AIRAS LECHINACEA |
Elenco delle patologie associabili (da M. Rossi)
depressione immunitaria
influenza, raffreddore, febbre
sindromi autoimmuni
connettiviti
dermatiti, ferite, foruncolosi, ulcere varicose, afte.
Descrizione
La droga non è presente nella farmacopea Ufficiale Italiana IXa ed. (1991)
Etimologia (da Benigni e coll)
Il nome linneano di questa pianta è Rudbeckia angustifolia dedicata a
Ol. Rudbeck, botanico svedese del XVII sec. nome anche di una varietà della Rudbeckia
laciniata L. Il genere Moench. lo denominò Echinacea, dal greco = riccio, per i semi che
hanno, alla sommità, un margine membranoso con 4 denti. Secondo altri, perchè le piante
sono scabre.
La specie affine Echinacea purpurea Moench. (sin. Rudbeckia purpurea L.- Echinacea
serotina DC. - Rudbeckia hispida Hoffm.) è detta purpurea, per i flosculi rossi o rosei.
angustifolia - per le foglie strette. Nella purpurea sono ovali-acuminate, coi piccioli rossastri.
Habitat - America del Nord, Messico, Louisiana, Florida.
Pianta erbacea, vivace.
Parti usate - Tutta la pianta (radici e parti aeree)
Proprietà farmacologiche e impiego terapeutico (da Benigni e coll)
Il compito di redigere un capitolo sullEchinacea è reso
particolarmente difficile dal fatto che in terapia vengono impiegate indifferentemente
diverse specie di questa pianta: angustifolia, purpurea e pallida, principalmente.
La specie che trova più frequentemente impiego in terapia, sembra essere
langustifolia. Sulla purpurea sono state eseguite un maggior numero di ricerche
farmacologiche ed è quindi più nota delle altre sotto questo aspetto.
E generalmente ammesso che tutte le suddette varietà di Echinacea, si prestano alle
stesse applicazioni terapeutiche. Per cui, anche se questo capitolo è dedicato alla
Echinacea angustifolia, crediamo di poter integrare la conoscenza di questa con quanto è
noto sulla purpurea e sulla pallida, al fine di offrire un quadro più completo sul
meccanismo con cui si ritiene che queste droghe esplichino la loro azione farmacologica.
LEchinacea era nota agli indiani dAmerica i quali la usavano per curare ogni
specie di piaghe e di ferite, non escluse quelle provocate dal morso dei serpenti. E
presumibile che gli indiani del Nebraska, del Missuri e i Sioux, impiegassero lE.
angustifolia perchè più comune delle altre specie, nelle regioni da essi abitate.
E più probabile invece che lE. purpurea venisse usata dagli indiani della
Virginia, regione questa in cui non vegetano altre specie di questa pianta.
Le prime notizie sullintroduzione dellEchinacea nella medicina pratica si
debbono a J.U. Lloyd (1904) mentre la droga usata anche più tardi, dai medici americani,
venne precedentemente identificata da G.C. Lloyd (fratello di J. U. Lloyd), come E.
angustifolia.
Lo Schindler (1940) nota che nel Nordamerica vengono impiegate in terapia diverse specie
di Echinacea ma soprattutto lE. angustifolia e la E. pallida, più raramente
lE. purpurea. Stranamente, le denominazioni relative alle diverse specie, verrebbero
spesso considerate, secondo lo Schindler, come sinonimi ma lHAB (Farmacopea
omeopatica tedesca), come anche lamericana, ne fanno una netta distinzione e
considerano officinale soltanto lE. angustifolia, la quale però, nella pratica,
viene spesso scambiata con la pallida, botanicamente molto simile.
LEchinacea venne raccomandata fin dai primi anni del nostro
secolo nella terapia delle infezioni localizzate e generali (piaghe e ferite infette,
foruncoli, febbre infettive e settiche) per le sue proprietà di aumentare la resistenza
dei tessuti e dellorganismo alle infezioni (1904).
Dallo Stimson (1900) venne preconizzata anche come droga ad azione analgesica e
afrodisiaca ma tali azioni non vennero confermate dai risultati delle successive ricerche
farmacologiche.
Il Busing (1952), in considerazione dellimportanza che viene attribuita al grado di
polimerizzazione degli acidi jaluronici sulla viscosità dei liquidi tessutali e quindi
sulla maggior o minor facilità e rapidità di diffusione degli agenti infettivi nei
tessuti, ha voluto provare se lEchinacea ha il potere di inibire le proprietà di
depolimerizzazione della jaluronidasi e quindi di garantire la stabilità degli acidi
jaluronici altamente polimerizzati anche in presenza della stessa jaluronidasi attiva.
I risultati delle prove eseguite dal Busing hanno infatti dimostrato che lestratto
standardizzato di Echinacea purpurea è dotato veramente di tale proprietà e che quindi
anche questa può essere annoverata fra quelle che contribuiscono ad aumentare le difese
dellorganismo dallaggressione degli agenti infettivi. Successivamente lo
stesso Busing trovò che i componenti dellEchinacea sono in grado di aumentare in
modo durevole e intenso, dopo una diminuzione iniziale e transitoria, il tasso di
properdina, sieroproteina questa che, comè noto, è presente nel sangue come
costituente fondamentale del sistema properdinico (complemento e joni Mg) ed è capace di
uccidere in vitro, batteri e protozoi, o di inattivare i virus, di lisare gli eritrociti
anormali e di aumentare la resistenza degli animali alle infezioni.
Ad analoghe conclusioni sono pervenuti Koch e Haase (1952) i quali sperimentando su ratti
e valendosi del "test" di Spreading, da essi opportunamente modificato, sono
giunti alla determinazione quantitativa delle sostanze che attivano o inibiscono la
jaluronidasi. Gli AA. hanno così potuto confermare che lEchinacina contiene un
principio antijaluronidasico in misura tale che cc 0,04 di Echinacina su 2 U.Schering di
Kinetina, corrispondono alleffetto di 1 mg. di cortisone e che lEchinacina
alla concentrazione di 7:1 è capace di inibire completamente lazione
jaluronidasica.
Lo stesso Koch in collaborazione con Uebel (1953) trovò che per trattamento del tessuto
sottocutaneo che Echinacina, è possibile arrestare, localizzandola, uninfezione
prodotta da streptococchi, laddove il trattamento con farmaldeide, non modifica il decorso
dellinfezione che evolve determinando una polisierosite muco-purulenta che conduce
rapidamente a morte degli animali.
Leffetto inibente dellEchinacina potrebbe essere dovuto,
secondo gli AA., a due differenti meccanismi dazione: ad unazione inibitrice
diretta sulla jaluronidasi nel senso precedentemente descritto e ad unazione
indiretta sul sistema acido jaluronico-jaluronidasi, secondaria ad un aumento
particolarmente notevole dei fibroblasti, dovuto allEchinacina.
Dopo lavvento dei nuovi chemioterapici e degli antibiotici, il valore terapeutico
attribuito in passato a quelle sostanze che stimolando le naturali difese
dellorganismo, agiscono aspecificamente contro i germi patogeni, subì una notevole
riduzione, ma nuova importanza esse acquisirono allorchè ci si rese conto che la
resistenza che assumevano i germi di fronte allazione delle suddette nuove sostanze,
poteva essere più o meno completamente annullata soltanto mediante lazione
associata di stimoli aspecifici.
I risultati di esperienze cliniche condotte da diversi AA., sullaumento di
resistenza dellorganismo, determinato dallEchinacina e i favorevoli risultati
ottenuti nel trattamento dellartrite cronica primaria da Meixner (1950) , della
spondilartrite anchilosante da Volhard (1951) , come pure i risultati di altre ricerche di
terapia sperimentale, hanno fatto pensare a Koch e Uebel (1953) che nel meccanismo
dazione dei principi attivi dellEchinacea, possa interferire anche un fattore
"stressante" nel senso di Selye, attivo quindi sul sistema
ipofiso-corticosurrenalico. In base a questi presupposti gli AA. istituirono una serie di
ricerche con lo scopo di studiare le eventuali modificazioni istochimiche (reazioni
plasmali, ricerca dellacido ascorbico e degli esteri colesterinici) citate dal
Tonutti (1942) nei suoi lavori sulle trasformazioni progressive e regressive che avvengono
nella corteccia surrenalica sotto linfluenza della Echinacina. Essi poterono così
constatare che 60 ore dopo una sola somministrazione endovenosa di 1 cc di una soluzione
diluita di Echinacina, si osserva nella sostanza corticosurrenalica di cavia, una
diminuzione di acido ascorbico, un debole aumento degli esteri colesterinici e un aumento
di acetilfosfatide ( o plasmogeno, secondo Feulgen), sostanza che si trova associata a
molti fosfatidi e che il Tonutti (1942) ha trovato soltanto nella parte esterna della zona
fascicolata.
La diffusione di queste modificazioni nella sostanza corticosurrenalica è netta
soprattutto nelle zone fascicolata e reticolata e ciò anche in base allaumentato
numero, statisticamente significativo, delle mitosi.
Gli stessi AA. (1954) successivamente studiarono le modificazioni della resistenza locale
dei tessuti nei casi di infezione da streptococchi, sotto lazione
dellEchinacina e del cortisone.Essi notarono che contrariamente a quanto avviene col
cortisone, lapplicazione cutanea preventiva di Echinacina ostacola la diffusione
delle infezioni sperimentali da streptococchi, i quali rimangono localizzati o incapsulati
nel punto in cui è avvenuta linfezione.
Lazione locale dellEchinacina, per quanto riguarda la proprietà stimolanti
sulla formazione dei fibroblasti, sarebbe paragonabile, secondo gli AA. a quella del
desossicorticosterone e dellormone somatotropo del lobo anteriore dellipofisi.
Nello studio del meccanismo dazione dellEchinacea non si mancò di considerare
lesistenza di una sua eventuale attività antibiotica.
Stoll, Renz e Brack (1877-1950) esaminando il potere antibiotico dei prodotti di scissione
dellEchinacoside, notarono che lacido caffeico è dotato praticamente, della
stessa azione del glicoside integro sugli stafilococchi, allorchè venga fatto agire in
piastra alla stessa concentrazione molecolare. Gli AA. ne dedussero che tale attività
batteriostatica dellechinacoside e del suo aglicone, acido caffeico, può
giustificare lazione cicatrizzante della Echinacea, e così pure quella di molte
altre piante contenenti acido caffeico.
Riassumendo possiamo dunque dire che nello studio farmacologico
dellEchinacea dobbiamo considerare unazione locale e unazione generale.
Lazione locale si manifesta con una inibizione della jaluronidasi da cui deriva la
stabilizzazione degli acidi jaluronici che vengono così sottratti allazione
depolimerizzante dellenzima. Ne consegue un ritardo dellassorbimento delle
sostanze iniettate nei tessuti, una diminuita possibilità di diffusione dei germi
infettanti che tendono perciò a localizzarsi nel punto in cui è avvenuta
linfezione e, infine, un accumulo di mucopolisaccaridi (acidi glucoronici in
particolare e di altre sostanze PAS-positive) atti a fornire il materiale istoplastico che
verrà utilizzato nel croso dei processi riparativi e rigenerativi dei tessuti.
Lazione generale si manifesta con uno stimolo aspecifico delle reazioni difensive e
quindi con un aumento della resistenza dellorganismo alla aggressione dei germi
patogeni. Questi inoltre verrebbero sensibilizzati allazione dei chemioterapici e
degli antibiotici ed anche la loro eventuale aumentata resistenza a questi farmaci,
verrebbe ad essere più o meno completamente annullata.
Fra i fattori che intervengono nel determinismo di questa attività, gli AA. annoverano,
oltre lazione "stressante" nel senso di Selye, con riflessi quindi sul
sistema ipofiso-cortico-surrenalico, anche un aumento delle varie frazioni globuliniche e
del tasso di properdina.
Per quanto riguarda le applicazioni terapeutiche dellEchinacea, occorre dire che
attualmente esse sono limitatissime. I suoi estratti vengono raramente impiegati
esternamente come tali o sotto forma di pomate, nella terapia di ferite di difficile
guarigione, delle ulcere, dei foruncoli, delle diverse infezioni cutanee, dei geloni ecc.
Per uso locale, lassociazione con farmaci antibiotici e chemioterapici, potrebbe
condurre allo stabilirsi di un utile sinergismo dazione basato sui seguenti fattori:
azione combinata di farmaci ad azione specifica e aspecifica sui germi patogeni. Azione
ostacolante la diffusione dei germi e ritardante lassorbimento delle sostanze
associate, in maniera tale che esse permangano più a lungo nel punto in cui sono state
applicate ed in più elevata concentrazione. Aumento dellattività dei
chemioterapici e degli antibiotici nei casi di maggior resistenza naturale o acquisita dei
germi ai suddetti farmaci. Azione cicatrizzante e favorente la rigenerazione dei tessuti
(formazione di granulazioni e di neoepitelio). Localmente inoltre i preparati di Echinacea
potrebbero essere impiegati come mezzi ritardanti lassorbimento di farmaci dai quali
si desideri ottenere unazione più graduale e prolungata.
Per uso orale o parenterale (endovenosa in particolare) i preparati di Echinacea
presentano gli stessi vantaggi, per quanto riguarda le loro capacità difensive
dellorganismo e riduzione della resistenza dei germi infettanti allazione dei
farmaci che su essi agiscono specificamente.
Per la loro azione ACTH-simile i preparati di Echinacea possono essere impiegati, soli od
associati ad altri farmaci, in tutti i casi in cui si renda necessario stimolare
lattività corticosurrenalica (reumatismo, reumartritismo, alcune forme di asma
ecc.).
Composizione (da M. Rossi)
olio essenziale (0,05-0,2%): echinolone, pentadecenoni, cariofilleni, umulene, germacreni, monoterpeni, ecc.;
alchilamidi: echinaceina (=alfa-sashoolo), isobutilamidi degli acidi undeca - e dodeca - en - inici;
composti polifenolici: echinacoside, 6-0-caffeoil-echinacoside , verbascoside, ac. clorogenico, cinarina, a. caffeico e suoi esteri;
glicosidi flavonoidici con agliconi luteolina, quercetina, apigenina, quercetagenina, isoramnetina, ecc.;
alcaloidi; polline; sesquiterpeni, polisaccaridi immunostimolanti (eteroxilani e arabinoramnogalattani); glicoproteine; triterpeni; betaine; inulina.
Studi sull Echinacea degli ultimi 20 anni
Studi sulla fitochimica
Autori: Bauer R, Foster S.
Titolo: analysis of alkamides and caffeic acid derivates from E. simulata and
paradoxa roots
Fonte: Planta Med 57 (5):447-9,1991 Oct
Riassunto: I costituenti delle radici di E. simulata ed E. paradoxa sono stati
esaminati con HPLC. Sono stati identificati i più importanti costituenti lipofilici ed
idrofilici. E. paradoxa contiene diverse chetoalchenine e contiene alcuni costituenti di
E. pallida. E simulata contiene alkamidi come quelle di E. angustifolia ed chetoalkenine
come in E. Pallida. Echinacoside fu trovato in entrambe le specie
a) Studi sulla capacità fagocitica, antiflogistica e immunomodulante
1) sudi in vitro
Autori: Wilffeuer A, mayerhofer D
Titolo: Study of the influence of phytopreparation on the cellular function of body
defence
Fonte: Arneimittel-Forschung 44(3):361-6,1994 Mar
Riassunto: 2 preparazioni di Echinacea purpurea ed una di Eleutheroccus senticosus
aumentano, in vitro, la fagocitosi dei neutrofili e dei monociti sulla Candida Albicans.
L aumento del potere fagocitico fu del 30-45 %. La migrazione chemiotattica dei
granulociti (nella "Boyden Chamber") aumento del 45 % con l estratto di
Echinacea. Le due preparazioni fitoterapiche non avevano altri effetti sul
"Killing" cellulare di batteri. Le preparazioni di Echinacea ed Eleutherococcus
non inducono, in vitro, trasformazione dei linfociti
Autori: Vomel T.
Titolo: Effeti di piante immunostimolanti sulla fagocitosi di eritrociti da parte
del sistema reticoloistiocitario nel fegato isolato e perfuso
Titolo originale: Der Einfluss eines pflanzlichen immunstimolans auf die
phagozytose vo erythrozyten durch das retikulohistozytare der isolier perfundierten
rattenleber
Fonte: Arzneimittelforschung 35 (9):1437-9,1985
Riassunto: Grazie al fegato isolato e perfuso di ratto si è potuto studiare
l effetto immunostimolante di estratti vegetali sulla attività delle cellule di
Kupffer. Si è dimostrato che la fagocitosi degli eritrociti è significativamente
aumentata da singoli estratti o dalla combinazione di questi. L estratto di Thuja
occidentalis ha un prominente effetto sulla prima fase della fagocitosi, mentre l
estratto di echinacea purpurea domina la fagocitosi dipendente dal metabolismo.
Autori: Stimpel M, Proksch A, Wagner H, Lohmann-Matthers ML,
Titolo: Macrofage activation and induction of macrophage cytotoxicity by purified
polysaccharide fractions from plant Echinacea purpurea
Fonte: Infect Immun 46(3):845-9, 1984 Dec
Riassunto: Polisaccaridi purificati (EPS) preparati da E. purpurea hanno
dimostrato essere capaci di attivare fortemente i macrofagi. I macrofagi attivati da
queste sostanze sviluppano citotossicità extracellulare contro bersagli tumorali. Questa
attivazione è dovuta a EPS ed è indipendente da qualsiasi cooperazione con i linfociti.
Anche la produzione e la secrezione di radicali dell ossigeno e di interleuchina 1
dai macrofagi è aumentata dopo attivazione con EPS. Le cellule della lina macrofagica
sembrano essere i principali bersagli dell attivazione di questi polisaccaridi. EPS
non ha effetto sui linfociti T. I linfociti B mostrano una modesta proliferazione dopo
incubazione con EPS di E. purpurea. Così questi composti, che almeno in colture di
tessuto sono completamente non tossici, possono essere utilizzati, in vivo, per attivare
la citotossicità del sistema macrofagico. Potrebbero avere rilevanza nei tumori e nelle
infezioni sistemiche.
2) studi su animali
Autori: Bukovsky M, Kostalova D, magnusova R, Vaverkova S
Titolo: effetti immunomodulatori di estratti etanolo-acquosi di Echinacea e
Rudbechia (Slovacco)
Titolo originale: testovanie imunomodulacnych uncikov etanolo-vodnich extraktov z
nadzemnych casti rastlin rodu Echinacea Moench a Rudbeckia L
Fonte: Cesk farm 42 (5):228-31,1993 Oct
Riassunto: estratti etanolici di parte aeree di Echinacea angustifolia, Echinacea
purpurea, Rudbeckia fulgida var. sullivantii e Rudbechia speciosa mostrano attività
immunomodulante. I ratti furono trattati in vivo per 5 giorni e l attività fu
testata al 7 giorno. L effetto immunomodulatorio osservato fu sulla fagocitosi e
sulla attività battericida dei macrofagi peritoneali. L estratto etanolico di
entrambe le Echinacee aumentavano il peso totale della milza se confrontato con le specie
di Rudbeckia e con il gruppo di controllo che riceveva soluzione salina.
Autori: Bukovsky M, Kostalova D, Magnusova R, Vaverkova S
Titolo: attività immunomodulatoria di estratti etanolo alcolici di radici di
Echinacea gloriosa L, Echinacea angustifolia e rudbeckia speciosa (Slovacco)
Titolo originale: imunomodulacna aktivita etanolovo-vodnych extraktov z korennov Echinacea
gloriosa, Echinacea angustifolia a rudbeckia speciosa testovana na imunitnom systeme
inbrednych mysi C57BL6
Fonte: cesk farm 42 (4):184-7,1993 Aug
Riassunto: l estratto etanolico di radici di Echinacea gloriosa, Echinacea
ungustifolia e Rudbeckia speciosa mostrano proprietà immunomodulante. Gli effetti sono
stati osservati al settimo giorno dopo 5 giorni di trattamento in vivo sui ratti. Il più
evidente effetto immunomudulante fu osservato sui lisosomi e sull attività
perossidasica dei macrofagi peritoneali e sulle cellule spleniche dopo trattamento in vivo
con estratto alcolico di radici di R. speciosa.
Autori: Steinmuller C, Roesler J, Grottrup E, Franke G, Wagner
H, Lohmann Metthers ML
Titolo: Polysaccarides isolated from plant cell cultures of Echinacea purpurea
enhance the resistence of immunosuppressed mice against systemic infections with Candida
Albicans and Listeria monocytogenes
Fonte: Int J Immunopharmacol 15 (5): 605-14,1993 Jul
Riassunto: polisaccaridi (EP) isolati dall Echinacea purpurea hanno
dimostrato attivare i fagociti umani. In questo studio si investiga l influenza di
EP sulla immunita non specifica di topi immunodeficienti. EP fu capace di aumentare
l attivazione dei macrofagi peritoneali isolati da animali dopo somministrazione di
ciclofosfamide (CP) o ciclosporina A (CsA).
I macrofagi trattati con EP esibiscono aumento della produzione del fattore di necrosi
tumorale alfa (TNF). Dopo trattamento con CP si assiste ad una diminuzione dei leucociti
nel sangue periferico mentre i polisaccaridi determinano un precoce aumento della presenza
dei granulociti neutrofici (rispetto ai controlli).Il trattamento con Ep dei ratti
immunosopressi con CP o CsA, ristora la resistenza alle infezioni letali con predominanza
dei macrofagi nelle infezioni da Listeria monocitogenes e dei granulociti in quelle da
Candida Albicans. Questo studio suggerisce l importanza del trattamento profilattico
nelle infezioni opportunistiche.
Autori: Tragni E., Galli CL, Tubaro A., Del Negro P., Della
Loggia R.
Titolo: Anti-infiammatory activity of E. Angustifolia fraction separated on the
basis of molecolar Weight
Fonte: Pharmacol Res Commun 20 suppl 5:87-90,1988 Dec
Riassunto: 5 frazioni di un estratto acquoso ottenuto dalle radici di E.
angustifolia furono separate in base al peso molecolare. La capacità antiinfiammatoria
topica delle diverse frazioni furono valutate nell orecchio del ratto ("Croton
oli ear test"). La frazione con peso molecolare compresa fra 30.000 e 100.000 fu la
più attiva nell inibire l edema; riduce, inoltre, l infiltrazione di
cellule antiinfiammatorie. L attività di questa frazione è comparabile a quella
dell estratto di polisaccaride "crudo" ottenuta da radici di E.
Angustifolia con differenti solubilità. I polisaccaridi ad alto peso molecolare sono
proposti come i principi anti-infiammatori della pianta.
Autori: Tragni E., Tubaro A, Melis S, Galli CL
Titolo: Evidence from two classic irritation test for anti-infiammatory action of
a natural extract, Echinacina B
Fonte: Food Chem Toxicol 23 (2):317-9,1985 Feb
Riassunto: Le radici di Echinacea Angustifolia (fam. Compositae) sono utilizzate
per ottenere effetti antiflogistici, immunostimolanti e riparanti cutanei. In base a
queste valutazioni l estratto è utilizzato in preparazioni cosmetiche. Per valutare
l efficacia antiinfiammatoria si utilizzano differenti tests irritativi. La reazione
irritativa fu ottenuta applicando 0.015 ml di 0.25 % di olio di croton (in acqua)
sull orecchio del ratto.L estratto crudo (Echinacina B) , applicato
topicamente, inibisce l edemasia nel momento massimo (6 h) che nella fase
decrescente (18 h); questo effetto è direttamente proporzionale alla dose utilizzata.
Echinacina B fu trovata essere più potente del controllo (benzidamina) una sostanza
anti-infiammatoria non steroidale. Inoltre l estratto, somministrato i.v. 1 h prima
dell iniezione di 0.05 ml di carragenina nell arto posteriore, inibisce
l edema nella fase istaminica ed in quella tardiva del processo flogistico. Questi
dati dimostrano il valore qualitativo dei test irritativi nello studio delle proprietà
anti-infiammatorie dei prodotti naturali..
3) Studi sull uomo
Autori: Roesler J, Emmendorffer A, Steinmuller C., Luettig B,
Wagner H., Lohmann-Matthes ML
Titolo: Application of purified polysaccharides from cell cultures of the plant
Echinacea purpurea to test subjects activation of the phagocyte sistem
Fonte: Int J immunopharmacol 13 (7):931-41,1991
Riassunto: polisaccaridi purificati di E. purpurea sono stati testati per
verificare la cloro capacità di attivare i fagociti umani in vitro ed in vivo. Queste
sostanze aumentano la spontanea motilità dei PMN in "soft agar" ed aumentano la
capacità di queste cellule di uccidere i stafilococchi. . I monociti divengono attivati a
secernere TNF-alfa, IL-6, IL-1. L iniezione intravenosa a soggetti testati induce
immediatamente una caduta del numero di PMN nel sangue periferico, indicando attivazione
dell aderenza alle cellule endoteliali. Questa caduta è seguita da una leucocitosi
dovuta ad aumento del numero dei PMN ed in misura minore dei monociti. La presenza di stab
cell (cellule staminali) ed alcune forme giovanili della serie mielocitica indica una
migrazione di cellule dal midollo osseo nel sangue periferico. Aumenta, in acuto, la
proteina C reattiva e ciò è probabilmente dovuto ad una attivazione dei monociti e dei
macrofagi a produrre IL-6. Si osserva anche un moderato aumento della VES. Così, come nel
ratto, i polisaccaridi possono indurre una reazione acuta nell uomo e attivare i
fagociti umani.
Proprietà antivirali
Autori: Beuscher N., Bodinet C, Willigmann I., Egert
D.
Titolo: Immune modulating properties of root extracts of different Echinacea
species
Fonte: Z phytother 16 (3), 1995
Riassunto: estratti purificati di E. purpurea, E. Angustifolia ed E. pallida
rivelano attivita in differenti test immunologici e virali. Tutte e 3 le piante esibiscono
differenti attività sui parametri immunologici, come stimolazione mitogena, produzione di
IG M e alcune linfochine. Si evidenzia attività antivirale verso il virus Herpes simplex
(HSV -1) e quello influenzale (A2). Questi estratti hanno effetto antivirale indiretto
attraverso la via della stimolazione di interferone alfa e beta.
b) inibizione della lipo e ciclo ossigenasi
Autori: Muller-jakic B, Breu W., Probstle A, Redl K, Bauer R.
Titolo: In Vitro inhibition of cyclooxygenase and 5-lipoxygenase by alkamides from
Echinacea an Achillea species
Fonte:Planta Med 60 (1) : 37-40,1994 Feb
Riassunto: Le alchilamidi poliinsaturate isolate da specie di Achillea, Echinacea
angustifolia, Anacyclus pyrethum Link e Aaronshonia pubescens mostrano di possedere
attività inibitoria, in vitro, sulla cicloossigenasi (microsomi seminali di ovino) e 5 -
lipoossigenasi (leucociti di maiale) . L attività sembra dipendere dalla
particolare struttura delle alkamidi.
c) attività antiialuronidasica
Autori: facino RM, Carini M, Aldini G, Marinello C, Arlandini
E, Franzoi L, Colombo M, Pietta P, Mauri P.
Titolo: Direct characterization of caffeoyl ester with antihyaluronidase activity
in crude extract from Echinacea angustifolia roots by fast atom bombardament tandem mass
spectrometry
Fonte: Farmaco 48 (10):1447-61,1993 Oct
Le tecniche di bombardamento con atomi veloci ("fast atom bombardment - FAB - MS) ed il bombardamento con atomi veloci associato allo spettrometro di massa (FAB-MS\MS) sono state usate per identificare i costituenti responsabili dell attività antijaluronidasica delle radici di Echinacea angustifolia, i cui estratti sono ampiamente usati nella terapia adiuvante delle infiammazioni croniche. Estratti crudi da differenti solventi furono testati per l attività antijaluronidasica e quelle con maggior potere inibitorio (frazioni etil acetato, butil acetato e cloroformica IC0.44, 0.50, e 0.62 mg\ml) furono direttamente analizzate con MS. 4 principali caffeoil coniugati furono identificati: nella frazione etilacetato acido 2,3 -O-diccaffeoiltartarico (acido cicorico), acido 5-0 - dicaffeoilquinico (cinarina), e acido 2-0-caffeoiltartarico (acido caffarico). Fra questi caffeoil coniugati l acido cicorico e il caftarico sono quelli che dimostrano la maggiore attivita antiialuronidasica: IC50 = 0.42 e 0.61 mM, mentre IC50 della cinarina e dell acido clorogenico sono 1.85 e 2.25 mM
d) effetti radioprotettivi
Autori: Paranaich AV, Pocherniava VF, Dubinska GM, Mishchenko
VP, Mironova NG, Gugalo VP, Nazarets VV
Titolo: effetti di supposti radioprotettori sulla ossidazione - riduzione della
vitamina E tessutale su ratti irradiati
Titolo originale: Izuchenie vliianiia predpolagaemykh radioprotektorov
na sostoianie redoks-sistemy vitamina E v tkaniakh obluchennykh kry
Fonte: radiats Biol Radioecol (Russo) 33 (5):653-7,1993 Sep-Oct
Riassunto: sono stati studiati gli effetti radioprotettivi di estratti di
Echinacea purpurea (ed emossipina e citomedina). La dose somministrata, a ratti maschi
Wistar, era di 5 Gy e sono stati determinati i livelli di vitamina A, carotene, vitamine E
ed i suoi metaboliti (quinone ed tocoferolo ossidato) nel plasma, milza, fegato e
testicoli. Si è osservato che le droghe mobilizzano le riserve di queste vitamine e
promuovono l effettivo funzionamento del sistema redox della vitamina E. I
meccanismi della loro azione sono differenti. Le droghe possono essere usate come
radioprotettori , ma esauriscono le riserve di vitamine liposolubili. Possono, quindi
essere usate in combinazione con complessi vitaminici.
Tossicità
Autori: Mengs U., Clare CB, Poiley JA
Titolo: Toxicity of Echinacea purpurea. Acute, subacute and genotoxicity studies
Fonte: Arzeimittelforchung 41 (10):1076-81, 1991 Oct
Riassunto: Una dose orale o dosi intravenose di succo di Echinacea purpurea non
sono tossiche per ratti e topi. Dopo 4 settimane di somministrazione orale di dosaggi
molte volte maggiore delle dosi terapeutiche umane i test di laboratorio e l
autopsia non evidenziano alcun effetto tossico nei ratti. I test per la mutagenicità
eseguiti in microorganismi, in cellule di mammifero e nei topi danno sempre risultati
negativi. Studi carcinogenetici in vitro non si producono trasformazioni maligne in
cellule embrionali di criceto.
In estrema sintesi diremo:
[M. Rossi]Gli estratti di Echinacea sono batteriostatici e virustatici.
Queste proprietà sono state verificate nei confronti di numerosi ceppi batterici e virali
(herpes virus, influenza A e B ecc.) oltre che di Trichomonas.
Il meccanismo dazione è sia diretto che indiretto. Agiscono direttamente sui
microorganismi le alchilamidi e le poliine; gli eteroxilani e gli arabinoramnogalattani
stimolano diverse linee cellulari immunitarie per induzione della liberazione di
interleuchina 1 (macrofagi, linfociti B e T).
Lechinacoside ed altre frazioni si dimostrano in grado di inibire lenzima
jaluronidasi rallentando la velocità di penetrazione dei microorganismi nei tessuti. Si
ottiene così unaccellerazione della guarigione delle ferite e un diminuito rischio
dinfezione.
[ Della Loggia - Teedrogen ] Viene impiegata nella profilassi e nel trattamento di
malattie da raffreddamento di grado da lieve a mediamente severo, raffreddori comuni e
processi settici. Come vulnerario, per uso topico nelle ferite a cicatrizzazione torpida e
nelle affezioni cutanee di natura infiammatoria. La droga proviene dalla medicina
tradizionale degli indiani del Nordamerica e nel secolo scorso è stata la droga vegetale
più utilizzata negli USA. Si ritiene che la sua azione sia determinata da un aumento
delle difese immunitarie endogene, attraverso una stimolazione aspecifica del sistema
immunitario, soprattutto mediante lattivazione della fagocitosi e la stimolazione
dei fibroblasti. Inoltre, linibizione della ialuronidasi tissutale e batterica
sembra ridurre la diffusione nellorganismo degli agenti patogeni. Secondo alcuni
autori, i principi attivi sarebbero da individuare in alcuni dei polisaccaridi. Sinora non
è stata ancora chiarita la struttura di nessuno di tali potenziali principi attivi. Al
riguardo, studi piuttosto estesi sono stati invece condotti su E. purpurea (L.) MOENCH
(echinacea purpurea), utilizzata per le medesime indicazioni. Lazione
immunostimolante dei polisaccaridi è stata sinora dimostrata sperimentalmente soltanto in
vitro e, in vivo, unicamente dopo somministrazione per via intraperitoneale. La questione
dellefficacia della droga somministrata per via orale non è stata ancora chiarita.
Limpiego pratico avviene comunque anche per via intramuscolare o endovenosa, con
preparati specifici. Lechinacina B, una miscela di polisaccaridi ottenuta dalla
droga, è risultata stimolare la cicatrizzazione. Estratti acquosi delle radici,
parzialmente purificati, e le relative frazioni polisaccaridiche sono risultati in grado
di inibire, dopo applicazione topica, la dermatite indotta dallolio di Croton
nellorecchio del topo, con riduzione dellinfiltrazione di leucociti; per via
intraperitoneale si è inoltre osservata uninibizione delledema da carragenina
nella zampa di ratto.
Lechinaceina e le altre isobutilammidi hanno proprietà insetticide, mentre
lestratto delle radici è in grado di influenzare gli ormoni giovanili di alcuni
insetti; lo Z-1,8-pentadecadiene risulta carcinogeno in vivo.
Azione locale ed impiego cosmetico (da Proserpio e coll)
l uso tradizionale dell Echinacea risale agli indiani
d America che la impiegavano per curare le ferite; da qui la diffusione dell
impiego di tinture ed estratti che a tutt oggi costituiscono validi presidi come
cicatrizzanti. Al di là degli indiscussi risultati che si ottengono l Echinacea ha
un meccanismo d azione che è ancora oggetto di studio. Pare accertato che il
principio attivo dell E. rallenti la diffusione nei tessuti dei germi patogeni o
inneschi un meccanismo di difesa contro i suddetti germi e contemporaneamente attivi i
meccanismi rigenerativi dei tessuti.
Gli estratti (per lo più glicolici) di E. occupano un posto di primo piano nella
fitocosmesi funzionale sopratutto a livello industriale. Usati in toto o sotto forma di
razioni concentrate entrano a dosi del 5-10 % in preparati ad azione epitelizzante,
levigante, antirughe, antismagliature per il trattamento di pelli secche, aride,
screpolate, pelli post - acneiche, pelli rilassate (specie nei periodi di gestazione e
post parto). Secondo taluni A. sarebbero utili come dermopurificanti. le forme più
indicate sono emulsioni, geli, le soluzioni.
Utili associazioni sono ottenute combinando gli estratti di E. con quelli di Equiseto e
Ginseng (ad azione elasticizzante cutanea) o con quelli di calendola, Camomilla, iperico e
con acido glicirretico (azione levigante ed epitelizzante).
Dosaggio
(Benigni)
Estratto fluido ( g 1 = LV gtt).
** Dosi g 0,5-1 al giorno.
Estratto molle idroalcoolico (1 parte = 12 p. circa di droga).
** Dosi g 0,05-0,1 pro dose.
Tintura (Estratto fluido Echinacea g 20 + alcool di 70° g 80).
** g 2,5-5 pro dose.
(M. Rossi)
Tintura madre
30-40 gtt 3 volte al giorno.
LETTURA ENERGETICA
Non è impiegata in farmacoterapia tradizionale e gli studi occidentali
ci permettono solo alcune, scarse, considerazioni.
Pianta salata e calda agisce sullo yang del Rene e sul TR-inferiore, favorendo la
produzione di weiqi (energia difensiva antipatogena). Questazione ne spiega il ruolo
anche vulnerario e cicatrizzante. Poiché inoltre la weiqi circola in superficie e
controlla (attraverso lapertura e la chiusura dei cosidetti "culi") la
diffusione dei liquidi jin, lEchinacea ha una vigorosa azione antirughe,
antinvecchiamento ed antiacneica.
BIBLIOGRAFIA
NB: vedi anche articoli citati nel testo