), sono descritti e rappresentati su tavole organi e visceri con dettagli anatomici su struttura, peso,  dimensioni. Davvero troppa minuzie per una medicina secondo la quale “non bisogna intendere gli organi come le strutture anatomiche con la  funzione  fisiologica e biochimica che la medicina moderna occidentale riconosce loro” (3)  ,anatomia eccessivamente accurata  per una “ concezione che è fondata meno su di una precisa morfologia che non su una funzione fisiologica o patologica globale” (2)  , misure troppo precise per una filosofia in cui “ l’idea di quantità non gioca il benchè minimo ruolo”  (4)  , particolari troppo ricercati per una medicina  i cui visceri  ”sono descritti esclusivamente  per le loro funzioni e le loro correlazioni” (5).

“Tutte le opere figurative orientali sono concepite per venire lette come simboli, esse significano qualcosa”(6). E se anche dietro la descrizione anatomica e le misure  fosse criptato un messaggio simbolico? Una delle tante immagini che la tradizione ha applicato al figlio della terra e del cielo? Un tentativo di lettura dei  fenomeni che riguardano quel tramite fra il Cielo e la Terra che è l’uomo? Altrimenti perché tantissime immagini religiose e anatomiche riportano le medesime figure per illustrare gli zang?

E’ cominciata la ricerca e l’approfondimento non ha deluso.

 

 

 

I DATI  (2)

 

Il polmone (FEI).

Pesa 3 Jin, 3 Liang (oncia).

Ha 6 foglie e 2 orecchie, in tutto 8 foglie.

E’ all’altezza della 3^ vertebra.

In alto comunica con la gola.

Il collegamento del polmone ha 9 sezioni.

 

            Il cuore (XIN).

Ha la forma di un fiore di loto non schiuso.

Pesa 12 Liang.

All’interno ha 7 fori e 3 MAO (peli, pieghe, vasi sanguigni).

Contiene 3 He di liquido Jing.

E’ all’altezza della 5^ vertebra.

 

 Il fegato (GAN).

Pesa 4 Jin,  4 Liang.

A sinistra ha 3 YE (petali), a destra 4 YE, in tutto 7 YE.

E’ addossato alla colonna vertebrale all’altezza della 9^ vertebra.

 

            La milza (PI)

Pesa 2 Jin, 2 Liang.

La sua lunghezza in piano è 3 cun. Essa è lunga 5 cun.

Ha un mezzo Jin di SAN GAO (grasso diffuso).

 

            I reni (SHEN)

Vi sono 2 reni.

Hanno la forma di fagioli.

Pesano 1 Jin, 1 Liang ciascuno.

Sono accollati alla 14^ vertebra 

si trovano a ciascun lato e alla stessa altezza dell’ombelico.

 

 

            Nel corso dello scritto le parti in grassetto sono testuale citazione del testo, l’Organo espresso in Maiuscolo è riferito alla funzione energetica, quello scritto in minuscolo alla struttura anatomica.

 

 

FEI, POLMONE: RAMI E FOGLIE

 

“…guardo fuori.

e l’albero dentro di me cresce…”

Rainer Maria Rilke

 

 

            I dati relativi al Polmone, chiaramente non riferibili a caratteristiche strettamente anatomiche, possono essere meglio interpretati alla luce di quanto riporta Faubert (7) a proposito dell’ideogramma FEI (R 1555). Egli sostiene che   il carattere antico designa le piante ramificate che si  arrampicano dividendo i loro rami all’infinito. Il Polmone sarebbe insomma un tronco ramificato, con 6 foglie e 2 orecchie (in tutto 8 foglie).

            6 “permette di prevedere tutte le situazioni possibili di un insieme (20)”, ha cioè a che fare col divenire,  rappresenta le parti del corpo, le direzioni dello spazio (9) e quindi le Energie che provengono dal cosmo  (19), le cose terrene, i soffi celesti nel loro aspetto yin e yang, attraverso i quali il Cielo feconda la Terra (11), quindi è il numero secondo il quale la terra dà forma alle cose del cielo (10) , i visceri curiosi, gli assi energetici che danno origine ai 12 meridiani,  è l’atto creativo (tre) che si esprime attraverso lo yin e lo yang (due) (11). Troveremo 3 per 2 volte anche nell’indicazione del peso del Polmone: 3 jin , 3 liang.

            Altra precisazione riguarda le “orecchie del polmone”. ER sta ad indicare, oltre all’orecchio anatomico, molti oggetti a forma di orecchio, ad esempio il manico di un’anfora, l’ansa di un vaso (8). Se polmone significa albero, orecchio di polmone è orecchio d’albero, MU ER, che significa “fungo “ (9).

            8 è l’espansione illimitata (11), ma espresso come la somma di 6+2 (le foglie + le orecchie), indica i BA HUA, gli 8 segni, o i BA FENG, gli 8 venti, che trasmettono all’uomo le Regole del Cielo, il suo progetto (18): stiamo davvero di fronte alla descrizione dell’organo che il Cielo ha scelto per comunicarsi all’uomo, abbiamo innanzi l’Albero Microcosmico.

            Il fatto che le foglie vengano prima identificate in numero di sei e poi in numero di otto  e alla fine vengano citate nove sezioni (nove rappresenta la dinamica dello spazio (11), il numero che genera la vita (12)), trova una suggestiva similitudine nella tradizione  che narra che il Primo Imperatore, Shi Huangdi[1][=], fondò il suo governo sul numero sei (di qui la suddivisione in trentasei province) mentre il mitico Fu Xi[2][°] preferiva l’otto, e l’Imperatore della prima dinastia Han successore di Shi Huangdi il nove (9).

            Altra curiosa coincidenza sta nel parallelismo tra il simbolismo cinese dell’albero e le funzioni attribuite al polmone in Medicina Tradizionale Cinese.

            L’antica cosmologia cinese (9) parla di due alberi [§][3] , entrambi cavi: il gelso e la paulonia. Ciascuno di essi , oltre ad essere un albero cavo, era anche una montagna. Che l’albero bronchiale sia cavo è evidente, ma se guardiamo alla forma macroscopica dei 2 polmoni, questa richiama senz’altro la forma di una montagna, che d’altra parte è evocata anche nel simbolismo del tetto (L’Himalaya non è forse chiamato “tetto del mondo”? e il Polmone non è il tetto dei liquidi?); ma c’è altro:

-    la montagna assicura l’ordine cosmico e la stabilità (il Polmone è in relazione col   cosmo ed è ordinato),

-         il Regno delle montagne è situato a ovest (anche il Metallo di cui il Polmone è manifestazione nell’uomo sta a ovest),

-         tra le montagne troneggiava Kunlun che aveva 9 gradinate  (come il collegamento del polmone ha 9 sezioni) e chi ne saliva i gradini fino alla cima raggiungeva l’immortalità ( come nel torace il raggiungere il giugulo vuol dire sottrarsi al cingolo del Bao Mai, abbandonare la via dell’uomo e intraprendere la via spirituale),

-         sulle montagne vivono gli spiriti dei defunti (il Po ,anima del Polmone, è legato alla morte (15)),

-         le montagne generano le nuvole e le piogge ( il Polmone diffonde il Qi come fossero nuvole e abbassa i liquidi come pioggia).

Secondo la leggenda entrambi gli alberi cavi citati servivano da nascondiglio per il Sole e da dimora per i Sovrani (come il Polmone-Albero avvolge e nasconde il Cuore-Sole in cui dimora lo Shen-Sovrano).

La leggenda vuole che il gelso FU-SANG si trovasse nel luogo dove sorge il sole, e che gli uccelli che vi vivevano sopra fossero altrettanti soli. L’eroe Hou Yi (chiamato anche Shen Yi) li abbattè tutti salvo uno, perché il calore dei dieci soli era così intenso che l’umanità rischiava di bruciare.

La funzione del Polmone al momento del primo respiro, è quella di assumere il Qi del cielo, TIAN QI,  inteso sia in senso yin, alimentare (l’aria è alimento del Polmone, TA QI) sia in senso yang, l’energia cosmica (13). YUN QI, il Qi cosmico, (14) sarà trasmesso dal Polmone a San Jiao col soffio che, mettendo in comunicazione i due Reni, attiverà il Fuoco del Ming Men, in modo che lo Jing grezzo diventi leggero (cioè Yuan Qi) e sia  distribuita da San Jiao agli Shu dorsali e quindi agli Zang-Fu. E’ curioso come la funzione grossolana del Polmone in quell’istante sia simile a quella  dell’eroe Hou Yi: abbattere 9 dei 10 soli, “escludere” 9 dei 10 tronchi celesti e privilegiare quello del primo respiro, quello che darà (11) l’imprinting planetario all’individuo [*][4]. Per analogia in ogni persona dobbiamo pensare che ci sia una delle 10 ”finestre del cielo” (16), quella che corrisponde alla particolare relazione Cielo-Uomo (25), ovvero al ramo specifico, ovvero all’influsso planetario proprio (27 28), che è più attiva e rappresenta una sorta di chiave universale.

 

Il Polmone non ha solo una forma, una funzione, un QI, ha anche un JING espresso nel  peso: 3 Jin , 3 Liang. Tre  è un “simbolo generico per indicare qualunque sistema gerarchico” (4). 3 è il farsi storia dell’1, la comparsa dell’Uomo fra il Cielo e la Terra (18 ), il Polmone –organo singolo- caratterizzato dalla misura 3 è il modo con cui lo Shen (Uno) diventa storia (Tre), è il modo con cui il Cielo si fa temporo-spaziale.

Mi sembra pertinente citare l’espressione “ I tre insegnamenti sono uno solo” (9) riferito al ruolo che le tre religioni hanno nella vita umana: confucianesimo –religione della pietà filiale-, taoismo –che ha a che vedere con la comunità e i riti di purificazione-, buddhismo –che si occupa del significato della vita e della morte-: un’unica armonia specificata per l’uomo in 3 pensieri [5] [&].

Così in fisiologia il ternario sarà  la specificazione dell’Uno. Il ternario applicato al Polmone lo caratterizza come condizione affinchè l’uomo sia vivente, cioè il Polmone fa parte della prima delle tre strutture che formano l’uomo: la struttura che permette la vita (20 26) .

SAN YOU, i Tre Amici, sono piante (pino, bambù e susino) che simboleggiano nella tradizione cinese la lunga vita. Di nuovo :albero- tre – vita[6] [**].

I due 3 espressi nel peso possono essere combinati in diversi modi:

Del 6 ( 3 + 3) si è già accennato.

Anche  9 (3 x 3 ) è un numero applicato al Polmone. 9 è il compimento, l’ultimazione delle condizioni della creazione (18), il compimento del 3, la cima della montagna. Se 3 è l’operatore, 9 è la struttura (20) , la vita generata.

Ultima combinazione dei due 3 è 33. In sé il 33 non ha particolare importanza nella simbologia cinese. Relazionato alla simbologia dell’albero assume una sfumatura accattivante: la colonna vertebrale, albero della vita,  scala su cui è simboleggiata l’esistenza (21) è formata dalla sovrapposizione di 33 vertebre (3 e 3). 33 sarebbe quindi il numero della vita vissuta (l’albero della colonna, contrariamente a quello polmonare, è ascendente, è la risposta, “il ritorno al Silenzio e al Non-essere (23) “ ) in tutti i suoi passaggi, della pienezza della vita[7][“]. Anche la foglia  ( di cui è dotato il Polmone) è simbolo della pienezza di vita, mentre il fungo è simbolo di lunga vita e addirittura di immortalità (22).

 

            L’ultima indicazione che viene data a proposito del Polmone-Alberofoglioso-Montagna, è che in alto comunica con la gola. Si può pensare ad una indicazione dinamica del rapporto Polmone-Montagna/Rene-Gola come condizione per l’edificazione dell’individuo, ma il simbolismo corporeo apre un’altra prospettiva. La gola i rappresenta il desiderio, l’aspirazione e la conoscenza, il collegamento fra l’intelletto e i visceri, ma anche la porta degli Dei  (29) , ed è forse quest’ultimo il riferimento cercato , perché si specifica che questa comunicazione è “in alto” : il Polmone comunica in alto con gli Dei, è l’imbuto attraverso cui passa la “Sapienza divina”, il passaggio per l’ordine cosmico all’uomo, e contemporaneamente è voce, possibilità di comunicare  quanto ci è viscerale.

 

            Il commento scritto ci presenta quindi il Polmone come le fronde di un albero rovesciato, l’Albero Cosmico, che è il modo con cui le tradizioni (22) hanno rappresentato il Cielo che dà l’informazione di vita (21).  Ed in effetti l’immagine riportata dal Da Cheng assomiglia ad un caspo di insalata rovesciato, un cespuglio a testa all’ingiù.

 

Al pari dell’Albero Cosmico, anche il Polmone rappresenta la creazione nel suo movimento discendente: affonda le radici nel Cielo che gli comunica aria e cosmo, che sono la condizione prima di vita per l’uomo; ma il Polmone non è solo condizione (tre), è anche struttura (nove) e piena possibilità di scelta (sei), e soprattutto possibilità di rinnovamento (otto) della vita stessa. La morfologia (foglie e funghi) e il peso (trentatre) esprimono anche l’attitudine di questo organo alla longevità e all’esprimere la vita in pienezza (che è il conformarsi alle Regole dettate dal Cielo).

 

E’ all’altezza della 3^ vertebra. I polmoni si proiettano su ben più vertebre che la sola 3^. Evidentemente si sta parlando del Polmone e del suo Shu dorsale.

           

            Se nell’”Albero Microcosmico” abbozzato, la componente respiratoria, le foglie, sono pertinenza del Polmone, i fiori, uno sopradiaframmatico non ancora schiuso, l’altro sottodiaframmatico sbocciato, sono il  Cuore e il Fegato.

 

 

 

XIN, CUORE:  IL BOCCIOLO

 

“Il fiore.

Il damerino ne tiene uno in mano per trastullo,

l’ascetico rimane in silenzio contemplandone il centro”

Deng Ming-Dao

 

 

            Ha la forma di un fiore di loto non schiuso.

Il loto è una delle piante più importanti della Cina, tanto nella tradizione taoista che in quella buddhista (22, 9, 21). La sua similitudine simbolica col Cuore è molto elevata:

-         il loto cresce nel fango ma non ne è insudiciato (il cervello nei classici è chiamato NI WAN KUAN, palazzo della pillola di fango (16). Che il loto (Cuore) cresca nel fango, richiama gli stretti rapporti fra Cuore e cervello (17), ma contemporaneamente anche quelli con Rene e Milza –Acqua e Terra- che concorrono a formare il fango NI. Tali stretti rapporti non sono tali da insudiciare il Cuore.

-         il loto è internamente vuoto. Il vuoto è la condizione perché si manifestino gli aspetti più sottili dell’individuo, le ombre e le luci (31) . Il Cuore è l’organo del vuoto mediano (24) , l’organo attraverso cui il vissuto deve fluire e non fermarsi, l’organo che non deve essere appesantito (16 ). Il vuoto del Cuore gli permette di ricevere lo Shen in modo che il suo Meccanismo (JI) lasci scorrere liberamente le energie, e che nessun soffio sia trattenuto, bloccato o peggio invertito nella sua traiettoria, è lo stesso vuoto che sarà trasmesso agli orifizi del corpo  (33).

-         esternamente è eretto, guarda all’insù. Lo Shen che dimora nel Cuore garantisce l’ininterrotto confronto col Cielo. In questo senso il Cuore è Centro. Tale aspetto viene espresso nell’immagine dello Zhen Jiu Da Cheng dai 4 canali che collegano il Cuore in alto col Polmone, in basso col Rene, a destra e a sinistra con Fegato e Milza e dal commento “collegamento con i 5 organi dipendenti tutti  dal Cuore”.

-         è privo di ramificazioni. In tutte le tradizioni il Cuore è tutto di un pezzo e la lingua, suo germoglio, quando è falsa e non esprime la verità è chiamata “doppia”, “biforcuta” , ovvero ramificata (22). Il Cuore non ha ramificazioni perché esprime la verità.

-         ha un delicato profumo

-         simboleggia la purezza

Loto, viene indicato nel testo del Da Cheng come LIAN-HUA o più in breve LIAN. L’ideogramma è formato da una parte inferiore HUA[8] [^], trasformare, mettersi sottosopra, convertirsi, che è la funzione della Vescica relativamente al Qi, dell’Intestino Tenue relativamente agli esseri (WU), dell’Intestino Crasso relativamente ad ogni trasformazione ( S.W. 8) e una parte superiore che rappresenta gli stami del fiore (32).

LIAN è foneticamente identico ad altre 4 parole che significano “collegare, unire”, “uno dopo l’altro, senza interruzione”, “amare”, “modestia”. Ciò amplifica ulteriormente l’accostamento simbolico col Cuore. Il suono analogo a “congiungere”, “moderazione”, ha fornito l’occasione all’espressione cifrata, in forma di rebus, di “voti augurali” (22) . 

 

La gravità , le leggi della terra non risparmiano il Cuore, anche il Cuore ha un Jing. Il peso del Cuore è 12 Liang, 12 once, unità di misura “leggere”, ma pur sempre pesanti.

 

 

I 7 fori e i 3 Mao (peli) mettono di nuovo in relazione (come accennato in nota a proposito di HUA)  il Cuore con  l’estremo cefalico e la terra: i 7 fori corrispondono ai 7 fori sensoriali (occhi, orecchi, naso e bocca), quelli a cui viene trasmesso il vuoto del Cuore affinchè possano ricevere dal mondo; i 3 MAO sono caratteristica di due parti anatomiche: l’alluce e il capo, ovvero la terra e il cielo. L’alluce è indicato come “il dito dei tre peli” (37), l’ideogramma SHOU ( testa, capo) e i pittogrammi da questo composti, ad esempio DAO,  (via) (8) è composto da un’immagine raffigurante una testa caratterizzata dall’avere sopra 3 peli.

3 è anche il numero degli sfinteri del basso (35).

7 e 3 sono in qualche modo anche in dialettica fra loro, essendo il primo legato all’idea di incarnazione e il secondo a quella di creazione (11) .

 

3, 7, 12, i tre numeri della creazione: il progetto, l’incarnazione, la totalità dei soffi celesti.

 

7 posto vicino a 12 è accattivante poiché entrambi i numeri sono figli del 3 e del 4 relazionati con la somma  (operazione del cielo) e con la moltiplicazione ( operazione della terra), e i due numeri gareggiano per importanza (34)[9] [=].

In quanto 4+3 il 7 definisce i limiti (4) di una creazione (3), esprimendo le condizioni necessarie perché un vivente possa attuare una creazione (18). Il taglio “Cielo”  espresso nella somma, pone il 7 ad una risonanza di trascendenza: l’Uomo assomiglia a Dio perché il settimo giorno riposa, gode del lavoro dei sei giorni  precedenti, “termina una creazione (20) [10]”. [€]

12 è figlio del prodotto di 3 e 4. Anch’esso definisce i limiti di una creazione , ma esprime le condizioni alle quali deve sottostare il vivente per vivere. Se 7 è apertura, opportunità, creazione, 12 è chiusura, obbligo, limite. Ha una accezione immanente, è il cielo con la C minuscola.

Nella dialettica fra 7 (riferito agli orifizi, cioè al vuoto) e 12 (riferito al peso, seppur leggero) si esprime la tensione del Cuore  fra le due istanze dello Shen: la possibilità di fare, la libertà (7) e l’obbligo di sottostare, la legge (12), che sono poi la versione interiore del rapporto fondamentale io-mondo. Shen è armonia e sintesi di libertà e obbedienza.

 

Il Cuore ha una caratteristica che lo distingue dagli altri organi e lo rende un po’ viscere, ha una capacità: contiene 3 He di liquido Jing.

3 è la premessa per ogni creazione (20), la radice dei 10.000 esseri (Lao Tzu), Jing è indicato con l’ideogramma del principio vitale dei tre tesori, la somma di QI e XUE [11][$$] (4), la sostanza che dà nascita a tutte le cose.

Questo Jing è liquido, non ha forma propria ma assume quella che le conferisce il Cuore.

Per un solo altro viscere verrà riproposta la stessa formula: DAN, la Vescica Biliare. Non per nulla Ling Shu chiama questo viscere “la dimora del Jing Mediano”.

DAN è caratterizzata dall’avere tre 3: pesa 3 liang, 3 zhu[12] [@], contiene 3 he di liquido Jing. A differenza del Cuore non esprimerà solo la premessa (in quanto 3), ma, come 9, sarà il compimento del 3, l’ultimazione delle condizioni della creazione (18), la struttura (20) , la vita generata: poichè “DAN ha il ruolo della decisione” (So Wen 8), il suo Jing non sarà un liquido passivo, ma avrà una forma, la forma di una bottiglia.

Un altro  viscere che ha a che fare con 3 He di contenuto è l’Intestino Tenue, ma di lui si dice solo che contiene 3 He di liquido (non Jing). La Vescica ne contiene 9.

 

E’ all’altezza della 5^ vertebra. E’ lo Shu dorsale, o forse tutta la serie dei punti che stanno all’altezza della 5^ vertebra…

 

 

GAN, FEGATO: IL FIORITO

                                                                                                            Dissi al mandorlo
“Fratello, parlami di Dio…”

                                                                                                            … e il mandorlo fiorì…

PROVERBIO ORIENTALE

 

 

 

Del fegato non viene detto tanto: il peso, il numero dei petali, la posizione dello shu dorsale. Solo Fegato e Milza hanno descrizione così scarna.

 

A sinistra ha 3 YE (petali), a destra 4 YE, in tutto 7 YE. Il fegato è un fiore aperto con una destra e una sinistra e sette petali.

Alcuni Autori (5)   prendendo spunto da Ling Shu cap. 26, cap. 8 e da commentari di Chanfrault e Soulié de Morant, ipotizzano che il Fegato sia l’organo che manifesta il Cuore, che lo Hun sia lo Shen che si attualizza.

In effetti è nozione risaputa che lo Shen si manifesti nell’occhio (che pure è l’orifizio esterno del Fegato), come d’altra parte il medesimo Shen non può manifestarsi se non attraverso la progettualità (anch’essa appartenente allo Hun, cioè al Fegato).

Un detto di Pechino (22) afferma che il loto fiorisce l’ottavo giorno del quarto mese, compleanno del Buddha. Molti testi collegano questa data al  suo concepimento. La sostanza è comunque che nel giorno in cui  lo Shen prende forma, il loto fiorisce, sboccia. Nell’immagine del Da Cheng il Fegato è rappresentato proprio come un fiore con la corolla rivolta verso il basso, contrapposto al Loto che -si è detto-  è eretto, è rivolto in alto.

Il Fegato sarebbe dunque il fiore fiorito. Non un fiore qualsiasi, ma il Cuore-bocciolo che si apre, il Vuoto che si rivolge verso il basso e nello yin (cavità addominale) prende una forma cioè uno yin(sinistra) e uno yang (destra): è la potenzialità assoluta che sceglie una strada.

E’ curioso che della Vescica biliare, depositario dello Jing Mediano,  venga detto come prima cosa nella descrizione, che si trova tra i petali del Fegato, come che fosse proprio questo viscere che media lo stretto rapporto Cuore-Fegato, rappresentando lo stimma, stilo e ovario del fiore fiorito (e tale sembra nel disegno del testo citato) con la sua forma di una bottiglia.

Così il Jing, liquido nel Cuore, diviene bottiglia nella Vescica Biliare, e nel Fegato, fiore fiorito, calice sia in senso botanico che simbolico (ovvero destino, progettualità, destinazione).

La posizione di ovario della Vescica Biliare giustifica anche il suo essere viscere curioso, il suo posizionarsi un passo prima del seme (che vedremo rappresentato nel Rene) nel cammino creativo e procreativo.

 

Cuore: fiore non schiuso, Fegato: fiore fiorito. “Cuore e Fegato”, XIN-GAN, è un nomignolo affettuoso con cui la donna chiama l’innamorato (9).[13] [*]

 

La piena potenzialità del Fegato è espressa nel numero dei petali: 3 petali a sinistra (il lato maschile, yang) a indicare la premessa alla creazione, 4 petali a destra, (la parte femminile, yin) a mostrare qual’è la terra in cui la creazione diventerà effettiva.

7, lo stesso numero dei fori del Cuore, sottolinea nuovamente lo stretto rapporto fra i due organi e la relazione fra Fegato e organi della sensibilità. Anche qui 7 è definito come 3+4, rappresenta le condizioni necessarie perché un vivente possa attuare una creazione (18) , rappresenta il ritmo secondo il quale qualcosa diventa visibile [14][+]. Non è un caso il legame del Fegato con la creatività (che ha a che fare coi venti interni ovvero i 7 sentimenti) e con gli organi esterni ed interni della procreazione (36) intesi anche come mezzo per cambiare la personalità (17).

Di nuovo Cuore e Fegato legati in uno stesso intento, il primo rivolto in alto, attraverso il Vuoto il secondo -diretto in basso- attraverso il pieno [15][++].

 

Fra i numeri citati nella descrizione di Da Cheng, il 4 domina il Fegato: pesa 4 Jin e 4 Liang[16][=].

 

Fegato , che è andare e venire, è il responsabile del limite e contestualmente del movimento dei soffi nello spazio e nel tempo, del confine materiale e immateriale (18) a cui si può arrivare, del quadrato (4) del nostro esistere: il Regno di Mezzo (la Cina) era considerata attorniata dai quattri mari e circondata da quattro popoli barbari (9).

Oltre a ciò il 4 è il numero dei cardinali, dell’orientamento e delle stagioni nel loro armonioso e regolare ciclo (19). E’ quindi il numero a cui compare la vita[17][+++], un’esistenza con uno scopo e una direzione, e caratterizza il Fegato come armonizzatore, distributore regolare di Qi, organo dell’orientamento e della intuizione.

Le “Quattro Montagne” era il titolo che il feudatario riceveva dal signore, impegnandosi in cambio a mantenere la pace  nelle Quattro Direzioni, e accettava questa carica aprendo i quattro portali della sua abitazione (4).

 

E’ addossato alla colonna vertebrale. Le indicazioni di altezza degli altri organi citano solo le vertebre. Qui il richiamo alla colonna vertebrale mette in risonanza il Fegato col Rene, la sua unicità (pur con una destra e una sinistra) con la duplicità dell’altro..

all’altezza della 9^ vertebra dove si trova lo Gan Shu (BL.18).

 

 

PI, MILZA: IL FRUTTO INFORME

 

“dai loro frutti li riconoscerete”

Mt 7,20

 

 

Si è già detto della descrizione scarna della Milza: solo  tre particolari (come per il Fegato)[18][++++].

Nell’insieme però la descrizione incuriosisce perché rende la Milza un organo originale, totalmente diverso dagli altri, cioè unico:

 

Il peso indicato, 2 Jin, 2 Liang , abbinato alle dimensioni espresse in “cun”, (il “cun”  è l’unità  di misura yin-yang (30))  identificano il 2 come numero principale riferito alla Milza, e la stessa come organo dello yin-yang, cioè  del ritmo, dello spazio-tempo, ovvero del manifesto. Ma anche dell’opposto-complementare, dell’alternanza e in definitiva dell’equilibrio (18).

DUE, primo dei numeri pari, è il numero della terra[19] [^] (11) .

Proprio nell’ottica della binarietà si può cogliere un  sfumatura del  perché la Milza sia informe. Se “l’immagine viene dal Cielo e la forma è completata dalla Terra” (So Wen, 67) questi sono  gli archetipi dello yang e dello yin: alla Terra (Milza) informe è consegnato il compito di prender la forma del Cielo, di dar frutto alle indicazioni ricevute.

Ecco che nell’Albero Microcosmico la Milza assume il ruolo del frutto: la piena potenzialità del fiore-Fegato è diventata frutto nella Milza, maturità e realizzazione concreta e presente.

 

Se la Milza è frutto, come mai non ne è indicato l’aspetto all’interno della costruzione dell’Albero Microcosmico? Si può avanzare più di una ipotesi.

In cinese manca un termine generico per indicare la frutta, ma si usano due parole distinte per indicare la ‘frutta secca’ e la ‘frutta succosa’. All’interno della ‘frutta succosa’ poi non sono compresi i frutti la cui buccia non è commestibile, come la banana e il litchi (9). E’ significativo che l’ideogramma che indica la ‘frutta succosa’ , GUO, rappresenti il frutto attaccato all’albero, sottolineando l’indispensabilità di questo legame (8).

 

Ma la soluzione non può essere solo legata alla limitazione semantica: perché altrimenti non indicare un frutto simbolico (arancia, mela, pesca…) come poi verrà fatto per il Rene col fagiolo? 

Forse non è detto che uno stesso ceppo debba produrre il medesimo frutto, come si va ad esporre…

 

Nell’indicare le dimensioni della Milza viene stigmatizzato come i 3 cun riguardino la larghezza in piano, non parliamo più di un 3 verticale (come per il Cuore e la Vescica Biliare) ma di uno sviluppo orizzontale, immanente.

Nella scrittura ideogrammatica esistevano anticamente due modi di indicare il tre che esprimevano due significati diversi (versione ternaria della dialettica libertà-obbedienza già citata per lo Shen):

In questo contesto il tre è esplicitamente orizzontale e lega la Milza alle tre strutture microcosmiche (permissione-mantenimento-trasmissione di vita (26)) e a San Jiao, ovvero all’organizzazione interna , a ciò che l’individuo praticamente è e realizza per sè.

Essa è lunga 5 cun. L’aspetto verticale è legato al 5 [20][^^], infatti sappiamo che la sola organizzazione interna dell’uomo non è sufficiente , egli deve anche stabilire equilibri col macrocosmo. I cinque movimenti supportano l’azione del macrocosmo sull’uomo e nell’uomo, i cinque organi ne sono la materializzazione.

La Milza organizza e nutre gli organi in quanto Centralità temporale nelle 4 stagioni e spaziale nei 4 cardinali, è il Centro - manifestazione.

 

Le tre strutture condizionano dunque la forma del frutto-Milza e San Jiao ne è il viscere responsabile, come anche il ritmo a cinque che ne stabilisce l’essere Centro delle stagioni interne ed esterne, la maturità, cioè il frutto. Il tutto in prospettiva strettamente immanente.

L’Yijing al 22° esagramma mostra un fuoco che erompe dalle segrete profondità della terra e divampando illumina e abbellisce un monte. E’ il Triplice Fuoco che erompe dal Rene e illumina, abbellisce e rende visibile il Polmone. E’ questa la vocazione della Milza coi suoi 2 Jin, 2 Liang.

 

Ha un mezzo Jin di San Gao (grasso diffuso).

La milza non ha grasso periviscerale. Anche qui la descrizione non è strettamente anatomica. Dobbiamo pensare a un’altra chiave di lettura.

Gao  è l’espressione di  San Jiao nel suo aspetto introiettivo più propriamente nutritivo: è quanto rimane della condensazione di Yuan qi dopo la formazione di ossa e midolli, è la Yuan Qi in eccesso che si raccoglie intorno agli organi (14) (a formare il grasso periviscerale [21] [^^^] ).

Se le misure qualificavano la Milza come espressione del Qi che va agli organi, San Jiao che vaporizza e coagula, il ciclo di Yuan Qi lungo gli Shu dorsali e i punti Mu, , Gao  sottolinea l’aspetto della Milza sul versante ventrale di San Jiao, la condensazione di Yuan qi, l’aspetto nutritivo, ovvero –nuovamente- il ciclo dei punti MU (14), le 5 (4+1) stagioni dell’uomo (20).

 

Mezzo Jin. Mezzo non è Uno. Stiamo parlando solamente dell’acquisito, non anche dell’innato. La competenza della Milza è legata al 2 (2 Jin, 2 Liang), al manifesto, all’acquisito, che è solo una parte del Jing, non so dire se metà, ma non l’intero.

 

In definitiva la Milza-frutto è leva del dinamismo (3 e 5) e della nutrizione (Gao) relativamente all’acquisito. Siamo alla struttura che ha per Mandato il mantenimento della vita.

 

Siccome la Milza-frutto esprime San Jiao, è chiaro come non possa essere individuato lo shu dorsale di riferimento perché tutti gli shu sono San Jiao, e l’individuo è la risultante della nutrizione disparitaria degli shu da parte di San Jiao  (14).

Nello stesso testo, alla descrizione di San Jiao, vengono disegnati nella medesima tavola vescica, reni (ovvero l’insieme energetico Acqua) e colonna (anzi le 19 vertebre lungo le quali si sviluppano gli shu dorsali) contornata lateralmente da  un canale che parte verso l’alto dai reni (la traccia della branca interna della vescica).

Nell’immagine –che assume la vaga somiglianza di una chitarra elettrica- non c’è riferimento quindi alla Milza.

C’è però un commento che dice: Il viscere San Jiao ha nome e forma. Anche per San Jiao -come già per la Milza- non viene definita la forma, si dice (in conflitto col Nan Jing) che una forma ce l’ha, ma non si dice quale…

 

La Milza-frutto è in definitiva come creta, terra che prende la forma che le dà San Jiao.

 

 

SHEN, RENE: IL FAGIOLO MAGICO

 

“ridea, di fiori, avvolto alle intrecciate

canne, il fagiuolo”

G. Pascoli, “I due vicini”

 

 

Dell’immagine del Rene salta agli occhi subito un particolare: è l’unico Zang in cui non è rappresentato –magari in modo strano- l’organo parenchimatoso da solo. Nella tavola infatti sono disegnati la colonna con le vertebre numerate dall’alto in basso da 1 a 20 (nel disegno di San Jiao precedentemente citato non sono numerate), i due reni visti da dietro[22][=] e due canne d’organo, due collettori, come che fossero gli ureteri, che partono dai reni e si dirigono in alto continuandosi indefinitamente nel tratto cervicale. Il disegno riporta vagamente alla memoria i simboli fallici disegnati malamente sui muri delle nostre città, o quelli riportati sopra le porte delle possenti mura perimetrali del periodo megalitico.

Perché non solo i reni ma anche colonna e quegli strani collettori tanto scontati che non necessitano né di commento né di altra indicazione?

 

LA COLONNA. Ci sono almeno 3 aspetti (40)  da sottolineare.

1.      E’ espressione della sfida alle leggi della gravità, la via attraverso cui la Terra si unisce al Cielo, l’albero ascendente, la vita vissuta intesa come ritorno al Cielo, risposta della Terra all’invito del Cielo, risposta dell’Uomo al Mandato ( non per nulla viene indicata proprio qui la Porta del Mandato, il Ming Men)

2.      Contemporaneamente è anche la sede su cui si esercita la forza di attrazione del Cielo, è il Du Mai, la regola celeste, l’accesso alla forza cosmica.

3.        E’ il luogo fisico di riunione dello Yin e dello Yang, della destra e della sinistra, sede di superamento della dualità nella unità potenziale. Il fatto che la colonna sia singola e verticale la racconta lunga sulla simbologia del segno che indica l’unità.

Rappresenta il Rene non solo in quanto osso e midollo, ma perché manifesta la forza di erigersi, di salire, la volontà di vita, lo Zhi [1.], in quanto accesso della forza cosmica [2.] esprime la stessa vibrazione delle funzioni sessuali e procreative legate al Rene, infine al pari del Rene è superamento della dualità nella unità [3.]. La colonna esprime la via e il modo di risposta  e di ritorno a quel Cielo in cui l’Albero Microcosmico affonda le radici, il progressivo ritorno all’Unità espresso nella numerazione impressa sulle vertebre: da Venti (la dualità  10 volte) a Uno, dalla duplice ciclicità –discesa-salita- all’unita .

 

COLLETTORE. Cosa rappresenta? Perché nell’immagine di San Jiao è disegnato come un circuito chiuso e in quella del Rene continua verso l’alto?

L’embriologia ci viene in soccorso (39).

Il rene si sviluppa e posiziona fra la 3^ e la 9^[23][!!] settimana di vita intrauterina con una sequenza dinamica alto-> basso ->alto.

Il primo abbozzo è il pronefro che occupa la regione occipito-cervicale, successivamente compare il mesonefro che si sviluppa da C5 a L4, infine il metanefro fra L4 e S2. Presso il mesonefro si formano le creste germinali e l’abbozzo delle gonadi indifferenziate verso le quali inizia la migrazione delle cellule germinali primitive. Dal mesonefro (quindi caudalmente rispetto agli abbozzi gonadici) si svilupperanno i Reni che dal livello sacrale migreranno in alto fino ad arrivare alla “14^ vertebra” ( L2), lasciandosi inferiormente, nella pelvi,  le gonadi.

E’ interessante notare che lungo la proiezione cutanea dorsale del mesonefro si svilupperanno gli Shu dorsali degli organi e dei ‘visceri centrali’ ( stomaco e vescica biliare), ovvero la via di Yuan Qi Yang , il San Jiao dorsale, mentre il percorso del metanefro esprime gli Shu dorsali ‘sfinteriali’ (grande intestino, intestino tenue e vescica) e la circolazione della Yuan Qi Yin, la Jing Qi (14).

Nella tavola di San Jiao –come già accennato- sono disegnati anche Rene e Vescica ad indicare l’unicità dell’insieme Acqua nel suo aspetto yin (Rene), yang ( Vescica) e ministeriale (San Jiao). Nella tavola del Rene è indicato anche San Jiao[24][!!!], non solo nel suo aspetto ‘mesonefrico’, ma sottintendendo anche quello ‘pronefrico’ dell’estremo cefalico, di cui –evidentemente- il Rene è memoria , ma San Jiao non è ministro[25][%].

 

Leggiamo ora i commenti all’immagine.

 

Vi sono 2 Reni.

E’ la prima cosa che viene detta del Rene: è l’unico viscere doppio. Ciò è sottolineato nella sua descrizione innanzi a tutto, come già del Cuore veniva detto che ha forma di un fiore.

Si è già detto del 2 a proposito della Milza, ma la particolarità del Rene non sta tanto nella misura, quanto nella struttura. Il Rene è organo unico nella funzione e duplice nell’aspetto[26][*].

 In  questa sua caratteristica assomiglia al Cielo (18). Anch’esso infatti seppur sostanzialmente unico è duplice e viene percepito come Cielo Anteriore e Cielo Posteriore.

Il Rene esprime anatomicamente l’essere regola di stabilità e del divenire del Cielo, perché a somiglianza dell’arcano è unico e duplice, ha a che fare con l’1 e il 2  (18).

 

Non stupirà  a questo punto  scoprire -anche sulla scorta delle considerazioni circa la colonna- che essi pesano 1 Jin, 1 Liang ciascuno: anche nel peso è indicata l’unicità (1 Jin, 1 Liang) e la duplicità (ciascuno).

L’Uno ci presenta dunque il Rene come l’organo della coesione e della coerenza, espresse nel più grande dei numeri, quello che riassume, dirige e governa tutti gli altri (11) ed esprime l’esistere in dialettica con non esistere (18) , il numero del Cielo Anteriore, dell’iperuranio o del paradiso che precede la nostra creazione, la potenza prima dell’atto, il massimo della forza creatrice (19).

Hong Fan fa corrispondere l’UNO all’Acqua , ossia dal punto di vista organico ai Reni (11).

So Wen al capitolo 1 parla della creazione della vita e del suo sviluppo a partire dai Reni.

 

La relazione che lega i due Reni è dunque simile a quella che lega i due Cieli.

Sappiamo che nel manifesto lo yin sta a destra e lo Yang a sinistra. Dei Reni però si dice (Nan Jing 36^ difficoltà) che Ming Men, lo yang sia a dx , mentre  a sinistra c’è il Rene yin (L o  Jing di Rene yin, cioè del Rene sn, diventa  midolli, SUI, (16)). Questo perché stiamo parlando si un organo direttamente collegato col Cielo Anteriore (“Il Rene è del dominio del Cielo Anteriore” (38)), quindi speculare nella lateralità rispetto al manifesto (14) (come il Cielo Posteriore lo è del Cielo Anteriore).

 

Come già a proposito del 33 per il Polmone, anche in questo caso possiamo considerare 1 e 1 anche a formare 11, il numero che esprime lo yin-yang (11° esagramma dell’Yijing), il maschio-femmina in ciascuno di noi,  il numero del Tao (4) inteso come via della vita, il numero che simboleggia il cammino e il conflitto, la recettività e la distruzione, la difficoltà della vita sospesa fra materiale e spirituale (19).  Il numero che può esprimere la sessualità nel conflitto genitalità-amore, prendere-donare (che sono poi le espressioni archetipali di rapporto maschile e femminile ).

 

In quanto pesante e in quanto legato alla colonna, il Rene raccoglie la sfida della legge di  gravità: è forza  e sostiene il peso (in questo senso è legato alle ginocchia). Il detto cinese “1 Liang di forza è quanto occorre a determinare l’equilibrio (32)”, associa al Rene anche l’immagine della bilancia a piatti (e in qualche modo alle anche come passaggio alla vita adulta).

Si dirà in seguito del legame coi piedi. In definitiva il Rene è coinvolto con l’arto inferiore nella sua globalità, in particolare nella statica.

 

I Reni hanno la forma … Solo di Cuore e Reni vien detto che “hanno forma”. Il Polmone ha foglie, il Fegato petali, ma queste parti sembrano decoro, complemento, non parti dell’organo. Per Cuore e Reni è diverso: la forma coincide con la sostanza. Per i visceri si parlerà di XING, forma, solo a proposito di Vescica Biliare e San Jiao.

 

            … di fagioli. Fagiolo. Nella tradizione occidentale, disdegnato dai potenti dediti a carni prelibate e usato nei monasteri nei lunghi periodi digiunali, è esaltato dal popolino come afrodisiaco, e  con tali virtù  citato dal Mattioli e dal Durante (21).Parimenti in Oriente è simbolo di fertilità e ricchezza, in virtù del suo seme abbondante (22).

In Cina è chiamato “cereale dell’inverno” (4) e forse anche questa stagionalità spiega in parte l’accostamento al Rene, organo dell’inverno.

L’ideogramma tradotto con ‘fagiolo’ è DOU che indica più specificamente il ‘fagiolo di soia’. Ciò non cambia sostanzialmente quanto esposto, ma permette di citare un altro modo di dire “Mangiare formaggio di soia (DOU-FU)” che è metafora di ‘consumare il rapporto sessuale’ (9).

Altra notazione da proporre riguarda l’ideogramma DU (di Du Mai) che lega nuovamente la colonna -lungo la quale si sviluppa il meridiano- al Rene-fagiolo. Tale ideogramma infatti rappresenta un occhio che sorveglia una mano destra nell’atto di raccogliere un fagiolo (4) .

 

Essi … si trovano a ciascun lato e alla stessa altezza dell’ombelico.

L’unico organo che ha riferimento anatomico ventrale (ombelico) è il Rene. Non solo fa riferimento allo yin, (versante ventrale) ma lo fa ribadendo anche la duplicità dei reni. Lo strano è che  stiamo parlando dell’organo più posteriore di tutti, non solo retroperitoneale ma addirittura compreso tra le masse muscolari dorsali[27][#].

E il riferimento non è un osso o una sporgenza, ma un buco, anzi “il buco”, contrapposto a “ciascun lato”: di nuovo l’immagine dell’unico Cielo (espresso da un ‘vuoto’ –è un buco-) e della duplicità del Rene, unità e duplicità.

L’ombelico, il centro dell’addome, il luogo fisico che ricorda il collegamento ad altri livelli del mondo (22), il simbolo del legame con la madre e quindi via del Jing innato, il centro sorgente yin di vita, il punto di creazione fisica in dialettica con Ming Men che gli sta all’opposto, ma pure centro di orientamento, stella polare, Dai Mai –dunque TR-I-, “buco nero” –ovvero “ordinatore”- dello spazio e del tempo individuale, punto prototipo della coagulazione della vita, infine punto di comando del Campo del Cinabro Inferiore, che a sua volta comanda la fusione attraverso la sessualità (ecco che l’ombelico funzionalmente vibra nuovamente col Rene e simbolicamente rappresenta la fusione, il passaggio dal duplice all’unità).

Altre assonanze -non solo simboliche, ma fisiche e tradizionali- legano in Cina l’ombelico con l’insieme energetico Acqua e con il Rene-fagiolo.

La prima è l’usanza che il cordone ombelicale non vada mai tagliato con un coltello, ma reciso dalla madre[28][##] con i denti (9): il primo passo per la formazione dell’ombelico non è legato al Metallo, ma all’Acqua, rappresentata dal surplus del Jing di Reni, i denti, e i denti materni. Forse legato a questa tradizione sognare di perdere un dente presagisce la morte imminente di un genitore (9).

Altra nota è che un ombelico per essere bello deve avere la forma di un fagiolo (9): ecco il legame stretto fra ombelico e fagiolo (e quindi Rene).

Infine le dimensioni e la profondità dell’ombelico sono indicatori semeiologici di forza e salute (9) (cioè del Jing innato, ovvero del Rene).

L’ultima annotazione è una nota di nobiltà del Rene: i Reni sono l’unico organo che sta all’altezza dell’ombelico, gli altri zang hanno molte virtù, ma l’unico che può vantare la possibilità di  confronto con l’ombelico, il più importante, sono i Reni.

 

Nella costruzione che abbiamo fatto seguendo le indicazioni di Da Cheng, il Rene viene quindi a rappresentare il seme dell’Albero Microcosmico[29][&&].

Il seme esprime la sintesi di yin e yang, la volontà di vivere, la forza di erigersi sfidando la gravità terrestre, ma anche l’eliotropismo, la ricerca della luce affondando le radici nella stessa terra di cui sfida le leggi gravitazionali. In questo senso il seme ricuce in sé  la duplicità di Cielo e Terra.

Il seme ripropone nella sua caduta a terra il movimento alto->basso->alto della evoluzione embriologica del Rene, identico concetto espresso nell’immagine del Rene-fagiolo con un germoglio e una piccola radice espressi nel disegno della colonna.

E’ il massimo della forza creativa, lavora nel nascondimento dell’inverno, ha il suo scopo nella procreazione, è la scommessa, anzi l’investimento di sopravvivenza della Natura.

E’ il “ritorno  al non-essere” per germogliare deve prima morire.

 

Sono accollati alla 14^ vertebra.

E’ evidente il legame con lo Shu dorsale del Rene.

Viene il dubbio che anche il riferimento numerico delle vertebre sia “significante”, che anche la numerazione delle vertebre di riferimento degli organi sia aritmologia e simbolismo.

In effetti la somma degli ordinali dei riferimenti vertebrali di Polmone, Cuore e Fegato (3+5+9) dà 17 ovvero il numero delle vertebre libere (dorsali 12 + 5 lombari), nel quale insieme, la 9^ (Fegato) è la cerniera mediana. Sempre facendo perno sul 9 possiamo trovare relazione fra i tre organi mediani espressione di Shen, Qi e Jing: Cuore, Fegato e Reni (5 + 9 = 14).

 

 

ALBERO MICROCOSMICO

 

"Prendi un albero grande come una maontagna, lo prendi per il suo manico, il tronco e lo infili giù nella terra
che mandi i suoi rami sotto terra come prima faceva nel cielo
Il Minatore descrive la miniera in "Linvornita"

B. Benedetti

 

Ecco dunque definita l’immagine simbolica descritta dal Da Cheng: l’Albero rovesciato, il modo con cui il Cielo cristallizza, contemporaneamente modo in cui la Terra dà forma alle cose del Cielo e modo con cui il Cielo prende forma terrena, l’organizzazione dell’informazione nell’Uomo secondo ‘regole botaniche’.

 

L’uomo rappresenta così la miniera del Cielo sulla Terra, la gemma terrestre, il riflesso di luce che può essere estratto dalle viscere buie terrestri, il distillato del mondo, il frutto della separazione fra puro ed impuro.

Una immagine probabilmente già nota a chi conosce la nostra  tradizione erboristica o quella alchemica, aspetti simbolici già presenti, ma forse non così sistematizzati come nelle illustrazioni citate.

 

            L’immagine rappresentata suscita alcune riflessioni:

 

CENTRALITA’: ci sono diverse accezioni di centralità che riguardano gli Zang descritti

 

DIFFUSIONE E CONCENTRAZIONE sono la dialettica espressa dal Polmone con le sue fronde (l’allargarsi, il prendere contatti, il rapporto con l’esterno, l’esplorare il mondo) e dal Rene-seme (ripiegare, guardarsi dentro, il rapporto interiore, l’essere in sé stessi) riproponendo la dialettica Montagna-Gola del paesaggio, TR-S TR-I del respiro e dell’edificazione dinamica dell’uomo in generale. Sono i 2 zang che colloquiano per mezzo di una dialettica intrinseca yin-yang: il Polmone diffonde (yang) e abbassa (yin) ai Reni, i Reni concentrano (yin) e innalzano (yang).

 

IL CICLO STAGIONALE INVERTITO è il percorso descritto nella progressione del movimenti energetici: dal seme (ACQUA) si passa al tronco rami e foglie (METALLO),  quindi al bocciolo (FUOCO) e poi al fiore (LEGNO) per convergere al frutto (TERRA) che sta nel mezzo, all’incrocio degli assi dell’essere e del divenire. Se lo sforzo della Medicina Cinese è di invertire il processo degenerativo che cominciamo quando nasciamo (35) , la “via del Cielo”, l’Albero Microcosmico indica la via dell’immortalità.

 

FATO E DESTINO. Il fato è quanto ci è stato dato alla nascita e non si può cambiare (35)  viene espresso dall’imprinting natale, appannaggio del Polmone. Il destino, modo con cui il fato si trasforma nel tempo, può essere cambiato (35) : assume così le caratteristiche della Milza - frutto informe. Sul conflitto Polmone – Milza si gioca il nostro divenire karmico, il conflitto fra le propensioni e l’attuazione, per mediazione di San Jiao (ovvero del Rene): ecco descritta la “via dei liquidi”, la via dei tre organi femminili di So Wen 7.

 

            La raccolta di immagini continua descrivendo e raffigurando anche i visceri, di cui si è già scritto a proposito di alcuni particolari. Ma la descrizione dei visceri non è finalizzata all’Albero Microcosmico, e le riflessioni su di essi non verranno presentate in questa pubblicazione.

 

 

 

CONCLUSIONE

 

“E’ bello poter avere occhi per vedere

le figure che la natura nasconde imprigionate dentro sé

e che solo gli occhi della fantasia potranno liberare.”

A.     Sturiale, 9 anni, “Il libro di Alice”

 

 

 

Si deve ammettere che diversi modelli di uomo concorrono a mostrarne la rotondità. L’Uomo è  figlio del Cielo, figlio della Terra ma pure Uomo.

Il modello "ministeriale" descritto da So Wen  cap. 8 presenta l'organizzazione dell'Uomo in se stesso come se fosse uno Stato (5), con gli zang-fu che occupano ruoli di ministro.

Il modello "templare" (41, 34) esprime il movimento della Terra verso il Cielo, la risposta della Terra attraverso l'Uomo, che percepisce sé come microcosmo ed eleva una costruzione che è immagine realistica ed allo stesso tempo evocazione simbolica dell’universo per l’uomo e dell’uomo per l’universo: gli zang-fu sono evocati nelle parti strutturali e rituali del Tempio.

Il modello "alberato capovolto" presenta come il Cielo si trasmette alla Terra attraverso l'Uomo, con zang-fu che recitano ruoli “botanici”. Indica il progetto del Cielo sugli organi, il Mandato di ogni Zang:

 

La prospettiva fisiologica che ci viene proposta presenta l’Uomo con le radici infisse in alto, che assorbono aria e cielo (sia in senso immanente che trascendente[30] [=]), di cui il collo è il tronco (perciò sede delle ‘finestre del cielo’).

Nel Polmone i rami rappresentano l’espansione, il contatto con il mondo, e le foglie il respiro, sia esso fisico, culturale o spirituale, ovvero anche le propensioni, gli interessi e le aspirazioni, il senso religioso, la spiritualità e la fede. Rappresentano il primo respiro, il primo ricevere e dare, il vagito, il neonato, che sono l’imprinting, il tema del vivere.

Il Cuore è germoglio, in un certo senso premessa ( da lui si svilupperanno frutto e semi ovvero la maturità estiva e autunnale) in un altro senso scopo (in quanto fruttificazione della gemma già pronta fin dall’inverno), in qualche modo perno sottile e cardine fondamentale attorno cui ruota il ciclo di crescita dell’albero. Rappresenta il bambino che è in ciascuno di noi. Per questo chi viola un bambino compromette l’adulto che sarà, per questo la pedagogia dei Pellerossa, il popolo dalla pelle color del Fuoco, rispettava i bambini come gli esseri più vicini al Dio Supremo, non prevedeva punizioni corporali, non imponeva alcune regola alimentare, sociale, o comportamentale, se non i tabù sacri.

Da qui passiamo nel sottodiaframmatico, nell’addome, dove comincia la realizzazione propriamente detta.

L’organo del passaggio è il Fegato-fiore, maturità del bocciolo in quanto fiore fiorito, premessa del seme: è infatti –a somiglianza del Rene- unico e bino, unico in quanto organo, bino perchè ha una sinistra e una destra, un maschile e un femminile, proprio come il fiore ha apparato sessuale femminile e maschile. Unico a somiglianza del Cuore, doppio a somiglianza del Rene, ad esprimere il suo esser passaggio, cerniera, ponte sull’asse dell’essere. Può essere pensato come l’adolescenza dell’uomo, il progetto che comincia già a realizzarsi. E’ il passaggio che il bocciolo deve superare per poter maturare in frutto e semi.

Il frutto, cioè la Milza, è espressione del sé attuale ed è la realizzazione vera e propria in termini strettamente esistenziali, ma anche l’opportunità di produrre abbondantemente seme espresso nei Reni, ovvero possibilità di perpetuarsi oltre l’attuale, oltre la morte e contemporaneamente nostra radice in quanto alberi ascendenti, base della colonna intesa come scala della vita (35).

Ogni parte di questo Albero Microcosmico ha riferimento anatomico sulla colonna vertebrale, albero ascendente, germoglio che nasce dal Rene-fagiolo-seme. Il riferimento dorsale e il fatto che i punti del GV, gli Shu dorsali e i Ben Shen attingano direttamente dal Ming Men (14) , pone tutti questi punti come i candidati a trattare il “Mandato del Cielo” per quell’organo: i punti GV come regola, gli Shu come assentimento, concessione, permesso per accedere ai Ben Shen. L’unico dubbio a questo proposito rimane per la Milza[31][@].

 

 

 

IL SEME-PIEDE: LO SPRECO, LA DANZA, LA MORTE

 

 

“Sei l’ospite d’onore del ballo che per te suoniamo

posa la falce e danza tondo a tondo

il giro di una danza e poi un’altra ancora

e tu del tempo non sei più signora”
A.     Branduardi,  Ballata in FA # minore

 

 

Mi si permetta ora un volo, forse pindarico, ma nella logica dell’immagine tracciata rimane un ultimo passaggio cruciale che chiede spiegazione. Il Rene è rappresentato come un insieme: 2 reni, la colonna , San Jiao. Questi indicano che l’Albero Microcosmico raggiunge il suo vertice nel Rene, a partire dal quale riprende la via di risposta della Terra al Cielo attraverso la colonna e San Jiao. Ma come si passa dall’albero discendente a quello ascendente?

La chiave è indubbiamente il Rene-fagiolo-seme, per questo nel disegno è associato alla colonna, ma quale il meccanismo?

Ecco l’ipotesi.

Quando il Cielo nutre l’Uomo esprimendosi in lui come albero rovesciato, arrivato al Rene-fagiolo-seme non ha ancora toccato Terra, non è ancora relazionato col suo partner. Il Rene proietta sulla Terra l’iniziativa del Cielo attraverso la parte più terrestre del nostro corpo: i piedi.

Le “piante” dei piedi battono sulla Terra le sillabe della poesia di corteggiamento del Cielo, ai piedi è affidato il compito di rappresentanza del Rene e per suo tramite del Cielo. Perciò l’impronta del piede ha la forma di un fagiolo, perciò sulla pianta del piede si può disegnare un feto, per questo sul bordo laterale e sul profilo mediale plantare si riesce a scorgere il profilo di una colonna vertebrale. Perciò la seconda e la terza generazione di meridiani curiosi partono dal piede (16, 42). [32][$]

E l’amplesso ininterrotto in cui sono continuamente impegnati Cielo e Terra, l’”infinito spreco”, si esprime nei piedi con la danza, e quello che chiamiamo “fare l’amore” è partecipazione alla “grande danza cosmica” (14).

Ecco dunque che il seme esprime l’”infinito spreco” della Natura, rappresenta l’abbondanza dell’investimento (tanto abbondante da apparire agli occhi del superficiale la dissipazione del gratuito) e ne parla a più risonanze.

 

Ne parla in termini fisici. La biologia ci mostra una Natura ‘cibernetica’, che lavora al risparmio e premia i sistemi di ottimizzazione delle risorse: è esperienza comune l’ipotrofia di un muscolo lasciato a riposo. L’unico campo in cui questa bio-logica viene contraddetta è la procreazione[33][%%]: con che logica tutti quei semi da una spiga? Perché tutti gli ZANG singoli e 2 Reni? Cosa se ne farà mai una bambina al 3° mese di vita intrauterina di 300.000 ovociti? E –a logica- occorrono proprio 300 milioni di spermatozoi ad ogni eiaculazione con la probabilità di un solo concepimento in un mese?

 

Ne parla ancora in termini culturali nella danza, espressione spontanea e naturale del popolo nero, gli abitanti dell’Africa dove si ritiene che sia nata la specie umana, in questo senso legata all’Acqua a al Rene[34] [*]. Ma di danza è permeato il cosmo dall’immenso espandersi e collassare dell’universo alla minuta danza fra l’essere e il non-essere delle particelle subatomiche, passando per la danza astrale, il ciclo degli elementi, le maree, le migrazioni, le danze rituali e sacre, i corteggiamenti[35][^^] e quant’altro si possa pensare di movimento e mutazione: stagioni, cellule, respiro…

L’ideogramma CHONG  di Chong Mai rappresenta nel tratto centrale l’immagine di qualcosa di pesante e importante. Dei due segni laterali il primo significa cominciare il passo col piede sinistro, il secondo, invece, col piede destro (11, 42). I due segni combinati esprimono il procedere alternativamente coi piedi a partire dal sinistro trasformandosi, progredire, avanzare, camminare, marciare e -perché no?- danzare[36][=]. Il Chong Mai sarebbe dunque –in quanto primo meridiano straordinario a comparire- la direttrice che ordina il nostro cammino nel tempo, il comando del procedere individuale nella storia, il maestro di quella danza sacra che è il corso della vita di ciascuno. Per questo 2 dei 5 rami di Chong Mai vanno al piede, uno seguendo prevalentemente lo Zu Chao Yin fino al calcagno per quanto concerne la statica (tratta l’osso e sue deformità) l’altro lungo lo Zu Yang Ming fino all’alluce per la parte dinamica (tratta le insufficienze arteriose) (42): esprimono il modo con cui l’uomo proietta sulla Terra e coniuga al presente il Mandato del Cielo [37][+], è la Polka Sacra[38][°], la “piccola  danza cosmica”.

Se poniamo l’ideogramma MU  “albero”  (di cui abbiamo trattato finora) davanti a CHONG il nuovo ideogramma significa “prosperità, semenza”(42, 32) [39][°°].

 

Ultimo aspetto del grande spreco rappresentato dal seme è la morte: la più sfrenata dissipazione di energia, conoscenza, storia, eleganza, amore, e al contempo la via per l’inesauribile rigenerarsi del mondo, l’opportunità di rinnovare la vita, perché uno jing non può contenere per troppo tempo l’esuberanza della vita.

 

 

Ecco che sulla scorta di questi pensieri intorno alla danza, pensando che ad ogni numero può essere legata una nota della antica scala pentatonica (9), mi chiedo se tutta la costruzione numerologica presentata non possano essere -invece che concetti- note, accordi, melodia per ciascuno ZANG, e che si possa pensare di trattare la patologia degli organi come il saggio convocato per modificare la valle dove regnava il freddo: suonò la musica ‘giusta’ e la valle si riscaldò (9).

 

 

 

BIBLIOGRAFIA

 

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7.      Faubert A, Traité didatique d’Acupuncture Traditionelle, Guy Trédaniel ED, Paris 1977

8.      Yuan H. La scrittura cinese, Vallardi ed. 1998.

9.      Eberhard W: Dizionario dei simboli cinesi, Ubaldini Ed. , Roma 1999.

10. Andres G: I tre yin e i tre yang, Riv. Franc. Agopunt. N. 38 anno 1984

11. Mollard Y, Maiola M: L’uomo prima della nascita, So Wen Jaka Book Milano Ed. 1996.

12. Zhen Jiu Da Cheng: Trad. Leung Kwok-po, Ed. Darras, Paris, vol 1°, 2°, 1981

13. Di Stanislao C e al: Terapia delle affezioni del polmone con piante occidentali, La Mandorla, www.agopuntura.org   aprile 1997

14. Yuen J: Il percorso della Yuan Qi, Seminario AMSA, non pubblicato, Roma 2000

15. Kespi JM: Le entrate e le uscite, seminario tenuto  presso la Scuola di Agopuntura di Firenze, giugno 1998, policopie 1999.

16. Yuen J: I visceri curiosi, seminario AMSA, non pubblicato, Roma 2000

17. Yuen J: I meridiani secondari: luo, seminario AMSA, non pubblicato, Roma 2000

18. Selmi M: I Numeri dell’agopuntura, Centro Studi Nello Cracolici, policopie, Firenze 1999 www.agopuntura.org la mandorla, cineserie.

19.  A.M.S.A. (a cura di): Numerologia, Riv . It. Di Agopuntura, Anno XXII, n. 100, 2001

20.  Kespi J.M: Acupuncture  , Ed. Maissonneuve, Moulin-les-Metz, 1982.

21.     Cattabiani A: Florario miti, leggende e simboli di fiori e piante, A. Mondadori  Editore, Milano 1996

22. Biedermann H: Knaurs Lexikon der Symbole, Droemersche Verlagsanstalt Th. Knaur Nachf., Munchen 1989.

23. Ananda K.  Coomaraswamy, L’albero rovesciato in “Il grande brivido”, Milano, 1987

24. Di Stanislao C: Riflessioni sul vuoto, la Mandorla, www.agopuntura.org , cineserie

25. Kespi J. M: Dimenticare il sintomo, seminario presso il Centro Studi Nello Cracolici, Firenze 1998, policopie

26. Kespi J. M: Le tre strutture, trad. it. A cura di J: Brusini, policopie Sowen, Milano , 1976

27. De Berardinis D: Tronchi  e rami, La Mandorla, www.agopuntura.org, dicembre 1997

28. Guidazzi E. G: Il bagatto astrologico, Daimon Ed. Rimini, 1999

29. AA VV: Simbologia Corporea, Centro Studi Nello Cracolici, Firenze 14-15 ottobre 2000.

30. Yuen J: Generalità sul ruolo e l’impiego dei meridiani tendino-muscolari, Riv. It: di Agopuntura, anno XXII, n. 100, 2001.

31. Mollard Y, Montaldo M: Studio sistematico-comparativo del meridiano di cuore, comunicazione al Congresso SIA Reggio Calabria 1999

32. Deng Ming-Dao: Il Tao della vita quotidiana, TEADUE Ed. Milano 2000.

33. Corradin M, De Berardinis D, Brotzu R, Di Stanislao C: Fisiopatologia del Cuore e del Piccolo Intestino in MTC, La Mandorla , anno V, n. 17 www.agopunura.org

34. Gerard de Champeaux, dom Sebastien Sterckx o. s. b.: I simboli del Medio Evo, 1997 Jaka Book Ed. Milano

35. Yuen J: I meridiani secondari, Seminario tenuto presso AMSA, Roma 1998, policopie

36. Brici P, Castiello G, Lauro G, Leardini G : Il meridiano Zu Jue Yin, Comunicazione XIX congresso SIA,  www.agopuntura.org

37. Guillaume G: Dictionnaire des Points d’Acupuncture, Guy Tredaniel Ed., Paris 1995

38. Xue Zheng Lun citato da Andres J: Le sang. Monografia non pubblicata

39. Mollard Y, Maiola M: Embriologia: il rene e i sistemi di comunicazione, G. Ital. Riflessot. Agopunt. Anno 10/1, 1998

40. Comerio M.R: Adolescenza e scoliosi, G. Ital. Riflessot. Agopunt. Anno 10/1, 1998

41. Brici P: Architettura sacra, relazione tenuta a “Salutando 2000” Montefiore in Conca , Daimon Ed. Rimini

42. AA.VV: Dispense della Scuola Italo-Cinese di Agopuntura, sede Roma, policopie, 1997.

 



[1] [=]Shi Huangdi, ‘Primo Imperatore’ della Cina, con un regno di soli 11 anni (221-210 a. C.) seppe gettare le fondamenta di quel Regno di Mezzo che doveva durare per due millenni. Istituì un sistema di trentasei province centralizzate, superando il vecchio sistema feudale con l’istituzione di governatori, e percorrendo e visitando le città più importanti. Unificò i sistemi di misura e pesi, la scrittura, la moneta. Aprì nuove vie di comunicazione facendo costruire canali e strade. A lui si deve la costruzione dei due più imponenti monumenti del tempo: la Grande Muraglia e il suo stesso Mausoleo.

[2] [°] Fuxi è il primo dei tre eroi culturali della Cina, i tre demiurghi che gettarono le basi della cultura cinese. Gli studiosi ritengono che sia vissuto prima del 3000 a. C. A lui si fa risalire l’”invenzione” degli otto trigrammi dello Yijing, dell’istituzione del matrimonio, l’invenzione delle reti da pesca e della nassa.

[3] (§) Anche la tradizione ebraico-cristiana parla di due alberi posti nel Giardino: “l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male” (Gen 2,9)

[4] [*]4Risulta chiaro per quale motivo il Polmone venga chiamato Maestro del Qi: è lui che indica col suo soffio attivatore del Ming Men quali Shu dursali San Jiao debba andare a nutrire, cioè quale costituzione avrà l’individuo.

Recenti indagini di un  gruppo di biologi dell’Università di Sheffield (Inghilterra) pubblicate su Nature indicano che le foglie vecchie prima di staccarsi e morire, trasmetterebbero alle foglie appena nate informazioni relative alla luce, l’umidità dell’aria, livello di CO2, ecc. Queste modificherebbero e adatterebbero il numero dei pori sulla superficie in base a quei messaggi che risultano quindi essere indispensabili per la sopravvivenza. In questo senso il Polmone , dotato di foglie, è anche dotato della virtù dell’insegnamento, è cioè MAESTRO, e non solo del Qi.

 

[5] & Per i cinesi la convivenza delle tre religioni è stata assai meno problematica di quanto non sia stata per l’Occidente la presenza contemporanea delle tre religioni –ebraismo, cristianesimo, islam- pur accomunate dal credo nel medesimo Dio di Abramo.

[6] ** La longevità ha a che vedere col Polmone, tanto che il dio della lunga vita, SHOU-XING, divinità astrale  (gli astri hanno a che fare col Polmone) che viaggia su una gru attraverso le nuvole (di nuovo Polmone) è  rappresentato come un vecchio alto e smilzo con cranio di forma allungata ( costituzione metallo) e con una lunga barba bianca (colore associato al Polmone) .

[7] [“] Fin troppo semplice citare la tradizione cristiana che vuole che il Cristo sia vissuto 33 anni…

[8]  [^] Si veda a proposito dei rapporti fra Shen e funzione HUA (metamorfosi) la citazione bibliografica 33. Il Cuore non ha a che fare solo con gli orifizi dell’alto, quelli sensoriali, ma anche con gli orifizi del basso, quelli dell’eliminazione, rappresentati dai 3 visceri che hanno funzione HUA, e tale funzione sarebbe l’aspetto “terra” di Shen.

[9] 7[=] L’ultima possibilità di relazionare 3 e 4 è l’elevazione a potenza, 3 elevato alla 4^ potenza ovvero 81 numero con cui sono specificati i rapporti col mondo, l’introiezione e la realizzazione della propria creazione, l’organizzazione del proprio territorio ad immagine del Cielo. Oltre a questo numero, che specifica ciò che l’individuo realmente fa, quindi ha un aspetto Karmico, non è possibile aggiungere altro. So Wen, Ling Shu, Dao De King sono dividi in 81 capitoli..

[10] 7[€] Non si deve comunque dimenticare che 7= 5+2,  la duplicità yin-yang del centro dialetticamente legata ai 5 movimenti. Tale concetto esprime la posizione del Cuore immobile, centro, sorgente della vita, garanzia di continuità col Principio Originario, sede dello Shen e della sua distribuzione agli organi.

 7= 6+1 lega il Cuore ai 7 sentimenti, soffi interni dell’Uomo che hanno la funzione di alterare la monotonia dei ritmi fissi, inducendo il divenire, il cambiamento, le mutazioni ed esprimendo l’idea di Cuore causa di movimento.

Per approfondimenti si faccia riferimento alla fonte bibliografica 18.

[11] [$$] In effetti  nell’ideogramma di Jing sono espressi la particella MI, grani di cereali, SHENG, piante che si elevano sempre più in alto, DAN, cinabro , il colore rosso. Così Jing riassume in se il QI (di cui la particella MI è componente), il colore di XUE (rosso) l’idea di ALBERO che cresce, per esprimere il concetto unitario di “principio vitale che presiede alla presa di forma”.

[12] [@] Anche qui le indicazioni sul peso generano un 33 per  cui si rimanda a quanto già detto a proposito del Polmone.

[13] [*] So Wen al cap 7, attribuisce agli organi polarità maschile e femminile. Polmone, Milza e Rene sono femminili, Cuore e Fegato (i due fiori)  maschi.

[14] [+] La retina umana per essere stimolata necessita di 7 fotoni…

[15] [++] Se si pensa anatomico-fisiologicamente a Cuore e Fegato, il primo vive per creare in sé il vuoto (pompa fuori continuamente sangue, sappiamo infatti che l’aspetto di pompa aspirante del cuore è minimo nel processo di ritorno del sangue refluo) il secondo è il deposito del sangue refluo (rappresentando il Fegato anche il sistema venoso che è un sistema di capacitanza) è cioè pieno (non per nulla è l’organo parenchimatoso più voluminoso del corpo). Il pieno del cuore (nello scompenso) si ripercuote sul fegato (che deborda sotto l’arcata costale).

[16] [=] Contrariamente all’Hong Fan, il 3 è attributo del Polmone , il 4 –movimento verso l’interno, del rientro e della morte- al Fegato, forse per la nozione spaziale che sottintende.

[17] [+++] L’ideogramma WEI, quattro, significa al tempo stesso  quadrato, recinto, contenere e donna incinta. Ciò conferisce l’esatta sfumatura di “limite”, ovvero spazio e tempo limitato nel quale posso sviluppare, protetto, la crescita . Non solo limitazione ma condizione per la maturazione.

[18] [++++] Chissà perché gli organi del TR-M vengono identificati con 3 particolari…

[19] [^] Nell’Hong Fan al 2 è attribuito l’elemento Fuoco, presente nella Milza- frutto informe nella funzione di San Jiao

[20] [^^] Il cinque è associato alle 5 direzioni (4 cardinali + il centro), ai 5 odori e ai 5 sapori. In realtà con un numero di tale portata si può dire, dal punto di vista simbolico,  quasi di tutto. Un dizionario cinese elenca dodici significati solo relativamente al carattere WU, e 1.148 composti, dei quali un migliaio direttamente collegati coi cinque elementi, cinque usanze, cinque creature nocive e cinque classi di animali (!!!)

[21] [^^^] La nozione era nota anche alla tradizione rurale occidentale che utilizzava il grasso periviscerale per estrarre strutto, utilizzato come composto in alimenti base, e il grasso del sottocute per il lardo, usato come condimento.

[22] [=] Contrariamente a quanto siamo abituati nei nostri atlanti occidentali di anatomia, pare che l’approccio ventrale non interessi per nulla la MTC. Le tavole riportate dal Da Cheng rappresentano organi e visceri visti da dietro, sia che si tratti di figure d’insieme, sia che si tratti di figure di singoli organi. Nell’immagine del Cuore cosi il collettore a destra è per il Fegato e quello a sinistra per la Milza, i Reni sono identificati come destro quello a destra dell’immagine e sinistro quello a sinistra. Anche il riferimento di proiezione anatomica è esclusivamente posteriore, relativo  all’altezza delle vertebre.

Forse anche per questo diverso punto di vista quando si parla di un popolo agli antipodi non si cita le Nuova Zelanda (che lo è geograficamente), ma la Cina…

[23] [!!]Molti altri passaggi maturativi cadranno poi a queste tappe: 3° e 9° mese di vita intrauterina, 3° e 9° mese di vita extrauterina, 3° e 9° anno…

[24] [!!!] Nella tavola della Vescica questa è disegnata da sola.

[25] [%] Si può ipotizzare che attraverso il pronefro il Rene controlli, per la sua parte, la formazione dell’embrione spirituale, che nelle immagini taoiste emerge sempre dalla testa, ovvero dalla sede di pertinenza del pronefro.

[26] [*] Il Polmone che noi consideriamo anatomicamente doppio è in realtà organo singolo dal punto di vista embriologico (si sviluppa come unico gettone ventrale del canale digerente primitivo) e anatomico (è una ghiandola con un unico –e provvidenziale!- dotto: la trachea)

[27] [#]La tradizione insegna che quanto si manifesta in alto nasce in basso, quanto si manifesta posteriormente nasce anteriormente. Forse per questo al Rene -così posteriore- fa eco l’ombelico che è tanto anteriore da essere, nella vita intrauterina,  parte di madre: il cordone ombelicale.

[28] [##]”Il rapporto fra madre e figlio è paradossale e per un certo senso tragico. Richiede il più intenso amore da parte della madre, e tuttavia questo stesso amore deve aiutare il figlio a staccarsi dalla madre e a diventare indipendente.” Erich Fromm in ‘Psicanalisi della società contemporanea’

[29] [&&] Charles Koch individua nel disegno dell’albero l’immagine che il bambino fa di se stesso. E’ impressionante l’assonanza che i simboli grafici hanno con l’immagine dedotta dal Da Cheng e qui presentata: le radici  rappresentano le sorgenti della vita, la “base” su cui muoversi ( e al pari delle radici dell’Albero Microcosmico non dipendono da noi), il tronco è la parte più importante, è il “collegamento” fra le radici e i rami, fra il Cielo e i Polmoni dello schema, e rappresenta il sé (del “collegamento” a proposito del Polmone si dice che ha 9 sezioni, e 9 è il numero che indica l’arrivo a termine del processo cominciato con 1 –che abbiamo visto essere il Rene-fagiolo-seme-), i rami rappresentano le forze e le direzioni in cui l’individuo si realizza verso l’esterno, il rapporto col mondo (espresso dal Polmone), le foglie indicano il respiro, la vitalità, la possibilità di autonomia o il sentirsi soffocati, i fiori  sono la gioia, l’ottimismo (Cuore) segno di benessere (Fegato), i frutti rappresentano la genitorialità , esprimono l’idea di realizzazione dell’albero. Manca nella lettura  il seme ma che senso avrebbe nel disegno di un bambino?

[30] [=] In Occidente risale a Galileo Galilei la distinzione tra “come vanno i cieli e come si va in cielo”…

[31] @] Probabilmente il QI assume diversa qualità a seconda che proceda dall’alto verso il basso o dal basso verso l’alto. Andrebbe fatta quindi una distinzione fra i flussi energetici discendenti e quelli ascendenti, attribuendo ai primi l’aspetto del Mandato dal Cielo alla Terra e ai secondi l’aspetto della risposta della Terra al Cielo. Si può capire in questo modo come i Ben Shen possano essere trattati come punti “Shen”  perché tali sono in prospettiva ascendente (se lo Shu dorsale è stato irrorato da San Jiao, se cioè la Terra ha deciso quella costituzione per la risposta al Mandato) o come punti “Jing” (per il tratto del meridiano Zu Tae Yang che scende la GV.16 seguendo la branca esterna). In questo ultimo caso l’uso del punto non è legato alla costituzione (ovvero alla Terra) ma all’evento (cioè al Cielo).

[32] [$] Alcune tradizioni religiose ritengono che la sacralità di un luogo richieda di  non essere calpestato con la mediazione di suole, ma a piedi nudi.

[33] [%%] In realtà quando si parla di procreazione tutto si rovescia: il maschio , yang, diventa interno, cioè yin, il Cielo Anteriore diventa Posteriore,  si nasce  col capo proiettato in basso per venire a vivere fra simili col capo eretto, la Luce diventa Pietra,  lo spazio diventa tempo e il tempo spazio come se la nuova vita fosse una stella, un “buco bianco” da cui emerge la novità di una dimensione che non conosciamo, e via via fino alla considerazione che la funzione HUA del Grande Intestino –in rapporto 12/24 col Rene- è espressa dall’ideogramma che presenta un uomo in piedi e uno a testa in basso…

[34] [*] La danza rappresenta in qualche modo il riappropriarsi da parte della musica dello spazio. Mi spiego. Il suono è caratterizzato da altezza, intensità, timbro. Queste sono caratteristiche spaziali. La melodia è lo sviluppo dei suoni nel tempo, secondo un ritmo. Lo sviluppo nello spazio della melodia è la danza: il tempo diventa spazio, dopo che lo spazio era diventato tempo…

[35] [^^] Quando fu “inventato” il valzer la critica negativa che fu mossa dai moralisti  era che tale danza riproduceva i movimenti dell’amplesso, ne era metafora in modo troppo esplicito, mentre invece il minuetto era maggiormente discreto, esprimendo con la danza a cerchio e gli sfioramenti delle mani il corteggiamento piuttosto che l’amplesso. La lambada aveva ancora da venire…

[36] [=] Similmente alla marcia militare, anche le danze codificate (almeno quelle occidentali) iniziano con il piede sinistro che avanza: è chiaro che se il cavaliere inizia col piede sinistro la dama dovrà farlo col piede destro. E’ curioso a tal prosito che i 2 nomi di ST.30 siano QI CHONG (cioè avanzare col piede sinistro) e QI JIE (cioè cominciare il passo col piede destro)

[37] [+] Il Chong Mai ha radice diretta nel Ming Men.

[38] [°] La Polka è un ballo in tempo binario (quindi simile a una marcia) e si danza alternando tacco e punta del piede ovvero i punti di arrivo dei rami del Chong Mai.

[39] [°°] I meridiani curiosi , con flusso di Qi ascendente, rappresentano la risposta della Terra al Mandato del Cielo, e sono tutti coinvolti col Rene-fagiolo-seme-piede-danza. Di Chong Mai abbiamo detto come sia legato a danza, piede, semente. Du Mai e Ren Mai sono legati al fagiolo. Il primo, albero ascendente,  ha nell’ideogramma DU il fagiolo, Ren Mai  raccoglie i soffi della madre mediante il cordone ombelicale , la cui cicatrice, l’ombelico, avrà aspetto di fagiolo. I meridiani Wei e Keo hanno radice nel piede. Particolare risulta essere Dai Mai perché ha  direzione trasversale, esprime cioè la direzione del Qi riferibile all’Uomo: esso lega Du Mai a Ren Mai, il Mare dello Yang a quello dello Yin, il Rene Yang, Ming Men al Rene Yin, l’ombelico. Anche Dai Mai ha a che fare con la danza. L’ideogramma DAI è composto da una part superiore che significa ‘condurre, dirigere’ e da una inferiore che ha senso di ‘giro, rivoluzione’: se Chong Mai è il passo di valzer, Dai Mai è la mano appoggiata sui fianchi.