Breve introduzione al Qi Gong

Il Qi Gong (letteralmente “lavoro” o “coltivazione del Qi”) è un sistema cinese di addestramento fisico, di pensiero e di sanità preventiva e terapeutica. Quest’ arte millenaria riunisce il condizionamento psicofisico cosciente, con la ginnastica aerobica isometrica ed isotonica, assieme alla meditazione ed al rilassamento (Yugiu, 2000).
Il Qigong è una disciplina che, attraverso la pratica, permette di raggiungere il controllo sopra le forze vitali individuali, attraverso il conseguimento di un perfetto equilibrio in noi stessi e fra noi e l’ambiente.

Ci sono più di 3.000 varietà di Qi Gong e cinque tradizioni importanti di tale pratica (Eisenberg et al., 1985, Dong et al., 1990): la taoista, la buddista, la confuciana, il Qi Gong medico e, infine, quello marziale.
Attualmente gli esperti cinesi suddividono il Qi Gong in forme “morbide” (Tai Ji Quan) e “dure” (fra cui il Kung Fu.) (Yugiu, 2000).

La storia del Qigong cinese può essere divisa approssimativamente in quattro periodi (MacRitchie ,1993; Occhipinti, 1993).
Conosciamo poco il primo periodo che è compreso fra il 1100 a.C. e la dinastia Han (206 d.C.). Fu in quest’ampio arco di tempo che, importando dall’India metodi di meditazione buddista, nascono le prime forme di pratica corporeo-meditava definibili Qi Gong. Durante la dinastia Liang (502-557 d.C.) si è sviluppato il cosiddetto Qi Gong marziale, fondendo assieme gli stili taoista e buddista del periodo precedente. Nei periodi successivi e sino alla dinastia Qin (1911) il Qi Gong ha continuato a svilupparsi e a suddividersi in scuole e metodi, diffondendosi, al contempo, in India ed in Giappone. Attualmente si è tentato di uniformare gli stili (che, come detto, ammontano ad oltre 3.000 in tutta la Cina) e di sviluppare ricerche scientifiche su questa pratica tradizionale.

Il presupposto teorico di base del Qi Gong deriva dal concetto di “energie” o “potenze naturali” (san cai) contenuto nell’Yi Jing (Libro dei Mutanti), testo di riferimento dell’intero pensiero cinese che si fa risalire al 1122 a.C. (Needham, 1977). Le tre “potenze” sono il Cielo (tian), l’Uomo (ren) e la Terra (di) e lo scopo del Qi Gong e di armonizzare queste tre “energie” fra di loro (Occhipinti, 1993). Già nel Dao De Jing di Lao Zhi (dinastia Zhou, 1122-934 a.C.) si accenna a tecniche di respirazione per accedere allo “spirito” e conservare la salute, ma solo successivamente, nel periodo detto Primavere ed Autunni (770-221 a.C.) e nel testo Shi Ji (Annali Storici) si fa un chiaro e dettagliato riferimento al Qi Gong ed al suo impiego. Nello stesso testo si afferma che la tecnica è molto antica e risalare al periodo delle cosiddette “ossa oracolari” (periodo Shang).

Il filosofo Zhuang Zi (circa nel 300 d.C.) nel testo Nan Hua Jing, scrive: “gli uomini antichi sapevano respirare dai talloni e condurre in alto ed in basso il soffio” e questa frase ci conferma come, già nel IV secolo, le forme taoistiche e religiose di Qi Gong fossero molto sviluppate in Cina (Needhan, 1977; McGee, 1994).
Durante le dinastie degli Han e dei Qin (221 a.C.-220 d..D.) ci sono parecchi riferimenti medici relativi al Qi Gong. Ad esempio nel Nan Jing (Classico delle Difficoltà) del celebre Bian Que e nel Jin Kui Yao Lue (Cofanetto d’Oro) di Zhang Zhong-Jing, si descrivono varie tecniche combinate fra respirazione ed agopuntura per rendere armonioso e florido il Qi (Bologna et al., 1999; Corradin et al. 2001).
Molto importante è anche la lista delle “indicazioni mediche” redatta, durante la dinastia Zhou, da Wei Bo-Yang, dalla quale si desume che il Qi Gong è particolarmente attivo nelle malattie che riguardano gli aspetti mentali e spirituali dell’individuo. Molti esperti sostengono che è durante il primo periodo Han ed attraverso la stretta fusione fra taoismo e buddismo che il Qi Gong raggiunge il massimo impulso e sviluppo (Dong et al., 1990; Wozniak et al., 1991). Più propriamente si ritiene che fu durante il periodo Qin e grazie al monaco Bodhidarma (o Tamo, o Damo) che, fondendo pratiche taoiste (l’antica forma d’autoterapia basata su respirazione, massaggio e ginnastica detta Daoyin) e buddiste, nasce l’attuale forma di Qi Gong, definito “un sistema filosofico antico d’integrazione armoniosa del corpo umano con l’universo” (Eisenberg et al., 1985). Secondo il pensiero medico tradizionale vale quanto scritto nel testo (del periodo Han) Shi Huang (Camera Gialla): “attraverso la respirazione e la meditazione il Qi Gong benefica lo Spirito ed il Soffio” (Granet 1983; Liu 1984; Santangelo, 1995.).

Durante la cosiddetta “rivoluzione culturale” (1965-1976) la Cina ha riscoperto il Qi Gong e numerosi studi e ricerche sono state condotte soprattutto a partire dagli anni ’80 (Wozniak et. al., 1991). Sono state documentate azioni favorevoli in corso sia di diabete mellito, che di ipertensione, di difetti visivi (miopia, astigmatismo) ed in corso di nevrosi e stati depressivi. Oltre a recenti studi biofisici sulla variazione volontaria del potenziale transdermico, è stato possibile documentare variazioni dei livelli di AMPc e GMPc nei pazienti asmatici, riduzione dei livelli di ansia in soggetti ospedalizzati, minore consumo di farmaci in tutta una serie di patologie croniche di frequente riscontro (Di Stanislao et al., 2000).
All’inizio degli anni novanta, due distinti gruppi di ricerca hanno potuto documentare l’influenza del Qigong sui livelli di estrogeni in gruppi di donne di differente età ed al contempo un’azione anti-aging con effetto di tipo antiradicalico. Altri studi hanno invece dimostrato un miglioramento dei parametri circolatori in senso statisticamente significativo (p inf. a 0.01) rispetto a gruppi controllo (Di Stanislao et al., 2000) ed anche in corso di neoplasie (cenestesi, sistema immunitario, ecc.) (Mc Gee et al. 1994).
Attualmente, in Cina, non meno di 70 milioni di persone praticano giornalmente il Qi Gong e tale arte si va sempre più diffondendo negli USA ed in Giappone (Mac Ritchie, 1993; Yugiu, 2000). La pratica può essere agevolmente appresa da persone di ogni età sotto la giuda di maestri esperti e capaci. Dopo l’addestramento iniziale si potrà proseguire, in modo individuale, verso una maggiore consapevolezza nel controllo di movimenti e respiro, naturalmente con vantaggi di tipo immunitario, psichico, endocrinologico e generale (Yugiu, 2000).