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AIRAS
AMSA

L’ECHINACEA
(Echinacea angustifolia Moench. - Fam. Composite)

  A cura di Maurizio Corradin

Elenco delle patologie associabili (da M. Rossi)

Descrizione

La droga non è presente nella farmacopea Ufficiale Italiana IXa ed. (1991)

Etimologia (da Benigni e coll)

Il nome linneano di questa pianta è Rudbeckia angustifolia dedicata a Ol. Rudbeck, botanico svedese del XVII sec. nome anche di una varietà della Rudbeckia laciniata L. Il genere Moench. lo denominò Echinacea, dal greco = riccio, per i semi che hanno, alla sommità, un margine membranoso con 4 denti. Secondo altri, perchè le piante sono scabre.
La specie affine Echinacea purpurea Moench. (sin. Rudbeckia purpurea L.- Echinacea serotina DC. - Rudbeckia hispida Hoffm.) è detta purpurea, per i flosculi rossi o rosei.

angustifolia - per le foglie strette. Nella purpurea sono ovali-acuminate, coi piccioli rossastri.

Habitat - America del Nord, Messico, Louisiana, Florida.

Pianta erbacea, vivace.

Parti usate - Tutta la pianta (radici e parti aeree)

Proprietà farmacologiche e impiego terapeutico (da Benigni e coll)

Il compito di redigere un capitolo sull’Echinacea è reso particolarmente difficile dal fatto che in terapia vengono impiegate indifferentemente diverse specie di questa pianta: angustifolia, purpurea e pallida, principalmente.
La specie che trova più frequentemente impiego in terapia, sembra essere l’angustifolia. Sulla purpurea sono state eseguite un maggior numero di ricerche farmacologiche ed è quindi più nota delle altre sotto questo aspetto.
E’ generalmente ammesso che tutte le suddette varietà di Echinacea, si prestano alle stesse applicazioni terapeutiche. Per cui, anche se questo capitolo è dedicato alla Echinacea angustifolia, crediamo di poter integrare la conoscenza di questa con quanto è noto sulla purpurea e sulla pallida, al fine di offrire un quadro più completo sul meccanismo con cui si ritiene che queste droghe esplichino la loro azione farmacologica.
L’Echinacea era nota agli indiani d’America i quali la usavano per curare ogni specie di piaghe e di ferite, non escluse quelle provocate dal morso dei serpenti. E’ presumibile che gli indiani del Nebraska, del Missuri e i Sioux, impiegassero l’E. angustifolia perchè più comune delle altre specie, nelle regioni da essi abitate. E’ più probabile invece che l’E. purpurea venisse usata dagli indiani della Virginia, regione questa in cui non vegetano altre specie di questa pianta.
Le prime notizie sull’introduzione dell’Echinacea nella medicina pratica si debbono a J.U. Lloyd (1904) mentre la droga usata anche più tardi, dai medici americani, venne precedentemente identificata da G.C. Lloyd (fratello di J. U. Lloyd), come E. angustifolia.
Lo Schindler (1940) nota che nel Nordamerica vengono impiegate in terapia diverse specie di Echinacea ma soprattutto l’E. angustifolia e la E. pallida, più raramente l’E. purpurea. Stranamente, le denominazioni relative alle diverse specie, verrebbero spesso considerate, secondo lo Schindler, come sinonimi ma l’HAB (Farmacopea omeopatica tedesca), come anche l’americana, ne fanno una netta distinzione e considerano officinale soltanto l’E. angustifolia, la quale però, nella pratica, viene spesso scambiata con la pallida, botanicamente molto simile.

L’Echinacea venne raccomandata fin dai primi anni del nostro secolo nella terapia delle infezioni localizzate e generali (piaghe e ferite infette, foruncoli, febbre infettive e settiche) per le sue proprietà di aumentare la resistenza dei tessuti e dell’organismo alle infezioni (1904).
Dallo Stimson (1900) venne preconizzata anche come droga ad azione analgesica e afrodisiaca ma tali azioni non vennero confermate dai risultati delle successive ricerche farmacologiche.
Il Busing (1952), in considerazione dell’importanza che viene attribuita al grado di polimerizzazione degli acidi jaluronici sulla viscosità dei liquidi tessutali e quindi sulla maggior o minor facilità e rapidità di diffusione degli agenti infettivi nei tessuti, ha voluto provare se l’Echinacea ha il potere di inibire le proprietà di depolimerizzazione della jaluronidasi e quindi di garantire la stabilità degli acidi jaluronici altamente polimerizzati anche in presenza della stessa jaluronidasi attiva.
I risultati delle prove eseguite dal Busing hanno infatti dimostrato che l’estratto standardizzato di Echinacea purpurea è dotato veramente di tale proprietà e che quindi anche questa può essere annoverata fra quelle che contribuiscono ad aumentare le difese dell’organismo dall’aggressione degli agenti infettivi. Successivamente lo stesso Busing trovò che i componenti dell’Echinacea sono in grado di aumentare in modo durevole e intenso, dopo una diminuzione iniziale e transitoria, il tasso di properdina, sieroproteina questa che, com’è noto, è presente nel sangue come costituente fondamentale del sistema properdinico (complemento e joni Mg) ed è capace di uccidere in vitro, batteri e protozoi, o di inattivare i virus, di lisare gli eritrociti anormali e di aumentare la resistenza degli animali alle infezioni.
Ad analoghe conclusioni sono pervenuti Koch e Haase (1952) i quali sperimentando su ratti e valendosi del "test" di Spreading, da essi opportunamente modificato, sono giunti alla determinazione quantitativa delle sostanze che attivano o inibiscono la jaluronidasi. Gli AA. hanno così potuto confermare che l’Echinacina contiene un principio antijaluronidasico in misura tale che cc 0,04 di Echinacina su 2 U.Schering di Kinetina, corrispondono all’effetto di 1 mg. di cortisone e che l’Echinacina alla concentrazione di 7:1 è capace di inibire completamente l’azione jaluronidasica.
Lo stesso Koch in collaborazione con Uebel (1953) trovò che per trattamento del tessuto sottocutaneo che Echinacina, è possibile arrestare, localizzandola, un’infezione prodotta da streptococchi, laddove il trattamento con farmaldeide, non modifica il decorso dell’infezione che evolve determinando una polisierosite muco-purulenta che conduce rapidamente a morte degli animali.

L’effetto inibente dell’Echinacina potrebbe essere dovuto, secondo gli AA., a due differenti meccanismi d’azione: ad un’azione inibitrice diretta sulla jaluronidasi nel senso precedentemente descritto e ad un’azione indiretta sul sistema acido jaluronico-jaluronidasi, secondaria ad un aumento particolarmente notevole dei fibroblasti, dovuto all’Echinacina.
Dopo l’avvento dei nuovi chemioterapici e degli antibiotici, il valore terapeutico attribuito in passato a quelle sostanze che stimolando le naturali difese dell’organismo, agiscono aspecificamente contro i germi patogeni, subì una notevole riduzione, ma nuova importanza esse acquisirono allorchè ci si rese conto che la resistenza che assumevano i germi di fronte all’azione delle suddette nuove sostanze, poteva essere più o meno completamente annullata soltanto mediante l’azione associata di stimoli aspecifici.
I risultati di esperienze cliniche condotte da diversi AA., sull’aumento di resistenza dell’organismo, determinato dall’Echinacina e i favorevoli risultati ottenuti nel trattamento dell’artrite cronica primaria da Meixner (1950) , della spondilartrite anchilosante da Volhard (1951) , come pure i risultati di altre ricerche di terapia sperimentale, hanno fatto pensare a Koch e Uebel (1953) che nel meccanismo d’azione dei principi attivi dell’Echinacea, possa interferire anche un fattore "stressante" nel senso di Selye, attivo quindi sul sistema ipofiso-corticosurrenalico. In base a questi presupposti gli AA. istituirono una serie di ricerche con lo scopo di studiare le eventuali modificazioni istochimiche (reazioni plasmali, ricerca dell’acido ascorbico e degli esteri colesterinici) citate dal Tonutti (1942) nei suoi lavori sulle trasformazioni progressive e regressive che avvengono nella corteccia surrenalica sotto l’influenza della Echinacina. Essi poterono così constatare che 60 ore dopo una sola somministrazione endovenosa di 1 cc di una soluzione diluita di Echinacina, si osserva nella sostanza corticosurrenalica di cavia, una diminuzione di acido ascorbico, un debole aumento degli esteri colesterinici e un aumento di acetilfosfatide ( o plasmogeno, secondo Feulgen), sostanza che si trova associata a molti fosfatidi e che il Tonutti (1942) ha trovato soltanto nella parte esterna della zona fascicolata.
La diffusione di queste modificazioni nella sostanza corticosurrenalica è netta soprattutto nelle zone fascicolata e reticolata e ciò anche in base all’aumentato numero, statisticamente significativo, delle mitosi.
Gli stessi AA. (1954) successivamente studiarono le modificazioni della resistenza locale dei tessuti nei casi di infezione da streptococchi, sotto l’azione dell’Echinacina e del cortisone.Essi notarono che contrariamente a quanto avviene col cortisone, l’applicazione cutanea preventiva di Echinacina ostacola la diffusione delle infezioni sperimentali da streptococchi, i quali rimangono localizzati o incapsulati nel punto in cui è avvenuta l’infezione.
L’azione locale dell’Echinacina, per quanto riguarda la proprietà stimolanti sulla formazione dei fibroblasti, sarebbe paragonabile, secondo gli AA. a quella del desossicorticosterone e dell’ormone somatotropo del lobo anteriore dell’ipofisi.
Nello studio del meccanismo d’azione dell’Echinacea non si mancò di considerare l’esistenza di una sua eventuale attività antibiotica.
Stoll, Renz e Brack (1877-1950) esaminando il potere antibiotico dei prodotti di scissione dell’Echinacoside, notarono che l’acido caffeico è dotato praticamente, della stessa azione del glicoside integro sugli stafilococchi, allorchè venga fatto agire in piastra alla stessa concentrazione molecolare. Gli AA. ne dedussero che tale attività batteriostatica dell’echinacoside e del suo aglicone, acido caffeico, può giustificare l’azione cicatrizzante della Echinacea, e così pure quella di molte altre piante contenenti acido caffeico.

Riassumendo possiamo dunque dire che nello studio farmacologico dell’Echinacea dobbiamo considerare un’azione locale e un’azione generale.
L’azione locale si manifesta con una inibizione della jaluronidasi da cui deriva la stabilizzazione degli acidi jaluronici che vengono così sottratti all’azione depolimerizzante dell’enzima. Ne consegue un ritardo dell’assorbimento delle sostanze iniettate nei tessuti, una diminuita possibilità di diffusione dei germi infettanti che tendono perciò a localizzarsi nel punto in cui è avvenuta l’infezione e, infine, un accumulo di mucopolisaccaridi (acidi glucoronici in particolare e di altre sostanze PAS-positive) atti a fornire il materiale istoplastico che verrà utilizzato nel croso dei processi riparativi e rigenerativi dei tessuti.
L’azione generale si manifesta con uno stimolo aspecifico delle reazioni difensive e quindi con un aumento della resistenza dell’organismo alla aggressione dei germi patogeni. Questi inoltre verrebbero sensibilizzati all’azione dei chemioterapici e degli antibiotici ed anche la loro eventuale aumentata resistenza a questi farmaci, verrebbe ad essere più o meno completamente annullata.
Fra i fattori che intervengono nel determinismo di questa attività, gli AA. annoverano, oltre l’azione "stressante" nel senso di Selye, con riflessi quindi sul sistema ipofiso-cortico-surrenalico, anche un aumento delle varie frazioni globuliniche e del tasso di properdina.
Per quanto riguarda le applicazioni terapeutiche dell’Echinacea, occorre dire che attualmente esse sono limitatissime. I suoi estratti vengono raramente impiegati esternamente come tali o sotto forma di pomate, nella terapia di ferite di difficile guarigione, delle ulcere, dei foruncoli, delle diverse infezioni cutanee, dei geloni ecc.
Per uso locale, l’associazione con farmaci antibiotici e chemioterapici, potrebbe condurre allo stabilirsi di un utile sinergismo d’azione basato sui seguenti fattori: azione combinata di farmaci ad azione specifica e aspecifica sui germi patogeni. Azione ostacolante la diffusione dei germi e ritardante l’assorbimento delle sostanze associate, in maniera tale che esse permangano più a lungo nel punto in cui sono state applicate ed in più elevata concentrazione. Aumento dell’attività dei chemioterapici e degli antibiotici nei casi di maggior resistenza naturale o acquisita dei germi ai suddetti farmaci. Azione cicatrizzante e favorente la rigenerazione dei tessuti (formazione di granulazioni e di neoepitelio). Localmente inoltre i preparati di Echinacea potrebbero essere impiegati come mezzi ritardanti l’assorbimento di farmaci dai quali si desideri ottenere un’azione più graduale e prolungata.
Per uso orale o parenterale (endovenosa in particolare) i preparati di Echinacea presentano gli stessi vantaggi, per quanto riguarda le loro capacità difensive dell’organismo e riduzione della resistenza dei germi infettanti all’azione dei farmaci che su essi agiscono specificamente.
Per la loro azione ACTH-simile i preparati di Echinacea possono essere impiegati, soli od associati ad altri farmaci, in tutti i casi in cui si renda necessario stimolare l’attività corticosurrenalica (reumatismo, reumartritismo, alcune forme di asma ecc.).

Composizione (da M. Rossi)

 

Studi sull’ Echinacea degli ultimi 20 anni

Studi sulla fitochimica

Autori: Bauer R, Foster S.
Titolo: analysis of alkamides and caffeic acid derivates from E. simulata and paradoxa roots
Fonte: Planta Med 57 (5):447-9,1991 Oct
Riassunto: I costituenti delle radici di E. simulata ed E. paradoxa sono stati esaminati con HPLC. Sono stati identificati i più importanti costituenti lipofilici ed idrofilici. E. paradoxa contiene diverse chetoalchenine e contiene alcuni costituenti di E. pallida. E simulata contiene alkamidi come quelle di E. angustifolia ed chetoalkenine come in E. Pallida. Echinacoside fu trovato in entrambe le specie

a) Studi sulla capacità fagocitica, antiflogistica e immunomodulante

1) sudi in vitro

Autori: Wilffeuer A, mayerhofer D
Titolo: Study of the influence of phytopreparation on the cellular function of body defence
Fonte: Arneimittel-Forschung 44(3):361-6,1994 Mar
Riassunto: 2 preparazioni di Echinacea purpurea ed una di Eleutheroccus senticosus aumentano, in vitro, la fagocitosi dei neutrofili e dei monociti sulla Candida Albicans. L’ aumento del potere fagocitico fu del 30-45 %. La migrazione chemiotattica dei granulociti (nella "Boyden Chamber") aumento del 45 % con l’ estratto di Echinacea. Le due preparazioni fitoterapiche non avevano altri effetti sul "Killing" cellulare di batteri. Le preparazioni di Echinacea ed Eleutherococcus non inducono, in vitro, trasformazione dei linfociti

Autori: Vomel T.
Titolo: Effeti di piante immunostimolanti sulla fagocitosi di eritrociti da parte del sistema reticoloistiocitario nel fegato isolato e perfuso
Titolo originale: Der Einfluss eines pflanzlichen immunstimolans auf die phagozytose vo erythrozyten durch das retikulohistozytare der isolier perfundierten rattenleber
Fonte: Arzneimittelforschung 35 (9):1437-9,1985
Riassunto: Grazie al fegato isolato e perfuso di ratto si è potuto studiare l’ effetto immunostimolante di estratti vegetali sulla attività delle cellule di Kupffer. Si è dimostrato che la fagocitosi degli eritrociti è significativamente aumentata da singoli estratti o dalla combinazione di questi. L’ estratto di Thuja occidentalis ha un prominente effetto sulla prima fase della fagocitosi, mentre l’ estratto di echinacea purpurea domina la fagocitosi dipendente dal metabolismo.

Autori: Stimpel M, Proksch A, Wagner H, Lohmann-Matthers ML,
Titolo: Macrofage activation and induction of macrophage cytotoxicity by purified polysaccharide fractions from plant Echinacea purpurea
Fonte: Infect Immun 46(3):845-9, 1984 Dec
Riassunto: Polisaccaridi purificati (EPS) preparati da E. purpurea hanno dimostrato essere capaci di attivare fortemente i macrofagi. I macrofagi attivati da queste sostanze sviluppano citotossicità extracellulare contro bersagli tumorali. Questa attivazione è dovuta a EPS ed è indipendente da qualsiasi cooperazione con i linfociti. Anche la produzione e la secrezione di radicali dell’ ossigeno e di interleuchina 1 dai macrofagi è aumentata dopo attivazione con EPS. Le cellule della lina macrofagica sembrano essere i principali bersagli dell’ attivazione di questi polisaccaridi. EPS non ha effetto sui linfociti T. I linfociti B mostrano una modesta proliferazione dopo incubazione con EPS di E. purpurea. Così questi composti, che almeno in colture di tessuto sono completamente non tossici, possono essere utilizzati, in vivo, per attivare la citotossicità del sistema macrofagico. Potrebbero avere rilevanza nei tumori e nelle infezioni sistemiche.

2) studi su animali

Autori: Bukovsky M, Kostalova D, magnusova R, Vaverkova S
Titolo: effetti immunomodulatori di estratti etanolo-acquosi di Echinacea e Rudbechia (Slovacco)
Titolo originale: testovanie imunomodulacnych uncikov etanolo-vodnich extraktov z nadzemnych casti rastlin rodu Echinacea Moench a Rudbeckia L
Fonte: Cesk farm 42 (5):228-31,1993 Oct
Riassunto: estratti etanolici di parte aeree di Echinacea angustifolia, Echinacea purpurea, Rudbeckia fulgida var. sullivantii e Rudbechia speciosa mostrano attività immunomodulante. I ratti furono trattati in vivo per 5 giorni e l’ attività fu testata al 7 giorno. L’ effetto immunomodulatorio osservato fu sulla fagocitosi e sulla attività battericida dei macrofagi peritoneali. L’ estratto etanolico di entrambe le Echinacee aumentavano il peso totale della milza se confrontato con le specie di Rudbeckia e con il gruppo di controllo che riceveva soluzione salina.

Autori: Bukovsky M, Kostalova D, Magnusova R, Vaverkova S
Titolo: attività immunomodulatoria di estratti etanolo alcolici di radici di Echinacea gloriosa L, Echinacea angustifolia e rudbeckia speciosa (Slovacco)
Titolo originale: imunomodulacna aktivita etanolovo-vodnych extraktov z korennov Echinacea gloriosa, Echinacea angustifolia a rudbeckia speciosa testovana na imunitnom systeme inbrednych mysi C57BL6
Fonte: cesk farm 42 (4):184-7,1993 Aug
Riassunto: l’ estratto etanolico di radici di Echinacea gloriosa, Echinacea ungustifolia e Rudbeckia speciosa mostrano proprietà immunomodulante. Gli effetti sono stati osservati al settimo giorno dopo 5 giorni di trattamento in vivo sui ratti. Il più evidente effetto immunomudulante fu osservato sui lisosomi e sull’ attività perossidasica dei macrofagi peritoneali e sulle cellule spleniche dopo trattamento in vivo con estratto alcolico di radici di R. speciosa.

Autori: Steinmuller C, Roesler J, Grottrup E, Franke G, Wagner H, Lohmann Metthers ML
Titolo: Polysaccarides isolated from plant cell cultures of Echinacea purpurea enhance the resistence of immunosuppressed mice against systemic infections with Candida Albicans and Listeria monocytogenes
Fonte: Int J Immunopharmacol 15 (5): 605-14,1993 Jul
Riassunto: polisaccaridi (EP) isolati dall’ Echinacea purpurea hanno dimostrato attivare i fagociti umani. In questo studio si investiga l’ influenza di EP sulla immunita non specifica di topi immunodeficienti. EP fu capace di aumentare l’ attivazione dei macrofagi peritoneali isolati da animali dopo somministrazione di ciclofosfamide (CP) o ciclosporina A (CsA).
I macrofagi trattati con EP esibiscono aumento della produzione del fattore di necrosi tumorale alfa (TNF). Dopo trattamento con CP si assiste ad una diminuzione dei leucociti nel sangue periferico mentre i polisaccaridi determinano un precoce aumento della presenza dei granulociti neutrofici (rispetto ai controlli).Il trattamento con Ep dei ratti immunosopressi con CP o CsA, ristora la resistenza alle infezioni letali con predominanza dei macrofagi nelle infezioni da Listeria monocitogenes e dei granulociti in quelle da Candida Albicans. Questo studio suggerisce l’ importanza del trattamento profilattico nelle infezioni opportunistiche.

Autori: Tragni E., Galli CL, Tubaro A., Del Negro P., Della Loggia R.
Titolo: Anti-infiammatory activity of E. Angustifolia fraction separated on the basis of molecolar Weight
Fonte: Pharmacol Res Commun 20 suppl 5:87-90,1988 Dec
Riassunto: 5 frazioni di un estratto acquoso ottenuto dalle radici di E. angustifolia furono separate in base al peso molecolare. La capacità antiinfiammatoria topica delle diverse frazioni furono valutate nell’ orecchio del ratto ("Croton oli ear test"). La frazione con peso molecolare compresa fra 30.000 e 100.000 fu la più attiva nell’ inibire l’ edema; riduce, inoltre, l’ infiltrazione di cellule antiinfiammatorie. L’ attività di questa frazione è comparabile a quella dell’ estratto di polisaccaride "crudo" ottenuta da radici di E. Angustifolia con differenti solubilità. I polisaccaridi ad alto peso molecolare sono proposti come i principi anti-infiammatori della pianta.

Autori: Tragni E., Tubaro A, Melis S, Galli CL
Titolo: Evidence from two classic irritation test for anti-infiammatory action of a natural extract, Echinacina B
Fonte: Food Chem Toxicol 23 (2):317-9,1985 Feb
Riassunto: Le radici di Echinacea Angustifolia (fam. Compositae) sono utilizzate per ottenere effetti antiflogistici, immunostimolanti e riparanti cutanei. In base a queste valutazioni l’ estratto è utilizzato in preparazioni cosmetiche. Per valutare l’ efficacia antiinfiammatoria si utilizzano differenti tests irritativi. La reazione irritativa fu ottenuta applicando 0.015 ml di 0.25 % di olio di croton (in acqua) sull’ orecchio del ratto.L’ estratto crudo (Echinacina B) , applicato topicamente, inibisce l’ edemasia nel momento massimo (6 h) che nella fase decrescente (18 h); questo effetto è direttamente proporzionale alla dose utilizzata. Echinacina B fu trovata essere più potente del controllo (benzidamina) una sostanza anti-infiammatoria non steroidale. Inoltre l’ estratto, somministrato i.v. 1 h prima dell’ iniezione di 0.05 ml di carragenina nell’ arto posteriore, inibisce l’ edema nella fase istaminica ed in quella tardiva del processo flogistico. Questi dati dimostrano il valore qualitativo dei test irritativi nello studio delle proprietà anti-infiammatorie dei prodotti naturali..

3) Studi sull’ uomo

Autori: Roesler J, Emmendorffer A, Steinmuller C., Luettig B, Wagner H., Lohmann-Matthes ML
Titolo: Application of purified polysaccharides from cell cultures of the plant Echinacea purpurea to test subjects activation of the phagocyte sistem
Fonte: Int J immunopharmacol 13 (7):931-41,1991
Riassunto: polisaccaridi purificati di E. purpurea sono stati testati per verificare la cloro capacità di attivare i fagociti umani in vitro ed in vivo. Queste sostanze aumentano la spontanea motilità dei PMN in "soft agar" ed aumentano la capacità di queste cellule di uccidere i stafilococchi. . I monociti divengono attivati a secernere TNF-alfa, IL-6, IL-1. L’ iniezione intravenosa a soggetti testati induce immediatamente una caduta del numero di PMN nel sangue periferico, indicando attivazione dell’ aderenza alle cellule endoteliali. Questa caduta è seguita da una leucocitosi dovuta ad aumento del numero dei PMN ed in misura minore dei monociti. La presenza di stab cell (cellule staminali) ed alcune forme giovanili della serie mielocitica indica una migrazione di cellule dal midollo osseo nel sangue periferico. Aumenta, in acuto, la proteina C reattiva e ciò è probabilmente dovuto ad una attivazione dei monociti e dei macrofagi a produrre IL-6. Si osserva anche un moderato aumento della VES. Così, come nel ratto, i polisaccaridi possono indurre una reazione acuta nell’ uomo e attivare i fagociti umani.

Proprietà antivirali

Autori: Beuscher N., Bodinet C, Willigmann I., Egert D.
Titolo: Immune modulating properties of root extracts of different Echinacea species
Fonte: Z phytother 16 (3), 1995
Riassunto: estratti purificati di E. purpurea, E. Angustifolia ed E. pallida rivelano attivita in differenti test immunologici e virali. Tutte e 3 le piante esibiscono differenti attività sui parametri immunologici, come stimolazione mitogena, produzione di IG M e alcune linfochine. Si evidenzia attività antivirale verso il virus Herpes simplex (HSV -1) e quello influenzale (A2). Questi estratti hanno effetto antivirale indiretto attraverso la via della stimolazione di interferone alfa e beta.

b) inibizione della lipo e ciclo ossigenasi

Autori: Muller-jakic B, Breu W., Probstle A, Redl K, Bauer R.
Titolo: In Vitro inhibition of cyclooxygenase and 5-lipoxygenase by alkamides from Echinacea an Achillea species
Fonte:Planta Med 60 (1) : 37-40,1994 Feb
Riassunto: Le alchilamidi poliinsaturate isolate da specie di Achillea, Echinacea angustifolia, Anacyclus pyrethum Link e Aaronshonia pubescens mostrano di possedere attività inibitoria, in vitro, sulla cicloossigenasi (microsomi seminali di ovino) e 5 - lipoossigenasi (leucociti di maiale) . L’ attività sembra dipendere dalla particolare struttura delle alkamidi.

c) attività antiialuronidasica

Autori: facino RM, Carini M, Aldini G, Marinello C, Arlandini E, Franzoi L, Colombo M, Pietta P, Mauri P.
Titolo: Direct characterization of caffeoyl ester with antihyaluronidase activity in crude extract from Echinacea angustifolia roots by fast atom bombardament tandem mass spectrometry
Fonte: Farmaco 48 (10):1447-61,1993 Oct

Le tecniche di bombardamento con atomi veloci ("fast atom bombardment - FAB - MS) ed il bombardamento con atomi veloci associato allo spettrometro di massa (FAB-MS\MS) sono state usate per identificare i costituenti responsabili dell’ attività antijaluronidasica delle radici di Echinacea angustifolia, i cui estratti sono ampiamente usati nella terapia adiuvante delle infiammazioni croniche. Estratti crudi da differenti solventi furono testati per l’ attività antijaluronidasica e quelle con maggior potere inibitorio (frazioni etil acetato, butil acetato e cloroformica IC0.44, 0.50, e 0.62 mg\ml) furono direttamente analizzate con MS. 4 principali caffeoil coniugati furono identificati: nella frazione etilacetato acido 2,3 -O-diccaffeoiltartarico (acido cicorico), acido 5-0 - dicaffeoilquinico (cinarina), e acido 2-0-caffeoiltartarico (acido caffarico). Fra questi caffeoil coniugati l’ acido cicorico e il caftarico sono quelli che dimostrano la maggiore attivita antiialuronidasica: IC50 = 0.42 e 0.61 mM, mentre IC50 della cinarina e dell’ acido clorogenico sono 1.85 e 2.25 mM

d) effetti radioprotettivi

Autori: Paranaich AV, Pocherniava VF, Dubinska GM, Mishchenko VP, Mironova NG, Gugalo VP, Nazarets VV
Titolo: effetti di supposti radioprotettori sulla ossidazione - riduzione della vitamina E tessutale su ratti irradiati
Titolo originale: Izuchenie vliianiia predpolagaemykh radioprotektorov na sostoianie redoks-sistemy vitamina E v tkaniakh obluchennykh kry
Fonte: radiats Biol Radioecol (Russo) 33 (5):653-7,1993 Sep-Oct
Riassunto: sono stati studiati gli effetti radioprotettivi di estratti di Echinacea purpurea (ed emossipina e citomedina). La dose somministrata, a ratti maschi Wistar, era di 5 Gy e sono stati determinati i livelli di vitamina A, carotene, vitamine E ed i suoi metaboliti (quinone ed tocoferolo ossidato) nel plasma, milza, fegato e testicoli. Si è osservato che le droghe mobilizzano le riserve di queste vitamine e promuovono l’ effettivo funzionamento del sistema redox della vitamina E. I meccanismi della loro azione sono differenti. Le droghe possono essere usate come radioprotettori , ma esauriscono le riserve di vitamine liposolubili. Possono, quindi essere usate in combinazione con complessi vitaminici.

Tossicità

Autori: Mengs U., Clare CB, Poiley JA
Titolo: Toxicity of Echinacea purpurea. Acute, subacute and genotoxicity studies
Fonte: Arzeimittelforchung 41 (10):1076-81, 1991 Oct
Riassunto: Una dose orale o dosi intravenose di succo di Echinacea purpurea non sono tossiche per ratti e topi. Dopo 4 settimane di somministrazione orale di dosaggi molte volte maggiore delle dosi terapeutiche umane i test di laboratorio e l’ autopsia non evidenziano alcun effetto tossico nei ratti. I test per la mutagenicità eseguiti in microorganismi, in cellule di mammifero e nei topi danno sempre risultati negativi. Studi carcinogenetici in vitro non si producono trasformazioni maligne in cellule embrionali di criceto.

In estrema sintesi diremo:

[M. Rossi]Gli estratti di Echinacea sono batteriostatici e virustatici. Queste proprietà sono state verificate nei confronti di numerosi ceppi batterici e virali (herpes virus, influenza A e B ecc.) oltre che di Trichomonas.
Il meccanismo d’azione è sia diretto che indiretto. Agiscono direttamente sui microorganismi le alchilamidi e le poliine; gli eteroxilani e gli arabinoramnogalattani stimolano diverse linee cellulari immunitarie per induzione della liberazione di interleuchina 1 (macrofagi, linfociti B e T).
L’echinacoside ed altre frazioni si dimostrano in grado di inibire l’enzima jaluronidasi rallentando la velocità di penetrazione dei microorganismi nei tessuti. Si ottiene così un’accellerazione della guarigione delle ferite e un diminuito rischio d’infezione.
[ Della Loggia - Teedrogen ] Viene impiegata nella profilassi e nel trattamento di malattie da raffreddamento di grado da lieve a mediamente severo, raffreddori comuni e processi settici. Come vulnerario, per uso topico nelle ferite a cicatrizzazione torpida e nelle affezioni cutanee di natura infiammatoria. La droga proviene dalla medicina tradizionale degli indiani del Nordamerica e nel secolo scorso è stata la droga vegetale più utilizzata negli USA. Si ritiene che la sua azione sia determinata da un aumento delle difese immunitarie endogene, attraverso una stimolazione aspecifica del sistema immunitario, soprattutto mediante l’attivazione della fagocitosi e la stimolazione dei fibroblasti. Inoltre, l’inibizione della ialuronidasi tissutale e batterica sembra ridurre la diffusione nell’organismo degli agenti patogeni. Secondo alcuni autori, i principi attivi sarebbero da individuare in alcuni dei polisaccaridi. Sinora non è stata ancora chiarita la struttura di nessuno di tali potenziali principi attivi. Al riguardo, studi piuttosto estesi sono stati invece condotti su E. purpurea (L.) MOENCH (echinacea purpurea), utilizzata per le medesime indicazioni. L’azione immunostimolante dei polisaccaridi è stata sinora dimostrata sperimentalmente soltanto in vitro e, in vivo, unicamente dopo somministrazione per via intraperitoneale. La questione dell’efficacia della droga somministrata per via orale non è stata ancora chiarita. L’impiego pratico avviene comunque anche per via intramuscolare o endovenosa, con preparati specifici. L’echinacina B, una miscela di polisaccaridi ottenuta dalla droga, è risultata stimolare la cicatrizzazione. Estratti acquosi delle radici, parzialmente purificati, e le relative frazioni polisaccaridiche sono risultati in grado di inibire, dopo applicazione topica, la dermatite indotta dall’olio di Croton nell’orecchio del topo, con riduzione dell’infiltrazione di leucociti; per via intraperitoneale si è inoltre osservata un’inibizione dell’edema da carragenina nella zampa di ratto.
L’echinaceina e le altre isobutilammidi hanno proprietà insetticide, mentre l’estratto delle radici è in grado di influenzare gli ormoni giovanili di alcuni insetti; lo Z-1,8-pentadecadiene risulta carcinogeno in vivo.

Azione locale ed impiego cosmetico (da Proserpio e coll)

l’ uso tradizionale dell’ Echinacea risale agli indiani d’ America che la impiegavano per curare le ferite; da qui la diffusione dell’ impiego di tinture ed estratti che a tutt’ oggi costituiscono validi presidi come cicatrizzanti. Al di là degli indiscussi risultati che si ottengono l’ Echinacea ha un meccanismo d’ azione che è ancora oggetto di studio. Pare accertato che il principio attivo dell’ E. rallenti la diffusione nei tessuti dei germi patogeni o inneschi un meccanismo di difesa contro i suddetti germi e contemporaneamente attivi i meccanismi rigenerativi dei tessuti.
Gli estratti (per lo più glicolici) di E. occupano un posto di primo piano nella fitocosmesi funzionale sopratutto a livello industriale. Usati in toto o sotto forma di razioni concentrate entrano a dosi del 5-10 % in preparati ad azione epitelizzante, levigante, antirughe, antismagliature per il trattamento di pelli secche, aride, screpolate, pelli post - acneiche, pelli rilassate (specie nei periodi di gestazione e post parto). Secondo taluni A. sarebbero utili come dermopurificanti. le forme più indicate sono emulsioni, geli, le soluzioni.
Utili associazioni sono ottenute combinando gli estratti di E. con quelli di Equiseto e Ginseng (ad azione elasticizzante cutanea) o con quelli di calendola, Camomilla, iperico e con acido glicirretico (azione levigante ed epitelizzante).

Dosaggio

(Benigni)
Estratto fluido ( g 1 = LV gtt).
** Dosi g 0,5-1 al giorno.
Estratto molle idroalcoolico (1 parte = 12 p. circa di droga).
** Dosi g 0,05-0,1 pro dose.
Tintura (Estratto fluido Echinacea g 20 + alcool di 70° g 80).
** g 2,5-5 pro dose.

(M. Rossi)
Tintura madre
30-40 gtt 3 volte al giorno.

LETTURA ENERGETICA

Non è impiegata in farmacoterapia tradizionale e gli studi occidentali ci permettono solo alcune, scarse, considerazioni.
Pianta salata e calda agisce sullo yang del Rene e sul TR-inferiore, favorendo la produzione di weiqi (energia difensiva antipatogena). Quest’azione ne spiega il ruolo anche vulnerario e cicatrizzante. Poiché inoltre la weiqi circola in superficie e controlla (attraverso l’apertura e la chiusura dei cosidetti "culi") la diffusione dei liquidi jin, l’Echinacea ha una vigorosa azione antirughe, antinvecchiamento ed antiacneica.

BIBLIOGRAFIA

NB: vedi anche articoli citati nel testo


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