Bronchite riacutizzata in corso
di BPCO: studio clinico comparativo cefodizime vs cefodizime ed agopuntura. |
"Si tratta di scoprire nel passato ciò
che può tornarci utile nel futuro"
Cl. Roustan, 1977.
Riassunto:
L'articolo inquadra brevemente la bronchite e la BPCO in MTC e
riferisce di uno studio su 32 soggetti con bronchite purulenta
riacutizzata, trattati o solo con antibioterapia o con lo stesso
antibiotico (cefalosporina di III generazione) a più basso
dosaggio ed agopuntura cinese. I risultati concludono per una
azione favorevole dell'associazione fra fra cefodizime ed
agopuntura sulla sintomatologia, ma senza azione dell'agopuntura
sulla flogosi specifica.
Parole chiave:
bronchite riacutizzata, BPCO, ke sou, chuan, xian, tu,
cefodizime.
INTRODUZIONE
La riacutizzazione bronchitica in corso di malattia cronica
ostruttiva polmonare (BPCO) è la causa prima di insufficienza
respiratoria con complicanze cardiorespiratorie, in grado di
ridurre la durata e la qualità della vita sopratutto di pazienti
anziani (1).
I sintomi che denunciano tali eventi intercorrenti sono tosse
produttiva (mucopurulenta), dispnea ingravescente, febbre, dolore
toracico, mentre la presenza di broncorrea tristratificata
(sierosa, schiumoso e denso/vischiosa), di emottisi e di alitosi,
possono far presumere un quadro più complesso con bronchiettasie
(1,2). L'esame dell'espettorato va condotto o in broncoscopia o
seguendo i criteri di Barlett ( meno di 10 cellule epiteliali e
25 o più cellule infiammatorie per campo microscopico e 10
milioni o più colonie batteriche per ml di escreato) e, per
escludere un interessamento parenchimale, va sempre eseguita una
radiografia del torace (in tre diverse proiezioni).
Attualmente le bronchiti croniche sono divise (classificazione di
Anthonisen) in stadio I (senza enfisema) e stadio II (con
enfisema), quest'ultimo con condizioni generali gravemente
compromesse (dimagrimento, anoressia, dispnea da sforzo,
ortopnea, edemi declivi, dita a bacchetto di tamburo, ecc.).
In medicina tradizionale cinese (MTC) non esistono termini che
indichino la bronchite acuta o cronica, le bronchiettasie o
l'enfisema polmonare. Queste affezioni di tipo interno (neike)
sono ascritte fra le sindromi tussigene (kesou), dispnoiche ed
asmatiformi (xiao, chuan), broncorroiche (tu) o contrassegnate da
emottisi (kexue) (3).
In generale si afferma che un'alterazione della weiqi (energia
difensiva) o della zheng-qi (energia corretta) favoriscono
l'impianto di noxae microbiche esterne (xie) con sviluppo di
umidità-freddo o umidità-calore. Le situazioni interne in causa
possono essere legate al Polmone, al Rene, alla Milza o al
Fegato. Nelle forme più persistenti si ha un esuarimento dello
yin polmonare con alterazioni parenchimo-strutturali che
conducono a bronchietasie ed enifisema (4).
Le forme bronchiettasiche (sia cilindriche che sacculari) sono
differenziate in quattro livelli di gravità: ritenzione di
catarro e calore, calore nei jing-luo, turba del polmone e della
milza, vuoto o esaurimento dello yin del polmone (3).
L'enfisema (o BPCO) si può ascrivere a disturbi di: Polmone e
Rene, Polmone e Milza, Polmone e Fegato, Polmone e Cuore (4-5).
I sintomi, la costituzione, la lingua ed i polsi (ma anche
l'esame del viso, della superficie anteriore dell'avambraccio, la
pressione sui punti shu e mu) possono condurre alla diagnosi.
Occorre sempre differenziare le sindromi per individuare i
trattamenti più efficaci e, di solito, solo con varie strategie
integrate (agopuntura, coppettazione, moxa, incisione, sutura,
auricoloterapia, massaggio, farmacoterapia, dietetica) si
ottengono risultati radicali (6).
I punti ("shu") vengono prescelti in base ai sintomi ed
alle cause:
Utili inoltre i punti "shu-mu" nelle turbe d'organo e la tecnica "luo-yuan" in quelle meridianiche (7).
Nelle patologie che coinvolgono più mucose o cute e mucose (ipogammaglobulinemia, stato atopico, ecc.) sono utili gli schemi proposti da J.M. Kespì (1982) e C. Sciarretta (1983):
SCOPO DELLA RICERCA, MATERIALI E METODI
Al fine di valutare l'azione dell'agopuntura in corso di
bronchite purulenta riacutizzata, abbiamo condotto uno studio
aperto su due gruppi di pazienti con BCPO in fase di
riacutizzazione bronchiale, un gruppo trattato con solo
antibiotico, l'altro con antibiotico ed agopuntura giornaliera.
Gli studi della fine degli anni ottanta-primi anni novanta, ci
hanno fatto prescegliere, come antibiotico, una cefalosporina
iniettiva di III generazione denominata "cefodizime"
(8). Si tratta di un betalattamico (2-aminotiazilcefalosporina)
ad ampio spettro, particolarmente efficace nelle infezioni del
tratto biliare, delle vie urinarie e dell'apparato respiratorio.
Il farmaco è molto ben tollerato e determina un numero molto
basso di reazioni indesiderate (ADR) sopratutto gastrointestinali
o da ipersensibilità individuale (in casi eccezionali descritte
leucopenia, piastrinopenia, anemie emolitiche, incremento delle
transaminasi e fosfatasi alcalina, aumento della creatininemia).
Studi giapponesi molto recenti indicano un'incidenza di ADR pari
al 2,77% (8).
La somministrazione once o bis in diem (a dosaggi vari in
rapporto al peso, all'età, alle condizioni generali) si è
mostrata efficace sia in corso di polmoniti e broncopolmoniti,
che di bronchiti purulente. Il farmaco raggiunge il suo massimo
di attività entro 4 ore ed è tollerato fino a dosi massime di 6
g/die.
Il protocollo di selezione ed arruolamento ha ricalcato la
multicentrica italiana di Zanussi, Cocuzza e Nicoletti del 1993
(8).
I pazienti sono stati sottoposti ad esame obiettivo e radiografia
del torace (per escludere una compromissione parenchimale). I
sintomi clinici valutati sono stati tosse, espettorazione,
dispnea, rumori bronchiali (sibili o a altro) febbre. Il
trattamento è durato otto giorni e la valutazione effettuata
all'inizio (T0), al terzo giorno (T1), alla fine (T2) e dopo 48
ore (T3) dalla sospensione. L'esame batteriologico con
antibiogranmma (ed esclusione dalla studio di forme da germi
resistenti all'antibiotico prescelto) è avvenuto con tecnica
incruenta e valutazione secondo i già indicati criteri di
Barlett.
Il gruppo A (cefodizime 2 g/die I.M. in due somministrazioni) era
composto da 16 individui (10 uomini e 6 donne) di età media di
66,8.
Il gruppo B (cefodizime 1 g/die I.M. in un'unica somministrazione
al mattino ed agopuntura giornaliera) da 16 individui (9 donne e
7 uomini) con età media di 65,1. I pazienti più anziani e
febbrili erano ospedalizzati (presso la Fisiopatologia
dell'Invecchiamento dell'Università degli Studi dell'Aquila,
direttore prof. L. Taglieri), gli altri ambulatoriali.
I batteri più spesso isolati sono stati: Haemophilus influenzae,
Haemophilus parainfluenzae, Streptococcus pneumoniae, Klebsiella
pneumoniae, Pseudomonas aeroginosa, Escherichia coli (colture
eseguite dal Dott. E. Tomei, Aiuto Responsabile per la
Microbiologia, Servisio di Patologia Clinica ASL 04 L'Aquila).
I punti trattati (in tutti i casi) sono stati:
L'infissione è avvenuta lentamente, secondo l'ordine
alto/basso, yang/yin. Gli aghi erano manipolati ogni 5 minuti per
un minuto e la durata è stata di 30 minuti per seduta.
Abbiamo usato aghi di fabbricazione coreana da 3 "cun",
con diametro di 0.5 cm, a perdere.
All'inizio ed alla fine della terapia si sono valutati:
bilirubina, creatinina, GOT, GPT, gamma-GT, fosfatasi alcalina,
emocromo con formula, piastrine, test di Coombs diretto ed
indiretto.
Nessun paziente ha abbandonato lo studio ed in nessun caso si
sono evidenziati ADR tali da far interrompere il trattamento.
La tabella n. I indica l'andamento del sintomo tosse.
Gruppo A | T0=79%; | T1=65%; | T2=41%; | T3=29% |
Gruppo B | T0=77%; | T1=65%; | T2=42%; | T3=27% |
p superiore a 0,05 non significativo.
La tabella II monitorizza il sintomo febbre.
Gruppo A | T0=25%; | T1=21%; | T2=9%; | T3=1% |
Gruppo B | T0=23%; | T1=18%; | T2=7%; | T3=0.5% |
p superiore a 0.05 non significativo
La tabella III indica l'andamento del sintomo espettorato.
Gruppo A | T0=79%; | T1=60%; | T1=40%; | T2=22%; | T3=19% |
Gruppo B | T0 78%; | T1=62%; | T2=38%; | T2=21%; | T3=16% |
p superiore a 0,05, non significativo.
La tabella IV individua l'andamento dei rumori respiratori
Gruppo A | T0=60%; | T1=59%; | T2=38%; | T3=17% |
Gruppo B | T0=63%; | T1=60%; | T2=31%; | T3=18% |
p superiore a 0,05 non significativo.
Considerando, invece, il risultato clinico complessivo al fine
del trattamento ed al fallow-up abbiamo avuto:
Tabella V fine trattamento
Gruppo A | migliorato 79,2%; | soddisfacente 12,5%; | insoddisfacente 8,3% |
Gruppo B | migliorato 80,8%; | soddisfacente 11,5%; | insoddisfacente 7,7% |
differenza non statisticamente significativa.
Tabella VI follow-up
Gruppo A | migliorato 87,7%; | soddisfacente 12,3% | |
Gruppo B | migliorato 83,1%, | soddisfacente 9,2%; | insoddisfacente 7,7%. |
differenza statisticamente significati (p. inf. a 0,01).
I pazienti con risultati insoddisfacenti al fallow-up,
presentavano esame colturale ancora positivo.
CONCLUSIONI
L'agopuntura domina la sintomatologia soggettiva ed obiettiva
in corso di bronchite riacutizzata, permettendo una riduzione dei
sintomi anche dimezzando la dose totale di antibiotico.
Tuttavia una valutazione oggettiva dei risultati dimostra che
solo dosi elevate e piene di antibiotico, eradicano in modo
completo la flogosi bronchiale.
Poichè il farmaco prescelto deve parte della sua azione alla
stimolazione della fagocitosi dei polimorfonucleati (8), si
presume che tale azione si sviluppi a dosi elevate e non sia
sufficientemente potenziata dall'agopuntura energetica.
Rifacendoci, poi, all'impiego differenziato dei punti possiamo
fare le seguenti considerazioni:
D'altra parte nessuno dei punti prescelti (eccezione fatta per
feishu) ha un ruolo sulla weiqi e, forse, inserendo altri punti
nella formula (yumen, futou, lieque, wanzhong, fuliu, ecc.)
avremmo riscontrato una differenza sopratutto nel follow-up (9).
D'altra parte gli studiosi cinesi attuali (Chen You-wa, Hong
Xiang Chen, Chen Kai-an, Wei Jin, ecc.) integrano all'agopuntura
trattamenti erboristici non solo antimicrobici e sintomatici, ma
fortemente immunomodulanti (huangqi, gancao, baizhu, renshen,
dangshen, danggui, ecc.). Inoltre, nei classici dei diversi
periodi, è scritto che, in corso di agopuntura, possono
persistere "perversi latenti" (fuxie) capaci di dar
luogo a sindromi "calore" molto gravi.
Sarebbe stato interessante, ma non siamo riusciti a realizzare il
progetto, trattare i soggetti con risultato insoddisfacente al
follow-up, con punti che agiscono sul calore (pohu, BL42, punto
della branca esterna vescicale e del jing del polmone) e con
piante rinfrescanti come la Coptis o la Scutellaria baicalensis.
BIBLIOGRAFIA
Allegra L. (ed): Edit-Symposia, Pneumologia.
Grand'angolo su bronchite cronica, Ed. EDITEAM sas, Castello
d'Ardigile (Bo), 1995.
Crofton & Douglas: Malattie dell'apparato
respiratorio, IV Ed., McGraw-Hill, Milano, 1993.
Di Stanislao C., De Berardinis D., Brotzu R. (a cura di):
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AMSA, 1996.
De L'Home G.: Pneumologie et Medicine Traditionnelle
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Thecniques, Parsis, 1989.
AAVV: Timecef-Cefodizime. Profilo Farmacologico e Clinico,
Ed. Roussel-Pharma, Milano, 1995.
Giullaume G., Mach-Chieu: Dictionnaire des points
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