In ricordo dell’Amico Riccardo Morandotti

"… più degli altri veloce al gioco della lippa"
E. Montale, Compagno di Scuola

La morte è un evento tragico e misterioso cui mai ci abitueremo. Soprattutto quando ci coglie da vicino, negli affetti più cari. La mia amicizia con Riccardo è stata sofferta, ma, come tutte le cose "penate", autentica, profonda, assoluta. Non eravamo sempre d'accordo sulle scelte culturali e strategiche, ma avevamo imparato lealmente a confrontarci. I suoi consigli mi mancheranno, ma anche il suo sottile sarcasmo toscano, la vitalità delle sue iniziative ed in fondo la sua compagnia. Ha regione Ceronetti quando scrive che la vita è una tragica esperienza di perdite e di lutti. Ma il lutto deve essere vissuto come ogni altro sentimento, trasformato in qualcosa di positivo, capace di farci crescere e maturare. Granet e Mhaus c'insegnano che "il lutto va portato con dignità" ed allora ci limiteremo a parlare di Riccardo come se fosse ancora tra noi, soltanto uscito dal nostro campo visivo, per una breve pausa di riflessione.

Allievo di Quaglia Senta, Garavaglia, Yvonne Mollard e Terenzio Cantoni, fra i primi promotori della Società Italiana di Agopuntura, presidente per due volte della stessa, ha voluto e portato a termine il progetto FISA: una federazione fra Società e sopra le Società, che tutelasse gli interessi degli agopuntori italiani. Eletto presidente della stessa ha saputo gestire una situazione interna conflittuale e delicata e, minato dal male, passare la mano, in modo salomonico e leale, a chi avrebbe saputo reggere il timone fino al prossimo giro di boa.

Sotto il profilo culturale nella SIB prima e al "Fatebenefratelli" poi, ha profuso il suo talento d'insegnante, distribuito, in seguito e a piene mani, nelle diverse Scuole Italiane. Se gli agopuntori della mia generazione gli sono debitori del modello degli "organi e visceri", non vanno dimenticate le sue ricerche sui cinque movimenti, e quelle sui meridiani curiosi, tra le più originali nel panorama nazionale degli anni ottanta. Esperto d'agopuntura e di farmacoterapia rifletteva, all'inizio di dicembre (pochi giorni prima dell'improvvisa fine avvenuta il 22 del mese), sulla necessità di realizzare un dischetto di farmacoterapia e, come aveva già fatto per i punti d'agopuntura, di metterlo a disposizione della SIA affinché fosse distribuito fra i Soci. Fino all'ultimo si è preoccupato di trasmettere ai giovani, il fiore dei suoi studi e della sue esperienze. Il suo ultimo lavoro è stato immaginare una sezione didattica per la Rivista Italiana di Agopuntura e la realizzazione, per la stessa, di due articoli introduttivi.

Era infaticabile Riccardo, acuto e sintetico, capace sempre di risolvere i problemi con brio e sapiente pragmaticità. Ma soprattutto era modesto, mai tronfio del suo ruolo, sempre pronto a mettersi in discussione. Avevamo molti progetti da portare a termine. Degli incontri mensili a casa sua per discutere e confrontare i modelli francesi e cinesi, un corso di massaggio, la pratica realizzazione di una sezione clinica per la nostra rivista. Sono in molti che lo rimpiangono e certamente non potrà essere cancellato dai nostri cuori. Ma anche adesso che è "invisibile" sono certo che è presente fra noi e che, con il suo sorriso dolce e beffardo, sta solo giocando a nascondino. Se è vero (come scrive il sinologo Lanciotti) che per la cosmogonia cinese il "Cielo è vuoto", sono certo che ora Riccardo lo sta riempendo e lo prepara e lo abbellisce nell'attesa di ricominciare un dialogo (o una disputa) che non avrà mai fine.

Carlo Di Stanislao.

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